T.Regio di Parma
Dal blog di Notung, di cui mi fido, leggo:
venerdì, 01 ottobre 2010
È partito stasera il Festival Verdi a Parma. (...) ecco le mie impressioni, molto stringate. Deludentissima la direzione di Yuri Temirkanov, improntata allo zum pà pà più bieco e in alcuni momenti pure di una lentezza esasperante. Il famoso lato notturno di questo lavoro verdiano? Non si sa. Certo, può essere che in teatro si siano sentite raffinatezze che mi sono sfuggite, ma a me è sembrata proprio una direzione tagliata con l’accetta, chiassosa e superficiale. Marcelo Álvarez, nei panni di Manrico, non mi è proprio piaciuto. In certi momenti i suoi tentativi di alleggerire la voce sono sembrati abbastanza stucchevoli, manierati. Siccome l’ho appena ascoltato come Manrico all’Arena di Verona, direi che la sua prestazione è stata nettamente inferiore. Grandi difficoltà nel cantabile Ah sì ben mio, dove il legato non si è sentito proprio e altrettanto difficoltosa la pira nella quale ha pure cantato il minimo indispensabile, per arrivare più fresco all'acuto finale che non è stato neanche squillante, ma solo rumoroso. Una serata assai storta. Norma Fantini ha cercato di rendere al meglio il lato squisitamente femminile di Leonora, ma se è vero che il canto è stato abbastanza corretto è anche evidente che è mancata quella passionalità, quella fierezza che caratterizza la parte. Buono il fraseggio, abbastanza bella la voce, acuti stridenti, in qualche occasione. Molto in difficoltà nel celebre D'amor sull'ali rosee (stonata e calante mica poco eh?) anche se nel complesso la sua prova può essere considerata discreta, a dispetto di un terzo atto problematico a voler essere buoni. Leo Nucci è sempre lui, più o meno simile da quarant’anni e già questo è motivo di merito, però indubbiamente i portamenti, la tendenza a cantare tutto forte, le poche sfumature, sono difetti che non possono essere taciuti. Poi che abbia ancora voce da vendere nessuno lo può mettere in dubbio e neanche, credo, che alla fine sia risultato il migliore della serata. Il Ferrando di Deyan Vatchkov non ha lasciato il segno sotto alcun punto di vista.
L.Nucci
Marianna Tarasova interpretava Azucena, parte fondamentale come sa chiunque, ed è risultata disastrosa, una vera calamità. Il mezzosoprano ha sciorinato, in tutto l’arco dell’opera, una specie di catalogo leporelliano su ciò che non deve fare una cantante alle prese con il ruolo. Stonata, fuori tempo, urlante, parlante, ansimante e altri participi presenti che non me la sento di scrivere. È stata buata, purtroppo per lei, ma la verità è che era da protestare, diciamolo. Forse, considerato che Azucena ha fama di strega, ha pensato di togliere ogni dubbio e di votarsi al rogo, non so che dire. I comprimari sono stati discreti e mi pare già un fatto positivo, mentre non mi ha convinto il Coro del Regio, che ho apprezzato altre volte in serate migliori. Non mi sento di chiosare sulla regia di Lorenzo Mariani, ma non mi è sembrata malvagia. Applausi tiepidissimi alla fine dell'opera e poi, nell'ordine: applausi per Leo Nucci, buuuu feroci per la Massarova, qualche disapprovazione per la Fantini, approvazioni discrete per Alvarez, parecchi buuuu per il direttore. Applausini per il regista e tutti a casa veloci.(...)
Commento di Enrico:
Si dovrebbe iniziare a "buare" chi scrittura e non solo chi mette la faccia sul palcoscenico. Un tempo si gridava "A morte l'Impresario!" e si pretendeva la restituzione del biglietto.
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