MUTI, OPERA DI ROMA E I SEGRETI DI FATIMA
Giovedì 07 Ottobre 2010 09:09

                        muti11 R.Muti  meditabondo...

 

Viene  o  non  viene?  La  vicenda  di  Muti  all'OPera  di  Roma  come  direttore  musicale  somiglia  a  quelle  farces cocasses di  Feydeau   o  , forse,  alle  nostrane  commedie  di  Peppino  De  Filippo  , del  tipo  "Il  prof.Trombone"  o  "Non  è vero  ma  ci  credo".

Gli  ingredienti  ci  sono  tutti: l'annuncio  grandioso  ("Muti   direttore  musicale  all'Opera  di  Roma"),  l'evento  in pompa  magna  ("Otello"   all'Opera con  Orchestra, Coro  , solisti  e  Teatro  tirati a  lucido, compreso  l'ottavino  che suonava  all'inpiedi!), il bataclan  dei  giornali  e  lo sventolìo  dei  flabelli,  Bruno  Vespa  commosso  e  festeggiante, le dichiarazioni  del  Sindaco.

               muti_2 Le  Roi  Soleil

Il  nuntio  vobis  magnum  gaudium   avviene  ufficialmente il  21\08\2010


Riccardo Muti accetta direzione Opera Roma
21/08/2009 - 10:12

Il maestro Riccardo Muti ha accettato la direzione musicale dell'Opera di Roma. Ad annunciarlo, in serata, è stato il sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo che stamani il Campidoglio aveva fatto sapere della disponibilità del maestro milanese a guidare l'ente lirico dal dicembre del 2010. (...)
In serata, ai microfoni de 'La Zanzara' su Radio 24, Alemanno ha sciolto ogni dubbio: "Oggi il maestro Muti ha accettato di fare il direttore del Teatro dell'Opera di Roma". (...) L'arrivo di Muti all'Opera di Roma è previsto dal dicembre del 2010 anche se la collaborazione inizierebbe da subito parallelamente alla direzione musicale dell'Orchestra sinfonica di Chicago. (...)
Adesso ci siamo: Muti avrà la direzione musicale.
                                                     muti4

Tutto a  posto  salvo....salvo  il fatto  che siamo in Italia  e  la  commedia  non  può  svolgersi  in modo  così  lineare, così  semplice.
Intanto  scattano  i  licenziamenti  e le assunzioni, per assicurare  al  Sovrano  la  luce  abbagliante  della  propria  corte: via  la  Fracci  dal  Corpo  di  Ballo (con  conseguente  semi-rissa  tra  la   famosa  étoile  e  il  Sindaco  Alemanno)   ecco  subentrare  un vecchio  amico, il  fido  Misha  Van  Hoecke. 
                                       fracci La  lite Fracci-Alemanno


                                                    muti3 Quando dirige  il Maestro....
Via  il  consulente artistico  Nicola  Colabianchi, ecco  scendere  dalla  nuvoletta  un altro  fido, Alessio  Vlad. Via  Sappino  dall'Ufficio stampa  ecco  giungere  il  fido  Filippo Arriva.  Si  comincia  a  parlare  poi  d'uno stratosferico  cachet  per  le  Roi  Soleil  delle  bacchette, nientemeno  che  2 milioni di  Euro!  Sarà  vero?  Possibile?
        muti10
In  tempi non sospetti,  il  27\1\2010  pubblicavo   questa  nota  su  Facebook:

OPERA DI ROMA, PROPAGANDA e LUOGHI COMUNI
pubblicata da Enrico Stinchelli il giorno mercoledì 27 gennaio 2010 alle ore 10.45

 

L'Opera di Roma è un teatro emblematico, sotto vari aspetti. E' il Teatro della Capitale, ha la seconda sovvenzione statale d'Italia, dopo il Teatro alla Scala; ha una tradizione gloriosa che, almeno fino a tutti gli anni 50 del secolo scorso, lo ha collocato tra i teatri più importanti del mondo. Come valore aggiunto c'è poi Roma, di per sé: una delle città più belle e amate del mondo. Eppure l'Opera di Roma, per varie ragioni legate soprattutto alla gestione amministrativa e alla eccessiva sindacalizzazione all'interno della sua struttura, non solo ha perso da tempo il suo primato ma si è progressivamente collocata in un limbo, direi in posizione defilata, ai margini del grande giro internazionale.
Esiste poi una sorta di moda, di luogo comune: parlar male dell'Opera di Roma. E' qualcosa di gergale, di abitudinario, sfruttato ad arte da certa stampa interessata a denigrare questa o quella gestione,a seconda dei propri interessi personali e delle indicazioni date dalle varie consorterie. Ora, per esempio, si attende l'arrivo di Riccardo Muti come una sorta di Messia: non a caso tra i prossimi titoli diretti dal Maeschhtre abbiamo il “Mosé” di Rossini, quanto mai significativo a indicare un salvatore della patria portato dalle acque. Muti scenderebbe giù dal suo Empireo come il Deus ex machina di tante opere seicentesche, la sua bacchetta magica (la verga di Mosé) placherà ogni tempesta e darà lustro e gloria imperitura al “malconcio” Teatro. Il sindaco di Roma, Alemanno, aveva nominato un suo consulente artistico di fiducia nella persona del M.o Nicola Colabianchi,  attaccato  duramente dalla stampa , prima ancora che potesse muovere un dito. La sua programmazione , leggo dal 'Corriere della sera' , sarebbe inqualificabile, dissennata e occorre porvi rimedio al più presto.
Ma le cose stanno realmente così? Ecco qualche dato che potrebbe illuminare più di qualche mente ottenebrata dalla propaganda:


Per la prima volta dopo oltre un decennio l'Opera di Roma ha registrato un aumento del 10% degli abbonati dovuto esclusivamente alle scelte effettuate nella programmazione che ha riportato titoli un tempo popolari e che in alcuni casi, come in quello del Mefistofele assente da 50 anni, mancanti da decenni sulle scene del Costanzi.

La stagione 2010 è costata il 25% in meno di quella del 2009, con un risparmio di quasi 2 milioni di euro.
La stagione 2010 ha aumentato il numero delle produzioni d’opera nell’anno solare, per la prima volta da decenni, portandole da sette a otto senza ridurre le produzioni di balletto. Successivamente la scelta del m° Muti di inaugurare la prossima stagione 2010/11 in dicembre invece che nel gennaio successivo, ha fatto sì che l’ultimo titolo del 2010 divenisse il primo dell’11. Di fatto, però nell’anno solare 2010 ci saranno 8 titoli invece di 7 (con due inaugurazioni: Falstaff in gennaio e Mosé in dicembre).
La ricostruzione delle scene della Tosca di Höhenstein (quelle della prima esecuzione storica del 14 gennaio 1900) sarebbe costata meno di 100.000 euro e si sarebbe ripagata in meno di un anno, considerando la grande richiesta di noleggio che viene dai teatri di tutto il mondo per queste scene di importanza storica. Inoltre tali scene consentivano al teatro di disporre di un allestimento agile da poter inserire nella programmazione con tempi ridottissimi di montaggio e smontaggio. Non si dimentichi che Tosca è l’opera romana per eccellenza e dovrebbe essere programmata con una certa frequenza per soddisfare le incessanti richieste del pubblico. (il nuovo direttore artistico, Alessio Vlad , esplicitamente voluto dal Maestro Muti, ha annullato la ricostruzione di tali scene riproponendo l’allestimento di quelle esistenti che sono in condizioni pessime, parzialmente incomplete, scolorite e lacerate, ma soprattutto non più noleggiabili).
Il Mefistofele doveva essere proposto nell’allestimento storico di Camillo Parravicini che sarebbe costato qualche decina di migliaia di euro perché noleggiato da una ditta romana che lo possiede. Considerando che non viene allestito da 50 anni, nessuno o quasi lo conosce. Si opterà (su indicazione di Vlad) per una scena fissa con la proiezione di bozzetti che avrà grosso modo gli stessi costi ma un fascino ed una suggestione infinitamente inferiori alle scene originali.
La stagione 2009, che si presentava come innovativa, modernista ed internazionalista, ha avuto esiti disastrosi dal punto di vista della risposta del pubblico e dello sbigliettamento. Alcuni dati: Aida, regia di B. Wilson 11.000 presenze (compresi gli abbonati) su 1.600 posti per 10 recite cioè 16.000 posti disponibili (si ricordi che era il titolo di inaugurazione!); Pélleas e t Mélisande (la sola coproduzione delle scene è costata 200.000€) ha venduto meno di 6000 biglietti per 7 recite! Grand Macabre ha venduto poco più di 2500 biglietti per una disponibilità totale di 8.000 posti (costo delle scene analogo al Pélleas); Iphigénie en Aulide, pur  diretta  dal  sommo  Maestro,  ha visto solo 8000 presenze per una disponibilità di 11.200 posti.

Io non ho mai creduto ai luoghi comuni e alla propaganda. Guardo ai fatti. Il nuovo dittico Muti-Vlad entra all'Opera di Roma promettendo meraviglie. Staremo a vedere. Dimenticando, almeno per adesso, un ventennio scaligero non propriamente adamantino e ancora denso di misteri irrisolti.

           misteri


Arriviamo a  oggi. Cosa  leggiamo?


Roma, 4\10\2010


No di Riccardo Muti all'Opera di Roma
Il Pd: per Alemanno ennesimo rifiuto

Il maestro avrebbe chiesto un compenso di 2 milioni di euro
Il sindaco: mercoledì renderemo noto il suo ruolo

 

ROMA (4 ottobre) - La richiesta di un compenso economico troppo alto e un quadro politico-normativo che non tranquillizza: sarebbero questi i motivi, a quanto si apprende, per il no del maestro Riccardo Muti alla direzione del Teatro dell'Opera di Roma. Il maestro, infatti - secondo indiscrezioni che non trovano conferma nel suo entourage - avrebbe chiesto un compenso di 2 milioni di euro, ancora richiesta non accettata.

Inoltre, a quanto pare, non se la sarebbe sentita di assumere la direzione di un teatro in un momento in cui il quadro normativa non è dei più rassicuranti, soprattutto dopo l'approvazione della legge Bondi sulle fondazioni liriche: una situazione troppo incerta che il maestro ha preferito evitare. A questo punto, però, la situazione mostra un Teatro dell'Opera nel quale Muti ha già indicato il direttore artistico Vlad e il direttore del corpo di ballo.

«Non ci sono novità rispetto a quello che abbiamo sempre detto. Adesso si tratta di continuare a lavorare con Muti. Il 6 ottobre faremo una conferenza stampa e indicheremo il livello e il grado di coinvolgimento del maestro con il Teatro dell'Opera», ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a chi lo interpella su una possibile rinuncia di Muti alla direzione del Teatro dell'Opera di Roma. (...)

«È da un anno che Alemanno, a parole, si vende questo accordo con Muti - ha affermato Paolo Masini, consigliere del Pd al comune di Roma -. Ma qual è la verità? Muti ha rinunciato? Ci troveremmo di fronte all'ennesimo rifiuto di una grande personalità alle proposte del sindaco di Roma. Un vero e proprio smacco, dopo la sconfitta sui pedaggi del Gra e la ridicola cena che organizzerà con quel Bossi che insulta Roma, che fa capire di quanta poca autorevolezza goda ormai il primo cittadino della Capitale».

 

                                        peppino Peppino aveva  capito  tutto!

 


La  commedia va  ovviamente  avanti ed  ecco  le  reazioni  degli oppositori  politici all'incauto  Sindaco:

  


 04/10/2010 | ore 17.30 »

(Adnkronos) - Questo commissariamento - hanno continuato Umberto Marroni e Giulio Pelonzi - ha prodotto una diminuzione degli spettacoli in cartellone sia in termini qualitativi che quantitativi. Dal punto di vista economico, nonostante il conferimento patrimoniale alla Fondazione Teatro dell'Opera del complesso immobiliare del Teatro Nazionale per un valore di circa 13 milioni di euro, approvata dal Consiglio comunale lo scorso 20 maggio, e nonostante gli stanziamenti assegnati nell'attuale bilancio comunale, il deficit non e' venuto meno, anzi e' aumentato sensibilmente''.

''Siamo fortemente preoccupati per i lavoratori che vedono un orizzonte incerto e per l'immagine di Roma Capitale nel mondo. Chiediamo sindaco e all'assessore Croppi di riferire in aula sulla situazione del Teatro dell'Opera, visto l'ottimismo manifestato dopo le vicende del decreto Bondi. Riteniamo indispensabile - hanno concluso il capogruppo del Pd Umberto Marroni e il vicepresidente della Commissione Cultura Giulio Pelonzi - la creazione di un tavolo istituzionale che operi una razionalizzazione delle fondazioni, societa' e istituzioni partecipate dal Comune di Roma che operano nel settore cultura''.

              muti2

Intanto, il  3  dicembre  Muti  salirà  sul  podio  dell'Opera di  Roma  per  dirigere  da  par  suo  il  "Moise  et  Pharaon" di  Rossini, e  mi piace  immaginarlo  come Charlton  Heston  nel  famoso  kolossal  cinematografico,  pronto  ad  agitare  la  magica  verga  e a  spartire  le  acque del  Mar  Rosso.
Come  si dice  nel II  atto  di  Bohème:  " La commedia  è  stupenda!".
        mose   muti10