LO SFERISTERIO DI MACERATA ANNEGA NEL DEFICIT |
Sabato 20 Agosto 2011 09:13 |
…..come volevasi dimostrare chiusa la boutique, restano le “tratte” da pagare e una parola, abbastanza consueta nell'ambito delle gestioni teatrali, domina su tutte: deficit. Con una media, tristissima, di 5\600 spettatori paganti a sera (per un'Arena che ne contiene 2500!) ,a fronte degli altissimi costi di allestimento, la gestione Pizzi & Gasparon lascia un disavanzo considerevole che, secondo alcune voci raccolte, supererebbe il milione di Euro. Sommato questo deficit a quello di ben 5 milioni, ereditato dalle precedenti amministrazioni, si arriva a un “rosso” tragico. Si può ben dire che lo Sferisterio, in questi ultimi 6 anni, sia stato spolpato fino all'osso. Il Sindaco , restìo a rivelare la vera cifra, ha inviato un suo revisore di fiducia, il dott. Luca Messi, il quale però è parte in causa, essendosi occupato dell'amministrazione dello Sferisterio proprio assieme a coloro che hanno creato il buco. Sembra addirittura che possa essere affidato proprio a Messi il compito di dirigere lo Sferisterio dopo Pizzi. Ma come? Ben sapendo che il budget veniva superato e che i biglietti non venivano venduti e che non vi erano sponsors....PERCHE' il dott. Messi non ha bloccato l'emorragìa in tempo? Un buon amministratore deve saper porre ferrei argini e nei tempi giusti, o siamo nel Paese di Bengodi? Sarà poi da verificare come sia stato possibile l'incredibile conflitto di interessi che ha visto coinvolta la costumerìa Tirelli, di cui Pizzi è comproprietario al 30%! In pratica, noleggiando a cifre considerevoli (in taluni casi spropositate) i costumi Tirelli, Pizzi ha scritturato e pagato sé stesso. Consideriamo inoltre che Macerata non resta proprietaria di nulla, poiché scene , costumi e quant'altro sono di proprietà della “premiata” ditta P&G. Lo Sferisterio è proprietario di una sola cosa: del disavanzo. A fronte di stagioni artisticamente modestissime che hanno via via allontanato il pubblico e relegato lo storico Festival di Macerata ai margini del grande giro internazionale. Si dimostra così, ancora una volta, che per taluni gestori senza scrupoli i teatri sono soltanto una mangiatoia, un pozzo da cui attingere danaro fin quando ciò è possibile. A quando una seria riflessione su tutto ciò?
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