VERONA: ...SCHIAFFI IN DO MAGGIORE.... |
Sabato 17 Marzo 2012 12:56 |
Verona: Tenore prende a sberle il direttore d´orchestrada l'Arena di Verona, 15/03/2012:
![]() Francesco Anile durante un’esibizione. Dopo la lite al Filarmonico, il tenore si è dimesso
Avrebbe dovuto entrare in scena domani, nell´Iris di Mascagni in programma al Filarmonico. Francesco Anile, una delle più belle voci italiane, tenore di Polistena, martedì ha inviato una lettera al sovraintendente della Fondazione Arena nella quale formalizza le sue dimissioni «con motivazioni personali». E non vestirà i panni di Osaka che nell´opera scritta da Luigi Illica, librettista di testi come La Bohème e Andrea Chénier, rapisce la giovane Iris. Una lettera di dimissioni che arriva a poche ore da uno screzio tra Anile e il direttore d´orchestra, Gianluca Martinenghi nel corso del quale il tenore, ha perso il controllo e ha rifilato alcuni ceffoni al maestro.
L'articolo contiene due errori, uno meno grave (l'"anziano" Osaka...ma dove?!) uno più grave perchè è una inesattezza da parte di un addetto ai lavori, Giorgio Benati, che ben conosce il teatro e le sue vicende interne, quando dice "E' un fatto inusuale". Non è inusuale affatto, diciamo pure che di fatti analoghi ne sono capitati fin dai primordi del Melodramma, genere in cui tanti personaggi diversi tra loro sono coinvolti e tante tensioni si creano di continuo, tra questo quello e quell'altro ancora. I primi tafferugli nacquero tra compositori, quando questi partecipavano attivamente alla realizzazione delle proprie opere, sedendo al cembalo e concertando . Ne sa qualcosa Haendel, che rischiò la vita a seguito di una furiosa lite con il collega Johann Mattheson, la cui affilatissima spada andò a cozzare contro un provvidenziale bottone metallico . Nel frattempo , non esistendo ancora i tenori come protagonisti degli spettacoli barocchi, furono castrati e primedonne a darsele di santa ragione. Ciò accadeva addirittura in scena, come nel famoso caso dell'"Astianatte" di Bononcini nel 1774, in cui si presero a calci e a male parole le due rivali, i soprani Faustina Bordoni-Hasse e Francesca Cuzzoni, incautamente scritturate assieme. Mai allineare troppi "galli" nello stesso pollaio. Il caso avvenuto a Verona in questi giorni fa parte della vita teatrale, composta da animi esacerbati, nevrosi, dispetti e spesso da temperamenti fortemente "melodrammatici". Come dimenticare la furibonda Adriana Lecouvreur di Napoli, in cui Nunzio Todisco insultò pubblicamente Raina Kabaivanska, rea di aver voluto iniziare lo spettacolo in orario perfetto, dopo che il tenore indisposto aveva chiesto la cortesia di una piccola deroga. L'epiteto più cordiale fu "vecchia gallina" ...declamato durante un piccolo comizio a sipario chiuso, di fronte al pubblico per metà allibito per metà divertito. Come dimenticare il ceffone rimediato dall'augusta guancia di Carlos Kleiber, da parte di un esasperato Renato Bruson dopo il terzo atto di Otello alla Scala. Il celebre baritono, narrano i testimoni oculari, venne provocato dalle tante critiche del maestro, esposte man mano nel corso della rappresentazione come un vorticoso crescendo rossiniano.
Lo stesso baritono Taddei (come si nota, non sono solo i tenori a perdere la pazienza) schiacciò contro il muro un tremebondo De Sabata, colpevole di avergli negato la prima di Falstaff a Londra a dispetto, per scritturare il rivale Gino Bechi. Non solo lo affrontò in tal modo ma, in segno di profondo sdegno, gli disfece anche il cravattino! Si era nel 1950, in tempi più recenti la stessa sorte toccò a Janos Acs, preso a schiaffoni dal baritono Mastromei dopo una Tosca, e addirittura al Maestro par excellence, Riccardo Muti, preso a male parole e spintonato dal focoso tenore Roberto Alagna, giunto in difesa della moglie, Angela Gheorghiu, precedentemente redarguita dal direttore d'orchestra per una ripetuta serie di errori musicali. Io stesso , regista dello spettacolo, fui testimone oculare della lite "in diretta" tra il tenore Bonisolli e il direttore d'orchestra De Sessa, a tre minuti dalla fine di una "Cavalleria rusticana" a Taormina, rimasta per ciò memorabile. "Pure l'aria mi fai sbagliare, ma vai a quel paese!" urlò Bonisolli al malcapitato maestro, rimediando le urla e i rimproveri di circa 6000 persone assiepate presso il Teatro Greco. Non contento e ormai fuori di sé...indirizzò al pubblico un bel paio di corna e fu il delirio. Uscimmo,scortati dalla polizia, alle 3 di notte dal Teatro, assediato dai più facinorosi tra gli spettatori. La lista è lunga e si potrebbe continuare all'infinito, ricordando che gli stessi direttori d'orchestra , rappresentati dal sanguigno Gelmetti, ebbero una loro rivincita in occasione della rissa tra lo stesso e il regista De Ana, che finì all'ospedale con una piccola lesione al collo. Il tutto...per un problema di prove troppo lunghe. Dalle indagini che ho potuto espletare e dalle informazioni raccolte il caso veronese balzato agli onori della cronaca ha visto la piena responsabilità del direttore artistico, Gavazzeni, che ha lasciato degenerare la situazione in corso d'opera assentandosi e non dando alcuna spiegazione e dall'atteggiamento del direttore d'orchestra, entrambi d'accordo nel protestare il tenore previsto per l'Iris, Francesco Anile, in favore del secondo tenore coreano, rappresentati dalla medesima agenzia. La protesta è certamente lecita ma purché si segua un preciso protocollo:avvertendo l'artista,motivando la decisione per iscritto e infine procedendo ufficialmente alla sua sostituzione. Nel caso specifico, si è giunti alla prova generale senza che al tenore fosse stato comunicato nulla e per di più , quando si era già truccato, la comunicazione veniva effettuata dal direttore di scena. A questo punto sono volate le sberle, che in molti hanno giudicato...sacrosante. Tanto più che il tenore Anile è noto nell'ambiente come persona di rara pacatezza e bonarietà. |