E' MORTO IL RE: VIVA IL RE! |
Venerdì 18 Maggio 2012 13:17 |
Bisognava semplicemente assistere a un suo concerto,a una sua opera o a una sua lezione di canto: Fischer Dieskau aveva la calma e la serenità di chi conosce la strada per arrivare al Paradiso. Un sorriso appena abbozzato, che era più luce interiore, mostrava la conoscenza raggiunta, la saggezza di chi ha unito -come per incanto- la tecnica all'interpretazione, di chi sa attaccare un suono non per virtù di un meccanismo arido ma d'una volontà e di una esigenza interiori.
La trasmissione che ho l'onore di condurre su Radio3 è stata l'unica e l'ultima a proporre una lunga intervista con il grande baritono, uomo schivo e restìo a perdersi in chiacchiere. Fu anche quella un'occasione sublime per cogliere la fine e acuta visione che aveva del Canto, il rispetto totale per la Musica intesa come modus vivendi e non come mero sollazzo.
Dietrich Fischer-Dieskau , direbbe Carmelo Bene, è "nato sapendo" , non ha dovuto apprendere nulla perchè tutto in lui era appreso: il suo percorso è stato tutto un perfezionamento di ciò che già c'era, una continua limatura operata sul capolavoro che "era" non sul capolavoro che creava. Ed ecco perchè smisurato, infinito, fu il suo repertorio e la varietà delle lingue e degli stili affrontati nell'arco di una carriera a sua volta infinita, iniziata giovanissimo e terminata quando egli stesso decise di chiuderla, con un impressionante concerto in Germania siglato dalla Fuga finale del "Falstaff" ...."Tutto nel mondo è burla": quel suo terribile "Tutti gabbati" , fu sibilato quasi con ferocia al pubblico attonito. Il più duro commiato che mai interprete volle riservare a un pubblico.
La voce non lo abbandonò mai, più che ottantenne stupivano i suoi la bemolli acuti emessi con facilità durante le masterclasses. Gli davano fastidio i tanti allievi che lo imitavano, senza capire che bisogna "ESSERE" Fischer-Dieskau per cantare e interpretare come lui. La sua mezzavoce , che in sala correva da tutte le parti anche nei pianissimi più impalpabili, i suoi legati così carichi di espressione, le messe di voce, i trilli perfetti, le agilità sul fiato, le arcate e la varietà degli accenti, la perfetta pronuncia, l'estensione smisurata espressa in almeno tre ottave. Un fenomeno. Un capolavoro.
Seguire Fischer-Dieskau nel suo canto, in qualsiasi brano egli esegua, vuol dire seguire un tracciato fedele al millesimo rispetto quello voluto dall'autore, quasi un percorso obbligato, che fa di lui l'Interprete ideale ma anche il co-autore. Un uomo profondo , un fine intellettuale, una forza della Natura mossa dalla voglia di sapere e di conoscere, partendo dal canto antico e arrivando agli autori contemporanei, senza mai indulgere agli eventi clowneschi di tanti suoi colleghi. Mitico eppure riservato, serissimo. Divino ma mai Divo.
Grazie Sommo Cantore e che Dio ti abbia in gloria!
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