"STATE ZITTI!" CANTA LA BARTOLI! |
Giovedì 06 Dicembre 2012 19:39 |
Il caso Cecilia Bartoli contestata alla Scala va ben al di là di una mera bagarre di sapore loggionistico. La grande sala del Piermarini non è nuova a contestazioni di ogni genere e distribuite in modo democratico ed equanime a svariati artisti: dai ravanelli gettati a Maria Callas alle sonore fischiate ricevute da Renata Tebaldi in Traviata (sul podio nientemeno che Victor De Sabata), dai buuh violentissimi che accompagnarono in camerino il glorioso Gavazzeni dopo un non riuscito Idomeneo, alla implacabile accoglienza ricevuta da Pavarotti prima in Favorita, poi in Lucia di Lammermoor e infine in uno sciagurato Don Carlos, stavolta con Muti sul podio (a sua volta dedicatario di fischiate memorabili, praticamente in quasi ogni sua Prima). Non ne fu immune Abbado, pur amatissimo, ma la cui Aida non fu bene accetta, non si salvò Ronconi , più volte accolto malamente da loggionisti incattiviti. Non passò la Freni in Ernani, non passò persino Kleiber con il suo storico Otello, Alagna abbandonò addirittura il palcoscenico dopo i 'buuh' che salutarono il suo “Celeste Aida”. Vogliamo aggiungere le contestazioni alla Caballé, alla Verrett,alla Studer, alla Fabbricini? Insomma...Cecilia Bartoli, la superdiva di oggi, è in ottima compagnìa e i suoi larghi sorrisi rivolti al pubblico scaligero diviso in due opposte fazioni, lasciano intendere che -tutto sommato- non puoi piacere a tutti e se qualcuno fischia....chi se ne frega. Il problema è che queste contestazioni , falsamente attribuite ai componenti del blog “Il corriere della Grisi” (certamente presenti e probabilmente fischianti, ma non certo soli in questo concerto di “buuh”) , inducono a serie riflessioni sullo stato delle cose. Da un lato l'industria discografica e il management studiatissimo della Bartoli, capaci di costruire un mito planetario su una voce fondamentalmente piccola e di ancor più risicato repertorio, impossibilitata a cantare nei grandi teatri e nei grandi ruoli, se si eccettuano sporadiche apparizioni in luoghi acusticamente consoni o resi tali dall'amplificazione elettronica. Dall'altro lato la presenza di un pubblico accecato dalla pubblicità,a sfondo isteroide, smanioso solo di vedere la Star in odor di santità, magari anche agitarsi con gli occhi strabuzzati e la bocca a guisa di pesce in acquario. Pur che sia lei e sia lì...La voce diventa un inutile orpello, un optional. Arrivo al punto di dire: guai se ci fosse...darebbe persino fastidio al “personaggio” Bartoli.
Molto triste, direi addirittura penoso, lo sfogo del maestro Barenboim che , rivolto al pubblico buante , se ne esce con un urletto stizzito...”Siamo a un concerto...adesso STATE ZITTI!”. Maestro, non siamo a scuola e lei sa bene che a un pubblico pagante è concesso il privilegio di applaudire come quello di dissentire, ognuno a modo suo. C'è chi farà “buuh” , c'è chi starà zitto, c'è chi storcerà la bocca, c'è chi si alzerà e abbandonerà la sala, c'è chi riuscirà persino a fischiare. Il maestro Barenboim ben conosce le contestazioni scaligere, puntuali dopo una brutta Aida, puntuali dopo una brutta Carmen, puntuali dopo un discutibile Don Giovanni. E se ogni volta dovesse gridare “State zitti!”...finirebbe col perdere la voce. Anche lui, come la Bartoli.
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