Otello, Teatro Verdi di Pisa, 15\17 febbraio, note di regìa
Lunedì 11 Febbraio 2013 00:21

 

JAGO  o  OTELLO?  QUESTO  E'  IL PROBLEMA.

 

L’equivoco nasce da un articolo del 15 marzo 1887 a firma Eugenio Cecchi dal titolo “Il nuovo Jago di Verdi” , che riprendeva le intenzioni primarie di Boito volte a privilegiare la figura dell’alfiere , il male che fa agire, invece di colui che agisce , Otello.

Mi sono sempre interrogato su questa questione. Perché Boito voleva intitolare l’opera Jago? Perché, se lo stesso Shakespeare aveva scelto Otello?

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                 Otello, atto  III, prove  con  Jago (C.Guelfi)

Boito aveva una particolare predilezione per i personaggi che incarnano il Male . La sua biografia e la sua poetica dimostrano che il fascino irresistibile di ciò che inquieta e spaventa, di Mefistofele che “pensa il Male e fa il Bene” (atto I, “Una parte vivente Di quella forza Che perpetuamente Pensa il Male e fa il Bene ) , dell’orrido che giganteggia sul puro e sul delicato, sono i motori tragici e immutabili delle vicende umane, meccanismi perversi che si ripetono nei secoli. Non so voi, ma io quando assisto o ascolto il Mefistofele di Boito tendo sempre a parteggiare per il Diavolo, non perché sia particolarmente cattivo io , piuttosto per come è magistralmente scritta la sua parte e per come sciocco e insipido sia il personaggio tenorile di Faust. Alla fine, quando Mefistofele viene ricoperto dai petali e dai raggi che gli ardono le membra, umiliato dai Cherubini e dalle falangi celesti giunte in soccorso al tenore, non si può che fare il tifo, anche un po’ commossi, per questo Capanéo , che sprofonda nei suoi abissi gridando da vincitore vero: “Trionfa il Signor, ma il reprobo fischia!”.

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            Tito  Gobbi  (Jago)                                            Carlo Guelfi  (Jago)


Nell’Otello di Verdi è Jago che crea e muove tutto e tutti. Ho voluto sottolineare questo straordinario carattere, tra i più sfaccettati e completi nell’intera galleria verdiana, con una forte presenza attoriale, fin dall’apertura del sipario. E’ Jago che come l’apprendista stregone di disneyana memoria sembra scatenare la tempesta incredibile del I atto, una delle vette straordinarie dell’arte verdiana, il Dies Irae trasportato direttamente a Cipro. Tra lampi, tuoni e pioggia torrenziale, il ghigno di Jago emerge in primo piano come Belzebù, che osserva fiero le streghe del suo Sabba.

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                  Otello, Teatro Verdi  di  Pisa, prove  di  proiezioni

E’ Jago a manovrare ognuno come un suo personale burattino, da Roderigo a Cassio, continuando con la inerme moglie Emilia e finalmente ponendo al centro della propria “ragna” Otello e Desdemona, una coppia segnata dal proprio destino, troppo bella e felice per essere vera. Non è affatto un caso che Jago scompare di scena gridando “No!” …come lo “spirito che nega” evocato dal Mefistofele.

Lo spettacolo vuole sottolineare questo aspetto: la vittoria ineluttabile di un disegno maligno e la conseguente sconfitta del Bene, che appena si intuisce nella nobile fierezza e nella subitanea debolezza dell’ “eroe” Otello e ovviamente nella purezza altrettanto nobile della sua sfortunatissima sposa.

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Ho iniziato il mio percorso registico come assistente di Luigi Comencini per Don Carlos e per la Bohème cinematografica con Carreras e Barbara Hendryks. Aver lavorato allo story board , nota per nota, con uno dei massimi registi della storia del cinema mi ha lasciato , oltre che l’esperienza, anche la voglia irresistibile di raccontare uno spettacolo operistico in teatro nel pieno rispetto della sua drammaturgìa ma con l’utilizzo delle più moderne tecnologìe .

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     Prove e realizzazione del  video, con una ballerina  che diventerà  di  fuoco  nel  I  atto

La scena è ideata come una grande isola a forma di stella, sormontata da un elemento molto simile allo Stargate, la porta astrale che conduce ad altre dimensioni. Quel grande cerchio, sul quale appaiono immagini in 3 D a commento della vicenda, può essere anche la O di Otello , o semplicemente il cerchio della vita, il percorso sempre uguale e sempre diverso che vede nascere, crescere e declinare una vita, una passione, un ideale.

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                  Ave  Maria  (con Cinzia  Forte- Desdemona)

 

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                 Prove  con il  Coro, atto  I

 

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                Otello,  prove  del  "Credo"  di  Jago