OMAGGIO a CARUSO, OGGI volendo...si può
Domenica 07 Luglio 2013 18:34

 

                 

Dopo  l'orrendo  "oltraggio"  visto  su RaiUno, vogliamo  riconsacrare  il

nome  del  grande  tenore  Enrico  Caruso  con un nostro  personale

"omaggio" , impulso irresistibile  che  ci  viene  dal  cuore  e  dalla

smisurata  passione  che  nutriamo  per uno dei  grandi  miti  della

storia  operistica.

Per  sfuggire a  ogni  accusa  di "passatismo"  o  per  non  fare  la

solita  figura  del  "laudator  temporis  acti" , preferisco   stavolta

lasciare  da  parte i nostri adorati   Gigli, Schipa, Del Monaco, Corelli,

Di Stefano, Pavarotti  e  affidarmi ai  tenori  DI  OGGI, tutti  perfettamente

in grado   di  stabilire  un ideale  ponte  tra  la  grandezza  di  Caruso

e  il secolo  che ci separa  da  lui.

Dato  che il  programma infausto ebbe  luogo in Sorrento,  inizieremo

il nostro  percorso  musicale  proprio  da  lì....

 

                 

 

Marcello  Alvarez  è  oggi  uno  dei  massimi  interpreti al  mondo di un

repertorio tipicamente  lirico spinto, che  spazia da  Verdi a   Puccini.

Di  voce  più chiara  nel  timbro  e  più leggera, il  tenore  sardo

Francesco Demuru, in arte  Demuro, si  è  distinto  nei  ruoli  di 

Alfredo, Duca  di Mantova, Ernesto in Don Pasquale, Fenton  in   

Falstaff   ed  è  attualmente applaudito nei  più  grandi  teatri  del mondo,

Scala  inclusa.

 

                     

 

Francesco Meli è attualmente  una  delle  punte di diamante  della  scuola 

tenorile  italiana  e  si  è  ormai segnalato in tutto il mondo  come  uno

dei migliori interpreti del ruolo  di  Nemorino  in Elisir  d'amore, Alfredo

in Traviata, Duca  di  Mantova, Riccardo  in Ballo in maschera. Tra  le  sue

doti  principali  la  bellezza  del  timbro, il fraseggio  nitido  e  attento

alla  dinamica  e  ai  colori, la  dizione  perfetta.

 

                     

 

Vittorio Grigolo  è  un altro  tenore   facente  parte  il  cosiddetto

"made  in Italy" , entrato a  buon diritto nel  grande  giro  internazionale

che  lo vede  impegnato tra  Scala, Metropolitan  di  New  York  e

Covent Garden. Le  sue  migliori caratteristiche  sono la  musicalità,

la  comunicativa, l'estroversione  guidate  però  da  una  invidiabile

sicurezza  tecnica.

                   

 

A  riprendere  il  mito  di  Caruso addirittura  sugli schermi, dopo  il  'caso' 

Lanza  ,  è  stato il tenore  romano Gianluca  Terranova che 

contrariamente al  celebre predecessore  ha  sempre svolto  una  carriera 

nei teatri.

Qui  è  impegnato  nella  famosa  girandola  dei  "do"  ,  "Amici miei",

tratta  dall'edizione  in italiano della  "Fille du  régiment"  di  Gaetano

Donizetti

 

                         

Il  tenore  siciliano  Marcello Giordani è oggi uno dei  più richiesti

al Metropolitan  di  New  York, alla  Scala  e  nei  massimi  templi

della  Lirica  per  le  opere  più complesse,  quelle  che  fanno  tremare

gli  altri  , quelle  dove  sono  richiesti  acuti e  sopracuti,  resistenza

e  impegno  senza  sconti

 

                  

 

La  bellezza  vocale e  la  proprietà  stilistica   fanno di  Giuseppe

Filianoti  di qualità sopraffine,  quello  che si  chiama  un fuoriclasse.

Eccolo  al  suo  debutto americano  in una  delle  arie  da camera

che  Caruso rese  celeberrime  grazie  al  disco

 

                       

 

.....e  se  proprio  si  doveva  assegnare  un  "Premio Caruso"  , al  posto

del signor  Cocciante  (che  ho sentito chiamare  in maniera  improvvida

  "maestro") , posso  senz'altro  offrirvi  non  uno, ma  almeno  5  nomi:

il  primo in ordine  alfabetico  è  quello di Gianfranco Cecchele, che

sarebbe  stato  certamente  lieto  di ritirarlo.  Ampiamente  meritato  per

la  splendida  carriera  e  per aver  tenuto alto  il nome del  BUON CANTO

oltre che  belcanto   in tutto  il mondo

 

                     

 

Secondo in ordine  alfabetico  per  un Premio Caruso  più  che  meritato

il tenore  Salvatore  Fisichella,  straordinario belcantista  dalla  voce 

agile  ed estesa, una  sicurezza  per  ogni  direzione  artistica  e  per il 

pubblico  che  sapeva  di  potersi  godere  in tutta  tranquillità  uno

spettacolo, fossero i Puritani  o  il  Guglielmo  Tell, il Rigoletto  o  la

Bohème

 

                  

 

La  forza  dirompente  di  un timbro  privilegiato  e  l'inusitata

potenza  di uno strumento  che  è  raro  trovare  tra  i  tenori, lirici

o drammatici  che  siano,  consente a  Giuseppe  Giacomini  di 

poter  meritare  benissimo  la  statuetta  dorata  ingiustamente

sequestrata  dal  signor  Cocciante, non foss'altro  che  per  questa

esecuzione ,  che  ora  vi  propongo. Si tratta  della  Fanciulla  del

West, aria  del  III  atto, una  delle  opere  di  cui  Caruso  fu  primo

interprete

 

             

 

              

 

Un altro  Premio Caruso  potrebbe  andare a Nicola  Martinucci, che

comunque lo ha  ritirato  pochi  giorni  fa  a  Lastra  a Signa, dove

Caruso  fece  costruire  la  più amata  delle  sue  magioni. Martinucci

è  uno  degli  ultimi  grandi  tenori  lirico  spinti  in circolazione e 

ancora  in   piena  forma   , come  tutti coloro  che  sanno  cosa  vuol

dire  SAPER CANTARE, eccolo  nel  suo  Improvviso  dall'Andrea 

Chénier  di  Giordano

 

            

 

...last  but  not  least   Giorgio  Merighi, un altro  tenore di  grande  scuola,

interprete  di  innumerevoli  Aide, Tosche, Carmen,Fedore,

cantate  in ogni  dove e sempre  con  straordinaria  tenuta  e  squillo

vincente

 

              

 

....può  bastare?