BUUUHyreuth festeggia un disastroso SIEGFRIED |
Lunedì 29 Luglio 2013 20:42 |
Sarà probabilmente soddisfatto il regista Castorf per la salva di violenti "BUUUH" che ha salutato i tre atti del "Siegfried" rappresentato stasera a Bayreuth. Stavolta non è bastata nemmeno la lucida ,razionale lettura di Petrenko, cui si perdonano tante cose per la giovane età e l'indubbio talento. Stavolta il passo è stato più lungo della gamba anche per lui: buono il I atto, dove la concitazione frenetica della scena della forgia hanno aiutato il lato virtuosistico, che poi -paradossalmente- è sempre molto più semplice da realizzare, rispetto allo scavo drammatico che richiedono altre scene: quella della caverna di Fafner ad esempio, il dialogo del Viandante con Erda, il duetto incredibilmente espanso con Brunilde, nel III atto. A Petrenko manca davvero lo spessore tragico , quasi insopportabile che dava Furtwaengler agli archi bassi in quelle scene, quando il drago letteralmente usciva dalla buca orchestrale. Ma si rimpiange piuttosto Thielemann, che sapeva far vibrare di quella drammaticità e con quel colore le pareti del tempio di Bayreuth. Indicibile, poi, la prestazione dei cantanti. Lance Ryan, nell'improba parte di Siegfried , forse cantata troppe volte, ha superato il primo atto con la forza della fibra e con l'abile utilizzo della "gnagnera", salvandosi cioè con i trucchi dei cantanti anziani: "Neeeeeethung....Neeeethung" invece di Nothung, laddove la "e" schiacciata ti salva da una faticosa "o". Ma sono appunto trucchi. Non bastano per il II ma soprattutto per il terribile duetto finale, in cui Ryan è crollato, trasformandosi prima in Mime, con un timbro chioccio e querulo, poi direttamente disfacendosi nella parte finale, condita persino da una brutta stecca. Brunilde era la stessa Foster della Walchiria. Sperammo invano non si risvegliasse, o che il sonno le fosse di conforto vocale. Niente da fare. Più stonata e urlante che mai, e sempre senza le note gravi. Una vocalità davvero mal messa, potete immaginare l'esito dodecafonico del duetto. I bassi, Wotan e Fafner, fiochi e modesti: meglio Koch...ma siamo in serie B. Erda aveva un la bemolle acuto, tanto bastò per farla precipitare nel regno oscuro delle perle nere. L'Uccellino, Mirella Hagen, mi ha fatto propendere per la riapertura della caccia,ma solo per la durata della sua indecorosa prestazione. In scena i capoccioni, tipo Monte Rushmore, di Marx, Lenin, Mao e Stalin....alla fine due coccodrilloni. Come dice Mimì: "Il perchè? Non so." |