GOETTERMERDERUNG ! |
Giovedì 01 Agosto 2013 00:35 |
Sì, lo so , il titolo è brutale ma stavolta, come dice Donna Elvira "Ho perduto la prudenza!". Non si era mai registrato a Bayreuth un fiasco più totale e unanime di questo. Né si era mai udita una edizione tanto brutta del Ring. Complici l'allestimento nullo e stupido del regista Castorf, subissato di improperi al termine dello spettacolo, e il cast vocale messo in piedi dalla direzione del Festival, capitanato dalle due sorelle Wagner, da molti ribattezzate "le due streghe". In cima alla lista nera il tenore Lance Ryan, oscillante e senile nel timbro, a tratti chioccio e persino incline a imitare Julio Iglesias nella scena con le Figlie del Reno. Sono bastati pochi anni per ridurre la bella voce del tenore americano, evidentemente sottoposta a un lavoro improbo e non adeguatamente sostenuto da una buona tecnica, a quella d'un tenore comprimario a fine carriera. Il duetto con Brunilde, la scena del giuramento, la morte...sono state imbarazzanti in ogni intervento. Segue a ruota la Brunilde modestissima del soprano Catherine Foster, già pessima nelle altre due opere: una prima ottava vuota, acuti calanti SEMPRE non appena si supera il si bemolle, timbro da soubrette. Pare che per tre lustri abbia fatto l'infermiera, prima di decidersi a cimentarsi come soprano drammatico: è il caso di dirLe "medice gnosce te ipsum". Il reparto maschile mostrava impietose falle nell'orco di nome Attila Jun, nei panni di Hagen: un cantante che ha confuso il Ring con il ringhio. La scena dell'invocazione dei Ghibicunghi si è trasformata in una esecuzione capitale, con Jun sgozzato su ogni suono acuto scritto da Wagner. Gunther, Alejandro Marco Buhrmester, non più in là di un Marullo in un Rigoletto di provincia: la sua entrata nella reggia dei Gibichunghi è stata una pena. Né le cose andavano meglio con le 3 Norne e con le Figlie del Reno, una gara a chi stonava e spoggiava di più. Terribile la scena nel III atto con Siegfried: da Wagner si è passati in men che non si dica a Stockhausen, e di fronte a cotali prodezze non abbiamo potuto fare a meno di pensare al proverbiale trio delle 3 Grazie: Grazia, Graziella e...la terza, che tutti conoscete. Stavolta anche Kirill Petrenko ha pagato pegno, complice un'orchestra stanca e spesso inciampona, soprattutto nella sezione degli ottoni, con tanto di tromba spernacchiante nel famoso tema della spada , clacson a iosa e corni "alla spina" . Manca a questo giovane maestro la "tinta" cupa e densa che deve in più occasioni caratterizzare una concertazione, degna di questo nome. Non si può procedere tutto il tempo su toni brillanti e aguzzi, il gioco non funziona sempre. Così è naufragata la famosa Marcia funebre (a un passo dal goliardico "E' morto un bischero") e il finale , in cui il tema della redenzione mai si era udito in maniera tanto anonima e sciapita. Quanto a Castorf, è stato accolto dal pubblico con un boato pauroso di "Buuh" e di improperi. Il suo è stato, a detta di tutti, il Crepuscolo delle Idee. Aveva più volte dichiarato la sua antipatìa per la Tetralogìa e lo ha dimostrato benissimo in scena, confezionando una sciocchezza di proporzioni smisurate. Al termine ha persino inviato gestacci a chi lo contestava: si vede che non gli erano bastati quelli imposti ai suoi attori.
Castorf e ................................ .uno dei suoi più riusciti travestimenti |