Aita...Aita...Castiglione su RaiUno |
Lunedì 26 Agosto 2013 15:14 |
L'orario è quello riservato agli insonni, ai nittalopi, ai gufi, ai vampiri. L'AIDA di Verdi programmata per le estati di RaiUno , realizzata a Taormina nel 2009, parte verso l'una di notte, dopo una serie di dotte illustrazioni musicologiche affidate a personaggi che, complice l'orario , assumono i connotati di simpatici demoni: Lorenzo Tozzi, Dino Villatico, persino Pierluigi Pizzi, che spiega giustamente come l'Aida non sia un'opera “trionfale” bensì un dramma molto intimo. Infine, l'officiatore primo di tutto il rito, Enrico Castiglione, che subito dopo Pizzi si affretta a dire l'esatto contrario , “Aida, opera spettacolare per eccellenza”. Non è forse il Diavolo " lo spirito che nega sempre tutto”? E come un grande diavolone, questo personaggio straordinario la cui biografia rimandiamo a un nostro precedente articolo (vedi: Splendori e Miserie di EC), rimesta nel suo pentolone gli ingredienti e confeziona un "evento" destinato a lasciare una traccia imperitura nei nostri ricordi peggiori. Sulla carta “Aida” di Giuseppe Verdi, sul video...un Sabba. La prima notazione riguarda le luci che, come si sa, sono teatrali e televisive. Più soffuse e meno invasive le luci teatrali (di solito si realizzano in vari giorni, con un light designer che faccia il piano luci assieme al regista, posizioni i riflettori per i piazzati e gli effetti e infine memorizzi il tutto seguendo lo story board dello spettacolo). Le luci televisive sono ben più invasive e presenti, le telecamere mal sopportano il buio e le atmosfere evanescenti che la magica realtà del teatro dal vivo esaltano. I registi ben lo sanno. Non lo sa Castiglione che regista crede di essere, o meglio si autodefinisce, persino nel suo pistolotto introduttivo in cui ci informa : “Quando mi è stato chiesto di curare la regìa di Aida, ho lungamente esitato....”. Ma come? Se eri all'epoca il direttore artistico di Taormina Arte ti sarai scritturato da solo...caso mai. Veniamo alle luci di questo spettacolo. Assenti. O meglio: un piazzato per ogni quadro, uno uguale all'altro. Piazzato ambrato per le scene “luminose”, piazzato blu per le scene “notturne”. Fine. Per un'Aida, dico...almeno un centinaio di memorie...eh , ma bisogna saperlo fare, e anche volerlo fare. Sono nottate che si passano all'aperto, fino all'alba...quando devi smettere. I registi lo sanno, appunto: i registi. Per di più insufficienti per la ripresa televisiva, realizzata con un senso dilettantistico imbarazzante: scene opache, buie, se non tenebrose....effetto Blair Witch Project. Mai visto su RaiUno un prodotto di così infima qualità. Effetti. Fiamme proiettate nel finale sui ruderi del Teatro Greco. Qualche scarabeo proiettato sulle scale all'inizio. La scena unica consisteva in una scalea a forma piramidale che occupava l'intero palcoscenico di Taormina: soluzione scontatissima e soprattutto scomodissima, poichè com'è facile capire sulle scale...si inciampa, soprattutto se si è in costume. Risultato: recitazione statica e facce preoccupate di chi si aggirava sul palco: ballerine bloccate e costrette a fare strane segnalazioni aeree con le braccia, quando non costrette....per fare qualcosa...a scoprire le tette . L'impostazione generale era quindi all'insegna del nulla e dello squallore, come non accade nemmeno nei saggi di Conservatorio o nelle piazze di paese con le compagnìe di giro. Potete ben immaginare cosa sia potuto accadere nella famosa Scena del Trionfo, con quattro comparse che giravano su loro stesse con le insegne dorate e il gonnellino d'ordinanza, le ballerine a mo' di vigili urbani, Radames che entra addirittura di lato e a piedi, orpelli e trovarobato da politeama rionale degli anni Sessanta....una cosa da piangere. Veniamo alla parte musicale, sulla quale sarebbe impietosissimo compiere un'analisi dettagliata. Abbiamo saputo che l'Orchestra dei Giovani dei Conservatorii Italiani ha avuto appena un paio di prove per questa complessa partitura, il maestro Fabio Mastrangelo ha cercato di sopravvivere all'insegna dell'eduardiana “adda passà a' nuttata”, ma le cadute sono state a getto continuo, tra stonature, strombazzamenti, squilibri mostruosi tra le varie sezioni, una cosa di cui proibire la diffusione se non fosse avvenuta in orari in cui la gente normale è tra le braccia di Morfeo. Poi, uno strano fenomeno si verifica sulla nota Marcia dell'Aida, suonata dalle trombe egizie: le immagini mostrano gli strumentisti non coordinati con il suono singolarmente perfetto proveniente dalla non fenomenale orchestra di cui sopra. Miracolo? Trucco? Postproduzione? Davvero siamo al paranormale, considerando che l'effetto da uno spalto postato su youtube era questo:
Il Coro del Cilea di Reggio Calabria, penalizzato da microfoni distanti e probabilmente assenti, o non so da quali diabolici mixaggi, è raramente pervenuto alle nostre orecchie e , considerando la (s)concertazione e le nulle prove, forse è stato meglio così.
I solisti.
Sul compianto Salvatore Licitra come Radames non voglio infierire. E' stata una voce baciata da Dio, ampia, sonora, ricca di armonici, il cantante è stato generoso e appassionato, si perdona la défaillance sul si bemolle del “trono vicino al sol” e vari altri piccoli incidenti di percorso. Imperdonabile la maniera in cui invece è stato truccato e vestito,a mezza via tra un pizzettaro e un personaggio del film “Asterix e Cleopatra”: e qui la colpa è di nuovo del mentore di queste iniziative.
La Kabatu, Aida, pareva alla sua recita di addio, tante sono state le calate di intonazione e la demotivata recitazione .Cantare Aida o leggere l'elenco del telefonico, per lei, ...la stessa cosa. Rossana Rinaldi ha offerto ad Amneris una bella voce da soprano lirico, tipo Micaela , togliendo autorevolezza e tempra a un ruolo che è totalmente fuori dalle sue corde. Da dimenticare quindi la Scena del Giudizio, siglata da un suono di un buon semitono crescente rispetto a quello scritto da Verdi. Ancora valido Juan Pons, l'unico a possedere il senso dell'arte scenica e della frase: il grande baritono si sarebbe ritirato un paio d'anni più tardi, rilasciando interviste di fuoco sul trattamento economico ricevuto a Taormina. Il celeberrimo velo pietoso, più volte utilizzato, si stenda sugli altri. |