eVENTO ...eVENTO..portami via con te
Mercoledì 09 Luglio 2014 15:38

 

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Ogni evento annunciato come tale esaurisce la sua portata nel momento stesso dell'annuncio: un evento E' perchè lo si è annunciato. La locandina finisce per avere una importanza più decisiva e definitiva della stessa esecuzione. Arrivo a dire che l'esecuzione nel caso di un “EVENTO” non conta, è un mero optional. Questa è la regola, piaccia o non piaccia.

Siamo a Redipuglia, al cospetto di un sacrario che -a detta di chi ci è stato- farebbe venire i brividi anche al più cinico e disinteressato degli esseri viventi. Davanti al sacrario, che custodisce le spoglie di tanti, TROPPI militari massacrati durante una delle inutili guerre che affliggono e affligeranno questo pianeta perverso, si erge un palco, si creano luci e si convocano Orchestra, Cori , Solisti e Riccardo Muti, i quali davanti al Presidente della Repubblica e autorità convenute eseguono il Requiem di Giuseppe Verdi.

Gli ingredienti ci sono tutti. Non manca il consueto profluvio di retoriche frasi di circostanza, snocciolate dalla “Brava Presentatrice” di turno, non mancano gli alpini (persino più bravi e partecipi di molti strani signori del Coro inquadrati mentre tacevano invece di cantare la loro parte??? ….improvvise amnesìe? Emozione? ...scarse prove?? ...coristi finti come si usava fare al Carro di Tespi quando in talune Aide venivano proposte le quinte con i coristi dipinti??), non manca praticamente nulla all'annunciato Grande Evento.  

Qualcosa manca in effetti: forse proprio la compostezza, la solennità, la perfezione che un capolavoro come il Requiem di Verdi esigerebbero, in qualsiasi circostanza.

La perfezione non è di questo mondo, lo sappiamo: ma basta anche solo per un minuto clikkare sul Requiem diretto da Karajan con i complessi della Scala, presenti su Youtube, per rendersi conto dell'abissale differenza che intercorre tra una Esecuzione e un Evento.

 

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Riccardo Muti è un solido e competente concertatore, conosce il Requiem a memoria e credo che a memoria potrebbe trascriverlo su carta pentagrammata, come fece Mozart con il Miserere di Allegri, si parva licet. Ma questo non può bastare quando ti ritrovi con scarse prove e con Orchestra e Coro, anzi OrchestrE e Cori, che si incontravano assieme per la prima volta, all'aperto, in condizioni non adatte a far musica al di là del mero decoro. Vedere Muti in affanno, con un'ansia che bucava lo schermo, la preoccupazione di dover attaccare insieme e insieme chiudere le frasi, muovere un carrozzone in tutta evidenza raccogliticcio (nonostante l'eccellenza dei singoli componenti) non è stato un bel vedere e solo parzialmente un bel sentire. Onore al merito dei partecipanti per essere giunti sani e salvi alla fine, salutati dalla tromba che suonava il “Silenzio”.

Tra i solisti di canto premierei la correttezza e l'impegno del mezzosoprano Daniela Barcellona, precisa e lineare con tutti i colori del suo ben noto belcantismo; il tenore Saimir Pirgu, elegante, sobrio, raffinato ma anche efficace sia nel registro acuto sia per gli ostici attacchi scopoerti in pianissimo (“inter oves” e “Hostias”) , risolti con un falsettone che è l'unica strada accettabile per non restare impiccati; il basso Riccardo Zanellato, solido e musicalissimo, attento a rispettare sempre e comunque il segno scritto, che oggi come oggi non è cosa da niente. Non alla stessa altezza la prova del soprano Tatiana Serjan, che ho sentito molto stanca e in difficoltà nella zona acuta, con un vibrato piuttosto fastidioso e una brutta calata sul si bemolle in pianissimo del “Libera me Domine”.

Mal distribuiti i microfoni, che evidenziavano le voci femminili del numeroso Coro castigando gli uomini. Tuttavia l'impegno c'è stato anche da parte dell'Orchestra, pur non evitando gli inevitabili scivoloni, dovuti certamente alle ricattatorie condizioni imposte dall'”evento”.

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