Domingo, l'Arena e la pioggia
Venerdì 18 Luglio 2014 01:16

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Arena gremita in ogni ordine di posti, come mai si era visto finora, per festeggiare il

ritorno del divo Placido in veste baritonale, per un programma un po' “noir” che partendo

da Traviata sarebbe giunto ai Due Foscari passando dal Ballo in maschera. Dico

'sarebbe' perchè Giove Pluvio ha interrotto le danze dopo le prime due selezioni,

scatenandosi in un nubifragio che ha suggerito di interrompere lo spettacolo. Dobbiamo

cominciare ad abituarci ,noi italiani e direi anche i numerosi turisti attratti dal “paese d'o

sole” : il clima è monsonico e l'estate è attesa per settembre.

 

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Tuttavia chi avesse voluto gustarsi Domingo anno 2014 è stato ampiamente

accontentato. Baritono non lo  né mai lo sarà. Non lo è per colore, per cavata, per

“ampleur” e nemmeno lo è per sbaglio: i passaggi sono quelli del tenore, dopo quasi

sessant'anni di carriera non si può pretendere un cambiamento così radicale. Detto con la

massima sincerità e ammirazione per questo artista che più volte ho giudicato un “alieno”

, avrei preferito una selezione di zarzuelas in chiave tenorile, magari con qualche aria

abbassata se c'era il timore del si bemolle assassino, ma non questo programma così

triste e un po' casuale. Il duetto della Traviata, l'aria “Di provenza”, poi “Eri tu” e la scena

della congiura, poi un'ampia selezione dei Due Foscari....sono momenti

drammaturgicamente giustificati dalla scena e poco adatti alla versione da concerto, per

di più con l'orchestra schierata sul palco, senza il benché minimo spazio per dare sfogo

alla recitazione e alla ben nota arte scenica del Nostro.

 

Tuttavia di Domingo si apprezza ancora la musicalità, il fraseggio e persino il volume,

quando il fiato gira nel modo giusto e il numerosissimo pubblico è lì per lui, richiamato dal

Mito.

 

                                domingo_tola

 

Bellissime sotto il profilo vocale le prestazioni degli sparring partners, a cominciare da un

magnifico Francesco Meli nell'aria e cabaletta di Alfredo, cesellata a regola d'arte, e da

una delicata e commovente Virginia Tola, soprano di bellissimo timbro e raffinata

emissione, che in “Dite alla giovine” e in “Morrò ma prima in grazia” ha regalato i momenti

magici della serata. Ottima  e  partecipata  la  direzione  di  Daniel  Oren, che  ha

esibito  una  gamma  eccezionale di  colori  come  già  aveva  fatto  con la Turandot

della sera  prima  e  un appassionato  "canto"  orchestrale, soprattutto  nel

Preludio  atto I  di Traviata  e  nel Preludio del  Ballo in maschera, oltre che  nel

seguire  arie  e  duetti.

 

Si aspettava Amarilli Nizza come Lucrezia Contarini...ma l'uragano ha avuto la meglio su

tutti, confermando una consuetudine areniana che vuole il nome di Domingo abbinato ai

capricci del tempo.