MUTI.....sordi....ciechi |
Domenica 28 Settembre 2014 13:03 |
Il caso Muti che lascia l'Opera di Roma mi spinge a qualche veloce considerazione generale, ma soltanto perchè sto leggendo un po' ovunque fiumi di sciocchezze , oceani di melasse agiografiche, galassie di ignoranze conclamate in materia.
Intanto sarà bene stabilire che nessuno ha fatto “scappare via” il Maestro dei Maestri da Roma. Riccardo Muti, a fronte di alcune straordinarie esecuzioni presso il Teatro della Capitale, è stato per questo sempre osannato, debitamente considerato, omaggiato, nominato Direttore Onorario a Vita e profumatamente remunerato , con emolumenti che da soli avrebbero garantito non una ma anche 4 o 5 produzioni nuove, realizzate ça va sans dire all'insegna della sensatezza e dell'onestà. Quindi lasciamo stare Orchestra, Coro e lavoratori del Teatro.
Riccardo Muti, su carta intestata Chicago Symphony (non vorrà dire nulla per taluni ma per chi crede nel valore dei simboli e nei dettagli vuol dire moltissimo) , fa sapere a tutti che non vi sono condizioni serie per proseguire il suo lavoro a Roma e che intende dedicarsi all'Orchestra Cherubini. Prendiamone atto. Non dice cose inesatte: all'Opera di Roma, ministero tra i più contorti e confusi, non vi sono mai state condizioni “serie” per lavorare. Forse ai tempi di Serafin...quando il Teatro era aperto ogni giorno....forse. Fino a che quel luogo sarà soltanto un centro di piccoli poteri, di impicci e imbrogli di ogni sorta...non vi saranno le condizioni invocate da Muti.
Giudico sconcio il balletto di nomi che dovrebbero rimpiazzare Riccardo Muti. Una farsa: ho letto persino di un tentativo di mobilitare la storia delle quote rosa, oggi di gran moda. Purtroppo l'unica analogìa che riesco a trovare, perdonatemi, è con un film di Festa Campanile con Tognazzi protagonista, “Il Petomane”, dedicato alla storica figura del fantasista Pujol, noto per la capacità eccezionale di modulare suoni attraverso il nostro più vile orifizio. A un certo punto, caduto in disgrazia, venne rimpiazzato al Moulin Rouge da una pingue signora, che venne presentata come “La” petomane: Pujol, con un moto d'orgoglio, salì sul palco e umiliandola a suon di intonatissimi peti proclamò a gran voce “L'unico VERO petomane...sono io!”.
Il Festival dell'Ipocrisia, in atto in questi giorni, non mi può vedere complice.
Ed è per questo che avverto tutti coloro che poco sanno dei retroscena operistici o che magari credono a un Parnaso popolato da Santi, Dei, Divinità baciate dall'Arte....che in realtà tutto ruota, ancora una volta, intorno al Dio Danaro. I deficit vengono creati negli anni con lo SPERPERO, ed è molto facile lamentarsi poi per i tagli governativi, deprecabili CERTO, indegni di un paese civile CERTO, ma a fronte di gestioni che definire disinvolte è un garbatissimo eufemismo. Dovremmo dire criminali.
Come aggiustare questa situazione? Bella domanda. E' sempre questione di sistema. Fino a che vigerà questo sistema e fino a che i teatri saranno carrozzoni o mangiatoie....nulla potrà cambiare.
Fate attenzione a chi si lamenta o a chi usa la retorica per ergersi a paladino: molto spesso sono coloro che creato il danno offrono la soluzione del danno da loro creato a carissimo prezzo, e stanno sempre lì.
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