UNO CHéNIER NUOVO DI ZECCA
Domenica 01 Febbraio 2015 00:33

                                                         chenier1

Andrea Chenier.....Jonas Kaufmann (Tenor)
Maddalena de Coigny.....Eva-Maria Westbroek (Soprano)
Carlo Gerard.....Zeljko Lucic (Baritone)
Bersi.....Denyce Graves (Mezzo-soprano)
Madelon.....Elena Zilio (Mezzo-soprano)
Contessa de Coigny.....Rosalind Plowright (Soprano)
Roucher.....Roland Wood (Baritone)
Pietro Fleville.....Peter Coleman-Wright (Baritone)
Fouquier Tinville.....Eddie Wade (Baritone)
Mathieu.....Adrian Clarke (Baritone)
Un incredible.....Carlo Bosi (Tenor)
Abbe.....Peter Hoare (Tenor)
Schmidt.....Jeremy White (Bass)
Major Domo.....John Cunningham (Bass Baritone)
Dumas.....Yuriy Yurchuk (Bass Baritone)


Royal Opera House Orchestra
Royal Opera House Chorus


Antonio Pappano (Conductor)

 

 

Il debutto di Jonas Kaufmann come Andrea Chénier al Covent Garden si risolve in uno

strameritato trionfo. Per mio conto è stata la sua migliore prova vocale e interpretativa

finora, persino superiore al Lohengrin e al Fidelio in cui pur “giocava in casa”.

Sostenuto da un Pappano in stato di grazia , nonostante i complessi del Covent Garden

non siano all'altezza né di quelli scaligeri né dell'Orchestra di Santa Cecilia

(imperdonabile il violoncello poco intonato nella celebre “Mamma morta”) , Kaufmann ha

rappresentato un personaggio vivido e baldanzoso ma senza mai strafare, attento a

fraseggiare con cura e con appropriatissimi accenti, sempre intonato, perfetto

nell'articolazione delle frasi, svettante sugli acuti che sono oggi la sua arma vincente.

Unica pecca, l'attacco in pianissimo sul la bemolle di “Ora soave” che cerca di risolvere

partendo da zero o quasi, e finisce per risultare un brutto miagolìo o il cigolìo d'una porta

arruginita. Peccato, perchè è stata davvero l'unica défaillance nell'ambito d'una

prestazione che oserei definire perfetta.

                                              chenier2

Non così la Westbroeck, come Maddalena, un po' troppo agée sul registro acuto, e molto

stanca nella grande aria e talune note del Finale, tuttavia si poteva apprezzare il resto,

soprattutto un buon registro centrale e la volontà di rendere credibile il suo personaggio.

 

Da dimenticare il pessimo Gérard del baritono Lucic: vociferante, calante di intonazione,

talvolta afonoide....uno scandalo.

 

Tra i comprimari , tutti di gran nome ma in netto disarmo, spiccavano il tenore Carlo Bosi

come perfetto Incredibile e la magnifica Elena Zilio, nei panni della vecchia Madelon, una

prova magistrale. Tristi invece le condizioni di due glorie come Rosalind Plowright

(Contessa di Coigny) e soprattutto Denyce Graves (Bersi), che è ben più giovane e che

ricordavo come splendida Carmen in anni non lontani.

                                           chenier3

Il plotoncino inglese dei vari Abate, Mathieu, Fleville, Fouquier Tinville....da porre sulla

ghigliottina all'istante: ce ne fosse stato uno che avesse pronunciato una frase in maniera

corretta. Non parlo solo di dizione, bensì di emissione...che è cosa ben diversa.

 

Coro non più che decoroso e assai incerto nel I atto (“O pastorella addio...” strazianti).

 

Di Pappano si è detto: una raffinata e intensa concertazione, di grande classe, non

sempre assecondata da un'orchestra che rimaneva assai lontana dalla perfezione.

 

                                     kaufmann_chnier