UNO CHéNIER NUOVO DI ZECCA |
Domenica 01 Febbraio 2015 00:33 |
Andrea Chenier.....Jonas Kaufmann (Tenor)
Il debutto di Jonas Kaufmann come Andrea Chénier al Covent Garden si risolve in uno strameritato trionfo. Per mio conto è stata la sua migliore prova vocale e interpretativa finora, persino superiore al Lohengrin e al Fidelio in cui pur “giocava in casa”. Sostenuto da un Pappano in stato di grazia , nonostante i complessi del Covent Garden non siano all'altezza né di quelli scaligeri né dell'Orchestra di Santa Cecilia (imperdonabile il violoncello poco intonato nella celebre “Mamma morta”) , Kaufmann ha rappresentato un personaggio vivido e baldanzoso ma senza mai strafare, attento a fraseggiare con cura e con appropriatissimi accenti, sempre intonato, perfetto nell'articolazione delle frasi, svettante sugli acuti che sono oggi la sua arma vincente. Unica pecca, l'attacco in pianissimo sul la bemolle di “Ora soave” che cerca di risolvere partendo da zero o quasi, e finisce per risultare un brutto miagolìo o il cigolìo d'una porta arruginita. Peccato, perchè è stata davvero l'unica défaillance nell'ambito d'una prestazione che oserei definire perfetta.
Non così la Westbroeck, come Maddalena, un po' troppo agée sul registro acuto, e molto stanca nella grande aria e talune note del Finale, tuttavia si poteva apprezzare il resto, soprattutto un buon registro centrale e la volontà di rendere credibile il suo personaggio.
Da dimenticare il pessimo Gérard del baritono Lucic: vociferante, calante di intonazione, talvolta afonoide....uno scandalo.
Tra i comprimari , tutti di gran nome ma in netto disarmo, spiccavano il tenore Carlo Bosi come perfetto Incredibile e la magnifica Elena Zilio, nei panni della vecchia Madelon, una prova magistrale. Tristi invece le condizioni di due glorie come Rosalind Plowright (Contessa di Coigny) e soprattutto Denyce Graves (Bersi), che è ben più giovane e che ricordavo come splendida Carmen in anni non lontani.
Il plotoncino inglese dei vari Abate, Mathieu, Fleville, Fouquier Tinville....da porre sulla ghigliottina all'istante: ce ne fosse stato uno che avesse pronunciato una frase in maniera corretta. Non parlo solo di dizione, bensì di emissione...che è cosa ben diversa.
Coro non più che decoroso e assai incerto nel I atto (“O pastorella addio...” strazianti).
Di Pappano si è detto: una raffinata e intensa concertazione, di grande classe, non sempre assecondata da un'orchestra che rimaneva assai lontana dalla perfezione.
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