DUE FOSCARI alla SCALA, IL LOGGIONE GRIDA "BUH!"
Giovedì 25 Febbraio 2016 23:02

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Un loggione  particolarmente spietato boccia  il soprano Anna  Pirozzi e  il maestro 

Mariotti alla  prima  de  I  DUE  FOSCARI  di  Verdi, mentre  premia   esattamente  i  due

Foscari, il Doge  (Domingo)  e suo  figlio, Francesco  Meli.

Contestazioni a  mio parere  ingiustificate, visto che la  Pirozzi  ha  cantato  con

veemenza  e  squillo  la  terribile  parte  di Lucrezia, superando  le  asperità  e  gli ostacoli

virtuosistici, mentre   Michele  Mariotti, da  par  suo, ha  mostrato  brillantezza  e 

precisione, lasciandosi  forse  prendere un pò la  mano dalla  giovanil baldanza  ma  non

da  meritare  la  salva  di  "buh"  che lo ha  accolto all'uscita  dal  sipario. Mariotti è

un direttore attento ai dettagli, ossia  bravissimo a  mettere  in rilievo passaggi e

particolari  magari trascurati  in altre  edizioni: in ciò  il lungo  tirocinio rossiniano lo

ha  aiutato  e  in particolare  il lavoro svolto  sul Guglielmo Tell, opera  profetica e di

sintesi al tempo stesso. L'orchestra  lo segue  con  gioia, il gesto  è  fluido,

preciso, non v'è  traccia di arroganza  o di sussiego. Fischi ingiusti.

Riguardo le  contestazioni alla  Pirozzi, voci  a  riguardo  erano  già  circolate a  partire

dallo scorso  dicembre: tutto fa  pensare a  qualcosa  di  preconfezionato.

 

Domingo  in affanno, un pò  troppo spesso  ma  pur sempre  con le zampate del  vecchio 

leone: l'idea  è ormai  quella  del Cid  Campeador,  indomito, legato al  suo cavallo 

anche  dopo  l'assunzione  in Cielo. Non è  più  questione  di  sopravvivenza  intesa 

come  sussistenza: non può smettere  perchè la  sua  linfa vitale esiste in relazione  con il

palco. Finito  quello, finirebbe  Domingo  e  nessuno di  noi lo  vuole.

 

In ottima  forma  Coro e  Orchestra. Non capiamo  la  contestazione al  maestro

del Coro, Casoni: probabilmente è  stato scambiato  per il regista?

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Spettacolo  iper tradizionale, un omaggio a  Beppe De  Tomasi , se  non fosse  per  quei

mimi  costretti a   giustificare a  ogni  piè  sospinto  l'horror  vacui del  regista Hermanis.

Molti leoni di  Venezia, forse  troppi  (in fondo non siamo a uno zoosafari) , brutto  quel

letto in cui si  rotolava  Domingo  un pò  goffamente  (sarebbe  meglio  che  il  Doge 

morisse  in maniera  più  solenne  ; ricordiamo le  splendide  scalinate  con Bruson in

cima) . Fastosi i costumi, eccezion fatta  per  il saio  indossato nel  I  atto  da  Domingo 

che, all'atto di  tenere in braccio  Meli  e  con la  Pirozzi  dietro,  ha  riprodotto uno strano 

Presepe , con San Giuseppe, la  Madonna e il Bambinello.