A COLLOQUIO CON IL NUOVO DIRETTORE ARTISTICO DEL FESTIVAL PUCCINI, m.° ANGELO TADDEO
Lunedì 01 Agosto 2016 14:01

 

       TADDEO

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La  nuova veste in cui si  presenta il Festival Puccini a  Torre del  lago  propone, oltre alla  Presidenza  del maestro Alberto Veronesi, la  nomina di un nuovo  Direttore Artistico, il maestro  Angelo 

Taddeo, un nome ben  noto agli addetti ai  lavori in senso  stretto ma  certamente  meno  conosciuto  dalla  grande  massa  dei  normali frequentatori delle  Fondazioni italiane. Devo  subito  dire  che 

Angelo Taddeo  non appartiene al  classico  'giro'  dei  direttori artistici italiani, più  che altro un club  esclusivo in cui  gli incarichi  vengono  assegnati a turno, come  in quel  vecchio  giochino delle 

sedie  messe a  cerchio con la musica  sotto. Non appena  terminava  il brano  musicale  tutti si sedevano e  uno, l'escluso, restava in piedi e  così  via, fino all'eliminazione  di  tutti, una sedia  dopo

l'altra. In Italia  questo  gioco ha  visto  piroettare sulle  teatrali sedie  un  gruppetto di  nomi, sempre quelli  e con risultati sempre abbastanza  alterni. Il nostro  è  il  paese del melodramma  ma  anche

dei deficit , che  una  scorretta gestione amministrativa  produce.

Angelo Taddeo  viene  dalla  vera  gavetta; da  circa  vent'anni  gira  il mondo  , soprattutto i paesi dell'Est  europeo, portando  in Italia  cantanti, direttori  d'orchestra,  Cori  e  Orchestre, organizzando 

per  essi e  con essi  eventi musicali che spaziano  dall'Opera  lirica  ai  concerti sinfonici e di Balletto, affrontando piazze e  sale da  concerto  di  ogni  tipo, una varietà  di  pubblico  estremamente

eterogenea, situazioni a  volte rocambolesche  ma  sempre risolte  con professionalità, qualità artistica,  rapidità  e  grande economia  di mezzi.  Chi normalmente  frequenta  e  lavora  all'interno di

una  Fondazione  italiana  sa  cosa  vuol  dire la  parola  "spreco" . Ecco, al  contrario  Angelo Taddeo, oculato  e  gioco  forza  attentissimo amministratore, sa  cosa  vuol  dire  "non sprecare"  : 

risorse, professionalità, idee, la scommessa  sui giovani talenti.

Lo vediamo ora  sorridente e pacioso  , com'è  nella  sua  natura, sulle sponde del Lago di Massaciuccoli, dove ha  portato un pò  delle  sue  sane  origini campane:  persone  bonarie, di compagnìa,

ma  lavoratori infaticabili  e  rapidissimi nelle decisioni. Taddeo, per come  l'ho conosciuto io, è  davvero un caterpillar, capacissimo  di  dormire due  ore  e  ripartire  per un viaggio transoceanico, se 

ciò  è  necessario. Ancora segretario artistico  del Festival, di freschissima  nomina, fu capace  di   portare  in men che  non si  dica  il superdivo  Jonas  Kaufmann  a ritirare il Premio Puccini, in

mezzo a  un fitto carnet di impegni, impresa  non da  tutti, oltre al  coinvolgimento di  una  serie  di  bellissimi  nomi e  di molte  sorprese  per  il Festival  di  quest'anno.

 

Chiediamo ad  Angelo Taddeo: quali sono le caratteristiche che deve possedere un buon direttore artistico?

 

A mio parere  un direttore artistico deve avere una competenza globale nell'ambito di una produzione d’opera; deve saper intervenire non solo dal punto di vista delle scelte dei cast ma conoscere in maniera 

approfondita tutto quello che riguarda in genere la produzione di un ' opera, a partire dalle masse ovvero Coro, Orchestra e avere inoltre  delle buone conoscenze in campo registico: scene, costumi, attrezzeria. La

macchina  operistica, si sa, è  molto complessa  e  non uno di  questi aspetti deve  essere trascurato.

 

Chi  è  stato  il  maestro  più importante  per la Tua  formazione?

 

Ho avuto la fortuna di studiare con grandi insegnanti come Fulvio Creux in strumentazione per banda, Giovanni Acciai  in direzione di coro, Nicola Samale in direzione d’orchestra e Alfonso Amato in pianoforte.

Posso dire che tutti in maniera diversa hanno contribuito alla mia crescita professionale. Tutte queste discipline oggi le ritrovo riassunte  in un unico capolavoro che è l’opera lirica.

 

 

Hai  una  grandissima  esperienza  con  l'Est  europeo.  Pensi che  in quei paesi  vi sia un amore  per  l'Opera  superiore  al nostro?

 

Sono tanti anni ormai che vivo tra l’Italia e l’Est Europa, dove ho avuto modo di apprezzare un sistema scolastico diverso da quello italiano, soprattutto in Russia. Posso affermare sinceramente che ancora oggi

l’Italia possa essere considerata, con tutte le varie problematiche soprattutto economiche,  la patria dell’opera lirica. Basta dare uno sguardo ai vari teatri italiani e ci accorgiamo che l’opera è molto seguita anche se

con un pubblico di persone  decisamente in avanti con gli anni.

 

 

Quali sono le  problematiche  più  grandi  per  l'Opera  in Italia?  Come  mai  tantissimi teatri  lamentano enormi deficit?

 

Io  credo che le difficoltà  gestionali di un teatro stiano  proprio nel fatto che a volte non si fanno  scelte oculate soprattutto nella formazione dei cast. Si punta spesso sui cosiddetti  "nomi"  ma  questo non è  sempre

un buon sistema: certamente  oneroso e  di esito artistico incerto. Bisogna avere il coraggio  di lanciare artisti  giovani, emergenti,  di grande prospettiva, politica che stiamo attuando anche al festival Puccini di Torre

del lago con enormi soddisfazioni.

 

 

Le  colpe sono  del costo degli allestimenti  o dei cachets?

 

Penso che le colpe, se così si possono definire,  non vadano soltanto nella direzione del costo degli allestimenti e dei cachet, ma soprattutto nelle scelte di un direttore artistico. Si possono  avere delle grande regie

con piccoli investimenti, senza  sprechi,  e grandi spettacoli con giovani emergenti. Bisogna avere soprattutto la competenza per affrontare  tutte le situazioni e circostanze diverse.

 

Come  trovi  l'ambiente del  Festival  pucciniano  e  quali sono le  migliorìe  per  qualificare sempre  più  questa manifestazione?

 

Il Festival Pucciniano è un ambiente abbastanza sereno dove tutti, dal Presidente Alberto Veronesi , al Direttore generale Franco Moretti, Consiglio d’amministrazione e consiglio di indirizzo corrono verso un unico

obiettivo, quello di fare un grande festival internazionale e di dare un giusto riconoscimento a Puccini che tanto ha amato questi luoghi. In particolare  vorrei  sottolineare il  fatto  che il  maestro Veronesi, anche

quando  ricopriva  altri incarichi qui al  Pucciniano (è stato a lungo  Direttore Artistico), abbia  sempre curato l'aspetto  del festival ad ampio respiro internazionale: credo si debba  seguire  questa  linea, da  lui

indicata e perseguita  con tenacia.

 

Il vicepresidente Pisanelli, in conferenza  stampa, ha  parlato di un enorme deficit.  Qual  è il segreto  per  recuperare  questo disavanzo mantenendo la  qualità?

 

Credo di aver già risposto precedentemente a questa domanda: buoni registi con piccoli investimenti e giovani artisti affiancati da alcune star dell’opera lirica.

 

Esiste ancora  il mito  dei  'nomi'  operistici?  Non è meglio  investire su giovani grandi voci?

 

Ho sempre creduto poco nei miti operistici, anche se non si può dire questo di  artisti come Pavarotti, Carreras, Domingo etc,  ma ho sempre creduto nel grande spettacolo, fatto da una grande regìa, con tantissimi

cambi di luce che riescono a trasmettere veramente qualcosa di magico al pubblico. Oggi i giovani sono il punto di forza della lirica e  bisogna puntare tanto su di loro. Ogni audizione o concorso di cui faccio parte in

giuria mi conferma sempre di più questa tesi.

 

In questo Festival  hai  proposto  cast  straordinari, facendo scoprire  al  pubblico  nuovi talenti. Vuoi nominare  i  più  significativi?

 

Stiamo avendo in questo festival delle grandi soddisfazioni artistiche soprattutto grazie ai  giovani . Tanto per citarne qualcuno vorrei  nominare  il soprano Rebeka Lokar nel ruolo di Turandot, il soprano Daniela

Cappiello nel ruolo di Musetta, il soprano Francesca Cappelletti nel ruolo di Liù,il baritono  Raffaele Raffio e  il basso Davide Mura impegnati in più di una produzione.

 

Quali sono i  progetti futuri?

 

Sono legati soprattutto al potenziamento dell'Accademia di alto perfezionamento di giovani artisti, con la presenza  di docenti affermati  che sapranno dare giusti consigli ai ragazzi. Per questo  progetto  ho trovato

un grande alleato nell'ing. Paolo Spadaccini, che segue  con particolare attenzione  e  affetto  i giovani  e si batte quotidianamente per dare una mano  concreta a  questi ragazzi. Loro sono il futuro , non

dimentichiamolo  mai.