CIAO DANIELA, NON FINISCE QUI... |
Sabato 20 Agosto 2016 22:57 |
....uno schianto, come essere travolti da un treno...sono qui davanti a questo schermo
arido, gelido come non mai a cercare le parole, in mezzo a un turbine in cui dolori e
pensieri, ricordi si mescolano come impazziti. La morte di Daniela Dessì è qualcosa che
va oltre ogni possibile descrizione perchè è la repentina, assurda, ingiusta scomparsa di
una Grande Artista con la quale ho condiviso una marea di situazioni e dalla quale ho
appreso tantissimo. Mai come adesso (e dire che ne ho viste già tante di queste
circostanze) avverto la profonda impotenza che caratterizza tutti noi che restiamo in
questo teatrino definito “vita” : noi che perdiamo tempo in cazzate, a leggere soprattutto
le cazzate altrui a cominciare dai burkini a finire con tutto ciò di cui a me e a noi non frega
assolutamente nulla, perchè è bene ripeterlo , A NOI DEVE FREGARE SOLO CIO’ CHE
CI INTERESSA DA VICINO, ciò che fa vivere in noi speranze, emozioni, sensazioni
BELLE, esperienze BELLE. Daniela si era votata a questo e questo ha fatto in tutta la
Sua breve vita: ha offerto ARTE ai più alti livelli, ha distribuito emozione, ha fatto
commuovere migliaia di persone con la sua Butterfly,la sua Tosca, la sua Mimì, la sua
Desdemona, e chi più ne ha più ne metta perchè non mi va nemmeno di enumerare
un’arida scaletta che chiunque può trovare in qualunque motore di ricerca. Il mio
personale motore di ricerca mi riporta a un viaggio in macchina, verso l’Hotel Excelsior a
Roma dove Luigi Comencini la attendeva per un provino ( film La Bohème, con
J.Carreras). Era in compagnìa di sua zia, appassionatissima d’Opera e sua immancabile
ombra, fin quando è vissuta. Comencini , rude vegliardo di Salò, la vide e la apostrofò
così: “ Bellissima! Sembra la Pampanini giovane ma non va bene per il cinema...ha il
naso troppo grosso!”. Io restai impietrito e imbarazzato...noi dell’Opera siamo magari un
pò più ipocriti ma meno diretti....e Lei subito di rimando: “Maestro....non si preoccupi: Le
auguro di trovare una Mimì con il naso più piccolo e con la voce più grande della mia!”.
Stupenda risposta. Da allora l’inizio di una amicizia che è durata fino all’orrenda notizia di
oggi ma che durerà per sempre.
Sento di dover aggiungere qualcosa ma soprattutto per dimostrare che questa grande
Artista non ci ha lasciati. I normali frequentatori dei Teatri non scorderanno, si spera, le
altezze sublimi del suo fraseggio, la tecnica irreprensibile, la bellezza e la nobiltà del
timbro, esibiti in un vastissimo repertorio che ha sorpreso per la vastità e l’eterogeneità
dei titoli. Io non dimenticherò, oltre a queste doti, la sua simpatia, la sua garbata e
pungente ironìa, la sua semplicità e la sua pragmaticità. Si impara tanto quando si ha a
che fare con i Grandi ma soprattutto si impara a essere umili. Non si dava mai arie (e sì
che Lei se lo sarebbe potuto permettere) , non sparlava mai con acredine, mai un insulto,
mai una volgarità, anche nelle occasioni peggiori sapeva destreggiarsi con l’eleganza
della pantera. Ricordo quando mi telefonò, irritata, per il trattamento ricevuto a Taormina
da uno spregevole personaggio che ivi organizza spettacoli indecenti soltanto per il
proprio tornaconto (e non ne mancano di questi tizi) , mi disse: “Sai...in questi casi inutile
urlare o dare da matti...basta salire sul primo aereo e andarsene, prima che succeda di
peggio durante le recite o dopo!”. Giusto Daniela, così dovrebbero fare tutti! Con Lei
ricordo solo risate e lacrime...Lachen und Weinen, come indica uno dei più bei Lieder di
Schubert: risate a non finire quando abbandonò una party a New York dopo essere
appena entrata, accolta dalla padrona di casa ubriaca fradicia...”Grazie, OK, bye
bye..thank you!....” ...e richiuse la porta, dopo essersi appena affacciata. Risate durante
l’Aida a Zurigo diretta da Harnoncourt, con una regìa ridicola e una acconciatura “rasta”
grottesca: quando mi vide in prima fila scoppiò a ridere e quasi non riuscì più a cantare il
concertato del secondo atto. Pianti di commozione quando accarezzava il bambino di
Butterfly durante le prove...come non ho mai visto fare a nessuno.I suoi pianissimi, la
dolcezza del suo legato; il Suo carattere...che quando meno te lo aspettavi esplodeva in
dure prese di posizione, sempre nel Giusto, come quando mise in riga Dradi che voleva
obbligarLa a cantare il Falstaff all’Opera di Roma (“Zeffirelli mi ha offesa...se ne trovasse
un’altra!” ) o quando disse chiaro e tondo a Celletti che non aveva imparato a cantare con
lui, in diretta radiofonica e con lui presente. Donna tutta d’un pezzo, carina e cortese sì
ma mai ipocrita e lecchina. E poi le chiacchierate...sempre costruttive, sempre creative,
sempre BELLE. Una volta a casa di Tito Schipa Junior, una serata interminabile con
Fabio e Lei... argomenti che si accavallavano ma sempre seguendo quel filo coerente
che accomuna le persone che parlano la stessa lingua.
Basta, mi accorgo che mi sto lasciando travolgere dai ricordi per non dover pensare al
presente e a questa notizia che rifiuto, che non accetto. Si può non accettare la morte di
una persona cara? Sì, si può, almeno questo. Volevi la Sua vita, Morte infame e ingiusta?
Te la sei presa ma non ti prenderai il lascito umano e artistico che questa breve vita ha
regalato al mondo. Non vali NIENTE Morte , perchè a nulla vale morire. Ciao Daniela,
non finisce qui.
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