Paolo Isotta commuove e racconta il Canto degli animali
Venerdì 09 Febbraio 2018 09:22

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Con quei colpi d'ala che solo i grandi scrittori posseggono, Paolo Isotta in

sette righe iniziali afferma con inusitata potenza narrativa il profondo senso

del Suo ultimo libro:

"L'espressione degli animali non può prescindere dalla contemplazione della

sovrana mansuetudine colla quale essi patiscono per nostra mano.Onde

vorrei esordire colla memoria di Mitzi. Questa femmina di delfino veniva

umiliata nella dignità e nell'intelligenza e  tormentata per essere usata nei

giuochi dei turpi delfinari che dagli Stati Uniti si sono diffusi in tutto il mondo; il

suo domatore, Richard O'Barry,la vide avvicinarsi a lui e accomiatarsi con

un ultimo gesto di amore. Subito dopo Mitzi si sarebbe uccisa:i delfini sanno il

suicidio interrompendo il respiro."


E' il Proemio del Canto degli animali, I nostri fratelli in musica e in

poesia, per i tipi della Marsilio Editore, un compendio eccezionale che ha il

solo grande scopo di invocare l'aboilizione della caccia, dei circhi (aggiungo

le barbariche Corride e l'osceno Palio di Siena) e di tutti

quegli odiosi sistemi atti a torturare le creature migliori presenti sulla Terra,

sicuramente quelle più affascinanti e in certi casi più leali e fedeli all'uomo .

Al tempo stesso Isotta racconta,con attentissima analisi, come l'Arte si sia

occupata degli animali, assai più della Scienza, conoscendo e cantandone

le gesta, illustrando la fratellanza che a loro ci lega.

Il libro è forse il capolavoro di Paolo Isotta. Qui ritroviamo, sublimata, la Sua

profonda dottrina, il "Sapere" che non è nozione, il Significato e il suo

Significante, laddove la forma rinvia al contenuto senza che l’una si

confonda con l’altro.


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La disamina parte dall’origine della musica e del linguaggio Ovidio e Lucrezio

ci ricordano il Canto che nasce per imitazione degli uccelli e Paolo Isotta lega

direttamente la nascita stessa della Musica alla presenza determinante degli

animali, scoprendo i loro sentimenti e la loro espressione. Una silloge, come

l’Autore spiega, di meraviglie musicali, poetiche e narrative. Sfogliando

questo meraviglioso volume, di cui personalmente sono grato, ci si imbatte e

ci si bea di citazioni poetiche immense: da Virgilio a Baudelaire, Borges,

Shelley,Flaubert, Keats ma , chi non dovesse sapere, scopre anche le

musiche di Rameau, Pasquini, Haendel, arrivando a Saint-Saens, Wagner,

Stravinskij,Ghedini, Respighi, Messiaen,Bartok.


Non devo dire io quale straordinaria capacità evocativa e quale dottrina

muove la penna di Isotta, la cui prosa è musica essa stessa.Il libro va come

sempre letto e riletto, non basta certo una sola rapida scorsa. Le parentesi e

le aperture di pensiero continue rimandano a una visione del mondo e della

Storia vastissime, direi infinite, e mi fanno subito pensare per analogia alle

Sonate di Schubert, che iniziano e poi volano verso uno spazio siderale

senza più limiti dove tutto è però intimamente, sottilmente collegato.


Un libro che ognuno dovrebbe possedere  per avere una visione diversa e

finalmente autentica della nostra vita e del rapporto giusto da stabilire con gli

esseri divini e magici con i quali dividiamo le nostre altrimenti limitate, e in

molti casi miserande, esistenze.