ALLA SCALA l'AIDA PIU' BELLA
Lunedì 21 Maggio 2018 17:38

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“Non si vede una cosa finché non se ne vede la bellezza.” Una frase che scrisse Oscar Wilde e che si addice perfettamente alla più bella di tutte le Aide, quella disegnata da Lila De Nobili e realizzata per la prima volta alla Scala da Franco Zeffirelli nel lontano 1963 e adesso ripresa per festeggiare i 95 anni del grande regista. E’ l’occasione per ammirare la stupefacente bellezza dei dipinti creati da questa straordinaria pittrice e scenografa, nata nel 1916 e scomparsa nel 2002, già creatrice della celeberrima Traviata scaligera del  1955 (quella con la regìa di Visconti e con la Callas protagonista) e di altri indimenticabili spettacoli. Le tele dipinte, viste ormai come dinosauri ricomposti in un museo, ma che invece possono tornare in vita in virtù della loro intrinseca magia, del gioco delle prospettive, dei dettagli che grazie alle luci diffuse (e mai dirette) escono fuori prendendo corpo e forma. L’Aida si trasforma così in una antica cartolina celebrativa ispirata all’Antico Egitto ma senza uso e abuso di piramidi, obelischi e ammennicoli vari:l’Egitto della De Nobili e Zeffirelli è immaginifico, ambrato, suggestivo perché dipinto con gusto e con soluzioni geniali, come quella dell’atto del Trionfo con la scena obliqua che è geniale e resta INSUPERATO. Il terzo atto imbattibile resta quello della mini Aida di Busseto, un miracolo autentico ma che deriva direttamente da quello della De Nobili, con la luna che si staglia in cielo sopra al tempio e illumina l’arrivo della barca sacra di Amneris e Ramfis. Bellissimo anche il finale dove si passa dalla maledizione di Amneris , a vista, direttamente all’interno della tomba in cui vengono sepolti vivi Radames e Aida.

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Un contesto ideale per ospitare il debutto di Daniel Oren sul podio scaligero, dopo anni e anni di continui inviti mai andati buon fine. Oren è il rappresentante oggi di quella nobile categoria di “maestri di tradizione” ,un tempo capitanata da Serafin, Votto, Ghione, Questa, via via fino a Patané , Guadagno, Santi,senza dimenticare Gardelli e Rudel,o il grande De Fabritiis.Il che vuol dire attenzione e AMORE per il Canto, saper seguire e respirare con chi è sul palco, ma allo stesso tempo tenendo ben salde le redini della compagine orchestrale, con preziosismi nei punti-chiave, che tali maestri conoscono assai meglio dei “divi” . Daniel Oren giunge alla Scala dopo un percorso lungo e straordinario, in cui ha diretto molti titoli e con i più grandi cantanti degli ultimi decenni.Per lui la Scala è un punto di arrivo non di partenza, questo è molto significativo .La concertazione è attentissima, meticolosa  e sottolinea ogni aspetto della complessa partitura:c’è l’incantevole lirismo, la magia del Nilo all’inizio del III atto, c’è il furore nelle esplosioni di Amonasro e nella scena del Giudizio, c’è la bellezza dei pianissimi del Coro nella scena della Consacrazione della spada, uno dei momenti più straordinari della serata. Io mi auguro che Oren abbia parecchie occasioni di tornare alla Scala e chiederò espressamente al Sovrintendente Pereira che lo scritturi per alcuni infallibili titoli del suo repertorio, da Verdi a Puccini.

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In stato di grazia i solisti, da Jorge de Léon,squillante Radames (un pò avaro di colori ma scapicollatosi a sostituire Sartori, last minute) alla Stoyanova, bravissima nei passaggi lirici e prodiga di meravigliose mezzevoci.Violeta Urmana con molta intelligenza non carica le note gravi e punta alla gloria del suo registro acuto, che quindi la rende vincitrice nelle sfide dei duetti e dei concertati.Possente e nobile l’Amonasro di Gagnidze e magnifico il duo dei bassi, con Kowalyov e Colombara perfetti nelle loro caratterizzazioni di Ramfis e Re.

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Una sorpresa :il debuttante tenore Della Sciucca come Messaggero. Un paio di frasi ed ecco la voce importante, volare in tutta la cavea e lasciare presagire un futuro radioso.Molto bene anche la Sacerdotessa della Kamani, giovane soprano di ottime doti vocali . Il Balletto non trascendentale ma elegante degli allievi della Scala .Teatro gremito  in ordine , applausi convinti per tutti .