Jekyll & Hyde , il mondo dell'Opera |
Giovedì 18 Agosto 2022 12:08 |
Alcuni recenti fatti di cronaca, riferiti ad antiche questioni più volte esaminate e su cui ora non torno (chi vuole sa come e dove informarsi) mi spingono a fare una piccola analisi sul mondo dell’Opera e della Musica in generale. Analisi e considerazioni che Vi sottopongo così, come lettura curiosa, di costume se volete, con un fondo di amara constatazione di fatti. Le biografie dei grandi Artisti, degli Autori, dei musicisti in particolare sono sempre state allucinanti e in forte contrasto con il loro mito. Esiste una nettissima linea di demarcazione che separa l’aspetto umano, cioè il comportamento verso gli altri , il rapporto con la famiglia, dalla parte eminentemente artistica. Non so esattamente per quale ragione si possa creare questa “dicotomia” negli artisti ma se restando in campo musicale pensiamo alle vite di Beethoven, Schubert, Mozart per arrivare a Verdi, Puccini e cominciamo poi a includere celebri direttori d’orchestra, cantanti , registi …assistiamo a casi che possono essere facilmente riassunti e perfettamente rappresentati dal protagonista del racconto di R.L.Stevenson “Lo strano del dott. Jekill e di Mr. Hyde”. Intendiamoci: Autori geniali, Artisti idolatrati e bravissimi nella loro attività , oggetto di culto per il cosiddetto “melomane” che tende a collocarli su un piedistallo indiscutibile e inviolabile, direi proprio “impermeabile” a qualsiasi vicenda che esuli dalla mera prestazione artistica. Chi oserebbe mettere in discussione Schubert solo perché era solito frequentare prostitute? Ridicolo. Si sorride alla buffa e perversa immagine che esce fuori dall’Amadeus di Forman e ci si commuove alle prime battute dell’andante del Concerto n.21 in do maggiore di Mozart; si piange per il finale della Bohème di Puccini e si dimentica, ovviamente, la sua disinvolta biografia . Se poi andiamo a sfrugugliare nel gossip dei cantanti…apriti Cielo!…non se ne salva uno. Nella mia lunga esperienza di conoscenza diretta di tanti e tanti artisti del mondo operistico, ne ho conosciuti pochissimi la cui vita privata corrispondesse esattamente all’immagine che dava l’Artista , attraverso le prodezze della sua Arte. Le delusioni umane sono state tante. Mi sono chiesto il perché e mi sono dato delle risposte. Intanto l’Artista ha una vita sbalestrata e folle, stravagante, fuori dai normali ritmi di persone comuni. Vive oltre metà dell’anno fuori di casa propria, la famiglia (se c’è) lo vede lontano e assente quasi continuamente, per intere stagioni. Nell’Artista subentra quasi sempre una vera e propria idiosincrasia nello “stare in casa” (nonostante ostenti sentimenti nostalgici e si lamenti per la continua lontananza dalla moglie o dai figli) : quando si ritrova tra colleghi la frase canonica è “ tra una settimana devo essere lì a cantare Aida , poi dall’altra parte a fare Carmen” , e lo dice con una singolare ansia perversa, come se il non stare “lì” o “là” sia un disonore, una sconfitta professionale e umana. Piano piano si genera la figura dell’Artista-trottola , una sorta di Tartarin di Tarascona con la valigia sempre in mano, il Re degli Aeroporti che al posto dell’agenda ha una fisarmonica costellata di date occupate, di “periodi” intasati di impegni, peggio d’un magnate della Finanza o di un Presidente del Consiglio. La lamentela è continua, come si è detto, e fa parte del gioco : tutta finzione, non è vero per niente. Se può dall’Alaska vola dritto dritto in Sudamerica e poi in Asia, con salti e spostamenti che talvolta hanno del prodigioso. Veniamo poi al tema scottante e pruriginoso dei rapporti sentimentali , poiché come si sa la famiglia non basta e ,come diceva Marjorie Pay Hinckley , “ La famiglia è il posto dove sei amato di più e dove ti comporti peggio.” Il Teatro si determina come un mondo parallelo in cui, tutt’a un tratto, si viene proiettati e si viene circondati da schiere di donne bellissime e sorridenti, ballerine/i cantanti artiste/i del Coro comparse, spesso semisvestite/i , apparentemente allegre/i e spensierate/i….come una grande famiglia in cui ci si dà del Tu fin dal primo istante in cui ci si vede. Me lo spiegò benissimo alcuni anni fa un vecchio “lupo di mare” come Mario Dradi, che ne sa una più del Diavolo: “ Ma ti rendi conto? Vieni da fuori, di colpo sei in mezzo a una legione di belle donne…non capisci più niente!!”. Nella mia esperienza di regista ne ho viste finora di tutti i colori. A Siracusa, durante le prove della Turandot, c’era un gruppo di bellissime e bravissime ballerine che avevano cambi veloci di costume tra una scena e l’altra, i camerini erano molto distanti dal palco e quindi , noncuranti di chiunque, si cambiavano dietro al palco stesso . Vedo da lontano un assembramento sospetto, mi avvicino: le ballerine totalmente nude, si stavano cambiando, il Mandarino e l’Imperatore soprattutto stavano impalati a guardare , peggio d’un voyeur del Gianicolo, con due occhi sgranati a mo’ di padella. Un tripudio di culi, tette al vento altre amene visioni , che ho dovuto pietosamente celare allontanando d’imperio i guardoni, ormai afoni. Ovviamente non voglio essere frainteso , non sto lanciando accuse verso le ballerine/i né giustificando i “provoloni” o , peggio, chi rientra nella cronaca nera: sto solo fotografando alcune situazioni, l’ambiente del dietro le quinte. Per chi di colpo si ritrova in questo ambiente, in cui si è amici dopo mezzo secondo solo per il fatto di essere lì, in quel momento, la cosa può determinare reazioni estreme , fissazioni, manìe, smanie implacabili e irrefrenabili. Si perde la testa. Non tutti sanno mantenere quell’ “equilibrio PSICO-fisico” di cui parlava la grandissima Antonietta Stella. Per questo leggiamo notizie pazzesche, per questo affiorano strani “casi” come quello del dottor Jekyll. Il pericolo maggiore lo corrono quelle personalità (fondamentalmente insicure) che iniziano a credersi Dio, solo perché hanno l’agenda che trabocca di scritture, i cosiddetti “potenti”. Si credono di disporre di chiunque e di poter “giocare” con chiunque restando impuniti e con strafottenza insistono, giungendo a manipolare e a illudere. Pessimo esempio per le nuove generazioni. Nella Musica , nell’Arte nessuno è Dio. Disse bene un regista mio amico, napoletano: “in questo mestiere, in questo ambiente sei Dio all’inizio, sei ‘na mmerda subito dopo, appena volti le spalle”. Diciamo che il tragitto che separa Dio da una cacca può essere comunque costellato di successi , di trionfi anche…ma tutto è effimero, non bisognerebbe mai dimenticarlo .Lo scopo dell’Arte è di immortalare l’effimero ma non bisogna confondere l’Arte con la propria esistenza, il divario tra l’Artista e l’Uomo dovrebbe essere meno ampio, meno dicotomico. Speranza vana? Illusione? Esistono anche esempi contrari e non così negativi, quelli sono i “fari” la cui luce illumina assai meglio di tante effimere lucciole definite “Stars”.
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