PARLA VERONESI, IL MAESTRO CHE SI E' BENDATO PER PROTESTA |
Martedì 18 Luglio 2023 13:54 |
Alberto Veronesi, appare molto determinato e sereno nella lunga conversazione che abbiamo avuto oggi e non lesina critiche a chi lo sta attaccando difendendosi come Orlando a Ronsisvalle. I fatti sono noti a tutti: in occasione della prima di Bohème a Torre del lago , il maestro ha inscenato una personale protesta rivolta contro la regìa di Christophe Gayral, che ha ambientato l’opera nella Parigi del 1968 ai tempi di De Gaulle. Veronesi ha diretto bendato e per questo “affronto” è stato licenziato dalla Fondazione di cui egli stesso è e resta Presidente.
“ Voglio proporre di distribuire apposite bende agli spettatori, come quella che ho usato io, prima di ogni spettacolo” , esordisce Veronesi e rincara la dose “ penso che gli spettatori ne abbiano piene le scatole di allestimenti brutti, che tradiscono la volontà degli Autori e che hanno l’unico scopo di lanciare inutili e non richiesti messaggi politici. Puccini era un uomo moderato, disimpegnato politicamente, alieno da ogni tipo di impegno sociale come noi oggi lo intendiamo.”
Maestro Veronesi, perchè hai inscenato questa clamorosa protesta?
“ Ho puntato il dito contro un “sistema Lirica” che sta degenerando , alle spese dei contribuenti di tutta Europa. Un sistema di interessi che pone la Musica in secondo piano, come fosse un rumore di fondo che disturba messe in scena che stanno facendo di tutto e di più. “
“ Per me questa deriva è basata sul declino progressivo della musica contemporanea e sulla sua sparizione, per cui alla ricerca di qualcosa di “contemporaneo” i registi vengono chiamati a dissacrare e in molti casi a massacrare le opere liriche, in nome di presunte attualizzazioni che non aggiungono nulla anzi, nella maggior parte dei casi tolgono. Per pagare queste star della regìa si sottraggono soldi ai cast vocali, alle orchestre, al budget previsto per un’opera. Vuoi fare più musica contemporanea? Eseguine di più , invece di allestire l’ennesima Traviata per fare incasso e poi stravolgerla con la regìa attualizzante. Ci vuole più coerenza: vuoi opere a carattere politico? Io non ho nulla contro: metti in cartellone Luigi Nono e se arriva poca gente in sala te ne assumi la responsabilità .”
“Ma io l’ho fatto! Durante una riunione di produzione ho chiesto esplicitamente al regista (che non ho chiamato io ma Battistelli, l’ex direttore artistico) che non vi fossero simboli di carattere politico propagandistico. Mi è stato risposto che vi sarebbero stati solo simboli generici, riferiti all’ambientalismo …poi ho scritto una lettera alla Fondazione, il 7 luglio, molto circostanziata poiché mi accorgevo durante le prove che la faccenda era ben diversa: pugni chiusi, bandiere rosse, caricature di De Gaulle, stelle a cinque punte, Colline che consegna a Musetta nella scena finale un cartello politico per andare tutti in piazza più canne a tutto spiano, Mimì e Rodolfo sempre a letto … ma se io , come direttore d’orchestra, al posto della fanfara del 2 atto avessi fatto suonare la Marsigliese? Loro posso fare qualsiasi cosa. Il mio licenziamento da parte del Festival Puccini dimostra plasticamente che il direttore è un puro battisolfa, non sono interessati al fatto musicale, togli uno metti un altro.”
“Sì , mi hanno addirittura diffidato dal parlare di questo spettacolo, dovevo stare zitto e basta. Se vai sulla pagina Facebook del Festival vedrai le interviste di tutti eccetto….il direttore d’orchestra.Sproloqui a destra e a sinistra del regista, il direttore muto. Io ho dovuto dissociarmi da questo spettacolo adottando un sistema “giapponese” . Quando fanno gli scioperi in Giappone lavorano lo stesso ma con una fascia bianca al braccio, io l’ho messa sugli occhi. Del resto la Bohème la conosco a memoria.”
“ Certo, farò ricorso e lo vincerò. Mi portino una sola battuta di tutta la Bohème in cui io possa aver sbagliato. Capirei il licenziamento se l’esecuzione musicale fosse stata zeppa di errori, ma così non è stato. Io ho un regolare contratto, non riconosco il valore delle loro argomentazioni , mi presenterò regolarmente la sera delle recite. Tra l’altro hanno chiamato a dirigere al mio posto Manlio Benzi , componente della stessa agenzia del nuovo direttore artistico, Jan Latham König, il quale - detto tra parentesi- è stato uno stretto collaboratore di Putin e ha persino avuto da lui un importante riconoscimento. Viene premiato dal “soviet” che gestisce il Festival pucciniano con la direzione artistica e cosa fa? Scrittura un suo compagno d’agenzia! Se non è confluito di interessi questo? Tutto ciò avrà un costo: dovranno fare ulteriori prove, ci sarà un danno erariale per censurare il direttore scritturato.”
-Lo strapotere dei registi è destinato a crescere o è prossimo a un declino?
“ Intanto ne abbiamo fatto parlare. Ora tutti sanno che se un direttore parla male o è in dissenso con il regista viene licenziato. Non sono certamente il primo direttore d’orchestra a contestare una regìa ma adesso c’è uno scandalo in più. Credo che questa faccenda farà ragionare molte persone, soprattutto in Italia dove se ne sta parlando di più. Prima di scritturare un regista si valuterà più attentamente il suo spettacolo, se intende rispettare l’Autore o se vuole fare propaganda politica. Il sottosegretario Sgarbi ha posto all’attenzione del governo questa situazione, nessuno ha parlato “contro” quindi questa linea si intende avallata. Sgarbi mi ha confermato tutto ciò.”
“ La Venezi è stata da me invitata a inaugurare le manifestazioni in onore di Puccini , ha eseguito un bellissimo concerto e anche lì polemiche, come si sa, per l’esecuzione dell’Inno a Roma di Puccini, che non è un inno fascista ma è musica scritta da Puccini nel 1918 su commissione del sindaco di Roma. Allora non dobbiamo più eseguire Wagner, non ho capito?! Le strumentalizzazioni vanno condannate ma non c’entrano nulla con la Musica. “
“ In Bohème e con Puccini in generale non c’è critica sociale, se ne facciano una ragione. Puccini non faceva critica sociale, non era il suo intento. Troviamo critica sociale in Mozart , nelle Nozze di Figaro, nell’Andrea Chénier in parte. Puccini amava Bismarck, seguiva Crispi, non amava le guerre, era un moderato conservatore.”
“Io resto Presidente del Comitato per le celebrazioni pucciniane voluto dal governo; si va avanti , farò valere le mie ragioni davanti al giudice.Abbiamo scoperto che in Toscana non esiste la libertà d’opinione, contro ciò che afferma la Costituzione? Peccato che sia Puccini a dover scontare le polemiche politiche che nulla c’entrano con la sua Arte. Ho letto tanti Soloni che parlano , dicono “Veronesi non capisce un c..o” . Benissimo, facciamo un confronto pubblico, con un pianoforte o un’orchestra e vediamo chi è più preparato sulla Bohème.”
“ Sono stato chiamato da tanti musicisti ma tutto è accaduto molto in fretta e non ho avuto il tempo di rispondere. “
“ Sì ma vorrei aggiungere che i primi fischi che ho ricevuto entrando in buca sono stati del regista e di due assistenti (ride). Mi hanno riferito che si sono esibiti uno di loro mi ha apostrofato con la parola “scemo"…L’opera tra l’altro è piaciuta a tutti, ci sono stati tanti applausi a scena aperta, persino dopo il valzer di Musetta. Ho ricevuto anche alcune critiche positive, a parte Angelo Foletto che è una vita che è schierato contro di me: Veronesi è il male e questi registi sono il Bene. Ma questa è gente schierata, in malafede. All’intervallo, sapendo che al mio rientro sarei stato nuovamente contestato, volevo rientrare dalla buca per non sollevare altri inutili clamori. Niente da fare, il Festival mi ha obbligato a rientrare dalla passerella.Non escluderei una combine a mio danno, con fischi organizzati. Io non volevo far clamore volevo solo manifestare la mia dissociazione da questo spettacolo. Penso che la gente non ne possa più….lo staff di questo regista era composto da 10 persone! 10 persone pagate profumatamente con soldi pubblici per fare spettacoli del genere. Un’arroganza incredibile. ”
“Il pubblico non ne può più, lo ripeto.Il pubblico vuole belle voci, belle scene, spettacoli che ti fanno sognare. Ma per costoro il pubblico, i cantanti e gli Autori sono l’ultimo problema. Ripeto il mio appello: fate come me, portatevi le bende”.
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