Gli ultimi anni di Giulietta Simionato
Lunedì 10 Maggio 2010 23:16

Giulietta Simionato «saltò su un treno» per sfuggire alla noia

Il racconto della famiglia Nardis sugli ultimi anni della cantante la cui salma è in attesa di essere cremata

CARLA PILOLLI - 10/05/2010

Anche per quel che attiene ai trattamenti cemeteriali, la morte, come poetava Totò, è una «livella». Basti pensare che la salma di una gloria della lirica come è stata l’indimenticabile Giulietta Simionato, scomparsa nei giorni scorsi alla vigilia dei suoi 100 anni, ora è in coda a Roma per essere cremata (e chissà per quanto tempo ci resterà dato il gran numero di salme in lista di attesa). Le richieste di cremazione, infatti, sono cresciute notevolmente in questi ultimi anni. Una volontà che anche il celebre mezzosoprano ha espresso in un testamento olografo da noi visionato che è stato lasciato ai signori Nardis, la famiglia che ha avuto cura di lei e che può dire con assoluta sicurezza di averle reso piacevole l’ultimo settennato della sua lunga vita.

Sì, perché sette anni fa, la Simionato entrò sostanzialmente a far parte della compagine familiare dell’avvocato Pierluigi Nardis, ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta presso la Repubblica di Liberia, di sua moglie e di suo figlio Marcello oggi conosciuto tenore. Come padre e figlio ci hanno raccontato, nel salotto romano del noto flower designer Jean Paul Troili, appassionato fan della Simionato, fu proprio la musica foriera dell’incontro tra Giulietta e i Nardis. Un’amica di famiglia di questi ultimi, l’attrice Eva Magni, visto il vivo desiderio dell’allora ventiseienne Marcello, già laureato con lode in lettere alla Sapienza di Roma e diplomato in pianoforte e canto al Conservatorio di Santa Cecilia , di darsi alla lirica come tenore, pensò bene di presentarlo a chi poteva consigliarlo per il meglio, ossia a Giulietta Simionato cui Eva Magni era legatissima. A questo punto per spiegare la storia sicuramente insolita che ne è scaturita occorre tener conto di due dati : il primo riguarda la straordinaria vitalità della Simionato che quantunque avesse allora novantatrè anni portati magnificamente ( non ne dimostrava nemmeno settanta), non era davvero rassegnata, col suo carattere forte e la sua grinta, a chiudere l’ esistenza nella noiosa convivenza con le nipoti, senza più stimoli di sorta. Ne aveva abbastanza di essere una zia-salvadanaio: una che provvedeva in tutto e per tutto alle spese del menage, affrontando anche i notevoli esborsi per far costruire in stile ampezzano, secondo le richieste delle esigenti nipoti, la casa che aveva donato e intestato a loro in quel di Rezzago E veniamo al secondo dato. Chi conosce il mondo dell’Opera sa quale attrazione esercitino i mostri sacri della lirica su quanti aspirano ad emergere in quest’arte. Al giovane Marcello, allora tenore alle prime armi, non parve vero di poter usufruire dell’attenzione di un «fenomeno artistico» come era stata la Simionato. Naturale che si mettesse a sua completa disposizione, come lui stesso ci ha confidato. Cominciò ad accompagnarla a teatro o nelle sale dei concerti dove lei, presentandolo , poteva introdurlo nel mondo della musica seria. Come non mostrare poi interesse per i suoi consigli nonché per i suoi ricordi di palcoscenico, ricchi di personaggi mitici come la Callas con la quale Giulietta aveva cantato nei più grandi teatri del mondo? » Certamente io l’ascoltavo con vero piacere così come si ascoltano personaggi che hanno avuto una vita affascinante» ha ricordato Marcello, un giovanottone dallo sguardo trasparente e dai modi vecchio stile. Per il mezzosoprano, grazie a quel giovane pieno di ammirazione nei suoi confronti, era rituffarsi nell’atmosfera dei suoi grandi successi. Una vera fortuna aver incontrato una persona colta, educata e sensibile cui Giulietta riconosceva un indubbio talento canoro di cui prendersi cura. Marcello, nella sua disponibilità, non solo le faceva da chevalier d’atour, scortandola ache nelle manifestazioni all’estero nelle quali lei era l’ospite d’onore, ma la intratteneva pure suonando il pianoforte e sollecitandola ad intonare con lui le celebri arie. Una consuetudine durata fino alla fine che prese il via quando la Simionato si autoinvitò, per una vacanza, nella villa romana dei Nardis a «Le Rughe». La famiglia di Marcello cui stava a cuore l’avvenire tenorile del figlio aveva ovviamente accolto con gioia la cantante anche se in quel momento i Nardis preparavano il trasloco a Trigoria in una residenza in via di completamento. Cosa che fece balenare l’idea nella fervida mente di Giulietta di dotarsi anche lei di un appartamento nel complesso dei de Nardis coi quali si trovava così bene. Grazie a loro poteva dare una svolta alla sua vita che sentiva penalizzata dalla grigia convivenza con le nipoti. «Penso-ci ha detto il tenore oggi trentatreenne - che io e la mia famiglia siamo stati visti da Giulietta come un «treno» che le passava davanti nel momento in cui il rapporto con le nipoti si era logorato» E fu così che la cantante maturò la decisione di «salire su quel treno». Si propose come possibile inquilina della residenza di Trigoria. Aveva deciso di lasciare Milano, scatenando la reazione delle parenti che, vedendosi private della persona che per tutta la vita aveva provveduto al loro sostentamento, parlarono di «fughe d’amore» e arrivarono a dire che la zia novantatreenne era stata circuita per il suo denaro. I Nardis, stando ai loro racconti, si sentirono gravemente offesi da queste insinuazioni ma Giulietta che non amava scontri diretti, tantomeno per vie giudiziarie, li pregò di non replicare a queste «bassezze». Giurò che non avrebbe mai perdonato le nipoti, come è stato, per quelle infamie che, purtroppo, a detta di Marcello, hanno avuto anche un peso sulla sua carriera di tenore. » Dal mio debutto avvenuto nel 2003 cantando per Papa Giovanni Paolo II in Canada in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, ho dovuto costruire da solo il mio percorso artistico che mi porterà il 29 maggio prossimo alla Scala per il concerto dedicato a Schumann. Non ho avuto aiuti di sorta» . Ed il giovane ha lasciato intendere che Giulietta, per la sua carriera, non è stata un biglietto da visita. Colpa delle basse insinuazioni delle nipoti che alimentarono le voci secondo le quali in tutta questa storia avevano avuto un ruolo i «miliardi» della Simionato. «Quali miliardi? Avendo avuto a suo tempo da Giulia l’incarico di occuparmi del suo trasferimento a Roma sotto il profilo economico, posso affermare che la sua situazione patrimoniale era buona ma assolutamente lontana dai miliardi di cui si è favoleggiato. L’eredità del terzo marito, il farmaceutico De Angeli era consistita in duecento euro di pensione al mese da aggiungere ai novecento euro dell’Enpals mentre quella del secondo marito, il clinico Cesare Frugoni, non era stata gran cosa», ci ha spiegato l’avvocato Nardis, aggiungendo che parte dei risparmi in milioni di lire della cantante furono spesi per la ristrutturazione dell’appartamento destinatole nel complesso di Trigoria mentre il resto, in tutti questi anni, è stato abbondantemente intaccato dai vari viaggi, compresi le ripetute visite mediche presso il professor Guazzi a Milano, dai vestiti che ordinava da Balestra, dagli stipendi alla governante e da un tenore di vita da «prima donna» che non si faceva mancare niente, a cominciare dagli spostamenti in Mercedes con autista. L’eredità di Giulietta dunque in che consiste? «Vedremo quando si aprirà la successione», ha affermato l’avvocato che in quanto ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta ha ottenuto che i funerali della Simionato si potessero svolgere nella Cappella dell’Ordine all’Aventino. Durante il rito funebre Marcello, come ha raccontato, si è sentito abbracciare dalla nipote della defunta, la stessa autrice di quelle infamanti insinuazioni, la quale ha voluto chiedere scusa, facendo ammenda per aver fomentato un grosso equivoco. La stessa aveva tentato qualche anno fa di recuperare per lettera il rapporto con la zia ma non c’era stato niente da fare. Giulietta aveva replicato con uno scritto furente in cui campeggiava la parola «Vergognati», ben conscia che le insinuazioni lanciate dalla nipote avevano disseminato di ombre gialle i suoi ultimi anni . «Hanno detto che la Simionato era stata isolata? Ma quando mai. Negli ultimi mesi il suo udito era andato giù. Ecco perché preferiva che rispondessimo noi alle sue telefonate» , ha concluso Marcello mentre suo padre é ritornato sul problema della cremazione. Giulietta avrebbe voluto che l’urna cineraria venisse depositata a Salisburgo per poter riposare accanto al suo maestro Karajan. Ma se non sarà possibile verrà custodita nella cappellina privata dei Nardis nel complesso di Trigoria come fosse una persona di famiglia. Una prima donna speciale che ha dato a Marcello e ai suoi familiari molto daffare specialmente negli ultimissimi tempi ma li ha anche divertiti con le sue battute. Da ricordare la seguente esclamazione in cui se ne uscì Giulietta, nei confronti di chi , in occasione del compimento dei suoi 99 anni , voleva regalarle un cagnolino:»Oh no! Soffrirei troppo quando lui mi muore».

Carla Pilolli