BATRACOMIOREGìA
Giovedì 15 Luglio 2010 14:42

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Aida, regìa: Zeffirelli                                                               Ratto dal serraglio, regìa:Bieito

 

A partire dagli anni Settanta del secolo  scorso, le regìe d’ opera si sono suddivise in due grandi categorie: le regìe di stampo “tradizionalista” (uso di materiali “storici” come le tele dipinte, impianto luci a diffusione, impostazione classica con rispetto delle didascalie, ambientazione nei tempi voluti dall’autore, costumi d’epoca, ec.), e quelle di tipo “sperimentale” o “moderno” ( ampio campionario di stravolgimenti: d’epoca, di costumi, di situazioni, inserimento di personaggi non previsti, persino di musiche non previste, interventi di fantasia voluti espressamente dal regista e dal suo scenografo e….tanto, tanto sesso).

L’ antinomia produce effetti opposti e tra loro fortemente contrastanti:da una parte i fautori di un teatro classico, didascalico, buono per tutti i gusti ma fatalmente rivolto a un pubblico di abituées, più tranquillo e posato; dall’altra un teatro di rottura, trasgressivo, iconoclasta, molto contestato dai melomani integralisti , destinato a fasce giovanili più irrequiete, magari frequentatori occasionali del melodramma , intellettuali annoiati.

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Ovvio che nel genere del teatro “trasgressivo” se ne siano viste di tutti i colori.

Si va a temi, desunti naturalmente dall’attualità o dai grandi eventi storici del passato prossimo .Troviamo per esempio lo sfruttamento quasi ossessivo dei temi legati alla Seconda Guerra Mondiale, quindi nazisti e carri armati a iosa in opere di vario genere: dal facile Nabucco alla Tosca (celebre quella “ fascista” di Jonathan Miller al Maggio Fiorentino),dal Macbeth(la fischiatissima regìa di Dominique Pitoiset al Regio di Parma nel 2001, in cui a dire il vero apparivano pure Mary Poppins e altri personaggi un po’ meno impegnativi) alla Forza del destino o al Ring wagneriano, senza escludere Mozart ovviamente, o persino Haendel. I nuovi eroi dell'Opera lirica , del resto, sono fatalmente legati all'attualità, anche per quanto riguarda i compositori: abbiamo così La morte di Klinghoffer di John Adams, basata sull'omicidio del turista americano sull'Achille Lauro negli anni Ottanta; ecco Biko di Paintal e Fawkes dedicato al sindacalista sudafricano ucciso dalla polizia a Johannesburg nel 1977; ecco Nixon in China dello stesso Adams o The Manson Family di John Moran, in cui lo stesso autore veste i panni satanici di Manson, l'omicida. Gli assassini, i mostri hanno un particolare successo, come dimostra The assassins di Stephen Sondheim, in cui la protagonista è Squeaky Fromme, la donna che tentò di assassinare il presidente Ford.

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   Candide, regìa: Carsen

 

Un’altra ossessione per i registi è legata al sesso, annessi e connessi: ecco quindi Don Giovanni che palpa sederi e seni delle sue donne, ecco Graham Vick che nel Rigoletto proposto a Londra, Madrid e Palermo regala al Duca una fellatio (prudentemente eliminata nella ripresa siciliana del dicembre 2003),ecco l’Euridice di Peri e Rinuccini ripresa a Firenze nel 2000 e trasformata da “gentilissima favola” a un baccanale di papponi, tossici e prostitute; ecco in Traviata , ancora di Graham Vick (Verona (2003) apparire una bambola nuda alta circa venti metri   regia7__traviata__vick,  toreri svestiti nel quarto atto della Carmen di Hugo de Ana, per la gioia delle damazze genovesi sedute in prima fila , munite di binocolini. Sesso e violenza sembrano le attuali predilezioni dei registi , soprattutto d’area germanica: orge,sevizie, persino un massacro finale nel Ratto dal serraglio di Mozart alla Komische Oper di Berlino (2004), a firma di Calixto Bieito. Belmonte è ovviamente un travestito, non mancano proiezioni di film hard e il suicidio finale di Costanza, mentre Pedrillo e il suo padrone massacrano i clienti del bordello di Selim Pascià, roba da far sembrare i terroristi di Al Qaeda delle timide educande.

Sempre Bieito  circonda  Armida , nell'opera  di  Gluck, di  boys  svestiti: non è  forse  il  sogno  di  ogni  primadonna  ritrovarsi  circondata  da  tante  attenzioni?

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Nel Don Carlos di Verdi a Berlino (2004), il regista Philipp Himmelmann ha preferito rendere il drammone a fosche tinte una riunione conviviale, una sorta di grande abbuffata in salsa hot: Don Carlos spruzza yogurth in faccia ai commensali, Rodrigo si ritrova una frittata sui pantaloni, la regina nervosamente stira, mentre Filippo II e la principessa Eboli copulano clamorosamente sulla medesima tavolata. La scena dell’Auto-da –fé vede alcuni eretici nudi e appesi per i piedi, poi cosparsi di benzina e dati alle fiamme. Falli che penzolano e ballonzolano un po’ ovunque, sempre che non debbano addirittura presentarsi nella più classica versione eretta: un Minotauro infoiato si presenta con l’ “alzabandiera” nel Baccanale del Tannhauser di Wagner a Ginevra (settembre 2005), grande trovata del regista Olivier Py (del resto le didascalie wagneriane, in merito a tale scena orgiastica, parlavano chiaro); per assicurarsi tale prestazione, il regista fece ricorso a un attore porno, abituato a erezioni , per così dire, facili e “straordinarie”.

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Non possono mancare gli amori gay che esplodono in Don Carlos, Otello, Ermione di Rossini, nel Ballo in maschera (il celebre allestimento a Londra nel 2002, poi a Barcellona, di Calixto Bieito: con orge nel bordello di Ulrica, sodomizzazione e uccisione di un gay, il tutto ambientato nella Spagna di Franco!). Rossini in mutande al famoso ROF (Rossini Opera Festival) di Pesaro nel 2003, con la regìa di Lluis Pasqual che per l’appunto suggerì una passerella di desmutandados nel Comte Ory . Amori saffici addirittura in Traviata : nel recente allestimento ad Hannover, il solito impagabile Bieito ipotizza Annina come amante di Violetta, la quale finge di essere tisica per disfarsi così del maschilistico duo Gérmont. Traviata è in effetti un buon banco di prova per sperimentazioni e follìe di vario tipo: nell'ottobre del 2008 il regista Felix Breisach compone il capolavoro verdiano nientemeno che nell'affollata stazione ferroviaria di Zurigo, con Eva Mei e il tenore Grigolo circondati da Eurostar, passeggeri curiosi e rumori d'ogni tipo.regie_16_traviata__zurigo Eva Mei,Vittorio Grigolo

Altro tema caro è quello della droga: Mimì muore di overdose nella Bohème di Ken Russell (autore tra l’altro di un Mefistofele comico a Genova, con mamme tagliate a pezzi in frigorifero e bambini in lavatrice!), la droga circola liberamente nel Mozart di Peter Sellars.

Un altro assillo è quello religioso: nel Faust di De Ana all’Opera di Roma alcuni cardinali si presentano con i rispettivi falli eretti in bella mostra; Scarpia è un alto prelato nella Tosca di Ripa di Meana alle Terme di Caracalla nel 2009 (scontato dejà-vu ) mentre nella Tosca firmata da Antonio Latella a Macerata (2005) abbiamo addirittura la Madonna nuda in scena che , oltre a partorire angeli, aiuta la protagonista a spiccare un volo simbolico verso l’al di là.

Nella  Tosca  di  Luc Bondy , vista  al  Met  e a Monaco  nel  2010, Scarpia  palpeggia  e  abbranca  la  statua  della Madonna  alla fine del Te  Deum,colto  da  un raptus mistico-erotico.

Stlizzazione, assenza  di suppellettili, vuoti esistenziali, luci di  taglio  hanno  caratterizzato  il  teatro  di Bob Wilson, che adistanza  di  40  e passa  anni dal  suo  debutto ci  ripropone  un'Aida minimalista, grigia, fatta  di giochi  d'ombra e  di  mosse  kabuki

regia1_bob_wilson Aida, regìa: Wilson

In  fondo si  somigliano un pò  tutte  queste  regìe, fateci  caso: sulla  stessa  scenografia  vuota, vagamente ospedaliera, puoi  collocare  qualsiasi  titoli, sia  esso Turandot  o Don Giovanni.La Rusalka di  Carsen  finisce  per  essere  identica a  una  qualsiasi Bohème,Traviata,Otello, Pagliacci.

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Rusalka, regìa: Carsen

L'ossessione  finale  (ipotizziamo  su  ispirazione dei luoghi  in cui i  registi  'meditano' le piu'  singolari imprese) riguarda  le  tazze  dei  cessi. Prima timidamente, poi  sempre  più frequentemente  i  wc  sono apparsi  sui  palcoscenici, quali  ideali  arredi  di  Ballo in  maschera  &  C.

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