I GRANDI DIMENTICATI...n.1 (segue)
Sabato 24 Luglio 2010 08:37

La  memoria  corta   è  un brutto  difetto , accentuato da  una  società veloce  e  tritatutto  come  quella  attuale. Si  tende  nell'Opera  a  mitizzare  facilmente, ispirandosi  soprattutto  alle  figure  imperanti  sulle  copertine  dei  dischi  o  visibili  in Tv, che  non  sono  necessariamente eccelse  come  vorrebbero  farci credere.  E'  così  da  quando  è  nato  il melodramma: la  pubblicità  è  l'anima  del  commercio  delle  voci. Certo, nel  mucchio  si  distinguono  miti  veri,  interpreti  eccezionali  cooptati  dalle case  discografiche, ma  quanti  artisti  vengono  poi  dimenticati?

In fondo, siamo  sinceri:  se  una  Callas  non avesse  avuto  il  gossip  addosso....sarebbe  poi  diventata  così  famosa?

Un  tenore  come  Del  Monaco, grazie  alle  apparizioni  televisive, sopravvive  nel  ricordo  di  molte  persone che  non hanno mai  messo  piede  in teatro. Così  anche  oggi, Andrea  Bocelli  è  un  mito   per  una  enorme  quantità  di  persone, perché  ha  cantato in mondovisione, davanti al  Papa, davanti  ai  potenti  della  Terra.  Ma  chi  si  ricorda  più  di Gianni  Poggi? Eppure  questo  tenore  piacentino  ebbe  negli  anni  Cinquanta  del  Novecento  una  notevolissima  fama, nonostante  l'agone  fosse  ricchissimo  di  nomi  illustri, infinitamente  più  di  oggi.

Poggi ebbe  una  voce  formidabile, pastosa, ricca  di armonici, duttile, estesa  e  cantò  ai massimi  livelli  con i  più  grandi  direttori  e  colleghi  della  sua  doviziosa  epoca. Il  colore  ricordava  molto  quello  di  Beniamino  Gigli  e  così  le  delicate  mezzevoci. Eccolo  con un altro  fenomeno  vocale, il basso  Giulio  Neri, nel  finale  del  "Mefistofele"  di  Boito.


 

 

Un altro  interprete  da  non  dimenticare è  il  baritono  Mario  Sereni. Riascoltandolo  in  questi  giorni  mi  sono  reso  conto  di  quanto  sia  vera  la  questione  delle  "vacche  grasse"   di allora, contrapposte  alle  "vacche  magre"  di  oggi. Sereni  cantò  ad  altissimi  livelli  negli  anni  Sessanta  e  si  palesò  come  una  sorta  di  erede  di  Ettore  Bastianini, prematuramente scomparso. Del  grande  e  più  famoso  collega  Sereni ricorda  il  colore, brunito  e caldo, ma  la  tecnica  è  persino  più agguerrita, con una omogeneità  straordinaria  e  la  capacità  di fraseggiare  con nobiltà  e  morbidezza.  Non  me la  sento  di  contrapporre  il canto  misurato e  intenso  di  Sereni  a  certi  colleghi  di  oggi, anche  conclamati, perché  dovrei  risultare  molto  ingeneroso  e  acido. Ogni  epoca  ha  i  suoi  divi, mi si  risponderà,  e  sono  d'accordo. Ma  io aggiungerei  che  ogni  epoca  ha  le  sue  "tecniche"  di  canto  e  i  suoi modelli  da  seguire: direi  pure  che  ogni  epoca  ha  i  cantanti....che  si  merita.

Sentite  che  bellezza  di  canto  ritroviamo  in  questa  "Lucia  di Lammermoor"  con  Anna  Moffo. Il  ruolo  di  Enrico  Ashton  fu  uno  dei  preferiti  da  Sereni,  sul  podio  Georges  Pretre.

 

 

....e  ancora   questo  filmato  realizzato  in America , con la  grande  Dorothy  Kirsten nella  "Fanciulla  del  West"  di  Puccini,  dove  si  può  apprezzare  in Sereni  anche  la  perfetta  dizione....

 

Per  chiudere  in bellezza  ecco  ora  il  più  grande  buffo del  secolo  scorso, Salvatore  Baccaloni. E'  più  difficile  far  ridere  che far  piangere, nel  teatro  di  prosa  come  nell'opera.  Baccaloni, oltre  a  saper  far  ridere  di  gusto  in opere  comiche  come "Barbiere",  "Elisir", "Don Pasquale"  (qualcuno, in tempi  più  recenti, ha  voluto  farci  credere  che  tali  opere  siano  in realtà  dei  funerali  di  terza  classe!) ,  ha  sfoggiato  una  vocalità  sontuosa, "grassa" , da  vero  basso. Non a  caso, nei  primi anni  di  carriera, cantò  e  benissimo  anche  i ruoli  da  basso  e  da  basso  profondo.

La  verve  innata,  la mimica, l'irresistibile  simpatia  da romano  verace  indirizzarono  Baccaloni   verso  il  repertorio  comico, ed  è  lì  che  assunse  fama  internazionale.

Eccolo  nel  film  "Merry  Andrew" del  1958  dove  canta   il  divertentissimo  "Salud" , una  sorta  di  tarantella  made  in  Italy  in coppia  con uno scatenato  Danny  Kaye.  Notare  il  balletto, un vero  capolavoro  in sé, e la  somiglianza  impressionante  con Maurizio  Costanzo!!!