E LA NAVE VA...ma dove? |
Sabato 24 Luglio 2010 16:37 |
Il mondo dell'Opera, i suoi personaggi, le sue vicende sono caratterizzati da questi tre difetti capitali: ipocrisìa, permalosità e supponenza. Sono i vizi che trascinano alla rovina la straordinaria bellezza e la magìa del Melodramma. L'Opera dovrebbe imparare dalla spettacolo leggero, dalla disinvolta semplicità delle starlettes quando rivelano l'ennesima operazione di chirurgìa plastica o un flirt, davanti alle telecamere. Provate ad affermare semplicemente “Quel cantante non mi è piaciuto!” e vedrete cosa succede: per aver detto di Franco Mannino che la sua direzione d'orchestra era stata , a mio avviso, abbastanza indecorosa, fui minacciato dalla Direzione Generale della Rai (sollecitata dallo stesso, potente maestro) di essere sospeso per una settimana (come a scuola!). La cosa rientrò soltanto dopo che furono promesse al medesimo , indispettito , Mannino alcune ore di trasmissione, con la messa in onda delle sue musiche sul Terzo Programma della Rai, il che equivaleva- oltre a una inusitata pubblicità- una cospicua somma di diritti d'autore Siae. I più permalosi sono proprio i direttori d'orchestra: quel podio assomiglia troppo ai balconi di ducesca memoria. E' la Sindrome del Capataz. Con i cantanti è diverso, c'è meno aura sacrale. I cantanti sono come i bambini, si offendono ,sì , ma dura poco e tutto finisce a tarallucci e vino . Amo troppo l'Opera per vederla umiliata e mortificata, soprattutto nel nostro paese che si picca di essere la “culla” del Melodramma rischiando seriamente, oggi, di trasformarsi nella "tomba" del medesimo. In Italia esiste da anni una malagestione delle questioni culturali e operistiche in particolare. Per i nostri governanti, siano essi di una parte o dell'altra, l'Opera è un pozzo di San Patrizio , un carrozzone costoso e in perenne deficit, cui è inutile destinare fondi perché sarebbero solo soldi buttati. Come smentire una visione tanto distorta ma purtroppo realistica? Se è vero che una sana politica dovrebbe comunque assicurare un solido budget alla Cultura, per un fatto di civiltà (non per altro), è altrettanto vero che non si può promuovere un'azienda che vive e bivacca in rosso, come ormai tutte le Fondazioni e i teatri in Italia. La colpa è ovviamente dei gestori, degli amministratori, che sono i Sovrintendenti e i Direttori artistici. Chi sfora un budget, anche solo in fase di progetto, dovrebbe essere rimosso dal suo incarico per incapacità. Da noi viene promosso, passa a un altro teatro e crea un nuovo deficit. E' notizia dell'ultim'ora che al baratro finanziario del Carlo Felice di Genova si sono aggiunti, freschi freschi, altri 10 milioni di Euro!!!. Un altro teatro di grande tradizione , il Comunale di Bologna, attende la auspicata fuoriuscita di Tutino , a settembre, e l'ingresso di personalità capaci di restituire dignità e prestigio alle sue stagioni. Ce lo auguriamo tutti, siamo a un passo dal precipizio.
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