OPERA A LUCI ROSSE! |
Domenica 24 Ottobre 2010 10:14 |
Un florilegio di citazioni librettistiche, tratte dalle più famose opere in repertorio, in cui si dimostra che i testi melodrammatici sono tutto fuorché casti e puri. Dall’Otello di Verdi: Desdemona: “Qual è il mio fallo? Otello:” E il chiedi? Il più nero…”
Dalla Norma di Bellini: “Si emendi il mio fallo…” Dalla Madama Butterfly di Puccini:” Sì, tutto in un istante io vedo il fallo mio.” “Io son venuta al richiamo d’amore…”. Pinkerton:” Vieni! Vieni!.” Dall’Elisabetta regina d’Inghilterra di Rossini: “ Se l’amico più caro compatisce il mio fallo,non son tanto infelice”. Dall’Ermione di Rossini: “Troja! Qual fosti un dì”.Più avanti: “Ed osa tanto, un avanzo di Troja!”. Dalla Rita di Donizetti:”Oh credi, o mia diletta, ah te lo giuro!Starò come un piuolo, sommessamente duro.” Dall’Incoronazione di Poppea di Monteverdi: “Non provi i tuoi rigori il fallo mio”. Dal Falstaff di Verdi: “Da fallo nasce fallo…” Dal Barbiere di Siviglia di Rossini:” Là senza fallo, là senza fallo, là senza fallo mi troverà…” Dall’Europa riconosciuta di Salieri:” Ma non merita il fallo mio…” Dall’Idomeneo: “ La vuoi vergine? Fallo mio, una innocente darti io non posso, e se pur tu la vuoi…ingiusto sei , pretenderla non puoi.”
Dall’Equivoco stravagante di Rossini, dialogo tra Gamberotto ed Ernestina: G.:”L’uno è di filosofia bravo maestro.Che ho affittato a dieci paoli al mese. L’altro, oh poi l’altro…è un più grazioso arnese.” E.: “Un arnese grazioso? Chi sarà mai?”. G.:”Crepa di gioia: lo sposo.” E.:”Oh Dio! In quai momenti…la mia toelette è disorganizzata! Non sono accinta.” G.:” Accinta, oppur succinta. E’ tutt’uno. Preparati che a introdurli io vado, o figlia amata.” E.:”Li ricevo seduta o sollevata?.” G.:”Pur che tu li riceva tutti e due.Fa’ pur come tu vuoi: hai tal talento da poter stare a fronte a un reggimento.” (parte) . E.:” Ah celibe Minerva!Immergi in questo istante interessante il virgineo pudor, nel mio sembiante.” Sempre dall’Equivoco stravagante, Buralicchio ed Ernestina, B.: “Vi succhieremo- come che va.” Poi Rosalia: “Quel furbarel d’amore, se noi celiam nel petto, a nostro gran dispetto, vuol sempre venir su.” Ernestina (dando un piede a Buralicchio):”Di mia clemenza eccoti un pegno, benché non degno sei di pietà.” Gamberotto: “Bacialo, annasalo.” Buralicchio:”Che odore io sento.” Gamberotto: “Fra poco, attento, più in su si va.” B.:”Che strano evento, che caso strano!A dunque dammela, per carità!”. Gamberotto:”Ah figlia, dagliela, senti a papà!.” Da l’Occasione fa il ladro di Rossini: “Non sarà il fallo così gran cosa. Lungo lungo lungo è l’affar.” Da La marescialla d’Ancre di Nini:”Oh pompe funeste…”. Da Rigoletto di Verdi, Sparafucile a Rigoletto:”E’ questo il mio strumento, vi serve?”. R.:”No!Al momento!”. S.:”Peggio per voi!”. R.:”Chissà…”. Dall’Orfeo di Monteverdi:” Sol per te bella Euridice, benedico il mio tormento.Dopo il duol vi è più contento, dopo il mal vi è più felice.” Da La finta semplice di Mozart:”Fremo ohimé dalla paura, Ei m’infila addirittura.” Da Il Mondo della Luna di Galuppi :”Schizzettatemi un po’ di quel licore,che v’ha mandato il vostro imperatore.” Da Aida di Verdi: “Alla pompa che s’appresta, meco schiava, assisterai.”
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