THE GAY AFTER |
Martedì 16 Novembre 2010 09:41 |
Cosa accadrà del nostro magico carrozzone? Possibile che si debba inquadrare sempre e comunque lo spettacolo operistico come qualcosa di vecchio, stantìo, legato a fasti trapassati, a riti scontati ; uno spettacolo destinato "a vecchiette e gay" , come sentenziò sommariamente ma purtroppo realisticamente un attento “lookologo” come Roberto D'Agostino? Possibile che i giovani, cioé il futuro, disertino l'Opera con coscienza di ciò, preferendo invadere le discoteche, alla ricerca della trasgressione, della droga, della perversione? Obbligare il Presidente degli Stati Uniti, il Papa o chi per loro a emettere decreti contro la cosiddetta "delinquenza giovanile" (rientro a casa per i minori alle ore 21, chiusura anticipata delle discoteche, proibizionismo, coprifuoco ), non è un buon sistema e lascia immaginare un mondo notturno assai peggiore di quello diurno. Si sa bene che i delitti più efferati vengono perpetrati tranquillamente con o senza la luce del giorno, con o senza le pillole di exstasy. Siamo poi così sicuri che la perversione abbia i suoi templi consacrati nelle discoteche, su qualche sito porno o pedofilo di Internet o nelle ex chiese simil-gotiche, o nei locali in cui il massimo del proibito consiste nello scambiarsi il partner , sputare su crocefissi, inneggiare a satanassi, drogarsi o infilare banconote nelle mutande delle striptiseuses? Non è forse il Teatro d'Opera , al di là delle accuse di vecchiume , a rendersi luogo insospettabile in cui perversione e trasgressione si annidano, subdoli, per dipanarsi attraverso i messaggi subliminali proposti dalla Musica e dal codice segreto dei libretti? Luoghi promiscui i Teatri, latori di messaggi demoniaci occulti (si pensi alla Scapigliatura milanese, alle opere di Boito e ai suoi testi) , ricettacoli di personaggi ambigui e manicomiali ( la follìa di Peter Grimes , di Lucia di Lammermoor, di Elvira nei Puritani; la perversione del venditore d'oppio Chim Fen nell'Oracolo di Leoni, vero e proprio horror alla Dario Argento).
Ecco la significativa , raccapricciante scena finale dell'Oracolo, un'opera che data il 1915:
(Cim-Fen, sotto il flagello di un'angoscia inestinguibile che lo paralizza, si sforza per sollevarsi. Uin-Scî, scrutandone ogni moto, lo tiene come inchiodato.) L'aspide velenoso si nascose (Alle ultime parole sono balzati in piedi. Cim-Fen, stravolto, con uno sforzo supremo, respirando a pena, ha tratto dalla mancia della veste il cotello. Uin-Scî, di scatto, gli è sopra, terribile. Sulla panca con un colpo furioso della mano sinistra sulla testa, lo abbatte; con la destra gli pianta la scure nella nuca. Il corpo agonizzante, automa tragico, sorge, la bocca semiaperta, gli occhi fuori da l'orbite, le mani brancicanti nell'aria, e ripiomba, inerte, sulla panca. L'arma cade a terra.) UIN-SCÎ: (Si appressa il romore di un passo. Repente Uin-Scî raccatta l'arma ed il cappello di Cim-Fen; quella getta su la scala della cantina, questo gli acconcia aulla testa tenendo, con un braccio conserto, il corpo morto perchè non stramazzi. — Mentre parla, una guardia di città, dal vicolo, si dirige a destra, poi attraversa la strada lentamente, e va dalla sinistra.) Pensa prima all'uomo lussurioso (Si guarda d;intorno. Si alza. Accende la pipa. Ad agio si dirige verso il vicolo coperto, e scompare. — Il cadavere procombe a terra. —Primo albore d'aurora.—Un gallo canta.) Cala la tela. Teatri d'Opera: santuari eretti su trame spesso ripugnanti , con omicidi , stupri (si pensi al Rigoletto di Verdi e alla deflorazione della povera Gilda) , incesti , violenze e torture d'ogni tipo (il secondo atto di Tosca dovrebbe essere vietato ai minori e ai malati di cuore: “Il vostro Mario ha un cerchio uncinato alle tempia, che ad ogni niego ne sprizza sangue senza mercé!” , urla Scarpia), scene che si consumano e a volte si stemperano nella maschera protettiva offerta dalle esecuzioni canore, più o meno esaltanti.Il vero melomane, non dimentichiamolo, è colui che sentendo cantare una donna in bagno, si avvicina al buco della serratura e vi pone…l’orecchio. Si vuole l'orgia o l'ammucchiata selvaggia? Perché cercare di sottecchi il filmino hard su Internet o accontentarsi delle cronache gossipare su Berlusconi quando Bomarzo di Ginastera assicura ammucchiate eccezionali in scena e , per di più, nel celebre Parco dei Mostri? Vi affascina il trans , vi solletica l'amore saffico, subite l'attrazione fatale per l'ermafrodita? Perché aggirarvi nel buio dei suburbi , chattare alla disperata o abbonarvi al club privato, perché ispirarvi a Marrazzo quando basta semplicemente frequentare i boudoirs dei teatri lirici, zeppi di fiere vestali d'un tempio un pò vacillante , vero e proprio Satilyricon , decadente quanto basta per solleticare gli spiriti più irrequieti.
Viados, femminielli o signore Leonida stile Bagaglino sono stati scoperti dal Melodramma secoli e secoli fa. Nel Seicento si scandalizzava forse qualcuno se apparivano in scena donne in abiti maschili o viceversa? Nel Serse di Cavalli, la regina Amnestris , innamorata del Re di Persia, era interpretata dal celebre Melani, un monaco castrato. A un certo punto dell'intricatissima vicenda la regina si traveste da uomo. Risultato: un uomo nella parte di una donna travestita da uomo e innamorata di un uomo! Nemmeno Julie Andrews in Victor Victoria era arrivata a tanto. La modernità e l'eternità dell'Opera sta proprio nei suoi paradossi , nella sua smania pazza di non morire, a dispetto di tutti. L'Opera lirica è l'unica vera cultura pop mai prodotta nel nostro paese, è la più calzante allegoria del presente: trame pazzesche, primedonne litigiose, buzzurri vocianti travestiti da gentiluomini ma è, in fondo, anche l'unico spettacolo politicamente corretto, dove le minoranze sono protagoniste: Carmen è una zingara, Rigoletto è un gobbo, Aida e Otello sono neri. Ed è solo grazie al Belcanto che l'Italia viene ancora rispettata nel mondo.
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