IL BUNGA BUNGA LO HA INVENTATO l'OPERA! |
Domenica 30 Gennaio 2011 15:30 |
BUNGA BUNGA, BINDI BINDI
L'ondata moralistica, gli anatemi scagliati ora dal Vaticano ora da Rosy Bindi contro le orge del Bunga Bunga, questa Italia che grida allo scandalo, sembra aver dimenticato ciò che l'Opera lirica propone da almeno quattrocento anni, cioé da quando è nata. Pare quasi che le escort siano una invenzione moderna, qualcosa spuntato fuori solo adesso...per mero scopo “sputtanatorio”.
Massaggi a luci rosse. Ora sfilano i clienti VIP
Un giro di prostituzione di alto bordo in alcuni centri estetici situati nel centro di Milano è stato smantellato dai carabinieri che hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione (,...). Fra la clientela identificata nel corso delle indagini dell’operazione, denominata EROTIC CENTER, figurano alcuni personaggi dello spettacolo. (…) Un sacerdote, un noto direttore d’orchestra, anche un magistrato.Il “regalino” per le signorine partiva da un minimo di 100 Euro.
Questa notizia apparve come trafiletto, qualche anno fa, per subito scomparire nel nulla, senza scandalo alcuno.Noi l'abbiamo gelosamente conservata, come si fa con i programmi di sala autografati , un simpatico “memento homo”.Ben più ponderoso il fascicolo che riempie le pagine e le cronache di questi giorni. Le attività sessuali del nostro Presidente del Consiglio, per molti sorprendenti , pirotecniche e da condannare senza possibilità di appello, diventano un gioco da educande se paragonate a ciò che accade normalmente all'interno delle trame operistiche, dove il sesso la fa da padrone.
Sesso esplicito con Don Giovanni che sente “odor di femmina” e salta addosso a Donna Anna, a Zerlina, a Donna Elvira e ad altre mille che gli capitano a tiro. Sesso violento in Tosca con il Capo della Polizia, Scarpia, barone infoiato.sesso esotico con Iris di Mascagni e Madama Butterfly di Puccini (entrambe geishe ed entrambe suicide), sesso mistico in Parsifal, sesso epico in Tristano, sesso redento in Tannhauser, sesso languido nell’Incoronazione di Poppea, sesso biblico in Samson et Dalilah, sesso tragico in Tabarro, sesso tragicomico in Pagliacci, sesso a serramanico in Cavalleria rusticana, sesso senile in Falstaff, sesso macabro in Lulu , sesso diabolico in Faust, sesso sfrenato in Lady Macbeth di Shostakovich. Si fa prima a elencare i titoli operistici in cui non vi sia sesso. La schiera delle “escort” si allarga a dismisura, dalla leggendaria Thais, Taide la puttana (citata da Dante),a Violetta Valery, le già citate geishe, Iris e Cio Cio San, Lulù di Berg, Salomé, le Grisettes della Vedova allegra e perché no, Manon. Attenti poi ai pedofili, l'Opera ne è piena: Pinkerton che brama e concupisce Madama Butterfly , appena quindicenne; Otello che , già con le tempie ingrigite, sposa la quattordicenne Desdemona; l'ambiguo marinaio Peter Grimes e la sua passione per i bambini; per non dimenticare Don Giovanni, "sua passion predominante, è la giovin principiante!" ammonisce Leporello . Il preludio del Rosenkavalier di Strauss rappresenta magistralmente l’appassionata notte d’amore da cui son reduci la Marescialla e il giovanissimo amante Oktavian (un messosoprano “en travesti” , per di più: così abbiamo pedofilia e lesbismo tutto in una volta). Situazione pressoché analoga e ugualmente piccante ritroviamo nelle Nozze di Figaro, con il simpatico “ménage à trois” che lega la Contessa al piccolo Cherubino (altro mezzosoprano “en travesti”, guarda caso) e a Susanna. Salomé , perversa danseuse made in Giudea, capace di sedurre al contempo re Erode e di far perdere la testa al Battista, si esibisce nella celebre Danza dei Sette Veli (sede di inenarrabili catastrofi ) e in un improbabile balletto finale, con la testa di Jochanaan palleggiata meglio di Cannavaro.
La stanza del “Bunga Bunga” , animata ora da Apicella ora dalle movenze provocanti di Ruby o della Macrì, sono ben poca cosa di fronte ai Teatri d'Opera: santuari eretti su trame spesso ripugnanti , con omicidi , stupri (si pensi al Rigoletto di Verdi e alla deflorazione della povera Gilda) , incesti .
Si vuole l'orgia o l'ammucchiata selvaggia? Perché scartabellare le intercettazioni di questo o quel politico quando abbiamo Bomarzo di Ginastera, che assicura ammucchiate eccezionali in scena e , per di più, nel celebre Parco dei Mostri? Vi affascina il trans , vi solletica l'amore saffico, subite l'attrazione fatale per l'ermafrodita? Perché indagare su Sircana o Marrazzo, quando basta semplicemente frequentare i boudoirs dei teatri lirici, zeppi di fiere vestali d'un tempio un pò vacillante , vero e proprio Satilyricon , decadente quanto basta per solleticare gli spiriti più irrequieti. Viados, femminielli o signore Leonida stile Bagaglino sono stati scoperti dal Melodramma secoli e secoli fa. Nel Seicento si scandalizzava forse qualcuno se apparivano in scena donne in abiti maschili o viceversa? Nel Serse di Cavalli, la regina Amnestris , innamorata del Re di Persia, era interpretata dal celebre Melani, un monaco castrato. A un certo punto dell'intricatissima vicenda la regina si traveste da uomo. Risultato: un uomo nella parte di una donna travestita da uomo e innamorata di un uomo! Nemmeno Julie Andrews in Victor Victoria era arrivata a tanto.
Se il tenore fa (o vorrebbe fare) la parte del Don Giovanni, del seduttore implacabile e indomito, il soprano si presenta spesso come figura dai costumi non propriamente irreprensibili. Già nel 1626 le cronache "gossip" del tempo si occuparono del caso delle cantanti Cecca del Padule e Margherita Costa, entrambe cacciate dal cast dell'opera La catena d'Adone di Mazzocchi a Roma, per le pessime referenze in merito alla loro vita privata, alquanto "allegra" (la Costa ebbe tra i suoi amanti anche un brigante calabrese). Un altro famoso scandalo avvenne nel 1731, quando Marie Péllissier, diva all'Opéra di Parigi, venne sorpresa nuda e ubriaca in casa dell'anziano maestro Campra, insieme a ballerine e alti funzionari del Teatro: il settantunenne maestro stava arbitrando un improvvisato concorso di bellezza, una vera e propria orgia organizzata a casa sua. A molte primedonne del Settecento si vietò addirittura di risiedere in determinate città, tanto poco raccomandabili apparivano i loro costumi. Nel 1759, presso il Teatro delle Vigne di Genova, una cantante scatenò il finimondo in sala per aver mostrato al pubblico, oltre che la propria valentìa vocale, le parti intime , indicandole con gesti scurrili nell'aria "Alla mia Ninfa"; pare che, concesso l'immancabile bis, non abbia nemmeno più cantato ma solo....indicato. Lele Mora & Friends Pare che nella “promiscua” sala del Bunga-Bunga venissero proiettate pellicole hard, per ringalluzzire gli ospiti. Come si vede che non sono soliti presenziare alle prime operistiche! Sarebbe bastato un dvd con Don Giovanni che palpa sederi e seni delle sue donne, una regìa di Graham Vick che nel Rigoletto proposto a Londra, Madrid e Palermo regala al Duca una fellatio (prudentemente eliminata nella ripresa siciliana del dicembre 2003),o l’Euridice di Peri e Rinuccini ripresa a Firenze nel 2000 e trasformata da “gentilissima favola” a un baccanale di papponi, tossici e prostitute; o la Traviata , ancora di Graham Vick (Verona (2003) con una bambola nuda alta circa venti metri;i toreri svestiti nel quarto atto della Carmen di Hugo de Ana, per la gioia delle damazze genovesi sedute in prima fila , munite di binocolini. Volete orge,sevizie? Ebbene, potete trovare persino un massacro finale nel Ratto dal serraglio di Mozart alla Komische Oper di Berlino (2004), a firma di Calixto Bieito. Belmonte è ovviamente un travestito, non mancano proiezioni di film hard e il suicidio finale di Costanza, mentre Pedrillo e il suo padrone massacrano i clienti del bordello di Selim Pascià, roba da far sembrare i terroristi di Al Qaeda delle timide collegiali svizzere. Ratto dal serraglio (Mozart\Bieito) Nel Don Carlos di Verdi a Berlino (2004), il regista Philipp Himmelmann ha preferito rendere il drammone a fosche tinte una riunione conviviale, una sorta di grande abbuffata in salsa hot: Don Carlos spruzza yogurth in faccia ai commensali, Rodrigo si ritrova una frittata sui pantaloni, la regina nervosamente stira, mentre Filippo II e la principessa Eboli copulano clamorosamente sulla medesima tavolata. La scena dell’Auto-da –fé vede alcuni eretici nudi e appesi per i piedi, poi cosparsi di benzina e dati alle fiamme. Falli che penzolano e ballonzolano un po’ ovunque, sempre che non debbano addirittura presentarsi nella più classica versione eretta: un Minotauro infoiato si presenta con l’ “alzabandiera” nel Baccanale del Tannhauser di Wagner a Ginevra (settembre 2005), grande trovata del regista Olivier Py (del resto le didascalie wagneriane, in merito a tale scena orgiastica, parlavano chiaro); per assicurarsi tale prestazione, il regista fece ricorso a un attore porno, abituato a erezioni , per così dire, facili e “straordinarie”. Non possono mancare gli amori gay che esplodono in Don Carlos, Otello, Ermione di Rossini, nel Ballo in maschera (il celebre allestimento a Londra nel 2002, poi a Barcellona, di Calixto Bieito: con orge nel bordello di Ulrica, sodomizzazione e uccisione di un gay, il tutto ambientato nella Spagna di Franco!). Rossini in mutande al famoso ROF (Rossini Opera Festival) di Pesaro nel 2003, con la regìa di Lluis Pasqual che per l’appunto suggerì una passerella di desmutandados nel Comte Ory . Amori saffici addirittura in Traviata : nel recente allestimento ad Hannover, il solito impagabile Bieito ipotizza Annina come amante di Violetta, la quale finge di essere tisica per disfarsi così del maschilistico duo Gérmont. Sesso e religione vanno molto d'accordo nell'Opera, più di quanto si possa immaginare: nel Faust di De Ana all’Opera di Roma alcuni cardinali si presentano con i rispettivi falli eretti in bella mostra; Scarpia è un alto prelato nella Tosca di Ripa di Meana alle Terme di Caracalla nel 2009 (scontato dejà-vu ) mentre nella Tosca firmata da Antonio Latella a Macerata (2005) abbiamo addirittura la Madonna nuda in scena che , oltre a partorire angeli, aiuta la protagonista a spiccare un volo simbolico verso l’al di là. Nella più recente Tosca di Luc Bondy (eseguita al Metropolitan nel 2010) , nel finale del I atto Scarpia letteralmente “si ingroppa” la statua della Madonna, in assenza di Tosca...ci si arrangia. Non mi risulta che il cardinal Bagnasco o Sua Santità abbiano scagliato particolari anatemi contro tali sublimi trovate. Come si può notare, il Bunga-Bunga è molto indietro rispetto alla nostra vecchia, cara, sorprendente Opera. 300 e passa pagine di intercettazioni, con le chiacchierate di Fede e Lele Mora a proposito del fondoschiena di Ruby...che inutile perdita di tempo e che discorsi da Bar dello Sport! Provate solo a scorrere un elenchino di titoli, presi a caso, dal lungo catalogo operistico:
L a Bernarda (Righi, 1694)
....e ancora.....
...e un altro filone, ad esso in qualche modo collegato:
E per finire, proviamo a paragonare i resoconti su quanto Papi sussurrava alle sue graziose invitate con un florilegio di citazioni operistiche, in cui si dimostra che i testi melodrammatici sono tutto fuorché casti e puri.
Dall’Otello di Verdi: Desdemona: “Qual è il mio fallo? Otello:” E il chiedi? Il più nero…”
Dalla Norma di Bellini: “Si emendi il mio fallo…”
Dalla Madama Butterfly di Puccini:” Sì, tutto in un istante io vedo il fallo mio.” “Io son venuta al richiamo d’amore…”. Pinkerton:” Vieni! Vieni!.” Dall’Elisabetta regina d’Inghilterra di Rossini: “ Se l’amico più caro compatisce il mio fallo,non son tanto infelice”. Dall’Ermione di Rossini: “Troja! Qual fosti un dì”.Più avanti: “Ed osa tanto, un avanzo di Troja!”. Dalla Rita di Donizetti:”Oh credi, o mia diletta, ah te lo giuro!Starò come un piuolo, sommessamente duro.”
Dall’Incoronazione di Poppea di Monteverdi: “Non provi i tuoi rigori il fallo mio”. Dal Falstaff di Verdi: “Da fallo nasce fallo…” Dal Barbiere di Siviglia di Rossini:” Là senza fallo, là senza fallo, là senza fallo mi troverà…” Dall’Europa riconosciuta di Salieri:” Ma non merita il fallo mio…” Dall’Idomeneo: “ La vuoi vergine? Fallo mio, una innocente darti io non posso, e se pur tu la vuoi…ingiusto sei , pretenderla non puoi.” Dall’Equivoco stravagante di Rossini, dialogo tra Gamberetto ed Ernestina: G.:”L’uno è di filosofia bravo maestro.Che ho affittato a dieci paoli al mese. L’altro, oh poi l’altro…è un più grazioso arnese.” E.: “Un arnese grazioso? Chi sarà mai?”. G.:”Crepa di gioia: lo sposo.”E.:”Oh Dio! In quai momenti…la mia toelette è disorganizzata! Non sono accinta.” G.:” Accinta, oppur succinta. E’ tutt’uno. Preparati che a introdurli io vado, o figlia amata.” E.:”Li ricevo seduta o sollevata?.” G.:”Pur che tu li riceva tutti e due.Fa’ pur come tu vuoi: hai tal talento da poter stare a fronte a un reggimento.” (parte) .E.:” Ah celibe Minerva!Immergi in questo istante interessante il virgineo pudor, nel mio sembiante.” Sempre dall’Equivoco stravagante, Buralicchio ed Ernestina, B.: “Vi succhieremo- come che va.” Poi Rosalia: “Quel furbarel d’amore, se noi celiam nel petto, a nostro gran dispetto, vuol sempre venir su.” Ernestina (dando un piede a Buralicchio):”Di mia clemenza eccoti un pegno, benché non degno sei di pietà.” Gamberotto: “Bacialo, annasalo.” Buralicchio:”Che odore io sento.” Gamberotto: “Fra poco, attento, più in su si va.” B.:”Che strano evento, che caso strano!A dunque dammela, per carità!”. Gamberotto:”Ah figlia, dagliela, senti a papà!.” Da l’Occasione fa il ladro di Rossini: “Non sarà il fallo così gran cosa. Lungo lungo lungo è l’affar.” Da La marescialla d’Ancre di Nini:”Oh pompe funeste…”. Da Rigoletto di Verdi, Sparafucile a Rigoletto:”E’ questo il mio strumento, vi serve?”. R.:”No!Al momento!”. S.:”Peggio per voi!”. R.:”Chissà…”. Dall’Orfeo di Monteverdi:” Sol per te bella Euridice, benedico il mio tormento.Dopo il duol vi è più contento, dopo il mal vi è più felice.” Da La finta semplice di Mozart:”Fremo ohimé dalla paura, Ei m’infila addirittura.” Da Il Mondo della Luna di Galuppi :”Schizzettatemi un po’ di quel licore,che v’ha mandato il vostro imperatore.” Da Aida di Verdi: “Alla pompa che s’appresta, meco schiava, assisterai.”
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