Traviata, una escort di altri tempi |
Sabato 26 Giugno 2010 22:25 |
Traviata , ossia l’opera lirica più amata e forse più rappresentata in assoluto. Non credo che esista un inno all’amore più completo ed esaltante di questo! Amore... ma con l’idea della morte che si affaccia fin dalle prime battute dell’Opera per non abbandonarci più fino alla fine. “Amore e morte” doveva essere, in un primo tempo, il titolo vero del melodramma, imposto dalla severissima e intransigente censura del Teatro la Fenice di Venezia, in cui Traviata venne rappresentata nel 1853. Traviata è Violetta Valéry...un nome fittizio, poiché la Signora delle camelie del dramma di Alexandre Dumas si chiama in realtà Margherita Gautier, ispirata a sua volta alla figura realmente esistita di una famosa demi -mondaine parigina del Primo Ottocento, Alphonsine Duplessis, conosciuta e frequentata dall'autore, avviata alla prostituzione da bambina e morta ad appena 23 anni.
Una demi-mondaine….che tradotto vuol dire “prostituta”…oggi diremmo meglio: Escort. Di alto rango. .. ... a quei tempi le mantenute dei vari nobilastri e dei ricchi signorotti godevano di privilegi e di un rispetto speciali, addirittura più delle mogli, in certi casi. Verdi vide probabilmente il dramma di Dumas al Théatre du Vaudeville di Parigi, nel 1852, e restò folgorato . Quale migliore occasione per legare finalmente un soggetto all’attualità e dare una sferzata alla cinica morale dei benpensanti, contro ogni convenzione e contro ogni convenienza.
Uno scandalo sessuale all'Opera, oltre 150 anni fa...quale inaudita novità dovette essere questa... eppure stiamo parlando del mestiere più antico del mondo, mai come in Dumas e in Verdi tali vicende furono esposte in modo tanto esplicito, diretto...e MAI un melodramma fu più attuale... Viene subito in mente il caso recente di una Signora delle camelie nostrana, collocata non a Parigi ma nella più insospettabile Bari:
“Sarà strano a dirsi, ma il primo incontro con Lei è avvenuto per strada. ...Incrociammo sul marciapiede una bellissima ragazza bionda che attirava gli sguardi, di donne e uomini. .. sarà lei? Era lei. La incontrammo qualche minuto più tardi e dopo un po' di convenevoli arrivammo al punto: ….Dal suo racconto emergeva la storia di una persona schiaffeggiata dalla vita e non solo in senso figurato. E mai una o più conversazioni avrebbero potuto rivelare tutto il dolore che la ragazza aveva dovuto sopportare, specie negli ultimi dieci anni della sua vita. Bisognava scrivere in maniera più ampia, soffermarsi su episodi trascurati dalla cronaca. Insomma, disegnare la donna e non la escort. Mi disse di avere apprezzato il mio interessamento alla sua infanzia. Da anni nessuno glielo chiedeva più. …. Il primo incontro si è svolto a casa sua perché i documenti relativi al residence e ai referti medici conservati dopo i ricoveri per le botte ricevute dal suo protettore erano veramente troppi.
Non è Dumas a scrivere ciò nel 1847 bensì Maddalena Tulanti, vicedirettore del Corriere del Mezzogiorno,che ha raccolto la sua testimonianza in Gradisca, Presidente, dove la escort Patrizia D'Addario, oltre che fornire la sua versione sulla notte più celebre di Silvio Berlusconi, ha raccontato lo sfruttamento da parte del suo ex compagno, la morte del padre e il suo passato da illusionista. Com'è facile notare: una Traviata dei nostri giorni... Patrizia D'Addario
Violetta Valéery: una giovane prostituta che dichiara apertamente di volersi divertire, “ Sempre libera degg'io…..folleggiare di gioia in gioia"……abbandonarsi ai "diletti del piacer”….. Tutto questo a Parigi , la capitale del peccato ... … Ovviamente i problemi per Verdi furono tanti nel lontano 1853, e non solo con la censura, che si accanì soprattutto per il soggetto scabroso e per i riferimenti religiosi presenti nel libretto... Il problema più grosso, nel vero senso della parola, fu la debordante presenza alla prima rappresentazione di una Violetta, tisica sì, ma decisamente troppo grassa, il soprano Fanny Salvini Donatelli. Così scrisse di Lei un recensore dell’epoca:” L’agonìa della pingue Donatelli, obbligata a morire nella piena opulenza della sua persona, sollevò l’ilarità della platea e provocò la catastrofe.” Abbastanza esagerato il pubblico veneziano! Come se le cantanti liriche fossero tutte anoressiche.Non dimentichiamo che Montserrat Caballé negli anni 70 a Parigi giunse a sfondare il letto nell'"Addio del passato". Montserrat Caballé
Il II atto è dominato dalla presenza austera e cinica del padre di Alfredo, Giorgio Gérmont. Il lungo duetto che segue la sua entrata è uno dei capolavori di quel “canto di conversazione” in cui Verdi gettò le basi del Verismo musicale. Per molti versi potremmo definire Traviata come la prima grande opera verista, nella piena accezione del termine. Dalla Signora delle Camelie di Alexandre Dumas: "Era, impossibile trovare una bellezza più affascinante di quella di Marguerite(...) Mettete in un ovale di indicibile grazia due occhi neri ornati da sopracciglia dall'arco così puro da sembrare disegnato; velate quegli occhi di lunghe ciglia che, abbassandosi, ombreggino le guance rosate; tracciate un naso sottile, dritto, spirituale, con le narici leggermente dilatate da un anelito di vita sensuale; disegnate una bocca regolare, le cui labbra si schiudano dolcemente su denti bianchi come il latte; colorite la pelle col tono vellutato che avvolge le pesche non ancora sfiorate da alcuna mano, e avrete l'immagine di quella testa deliziosa. I capelli neri come il carbone, ondulati naturalmente, o forse no, si dividevano sulla fronte in due larghe bande, e si perdevano dietro la testa, mostrando i lobi delle orecchie sui quali brillavano due diamanti di quattro o cinquemila franchi ciascuno. Come potesse quella vita intensa lasciare intatta sul viso di Marguerite quell'espressione verginale, quasi infantile, che lo caratterizzava, è una cosa che dobbiamo accontentarci di constatare, senza poterla comprendere”. Così Dumas nella Signora delle Camelie rievocava le sembianze di questa immortale figura, Alphonsine che diventa Margherita, e infine Violetta Valéry nella sua incarnazione musicale. VERDI fotografò un aspetto tragico del destino di una donna, sia essa "pura siccome un angelo" o escort: IL GRANDE TORTO DI VOLER ESSERE FELICE AD OGNI COSTO.”
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