UN POLLO SPENNATO VOLA SU BAYREUTH |
Domenica 25 Luglio 2010 21:16 |
E' appena terminato il “Lohengrin” di Wagner, spettacolo inaugurale del Festival di Bayreuth, trasmesso dalla radio tedesca e da altre stazioni collegate. Salve di sonorissimi “buuh!” hanno accompagnato l'uscita del regista Hans Neuenfels , praticamente tutto il pubblico che invadeva la Sacra Collina ha mostrato pollice verso. I soliti retrogradi? Nemici dell'avanguardia? Beh....diciamo che ci vuole assai poco a contestare una regìa di Neuenfels, anzi... è esattamente quello che lui desidera alla fine di una Prima: essere fischiato. Dopo la razione canonica di contestazioni, Neuenfels può brindare con la cricca dei critici musicali tedeschi, che lo sostengono a spada tratta, e con gli organizzatori del Festival. Il nipote di Wagner ha fatto in tempo a morire, pochi mesi fa. Non si pretendono certo cigni di cartapesta e grassi tenori con elmo e corazza, ma anche Ortrud conciata come Raffaella Carrà e Lohengrin con la solita camicia buona per tutte le opere (Carmen, Traviata, Fidelio, ec.ec.) con un pollo in mano....ce ne corre, da un estremo all'altro del ridicolo. A scorrere soltanto la gallerìa fotografica di questo spettacolo c'è da rabbrividire: topi appesi sul soffitto, polli volanti, il solito pavimento lucido che fa pensare all'ennesimo allestimento tra il macabro e il noioso, fritto e rifritto da 30 anni, costumi squallidi.
La parte vocale ha presentato un Jonas Kaufmann in veste di Heldentenor wagneriano (vero è che la parte di Lohengrin è stata retaggio di tenori schiettamente lirici, se non addirittura lirici leggeri...penso ad Araiza, tanto per citarne uno) . Kaufmann possiede una straordinaria musicalità e sale bene agli acuti, peccato qualche mezzavoce troppo stimbrata.
Il settore femminile era capitanato da una Annette Dash come Elsa, la quale, in omaggio al celebre detersivo evocato dal suo cognome, presentava un colore di voce bianco “che più bianco non si può”. Una Elsa tanto leggera da sembrare uscita da un'opera di Mozart e non certo dal lirismo denso e a tratti fortemente drammatico di Wagner.
Ortrud è stata Evelyn Herlitzius, un vero strazio tra note gridate e rantoli in un registro grave inesistente: un soprano camuffato da mezzosoprano non si sa in virtù di quali doti misteriose.
Peggio ancora il Telramund del baritono Hans Joachim Ketelsen, ridotto a una serie ininterrotta di suoni fissi, urlati , privo di ogni autorevolezza e dignità vocale: si pensi a un anziano tenore comprimario più che a un vero baritono.
Decisamente meglio il basso (baritono?!) Georg Zeppenfeld come Re Heinrich, camuffato però in modo francamente grottesco.
Vorrei soprassedere sul resto del cast e soprattutto sul direttore, Andris Nelsons, che è apparso del tutto estraneo all'opera che si è ritrovato a dirigere: fanfare al limite del villereccio, svarioni imbarazzanti, scrocchi, stonature, bataclan terribili. Da dimenticare e in fretta, se non fosse per un'unica eccezione: il Coro, preciso, intonato, autorevole.
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