Un brillante Corsaro di Verdi approda a Trieste |
Sabato 19 Gennaio 2013 14:19 |
L'anno verdiano si apre a Trieste con una produzione molto interessante del Corsaro,a firma di Gianluigi Gelmetti nella doppia veste di regista e direttore d'orchestra. L'operazione si presenta non facile sulla carta: la musica,seppur densa di colori e di suggestioni poi riprese nei capolavori della maturità, è pur quella d'un Verdi giovane e in piena fase sperimentale, con i famosi "pezzi chiusi" che si susseguono nel pieno rispetto delle regole imposte dall'opera romantica.La trama non è delle più avvincenti, siamo nell'ambito del classico feuilleton ( oggi si chiamerebbe fiction), con i caratteri sbozzati in modo immediato e senza eccessi di zelo né particolari trovate a effetto.Gelmetti ha scelto la strada d'un simbolismo discreto commentato da scenografie e costumi estremamente curati nel taglio e nel gioco dei colori,con magnifici effetti tra bianco e blu,ammiccando con le proiezioni alla guerra del Golfo,ai guasti dell'attuale situazione politica ma allo stesso tempo accennando ai templari,alla simbologia massonica,trasformando i seguaci di Seid in guerrieri Ninja,il suo harem in un ritrovo di annoiate "favorite" in vena di distrazioni saffiche.Un Corsaro,per essere espliciti,che scorreva velocemente di scena in scena,senza mai una battuta d'arresto,senza soprattutto annoiare...che poi è il fine ultimo ( o dovrebbe essere) di un bravo metteur-en-scène.Parimenti, dal podio, Gelmetti ha impresso un ritmo incalzante all'orchestra,eccellente,del Teatro Verdi,con una cura estrema de dettaglio timbrico,dopo prove lunghe e meticolose.
Il baritono A.Gazale con il maestro G-Gelmetti
Un risultato davvero pregevole,assai apprezzato da pubblico che gremiva il teatro,con tantissimi giovani in sala come ha espressamente voluto la politica riformatrice del nuovo sovrintendente ,Claudio Orazi.Un particolare plauso alle scene di Pier Paolo Bisleri ,ai dipinti vividi di Franco Fortunato e ai bellissimi costumi di Paolo Palella, sottolineando anche la prova perfetta del Coro del Verdi,istruito da Paolo Vero.
Mihaela Marcu ,la bellissima Medora
Il cast vocale presentava una rara omogeneità complessiva (anche questo dovuto alle ottime prove che hanno preceduto la prima), con la voce del tenore Luciano Ganci in evidenza per volume e bellezza timbrica,l'esperienza " verdiana" del baritono Alberto Gazale,sempre attentissimo a dar senso alla fase e alla parola scenica,e una avvincente accoppiata femminile,costituita da Paoletta Marrocu come Gulnara, ottima cantante-attrice,e dalla bellissima Mihaela Marcu come Medora,sinuosa e ammaliante grazie a un sapiente uso dei pianissimi in zona acuta.Nelle parti di fianco ottimi sia il basso Ryssov che Alessandro de Angelis come schiavo.Sorprendente l'eunuco di Romina Boscolo,una ragazza dotata d'un vocione baritonale che vedremmo benissimo nelle parti en travesti di Haendel e Rossini.
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