BRAVO BRAVO DON PASQUALE |
Mercoledì 13 Marzo 2019 20:55 |
Il Carlo Felice di Genova ripropone dopo molti anni di assenza dal cartellone un classico dell'opera comica, per non dire una summa: il Don Pasquale di Donizetti, un tempo opera di pieno repertorio, oggi un pò meno ma sempre una splendida occasione per ammirare il genio dell'autore bergamasco. L'edizione genovese punta su un cast molto ben amalgamato, capitanato da una fuoriclasse che -udite udite- cantava per la prima volta in Italia il personaggio di Norina: Desirée Rancatore. Una felicissima intuizione quella di aver proposto alla Rancatore un ruolo cucito su misura per lei. Norina è un lirico di agilità e nel corso della sua storia è stata interpretata dalle più grandi vocaliste della corda eminentemente lirica: senza andare troppo indietro nel tempo ricordiamo almeno la Scotto, la Dessì , la Netrebko, tutte voci in grado di spaziare ben oltre i limiti imposti dal repertorio leggero. La Rancatore è perfetta, sia come vocalità sia come carattere: nei vari passaggi della vicenda può giocare a far la maliziosa, la civetta, la bizzosa ma anche l'innamorata persa del suo Ernesto, superando ogni ostacolo vocale con grazia e persino strafottenza : la bomba che chiude il grande concertato del secondo atto è un evidente omaggio ai nuovi approdi della Rancatore, non più usignolo liberty ma anche intensa tragédiènne in Norma e Traviata.Magnifico il duetto con Ernesto e il finale, variato a regola d'arte. Con un simile motore in scena, il resto del cast ha potuto divertirsi e lasciarsi andare a una magnifica performance.
Per primo il memorabile Ernesto di Juan Francisco Gatell, tenore di grazia degno erede del sommo Luigi Alva. Intonatissimo, nobile, sicuro in ogni passaggio, Gatell ha avuto calorosi applausi sia nell'aria "Cercherò lontana terra" sia dopo la Serenata dell'ultimo atto, eseguita da grande tenore. Don Pasquale alla Prima era il giovane Giovanni Romeo, bravo in scena e di bella voce timbrata, decisamente chiara ma molto ben educata, con il baritono Elia Fabbian nei panni del Dottor Malatesta, forse un pò pesante nelle agilità ma efficace nel caratterizzare un simpatico gaglioffo. La regìa ,molto vivace e colorata del duo Doucet-Barbe, ha rispettato la drammaturgìa del capolavoro senza stravolgerne troppo i connotati. Molti dettagli si perdevano a distanza ma venivano messi molto bene in evidenza dalla ripresa in streaming e facevano capire il grande lavoro svolto. Ottima la prova dell'Orchestra guidata da Alvise Casellati, brillante e meticoloso al punto giusto con qualche rallentando di troppo ma nel complesso efficace. Bravo il Coro, istruito da Francesco Aliberti. Un bel colpo messo a segno dal teatro genovese, dopo lo splendido Simon Boccanegra di un mese fa.
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