MADAMA BUTTERFLY all'OPERA DI ROMA |
Sabato 22 Maggio 2010 07:29 |
Amarilli NIzza, Cio Cio San all'Opera di Roma
Torna Madama Butterfly all'Opera di Roma e stavolta è la compagnìa di canto , con l'orchestra e il suo concertatore Daniel Oren, a brillare di luce propria, in virtù di un bel lavoro di squadra. Spicca la voce ma soprattutto l'interpretazione intensa di Amarilli Nizza, un soprano che a ragione può definirsi un membro semi-stabile del teatro romano. La sua Butterfly è sotto un ferreo controllo tecnico, che assicura acuti timbrati e delicate mezzevoci, ove prescritto. La sua interpretazione va in crescendo fino al bellissimo finale, in cui credo che oggi tema ben poche rivali. Al suo fianco un Marco Berti tenore classico, di gran voce e di bel colore, appena appena 'spinto' sulle note estreme tanto da renderle un po' dure: ma viva la faccia, una voce che riempie tutta la sala esattamente come succedeva un tempo quando solo a quel tipo di sonorità veniva offerta la scrittura. Il baritono Franco Vassallo come Sharpless si presenta elegante ma di volume limitato e così il Goro di Mario Bolognesi, che indulge troppo spesso al 'parlato' più che al 'cantato'. Ottima la Francesca Franci come Suzuki, soprattutto per la partecipe interpretazione. La palma d'oro della serata va senz'altro ai due protagonisti e a Daniel Oren, che con la Butterfly sguazza nel suo territorio d'elezione: una concertazione attentissima a non coprire mai le voci, tempi perfetti, languori estremi nei passi topici (duetto del I atto, Coro a bocca chiusa, Interludio orchestrale, Finale) , estrema precisione. L'orchestra ha suonato in modo meraviglioso....non così il Coro diretto in modo assai distratto da Andrea Giorgi, che nei pochi ma scoperti momenti in cui doveva intervenire non si è presentato omogeneo e del tutto intonato. Note dolenti per quanto riguarda la regìa di Stefano Vizioli. Io assistetti al debutto di Stefano, proprio con Butterfly alla Rocca Brancaleone di Ravenna e , devo dire a malincuore, che rimpiango quella serata a fronte di questa, dopo circa vent'anni. Intanto il pessimo disegno luci, che pur il regista attento deve assicurare : personaggi spessissimo al buio, con facce in ombra o in penombra; un gioco quasi disneyano sul PVC, un fondale troppo cangiante ora in rosso, ora in azzurro, ora in verde, marrone, grigio, arancione....un carnevale che toglieva drammaticità e coerenza all'opera pucciniana. Inoltre una brutta impalcatura a mo' di scenografia, a significare una casa che non sembrava nemmeno in costruzione, ornata di bandierone e di un cavallo in cima, assai poco gradevoli. Se aggiungiamo una regìa solo a tratti scrupolosa ma piuttosto distratta, che lasciava i personaggi allo sbando, troppo lontani uno dall'altro (il Console che legge la lettera seminascosto, Butterfly e Pinkerton separati da metri e metri di palcoscenico, Butterfly che durante la famosa attesa si volge verso il pubblico e mima una controscena che sembrava un misto tra una doccia senza l'acqua e una strana danza propiziatoria...). Insomma....si poteva e si doveva pretendere molto di più. Da registrare un grande successo da parte del pubblico. |