Venghino signori venghino! Ecco il Circo dell'Opera! State per assistere a uno spettacolo straordinario, unico, IRRIPETIBILE!
I numeri più eccezionali, artisti che non dimenticherete facilmente , fantasisti e funamboli da capogiro!
Andiam, incominciate!
Cominciamo con....i FRATELLI TENAGLIA!
Vengono dagli States, sono entrambi dotati di incredibili qualità vocali e si esibiscono insieme, sfidando la resistenza di ogni palcoscenico. Una maga di nome Azucena, li vide in culla e predisse: "Di sicuro...sfonderete". E così fu. Signore e signori....i FRATELLI TENAGLIA!
.... e dopo questo ponderoso inizio, lor signori vogliano applaudire DRAGANA JUGOVICH e suo marito, il tenore Steblianko, in uno dei suoi capolavori assoluti: la CARMEN UBRIACA. Un numero difficilissimo poiché si tratta di stonare l'intera parte con a fianco un cantante che, al contrario, deve cercare di mantenere la calma e l'intonazione....siete pregati pertanto, per tutta la durata dell'esibizione, di mantenere il più assoluto e rigoroso silenzio.
Ecco a voi, la Carmen che bevve troppa Manzanilla, la grande DRAGANAAAAA....
Incredibile! Ma ...vero.
Il Circo dell'Opera è ora lieto di proporre un complicato tentativo di "salto in alto" invitando sul palco il giovane, temerario, incredibile tenore EScobar!
Escobar aveva una speranza....la speranza di Escobar era quella di raggiungere il RE sopracuto nella cabaletta del Duca di Mantova, una nota impossibile per lui che a fatica riesce a emettere un fa diesis di passaggio. OGGI Escobar tenterà per voi di superare sé stesso e noi lo accogliamo con un formidabile applauso: il tenore Escobar!
Ce l'ha fatta!!! Un applauso al divino Escobar.
Siamo ora pronti a presentare al colto e all'inclito pubblico un fenomeno unico al mondo, colei (o colui) che fece gridare al miracolo i più scettici, colei (o colui) che con i suoni poderosi del suo strumento fece commuovere folle oceaniche e transoceaniche....ecco a voi.....MANUELA TRASOBARES, il contralto senza limiti.
Manuela si esibirà nel suo insuperabile "Re dell'abisso" dal Ballo in maschera di Verdi. I bambini e le persone deboli di cuore sono pregati di astenersi dalla visione...
Il Circo dell'Opera vi invita adesso a un piccolo RODEO operistico....entri la splendida cavallerizza....NINO MACHAIDZEEEE!
Il Circo dell'Opera si è sempre distinto per la fantasia di suoi artisti,per le novità e per aver precorso i tempi.
Uno dei numeri più applauditi fin dagli esordi di questo impareggiabile spettacolo fu quello intitolato "PRIMEDONNE ISTERICHE" , con alcune delle più spericolate scene di pazzìa mai viste.
Oggi presentiamo a voi il nuovissimo numero intitolato "ISTERIA" , con la partecipazione straordinaria di un gruppo internazionale di forsennate .
Signore e signori, ecco a voi ISTERIA con il gruppo denominato: "Cecilia & le Forsennate" !
Fantastica Cecilia Bartoli, agitata come si deve!
Segue a ruota VIVICA GéNAUX!
BRAVISSIMA! Ma c'è anche la Gauvin che si agita...
In un crescendo collttivo di isterìa barocca, ecco che esplode Simone Kermes in tutta la sua folle esuberanza!
Donne sull'orlo d'una crisi di nervi, potremmo dire. Orchestre spinte al parossismo, corde che fumano, direttori che paiono frullatori, clavicembali impazziti. Questa è ISTERìA , questo è il Circo dell'OPera!
Ma non è finita...l'ansia si fa raffinata e persino sonnolenta, la nevrosi svapora in atmosfere oppiacee, ecco NATALIE DESSAY con le sue malìe...
Formidabile!
Qualcuno del pubblico vuol provare?...Sì sì....dico proprio a lei, sdraiato sul suo comodo letto...Provi lei a imitare la Bartoli, se ci riesce!! Però prima le consiglio di assumere almeno qualche grammo di Coca, di quella buona... Fatto? E' pronto?
Benissimo...un applauso al temerario che sfiderà Cecilia Bartoli nel gran finale di ISTERìA!!!!!
Un applauso a questo signore così...posseduto...dal demone del Belcanto Barocco!!! GRAZIE!!!!
E ora.....entrino ...i CLOWNS!!!!
Sono loro i più amati, i più adorati, i più idolatrati dai bambini...e non solo.
«Guardatelo, dico io, questo sì che è un vero clown. Ma cos’è poi un vero clown? Non saprei, ma guardate lui: già sa fare di tutto e di più, e quando gli riesce qualcosa di nuovo, di incredibile, non sta nella pelle. Guardarlo è bello come osservare un bambino che scoprendo le insidie del mondo riesce, come per miracolo, a non inciampare. Sono rimasto teso durante tutto lo spettacolo, ma poi qualcuno ha iniziato a ridere, una risata fragorosa, come fosse solo, non come si ride per una battuta, ma una risata di gioia, come quella di un bambino; la persona che rideva ero io, ed il clown si chiamava Dimitri.» (Max Frisch)
Nell'augurarci che lo spettacolo vi sia piaciuto un BRINDISI finale e un saluto beneaugurante. IL CIRCO dell'OPERA vi dà appuntamento alla prossima volta! EVVIVA! LIBIAMO!
Scala di Milano, 16 aprile, “Simon Boccanegra” di Verdi diretto da Barenboim con Domingo protagonista: prima che inizi il III atto partono fischi e contestazioni all'indirizzo del concertatore e si ode persino un poderoso “Vaffa” . L'invero pesante improperio, gergale nella vita comune ma non proprio consueto in teatro, pone in evidenza una figura forse non ancora adeguatamente trattata, quella del melomane.
Per l’Accademia della Crusca il melomane è l’appassionato di belcanto, a differenza del musicofilo che è “l’appassionato di musica”.
“Il perfetto melomane è colui il quale udendo una donna cantare in bagno, si accosta al buco della serratura e vi pone l’orecchio.” Una definizione del genere sintetizza abbastanza bene il concetto di “melomane” , letteralmente “amante (o maniaco) di musica”. Il melomane tuttavia si divide in parecchie categorie, ne distinguerei almeno quattro principali:
Melomane collezionista:colui che si compiace di collezionare dischi, autografi e fotografie, magari anche locandine e programmi di sala, registrazioni di ogni tipo, accumulando materiale più d’un museo o d’una Fondazione apposita.
Melomane itinerante:colui che frequenta il maggior numero possibile di teatri e sale da concerto, magari affrontando costose trasferte e chilometriche file per acquistare i posti. Di solito tende a seguire ogni recita di una determinata produzione ma senza un preciso criterio di scelta.
Melomane monomaniaco:colui che segue tutte le recite possibili di un determinato artista (sia esso soprattutto un cantante o anche un direttore d’orchestra).
Melomane autoctono: colui che frequenta con relativa assiduità il teatro e i concerti della propria città o al massimo di città limitrofe.
La melomania è una forma per lo più innocua di “malattia”, assolutamente inguaribile. Molti melomani vivono una realtà parallela, sono avulsi dal contesto della società che li circonda, sono capaci di inenarrabili prodezze o sacrifici pur di appagare i propri impulsi. Le loro case sono magazzini con pile e pile di dischi, cassette, libri, programmi, foto e documenti vari, che testimoniano l’incontenibile passione; quando non bastano più gli spazi normali si procede a soluzioni drastiche: i cd finiscono sotto al letto, in bagno, fanno bella mostra di sé negli angoli più nascosti, nei sottoscala, negli armadi e nelle dispense. Un tipo che conobbi a Vienna, tale Giannetto di Pontedera , pensionato delle Ferrovie dello Stato dilapidò due patrimoni in viaggi, biglietti di teatro e alberghi. In casa sua custodiva gelosamente le locandine autografate di migliaia e migliaia di spettacoli visti in tutto il mondo, un archivio che col passare del tempo aveva assunto le proporzioni della Biblioteca di Alessandria.
Il tipico melomane vive in un suo mondo, ragiona e pensa in modo del tutto speciale, parla usando termini desunti dai libretti d’opera, spesso cita frasi topiche: “Non mi dir!”, “Ciel!Qual lampo!”, “E’ dessa!”, “Che far degg’io?”, “Core ‘ngrato!”. Si compiace di usare un codice iniziatico, un cifrario per adepti , per membri d’una setta. Il vero melomane non è integrato con il resto del mondo, non vi si riconosce. Sa elencare giorno ,mese e anno della prima esecuzione di un’Opera o del debutto d’un suo beniamino ma non saprebbe dire con certezza il nome dell’attuale Ministro dei Beni Culturali. Non partecipa ai riti consueti della massa: per molti aspetti è decisamente un alienato, ma come dargli torto? La Tv lo costringe ad alzarsi di notte per seguire l’Opera; i vicini , disposti a tollerare Vasco Rossi a tutto volume, lo obbligano a mettersi le cuffie per seguire un’opera di Haendel o di Cimarosa. Le sue riviste preferite sono quelle in carta patinata, con le foto degli spettacoli e l’elenco dei titoli delle varie stagioni, in tutto il mondo.
Il melomane è generalmente passatista, nostalgico,oltranzista, soprattutto quando appartiene alla generazione che ha visto Gigli o Del Monaco; i “callasiani” sono definiti spesso “ i vedovi della Callas”. Non si pensi che il nostalgico sia necessariamente anziano: moltissimi hanno 14 o 16 anni! Sentirete loro disquisire con disinvoltura e paurosa quantità di nozioni di Pertile o Caruso, di Rosa Ponselle o persino dei cilindri Mapleson (i primi dischi dal vivo , risalenti al 1902).
Il melomane di oggi è assai meno violento ed esarcebato rispetto ai suoi colleghi del passato. In Teatro può volare qualche fischio e qualche improperio ( come si è visto recentemente alla Scala) , ma nulla in confronto a ciò che accadeva nel Settecento, quando le diverse fazioni di appassionati giungevano a sfidarsi a duello per questo o quel cantante, non necessariamente un soprano: per il basso Claude Chassé, attivo tra il 1720 e il 1750, giunsero a duellare addirittura due donne! Tanto amore, tanta infuocata passione portarono ad eccessi incredibili, in tutte le epoche: il soprano Adelina Patti, a San Pietroburgo, ebbe l’onore di essere trainata dai propri fans, dopo che questi le staccarono i cavalli dalla carrozza; a Lillian Nordica, altra celebre Diva del primo Novecento, venne dedicata una nave da guerra, la U.S.S.Nordica.
Géraldine Farrar, stella del Met, fu sempre seguita dalle cosiddette “Gerryflappers” , uno stuolo di ragazzette pazze per lei , pronte a portarla in trionfo per tutta Broadway nel 1922, quando si ritirò a soli 40 anni dalle scene. Scene di autentico fanatismo hanno accompagnato le vicende artistiche di Caruso, Gigli, Schipa, della Callas, della Tebaldi, di Di Stefano, Del Monaco, Corelli, fino ad arrivare agli strapopolarissimi “Tre Tenori” (Pavarotti, Carreras, Domingo), quasi un marchio, una griffe. Dei tre moschettieri Domingo è certamente il più amato e tollerato, soprattutto dal pubblico femminile che ha saputo negli anni ingraziarsi, con una ammirevole e sapiente captatio benevolentiae.
Sarà bene ricordare che il melomane non va confuso con il claqueur. Il primo è tale a titolo gratuito e, anzi, sta continuamente sulle spese, il secondo fa parte di un gruppo organizzato e pagato, dal Teatro o da singoli artisti bisognosi di un sostegno di applausi .