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Domenica 23 Ottobre 2011 10:26 |
Norma , Teatro Astra di Gozo, 2011
first performance: 27 .10 .2011
regìa, scene e costumi di Enrico Stinchelli
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L'idea è quella di rappresentare in scena i due grandi antagonisti "politici" della Norma: il Dio Irminsul , continuamente citato dai Galli e il potere di Roma, che Norma preconizza vacillante e prossimo al tramonto.
Ho così pensato di realizzare una grande quercia dalle poderose radici che sovrastano un tempio romano distrutto, concepita come una struttura rotante con l'ingresso del tempio da un lato e la casa di Norma, tipo caverna, dall'altro. Questo evita lunghi cambi scena, anzi li elimina del tutto.
La grande quercia è stata realizzata con incredibile bravura dalle maestranze del Teatro Astra di Gozo e oltre a ruotare, nel finale dell'opera può aprirsi e consentire un ulteriore "coup -de-théatre".
L'impianto scenografico prevede inoltre l'utilizzo di retroproiezioni e di proiezioni su un grande tulle invisibile di ultimissima generazione, con una regìa-video che vede alternarsi fondali in movimento, elementi onirici, scene realistiche di tempesta, evocazioni di battaglie tra Galli e Romani fino allo spettacolare incendio finale, che è il fiore all'occhiello dello spettacolo.
Le foto sono state realizzate durante le prove che precedono l'antigenerale.
Lo spettacolo verrà ripreso da Canale 5 e proposto nell'ambito del programma "Loggione" di Vittorio Testa.
Le recite sono il 27 e il 29 ottobre al Teatro Astra di Gozo.
(segue.)
Dimitra Theodossiou (Norma) rehearsing Norma
Norma, the Oak of Irminsul
Norma, the set (Enrico Stinchelli, director and set designer)
E. Stinchelli
Norma , act I "Meco all'altar di Venere" (Pollione, tenor Antonino Interisano)
Norma, act I "Sgombra è la sacra selva" (Adalgisa, mezzosoprano Oana Andra)
Norma, act II scena IV Coro
Norma, act I, dettaglio della Quercia
PROVA GENERALE \ 26.10.2011
A.Interisano (Pollione) (Photos by U.Ashraf Gandomì)
Atto I scena II
atto I Casta Diva (Norma, D. Theodossiou) (photo by U.Ashraf Gandomì)
atto I Casta Diva (photo by U.Ashraf Gandomì)
atto I Casta Diva (photo by U.Ashraf Gandomì)
atto I "Sgombra è la sacra selva" (Adalgisa, Oana Andra) (photo U.Ashraf Gandomì)
Duetto Pollione- Adalgisa (A.Interisano, O.Andra) ( Photo by U.Ashraf Gandomì)
dettaglio della scena ideata da E.Stinchelli (photo U.Ashraf Gandomì)
atto II Dimitra Theodosiou (photo by U.Ashraf Gandomì)
atto II (photo by U.Ashraf Gandomì)
atto II "In mia man" (photo by U.Ashraf Gandomì)
atto II Dimitra Theodossiou (photo by U.Ashraf Gandomì)
atto II "Ei tornerà" (photo by U.Ashraf Gandomì)
atto II Coro
atto II Oroveso (Dario Russo, basso)
Dimitra Theodossiou, Oana Andra
atto II "Feriam!"
gli spiriti dea foresta Applausi
Enrico Stinchelli e Ulduz Ashraf Gandomì, assistente alla regìa
GRAZIE A TUTTI!!!!
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Mercoledì 12 Ottobre 2011 06:25 |
Note di regìa per la mia prossima Norma
27\29 ottobre Teatro Astra, Gozo (Malta)
protagonista: Dimitra Theodossiou
T.Astra,Gozo (Malta)
Nonostante “Norma” si collochi ai tempi della conquista delle Gallie da parte dei Romani, la vicenda è modernissima: due donne che amano lo stesso uomo, o meglio un uomo che seduce e abbandona una donna (con due figli, per di più) per mettersi insieme a un'altra, amica della precedente. Incauto e incosciente Pollione, proconsole farfallone, che oltre a essere un incurabile sciupafemmine, è anche un uomo che ama le complicazioni: non vuole donne comuni ma addirittura sacerdotesse votate al culto di Irminsul, quanto di peggio offra il mercato in Gallia. Il problema fondamentale di questo monumento operistico sta appunto nella difficile conciliazione tra la drammaturgìa , concentrata sugli sviluppi tragici del triangolo amoroso (Lui-Lei e L'altra) uniti al dato musicale, meravigliosamente belcantistico. Norma è considerata , giustamente, un caposaldo del Belcanto italiano, con il suo campionario di arie, cabalette,duetti, concertati, fino al glorioso finale che tanto emozionò Wagner e continua a emozionare schiere di appassionati in tutto il mondo.
D.Theodossiou
La Norma ha un'ambientazione che riporta immediatamente ai grandi films in voga negli anni Sessanta del Novecento, con il tripudio della cartapesta e con gli attori pronti a far bella mostra di bicipiti palestrati, assolutamente lontani dalla realtà dei fatti: chi ha mai visto sul grande schermo i Romani come sono in realtà, bassi e grassottelli? Dove mai si è vista una selvaggia , struccata e scarmigliata, com'è Norma quando al suo posto sono apparse le giunoniche Loren o Mangano, splendenti di fondotinta , rossetto e cipria?
Il primo problema che mi sono posto è stato quello di rendere credibile un'ambientazione così lontana nel tempo e inconsueta per un terrestre del 2011,privilegiando però anche l'aspetto onirico e un po' fantastico della foresta gallica in cui agiscono Norma, Oroveso, Adalgisa e Pollione. La quercia di Irminsul non manca , è una sorta di totem incombente che attira a sé ogni sciagura (che porti pure un po' jella?) e che racchiude sia la simbologìa della deità cui tutti fanno riferimento, sia la stessa casa di Norma, ricavata appunto dall'incavo del grande albero sacro. Le radici affondano sulle rovine di un tempio romano, a significare la fine di Roma preconizzata dalla sacerdotessa “.. Io ne' volumi arcani leggo del cielo, In pagine di morte della superba Roma è scritto il nome. Ella un giorno morrà,ma non per voi. Morrà pei vizi suoi,qual consunta morrà. L'ora aspettate, l'ora fatal che compia il gran decreto.”
Il dato onirico è anche sottolineato dal sogno di Pollione, raccontato nei minimi dettagli al fido Flavio, e questo sogno lo vediamo realizzato durante la Sinfonia: l'incontro di Pollione con Adalgisa, una tempesta che turba la scena idilliaca, l'apparizione di Norma maledicente, la sinistra presenza di alcuni Spiriti della Foresta, custodi fantasmagorici di riti antichi e di luoghi inviolabili. Saranno loro ad accendere la fiamma del sacro braciere di Irminsul, saranno loro a creare il rogo purificatore in cui Norma e Pollione troveranno la morte, accompagnati da una delle progressioni musicali più belle che siano mai state composte.
Le immagini riproducono alcuni fondali e proiezioni utilizzate per la Norma a Gozo.
Le retroproiezioni e le proiezioni sul tulle interagiscono con la scena costruita e immergono lo spettatore in un'atmosfera rarefatta, aggiungendo ai personaggi veri le immagini , ora ispirate alla Natura ora alle battaglie tra Galli e Romani.
Resta il tema trainante di tutto il dramma, che è quello dell'Amore che non ha limiti o confini: ed è tutto racchiuso nel grande cuore di Norma, personaggio tra i più temuti per la grandiosità del suo canto e dei suoi affetti. Ho cercato di non allontanare Norma dal suo ruolo di capo-Druidessa e quindi di rendere evidente la sua autorità sacrale : troppe volte si vedono Norme casuali, distratte, più simili a suorine in libera uscita. Norma è temuta e rispettata, prima di tutto. Ma quando è donna allora mostra tutta la sua fragilità e la sua debolezza, nonostante gli scatti ferini e il temperamento guerriero. Bellini, geniale e sensibile come pochi altri musicisti, è riuscito a mostrare ogni dettaglio di questo complesso carattere e il dovere di ogni buon regista è di seguire il tracciato musicale, senza prevaricarlo e soprattutto senza stravolgerlo. Il primo spettatore di una nuova produzione è sempre l'Autore.
Norma (Bellini)
Teatro Astra Gozo (Malta)
27,29 ottobre 2011
regìa, scene e costumi di Enrico Stinchelli
maestro concertatore e direttore d'orchestra:
Joseph Vella
personaggi e interpreti:
Norma: Dimitra Theodossiou
Pollione: Antonino Interisano
Adalgisa: Oana Andra
Oroveso: Dario Russo
Teatru Astra in Gozo has has announced that it has managed to engage Greek soprano Dimitra Theodossiou for the title role in this year’s highly demanding opera production Norma, to be held on two evenings as part of the 10th edition of Festival Mediterranea. “Theodossiou is regarded as the next great Norma after the legendary Maria Callas,” the theatre said.
Theodossiou and other members of the main cast for the upcoming opera production of Vincenzo Bellini’s Norma was finalised in recent days. Norma will be held on Thursday the 27th of October, which is the festival opening night and on Saturday, the 29th of October.
Dimitra Theodossiou is a world-class soprano who will be singing for the first time in Malta. Besides the difficult title role in Bellini’s opera, her wide operatic repertoire includes several other title roles including those in Verdi’s Aida and Donizetti’s Lucia di Lammermoor, Anna Bolena and Lucrezia Borgia, as well as other demanding roles, especially in Verdi’s operas, such as that of Violetta in La Traviata, Odabella in Attila, Gisela in I Lombardi, Elisabetta in Don Carlo and Lady Macbeth in Macbeth and the Puccini staple fare such as Mimì in La Bohème and others. She performs regularly at the Royal Opera House Covent Garden, Teatro alla Scala in Milan, in several other opera houses in Italy especially in Rome, Verona and Naples, as well as in her home city Athens, Frankfurt, Lisbon, Tokyo, St Petersburg, Munich, Madrid, Monte Carlo, Sao Paolo, Japan and Seoul amongst others.
Italian tenor Antonino Interisano will be returning to the Gozo theatre for the part of Pollione while Romanian mezzo-soprano Oana Andra will be singing the role of Adalgisa. Young Italian bass Dario Russo has been entrusted with the singing role of Oroveso.
Antonino Interisano is no newcomer to opera patrons in Gozo. He is very well remembered for his applauded performance as the Duke of Mantua in Verdi’s Rigoletto (Teatru Astra, 2009), Calaf in Puccini’s Turandot (Teatru Astra, 2008) and his excellent rendition of Canio in Leoncavallo’s I Pagliacci and Turiddu in Mascagni’s Cavalleria Rusticana (Teatru Astra, 2006).
Oana Andra is a well known soloist with National Opera Bucharest and in recent years she has been invited to perform in several European and Asian theatres of repute including the Teatro La Fenice in Venice, Italy, the Opéra de Monte-Carlo in Monaco, the Alte Oper, Jahrhundert-halle and the Städtische Bühnen in Frankfurt am Main in Germany, the Théâtre Châtelet in Paris, France, the Opéra Royal de Wallonie in Liège, Belgium, the Gewandhaus in Leipzig, Germany, the Birmingham Symphony Hall in the UK, at Deutsche Welle in Köln, Germany, and in Bunkamura Orchard Hall and Tsuda Hall in Tokyo, Japan.
Although young, Dario Russo’s operatic qualities have already taken him to several theatres in Italy and abroad, most notably at the Teatro Carlo Felice in Genoa, Teatro Reggio in Turin, the Teatro Massimo Vincenzo Bellini in Catania, the Teatro Reggio in Parma, as well as the Gran Teatre Liceu in Barcelona, at the Obidos Opera Festival in Portugal, at the Concertgebouw in Amsterdam and in Japan as part of the Teatro Bellini tour in the country.
For Norma the Malta Philharmonic Orchestra will be under the baton of Prof. Mro. Joseph Vella. The opera production will as always include the participation of the resident Teatru Astra Opera Chorus, coached by Maria Frendo.
Teatru Astra said that it has this year entrusted the artistic production with Italian director Enrico Stinchelli, “considered an authority in Italy in the world of opera, known especially for his daily RAI Radio 3 programme “La Barcaccia” and his direction of opera productions in several Italian opera houses including in Rome, Bologna and in Taormina as well as overseas including in Bulgaria and in Japan with productions of Tosca, Barbiere di Siviglia, Fedora, Aida, Carmen, Norma, La Traviata, Il Trovatore, Rigoletto, Falstaff and Gianni Schicchi. Enrico Stinchelli has already travelled to the theatre in Gozo to speak with the relevant volunteers and create this year’s project which, as always, is a labour of love by hundreds of volunteers towards fostering an increased appreciation of opera in the country.”
Festival Mediterranea will this year be celebrating its 10th edition. Recently the programme of events has been published on its website with additional details to be published in the coming weeks. The festival runs for over three weeks, until 19th November.
The opera Norma and Festival Mediterranea are being organised by Teatru Astra in Gozo with the support of Bank of Valletta, the Malta Tourism Authority, the Vodafone Malta Foundation, the Ministry for Gozo, the Ministry of Finance, the Economy and Investment, the Ministry of Education, Youth and Employment and the Malta Council for Culture and the Arts.
More information may be obtained from www.mediterranea.com.mt, email address
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or telephone contact numbers 21550985 or 99883007. Bookings may be done on email address
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Recensioni
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Giovedì 06 Ottobre 2011 20:16 |
Salerno, T.Verdi
“Il nostro segreto? Competenza, assenza di lacci burocratici, scelte oculate, risparmio e spirito di squadra” , così il direttore artistico del Teatro Verdi di Salerno, Antonio Marzullo, sintetizza le principali caratteristiche della gestione di un teatro che abbiamo più volte definito “modello” e che rappresenta la più felice realtà artistica e organizzativa presente in Italia.
Antonio Marzullo
Lo abbiamo incontrato al termine di una incandescente esecuzione del “Trovatore” di Verdi, diretta dal maestro Daniel Oren, con Marcello Giordani nel ruolo di Manrico, la giovane Maria Agresta come Leonora, il baritono Paolo Gavanelli come Conte di Luna e la spettacolare Dolora Zaijch come Azucena. La regìa affidata a Renzo Giacchieri e un trionfo al termine, con teatro esaurito ça va sans dire.
“Il nostro Sindaco, De Luca, voleva l'eccellenza “ , prosegue Marzullo, “pensando a un generale risanamento e abbellimento della città, quindi con il Teatro Verdi come fiore all'occhiello. Il Ministero ci dà una miseria per otto titoli in cartellone, 150.000 E! Una vergogna..lo dico a voce alta. Abbiamo un budget complessivo di tre milioni di Euro, che per noi è una cifra enorme ma che in qualsiasi fondazione italiana copre , forse, una o due produzioni al massimo. Eppure, da noi i cantanti vengono volentieri e ,anzi, chiedono loro stessi di essere scritturati: attratti da una parte dal carisma del grande Oren, il più grande concertatore d'Opera oggi, dall'altra parte contenti di partecipare a spettacoli eleganti, rispettosi della drammaturgìa e della grande tradizione italiana, con prove calibrate e non esagerate, in un clima festoso, sereno, tra amici.”
Maestro Marzullo, lei ha suonato in orchestra, è importante essere un musicista per svolgere bene questo lavoro?
“E' essenziale. Ho suonato per 25 anni , insegno al Conservatorio, ho un rapporto privilegiato con i professori sia dell'orchestra che del Coro. Certo, non mancano le discussioni, anche le liti ma sempre nel rispetto reciproco e parlando la stessa lingua. Io non capisco come facciano altri direttori artistici , totalmente privi di titoli e competenze musicali...per me è un mistero. “
Infatti ne vediamo i risultati...Non possiamo certo definire “teatri modello” le fondazioni anche più prestigiose..
“Guardi, le dico che non ce n'è uno...dico uno solo al posto giusto in Italia. Io giro molto, assisto a spettacoli sia in Italia che all'estero. L'altra sera ero all'Elektra a Roma...desolante. Un teatro mezzo vuoto, ridotto a succursale di Salisburgo, con costi altissimi, un personale debordante, bilancio sempre a rischio e sovvenzioni altissime. Non è quello il modo di gestire un teatro. Noi cerchiamo a Salerno di dare spazio ai giovani, cantanti, registi... Abbiamo lanciato Celso Albelo, Jessica Pratt, ora la Agresta , che è stata subito presa alla Scala per il prossimo Don Giovanni. Avremo la Norma di Lucrecia Garçia, una vocalità splendida, e al tempo stesso alcuni dei migliori cantanti oggi al mondo: Giordani, la Zaijch, la Serafin, Alvarez, Gazale, la Casolla in Cavalleria rusticana. Persino Jonas Kaufmann e Anna Netrebko hanno accettato con entusiasmo di esibirsi a Salerno in due recitals. E' un lavoro paziente il nostro ma anche realizzato con tenacia e amore. Abbiamo il grande vantaggio di avere Daniel Oren come polo d'attrazione: ogni artista ha voglia di lavorare con lui, perchè ne conosce il valore assoluto e la forza d'interprete.”
D. Oren
E il fuoco del “Trovatore” è puntualmente divampato dalla buca del Verdi, ieri sera: Oren segue un ritmo serrato, vibrante, narrativo ma apre oasi liriche non appena la melodia verdiana vola, ora nelle grandi arie, ora nelle frasi topiche dei concertati , seguendo il canto e chiedendo agli interpreti le nuances di cui Verdi ha riempito la sua partitura.
P.Gavanelli
Il cast segue questo tracciato e così assistiamo ad alcuni piccoli miracoli: il baritono Paolo Gavanelli, che conoscevamo come classico “vilain” , piuttosto tonitruante e torvo, riesce incredibilmente a cantare a mezzavoce (e Dio solo sa quanto è difficile) l'aria “Il balen del suo sorriso” e molti altri passaggi analoghi della sua parte: una prodezza che riscatta quasi tutte le mende del suo canto, incline all'accento morchioso e ad acuti più grossi che squillanti. Ugualmente sorprendente il basso Striuli, che come Ferrando supera ogni ostacolo con autorevolezza e smalto da grande interprete.
M.Giordani
Con Marcello Giordani e la Zaijch siamo direttamente sul palcoscenico del Metropolitan: il primo vincente sugli acuti, compresa la Pira in tono (quindi con i do di petto lanciati con sprezzo del pericolo e gioia di tutto il pubblico) , la seconda eccezionale in tutta la gamma: sicuramente il più grande mezzosoprano verdiano al mondo. Voce ferma e di impressionante volume, in basso e in alto fino al do scritto da Verdi, omesso da molte colleghe illustri. Inoltre meravigliosa attrice, sempre dentro la parte, addirittura impressionante nell'ultimo atto.
D.Zajich
Maria Agresta è al debutto: una voce fresca, di bellissimo timbro, facile al pianissimo, talvolta un po' incerta quasi intimidita dalla parte ma comunque intonata, morbida, credibile. Sicuramente da seguire nei suoi prossimi importantissimi impegni.
M.Agresta
Bene le parti di fianco , la avvenente Stefanna Kybalova come intensa Ines, il tenore Vincenzo Peroni perfetto Ruiz, il vecchio Zingaro del glorioso Angelo Nardinocchi (una frase...ma COME!) , l' “usato Messo” preciso di Francesco Pittari.
Il Coro istruito da Luigi Petroziello è stato , come sempre, inappuntabile musicalmente e molto efficace anche dal punto di vista attoriale, su indicazione del regista Giacchieri.
L'orchestra di Salerno, preparata a dovere, ha superato ogni ostacolo, con una nota di merito alla sezione dei legni e dei violini, magnifici nei pianissimi in zona acuta. Nella Pira , ma non solo, gli ottoni hanno avuto il loro momento di gloria.
La serata si è risolta in un autentico trionfo per tutti, si replica il 7 e il 9. |
Recensioni
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Sabato 01 Ottobre 2011 07:36 |
Una serata tutto sommato riuscita all'Opera di Roma, che dopo questa Elektra starà ferma per due mesi!!! ??
Mi chiedo come possa considerarsi il Teatro di una capitale civile??! Inoltre da registrarsi il solito vuoto di pubblico, per un terzo abbondante. Tristissimo.
Polemiche a parte, lo spettacolo (proveniente da Salisburgo) è di alto livello: molto bella la scenografia di Raimund Bauer, nella classica tradizione di Elektra...una grande scatola grigia dotata di varie aperture, da cui spuntano le varie ancelle, delle crepe a terra da cui fuoriesce la sudicia e lacera Elektra, una porta sullo sfondo che introduce Oreste e il suo precettore, coup de théatre nel finale quando si solleva il fondale rivelando l'orrenda Clitennestra appesa per i piedi e sanguinolenta.
La regìa di Nikolaus Lehnhoff è assolutamente in linea con la fosca drammaturgìa e ne segue fedelmente la traccia, i costumi di Andrea Schmidt Futterer non sono così belli quanto il resto dello spettacolo: Egisto sembra Sharpless, Crisotemide potrebbe tranquillamente essere scambiata per una turista tedesca all'Arena di Verona, il giovane servo di Saverio Fiore sembra Capitan Cocoricò mentre l'orrida Clitennestra è un clone di Wanda Osiris, peccato.
L'esecuzione musicale è stata più che buona da parte dell'orchestra dell'Opera di Roma ma la concertazione di Soltesz, al di là della ammirevole correttezza secondo me non è andata. Troppi i clangori incontrollati, troppi boati alternati a pianissimi di dubbia consistenza. Una maggior omogeneità nel gioco coloristico voluto da Strauss avrebbe giovato di più. Direi anche un maggior abbandono e non è escluso che ciò avvenga nelle repliche.
Le voci. Elektra è una donna minuta e somigliante a Christina Ricci quando faceva la bambina terribile della Famiglia Addams, il soprano Eva Johansson: una voce molto grande e squillante , che però alterna suoni fissi e non intonatissimi con ampie oscillazioni sugli acuti. Tuttavia la recitazione magnifica, da vera isterica manicomiale qual è Elektra di Strauss, riscatta ogni menda vocale . Si consideri anche la parte incredibilmente difficile e sede di terribili esecuzioni , seppur illustri. L'anziana gloriosa Felicity Palmer, quarant'anni di carriera prima come soprano ora come mezzosoprano, trionfa su tutti per il perfetto connubio tra vocalità e interpretazione, senza strafare, con classe assoluta. Buoni l'Egisto di Wolfgang Schmidt e l'Oreste di Alejandro Buhrmester: funzionali ai loro ruoli, corretti , senza punte di particolare eccellenza. Brava come attrice ma inadeguata vocalmente il soprano Melanie Diener, che come Crisotemide aveva ogni acuto "indietro" con l'efffetto di scomparire sotto i flutti orchestrali, fino alla perla nera della serata che è stato il suo calantissimo si naturale acuto al termine della grande frase "Ich muss bei meinem Bruder stehn" , qui riportata:
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