CENERENTOLA Andermann-Verdone: FAMOLA STRANA!
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Martedì 08 Maggio 2012 21:38

                                                      cenerentola

 

 

Siamo abituati  ormai alle  trovate  di Andrea  Andermann, senza le  quali,

diciamolo in modo  chiaro....il mondo operistico sarebbe  decisamente  più 

vuoto  e  noioso.

Arriva  dunque  la  tanto vagheggiata  "Cenerentola"  di Rossini  , che 

sbarca  su  RaiUno  nei  primi  giorni di  giugno, tra circa un mese. Location

la meravigliosa  reggia  di Stupinigi a  Torino.

                                                         cenerentola__2


Andermann  mantiene il più stretto riserbo sul cast, lasciandosi solo sfuggire 

il nome  di Ruggiero Raimondi  come  Don Magnifico  e  presentando alla

conferenza  stampa  il maestro  Gianluigi Gelmetti, che  per la  prima  volta 

sale  sul podio che  fu  fino ad  ora  di assoluto appannaggio di Zubin Mehta.

Tuttavia, siamo riusciti a sapere qualcosa  di  più:

                                                             kemolidze


  Cenerentola, Angelina, è Ketevan Kemoklidze , un'altra  beltade  proveniente

dalla Georgia , attualmente il paese  produttore  principe delle  più importanti

vocalità  liriche nel mondo. Sarà  stato Domingo a  raccomandarla  all'amico

Andermann?  Facile sospettarlo, considerando  che tra i prestigiosi  concorsi 

vinti dalla  bellissima  Ketevan  c'è  proprio il dominghiano Operalia.In appena 

10 anni di carriera la  Kemolidze  ha  già praticamente cantato in tutti i più

importanti  del mondo,partecipando anche  a  un film  di Carlos  Saura,

Don Giovanni.

                                       rocha          

Uruguayano  è  Don Ramiro, il tenore Edgardo Rocha , che  ha  studiato  con

Salvatore Fisichella, Rockwell Blake e Alessandro  Corbelli. Lo si  è  visto e

ascoltato a  Martinafranca  nel  2010 , quando  fu protagonista  dell'impervio 

GIanni di Parigi.

Due  validi rossiniani  come Lorenzo Regazzo  e  Simone Alberghini  sono

rispettivamente  Alidoro e Dandini.

Dalle prime indiscrezioni apprendiamo  che sono  molti  i tagli ,  tra

cui  purtroppo  il duetto Dandini- Magnifico e  l'aria  "Sia qualunque delle

figlie" , due momenti  musicali molto importanti  e che -risparmiando la  voce 

all'ormai ritiratosi  Ba Bau-  lasciano  spazio all'inserimento  delle danze tratte 

dall' Armida per una grande scena   di  ballo, certamente  più televisiva (Milly

Carlucci docet).

Verdone  avrà il suo bel da  fare, soprattutto per risolvere  il terribile 

problema  dei recitativi  (quelli sì  anti- televisivi), che  rischiano di

far cambiare canale a  un bel  pò di utenti. Pare che  saranno  utilizzati

anche i cartoni animati...insomma....FAMOLA STRANA.

Vi terremo aggiornati....

 

                                            carlo-verdone-sdg




Nuove e più terrificanti (?) notizie dal "fronte" torinese in

cui sta per consumarsi l'immolazione di "Cenerentola"

già ribattezzata  "CenerAntola" .

 

TAGLIATI VIA TUTTI I RECITATIVI. Ebbene sì....la bomba era nell'aria ,

diciamo pure "inevitabile" considerando il target e le esigenze di una simile

folle impresa.

Scandalo? Vituperio? Non so. Certo è che i recitativi avrebbero letteralmente

ucciso la già periclitante audience , in un paese assuefatto ormai ai Grandi

Fratelli & C.


Ora la vicenda non ha più ne capo né coda, e Verdone avrà campo libero per

scatenare la sua fantasia e venire incontro alle esigenze del cosiddetto

"grande pubblico".

E Gossett in tutto ciò? E Gelmetti?? Secondo me saranno giustamente

massacrati. Da noi, da quelli come noi. Per loro fortuna siamo pochi, ma

rumorosi. E' il prezzo da pagare per la loro scrittura, che suppongo

mediamente cospicua.

 

In questo momento vi sono due Cenerentole in ballo: la Kemolidze e una

giovane ucraina (ormai impazzano) più brava di lei...dicono. Chi sarà l'eletta?

Non si sa....ma tanto...."Questa o quella...."

Comunque vada sarà un successo?

 

 
TRAVIATA a Loggione, Canale5 , 3\5\2012
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Domenica 06 Maggio 2012 16:18

 

Loggione, Canale 5,  condotto  da  Vittorio Testa,  dedica  due 

puntate alla Traviata  di Verdi andata in scena  a Salerno il 22  \4\2012

 

Ecco il link della prima puntata  (5\\5\2012):


   http://www.video.mediaset.it/video/loggione/full/300429/puntata-del-5-maggio.html


                                             e  su  youtube:  

 

 

                 

 

 

 

                 

 

 


                     TRAVIATA__AGRESTA__addio_del_passato     

 

                           Il soprano Maria  Agresta  (Violetta) 

   

 

 

 

 

 
OPERA BURLESQUE: cronache dal Metropolitan di New York
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Martedì 01 Maggio 2012 20:04

Se da noi si piange...a  New  York si ride!

 

 

                             risata

 

Dalla nostra inviata speciale a New York, Lilian Bernheimer.

 

La prima cosa che noti passeggiando per le vie affollate della Grande Mela è

l'inconfondibile effluvio di patatine fritte. E' un olezzo che senti ovunque, nei

bar, nei ristoranti certo, ma anche lungo Central Park, nel foyer del

Metropolitan: persino allo Zoo, dove sarebbero gli animali ad avere la meglio

sulla frittura. Niente: le chips imperano. E con il fritto il sovrappeso degli

abitanti che ne abusano quotidianamente. Al Metropolitan si assiste a una

strana passerella: la fila dei ciccioni che si avvia in teatro scortata dal

personale, in sedia a rotelle. Poi, giunti sulla soglia dell'ingresso in platea, il

miracolo: i colossi si alzano, novelli Lazzaro, e raggiungono barcollando i loro

posti.

                              ciccioni_neri

Le signore, rigorosamente impellicciate e senza calze, si presentano

abbastanza eleganti e con borsette e scarpe firmate. Non tardano però a

restare scalze e più di qualcuna, accavallando le gambe sulle ginocchia

dell'accompagnatore, si fa massaggiare i pieducci durante “Recondita

armonia” o “Di provenza”..., come fossero tranquille nel salotto di casa.

Singolare che nei bagni del Met la coda non la facciano le donne ma

soprattutto gli uomini: di solito avviene il contrario in Germania ma anche nei

nostri teatri. Chissà perché.

La principale caratteristica del maggior teatro americano è il fatto che tutti

ridano, in continuazione e nei punti più impensabili. Complici i sovratitoli, che

gli americani leggono avidamente, le esplosioni di ilarità colpiscono il Don

Giovanni di Mozart (le entrate di Donna Elvira, immancabili) quanto Verdi,

Bellini, Donizetti , Puccini (“Ma falle gli occhi neri”...giù risate) e persino

Wagner. Nella Walchiria che sta andando in scena in questi giorni un boato di

risa inconsulte accompagna la celebre Cavalcata, meglio che per le comiche

di Stanlio e Ollio.

Una gigantesca Fricka, Stephanie Blythe,  viene collocata su un trono e da

quello non può, non deve spostarsi, essendo una signora che supera i 200

chili: non appena la poveretta si erge faticosamente per emettere un acuto

impegnativo ecco esplodere implacabile la risata di tutto il Met, prima che la

ingombrante artista torni seduta.

                                           stephanie_blythe2

 

In Traviata entra il padre nella festa di Flora e redarguisce Alfredo :”Disprezzo

degno, sé stesso rende, chi pur nell'ira la donna offende”. Non basta

nemmeno l'adorato divo Hvorostovsky a placare

l'ilarità nervosa degli astanti: alla frase “dov'è mio figlio, più non lo vedo”

ripartono le risatazze. Povero Verdi, poveri noi.


Mario Del Monaco abbandonò sdegnato il Met nel 1959, quand'era in auge,

dicendo che l'America avrebbe rovinato l'Europa. Fu buon profeta.

 

Al Metropolitan si assiste oggi al singolare fenomeno che potremmo definire

“dell'immolazione delle voci”, soprattutto quelle molto sostenute dal battage

pubblicitario.

                                           dessay_traviata    

 

Natalie Dessay, un tempo stella luminosa e svettante, non

riesce oggi a chiudere il primo atto di Traviata in modo decoroso: la voce ,

stremata, inizia a scomparire già dopo una ventina di minuti dall'apertura di

sipario (effetto del cortisone a corto raggio?) e la recita prosegue tra afonìe e

improvvisi abbandoni. Nel II atto subentra la Hong, un soprano che da circa

vent'anni sostituisce al volo le colleghe defezionarie. Lei, in compenso, sta

sempre bene e riesce persino a mostrare un bel paio di gambe col vestitino

rosso di Violetta Valéry.

                             traviata_hong

Ma i malati, veri o immaginari, abbondano, si è detto: quando c'è Walchiria si

ammala puntualmente Kaufmann, il tenore del momento, sostituito all'ultimo

istante dal marito del soprano Westbroeck. “Siate clementi e sostenetelo

qualunque cosa faccia!” implora Peter Gelb, il general manager del Met al

pubblico, “ Era qui come turista ....”. Il pubblico applaude ma...ricordate: se

siete a New York in gita turistica, non dimenticate di ripassarvi la Walchiria!

 

                                      walchiria_met_terfel

Applausi trionfali per il tenore Piotr Beczala in Manon, al baritono Bryn Terfel

come Wotan,a Dimitri Hvorostovsky, forse il più amato di tutti, persino più

della Netrebko.

 

Il maestro Luisi fa il suo ingresso in buca per Walchiria e ha una convinta

ovazione. Entra per il II atto e gli applausi si sono notevolmente ridotti, al III

atto sono pochi applausi di cortesia: troppe imprecisioni nei vari reparti, troppi

attacchi sporchi, troppa confusione all'inizio del II atto,

a un certo punto l'orchestra sembrava entrare a canone, evidentemente

poche letture e prove raffazzonate. Peccato per il maestro italiano.


Mentre durante i lunghi intervalli si consumano tramezzini e si improvvisano

picnic in sala, nel foyer si possono ammirare le foto degli interpreti in ordine

rigorosamente alfabetico. Grande cavolata, l'ennesima: col risultato di vedere

in basso ad altezza d'uomo i comprimari che iniziano con la A e magari

Pavarotti confinato in alto, quasi invisibile.

Per Domingo invece una intera cappella, interamente consacrata alle sue

diecimila battaglie.

 

                              domingo_nettuno

 

 

 

 

 
Veriano Luchetti, ricordo di un grande tenore.
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Lunedì 23 Aprile 2012 17:22

                                

 

Vorrei, con infinita tristezza, ricordare la figura del tenore Veriano Luchetti , scomparso stanotte all'età di 73 anni, e  che è stato  uno dei miei tenori preferiti. Direi anzi il primo che mi abbia davvero entusiasmato a teatro, quando ho iniziato a fare la fila per i posti in loggione. Aveva una voce molto voluminosa e schietta nella dizione, con una generosità nel cantare che corrispondeva perfettamente alla generosità della persona.

                                          luchetti2

Veriano iniziò ad affermarsi dopo una strepitosa e rara “Africana” di Meyerbeer, eseguita sotto la bacchetta di Muti nel 1971 a Firenze: da quel momento divenne il tenore prediletto del famoso direttore d'orchestra, per almeno un ventennio. Cadde in disgrazia quando “osò” accettare di cantare a Bologna i Vespri siciliani sotto la bacchetta di Chailly, una scrittura che Muti vide come un affronto personale dopo che la parte era stata accuratamente preparata con lui , sempre al Maggio, qualche anno prima. Ma la carriera di Veriano Luchetti, nonostante la concomitante presenza di nomi eccezionali (Pavarotti, Domingo, Carreras, Aragall, in primis, ma ancora Bergonzi, Kraus,Bonisolli, Giacomini, Merighi, Cecchele....e chi più ne ha più ne metta) svettò verso mete eccezionali, tra cui il Macbeth e il Simon Boccanegra alla Scala con l'abbinata Abbado-Strehler , che restano le sue migliori affermazioni insieme a una vera e propria specializzazione come tenore del Requiem di Verdi.

 

                    

Grazie alla qualità superiore della sua natura vocale, Luchetti poté spaziare da Cherubini ,Donizetti a Verdi e Puccini, includendo tra i suoi personaggi un eccellente Don José, cantato spesso con la Horne come Carmen.

Signori miei, che voce in teatro! Squillante, morbida, perfetta nella scansione degli accenti,dai fiati lunghissimi,  con una caratteristica “e” schiacciata e con un falsettone prodigioso, dolcissimo, che ricordava Gigli.

                      

Come persona era il classico bonaccione , con la battuta pronta e quel tipo di ironìa tipicamente laziale (era nato a Tuscania, in provincia di Viterbo). Una volta a Verona, cantando Calaf con Grace Bumbry nella parte di Turandot, gli chiesi: “Veriano, ma come hanno truccato la Bumbry (nera come il carbone) da principessa cinese?”. E lui subito: “ Aoh, è entrata in camerino pareva un tartufo de Norcia....è uscita truccata...pareva na' trota 'nfarinata!”.

                       

Coppia fissa e inossidabile con il soprano Mietta Sighele (alla quale va il mio abbraccio e la mia partecipazione a questo indicibile lutto). Insieme hanno cantato centinaia e centinaia di recite (Mietta le chiamava “le mille battaglie”) e seguire i loro ricordi a tavola o nel salotto della bellissima villa a Riano poteva farti rischiare l'infarto per le risate. Ce n'era per tutti, ma sempre con bonomìa e senza acredine alcuna. Indimenticabile lo scambio di battute tra Mietta e Veriano dopo un Requiem di Verdi che il tenore cantò a Montecarlo con la Ricciarelli. “Veria', com'ha cantato la Katia?” , e lui “Mie'...na' favola!”. “E il Libera me domine?” , e lui “Na' meraviglia, un trionfo” , “ E il si bemolle?” fa lei satanica e lui, dopo una brevissima pausa...”Un urlo belluino!”.

Negli ultimi anni, dopo il ritiro dalle scene, si erano dedicati all'insegnamento e ai Corsi di Riva del Garda, con la stessa dedizione e l'entusiasmo di quando erano in carriera. Qualche anno fa Veriano fu colto da un brutto ictus, che stava per spedirlo anzitempo all'altro mondo. Un giorno mi telefonò e disse: “A Eri', non so' ancora rincojonito...e prima che ciò avvenga vorrei che tu mi trovassi la Lucia con la Sutherland, fu una bella recita, tu ce l'hai completa?”. Io non la possedevo, solo il duetto e la scena finale. “Vabbe'...portame quella, è una buona occasione per vedersi...”. Come spesso capita quell'occasione non venne più.

 

                    

 


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