Un Barbier di qualità al Verdi di Trieste
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Domenica 25 Novembre 2012 08:52

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Grande festa al Teatro Verdi di Trieste in occasione della prima di “Barbiere di Siviglia” , musica di Gioachino Rossini, nell'allestimento in coproduzione con l'Opera di Roma , regìa di Ruggero Cappuccio, scene di Carlo Savi e costumi di Carlo Poggioli. Uno spettacolo vivido, colorato, semplice nell'impostazione a pannelli scorrevoli, lineare e diremmo pure essenziale, che lasciava largo spazio all'improvvisazione divertita di un cast davvero eccellente: Roberto De Candia quale corpulento e autorevole Figaro, uno scatenato Paolo Bordogna come Don Bartolo, la nobile Daniela Barcellona, in tutta la sua imponenza scenica e vocale, un brillante e musicalissimo Antonino Siragusa nei panni del Conte di Almaviva, Marco Vinco come Don Basilio, e per i personaggi minori la Berta di Rita Cammarano, Christian Starinieri come Fiorello e l'Ufficiale di Ivo Federico.

La direzione di Corrado Rovaris ha garantito un assetto molto controllato , dai tempi calibrati sulle possibilità e sulle capacità dei singoli interpreti, senza rinunciare al brio rossiniano e con tutti i tagli aperti, compresi quei recitativi che in effetti spiegano la “folle journée” .

 

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                               (Barbiere  di  Siviglia, Opera  di  Roma, regìa:R.Cappuccio)

Si diceva uno spettacolo semplice nel suo impianto scenico ma per contro molto dettagliato nell'azione : i vari personaggi cantavano, ballavano, venivano commentati da un'azione mimica continua gestita da un gruppo di attori molto bravi, funambolici, forse un po' troppo invadenti durante un paio di scene (il duetto Figaro-Conte e Rosina- Figaro, per esempio, in cui scimmiottavano e commentavano ciò che in fondo già veniva esplicitato benissimo dai solisti). Di Cappuccio apprezzo molto il gusto nel gioco dei colori, tra luci e costumi (bellissimi , bisogna sottolineare), che rievocano le maioliche napoletane e soprattutto le porcellane di Capodimonte, tra azzurrini, rosa antichizzati, gialli tenui, bianco nelle varie gradazioni.

Liberi di fare “teatro”, anche aggiungendo alcune classiche gag di tradizione, i solisti si sono scatenati, trascinati in quella che si è subito manifestata come una gara di bravura. A essere pignoli, come sempre accade in questi casi, la fibrillazione e il “laissez-faire, laissez-passer” non sempre hanno mantenuto il filo dell'azione e quello musicale negli argini. Ogni tanto si debordava volentieri: Paolo Bordogna ha trasformato i recitativi secchi in grandi frasi in stile verdiano, allungando le note e caricandole, fino all'apnea di “Son qua, sooooon qua” nella Scena della Barba, tenuta fino all'esaurimento del fiato. Un vero tornado il Don Bartolo di Bordogna, persino con variazioni e puntature acute nel già difficile sillabato dell'Aria “A un dottor della mia sorte”. Diciamo un Don Bartolo giovane e baldanzoso, alla faccia del “vecchio tutore” tradizionalmente previsto. Il Figaro di De Candia era sullo stesso filone, leggermente più trattenuto, con una possente cavatina “Largo al factotum” , salutata da grandi applausi.

Daniela Barcellona , abituata ai grandi ruoli 'en travesti' rossiniani, è entrata con classe nel grande tourbillon, divertendosi e giocando soprattutto nel II atto. La cavatina di Rosina l'ha messa un po' in soggezione, tant'è che il si naturale acuto alla fine non è risultato vincente. Ma si è ripresa subito , forte di una esperienza di palcoscenico che in questi casi paga.

Un vero trionfo per Antonino Siragusa che possiede una grazia e una musicalità tali, da far dimenticare qualche suono “bianco” di troppo e qualche acuto schiacciato nel naso. Il suo Conte si allontana dal modello aulico ed elegante del nobile hidalgo, e si avvicina piuttosto a una maschera buffa, ma sempre rispettando le note e le agilità vorticose , soprattutto nel grande Rondò finale “Cessa di più resistere”, risolto con straordinaria bravura.

Più debole il Don Basilio di Marco Vinco, scenicamente interessante ma vocalmente meno a fuoco degli altri buffi.

Brave le seconde parti e il Coro diretto da Paolo Vero, preciso e sonoro nei suoi interventi.

In un solo anno il nuovo sovrintendente, Claudio Orazi, è riuscito nell'impresa di rilanciare e restituire credibilità a uno dei più bei teatri d'Italia e sicuramente, oggi, il teatro dalla migliore acustica. Il premio è giunto dal pubblico triestino, che alla fine dello spettacolo ha tributato un grandissimo successo alla serata, con lunghi applausi scanditi.


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                   (Barbiere  di  Siviglia, a  destra:P.Bordogna, Opera di Roma)

 
René Jacobs e il Flauto tragico
Recensioni
Giovedì 22 Novembre 2012 17:38

                     jacobs_mozart

 

Di recente, confesso, ascoltando  parecchie  incisioni , mi ero riconciliato abbastanza (non del tutto) con gli strumenti cosiddetti “originali” (perchè originali non sono, si sappia, essendo costruiti oggi, con vernici attuali, legni attuali e corde attuali). Talune esecuzioni a opera di complessi formati da ottimi musicisti e guidati da altrettanto preparati maestri mi avevano  convinto, sia per la brillantezza e la vivacità delle concertazioni, sia per lo scupolo belcantistico di molti interpreti, magari non dotati di mezzi eccezionali ma stilisticamente preparati , in grado di ricreare esecuzioni teatrali. Ieri sera , all'auditorium di S. Cecilia, ascoltando il Flauto magico diretto da René Jacobs e dal suo gruppo “Akademie fuer Alte Musik Berlin” , ho capito il perchè di quella riconciliazione: tutto merito dei dischi.

 

                     jacobs_orchestra2

Nei dischi questi gruppi sono intonati, precisi e la  confezione garantisce  una  qualità, se  non proprio entusiasmante, per  lo meno  curata. L'intonazione è dovuta alla postproduzione dei dischi medesimi: grazie a raffinatissimi softwares e alla presenza di eccezionali tecnici del suono, anzi “architetti del suono”, ogni minima sfasatura viene magicamente riaggiustata. Prodotti di laboratorio, ed è anche giusto che sia così perchè , in quanto dischi, vanno ai posteri.

Ma l'ardua sentenza tocca a chi segue questi gruppi dal vivo, non ai posteri. E la sentenza è di assoluta condanna, per quanto mi riguarda.

Quello che ieri sera ho ascoltato (e che il pubblico di Radio3 ha potuto ascoltare in diretta) non era il Flauto magico di Mozart, ma un disperato tentativo di imitarlo: un tragico festino fatto di stonature a rotta di collo, dai primi accordi all'ultimo del capolavoro mozartiano.

La brutta piega che avrebbe preso la serata si è vista fin dall'ingresso, sciatto e trasandato, degli ilari orchestrali berlinesi: quando mai si è visto, se non nelle  sagre paesane, che alcuni membri della compagine impegnata in un sì importante evento si presentino sul palco alla spicciolata, voltando le spalle al pubblico, parlottando e ridacchiando ben prima che gli applausi di rito ne salutino l'ingresso? Nemmeno una banda all'Oktoberfest.

Formalità...direte voi. Sì. È vero. Ma a questo punto divento anche formalista, soprattutto quando assisto al trionfo di una compagine che   tanto è  misera nella forma quanto nei contenuti musicali.

 

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Intendiamoci. René Jacobs , a  furia  di dischi e  concerti, il fatto suo ormai lo sa. La sua concertazione, piena di stravaganti invenzioni ritmiche e volutamente “burlona” (le 3 Dame trasformate in tre soubrettes da operetta, per esempio, o il Monostatos isteroide) potrebbe anche passare, se si considera un Mozart alla Milos Forman, sufficientemente brioso e dal tono divertito. Non è una concertazione che annoia , in questo senso. Non  sono del  tutto  d'accordo  nel  far  pendere  l'ago della  bilancia  dalla  parte  di un Flauto magico  giocoso  più  che  pensoso:  sappiamo  bene  che  è  l'uno e l'altro, però  è  una  scelta  e  va rispettata  come  tale. Jacobs  in questo  è  stato coerente  e  ha  giocato  con il suo gruppo.

Il problema principale è l'intonazione , perennemente calante, dell'ensemble , caratterizzato da un quartetto d'archi dal suono secco, segaligno, e da insopportabili spernacchiate dei corni naturali. Una signora collocata in alto a sinistra fungeva da rumorista, come nei vecchi sceneggiati radiofonici: un cicalino in bocca ed ecco gli uccellini di Papageno, un colpo a destra su una lamiera ed ecco i tuoni della Regina della Notte. Tenero e patetico al tempo stesso.

Non parliamo poi dell'agitatissimo professore addetto a tempestare il timpano, o quel che era (troppo simile ai tamburi rituali di certe tribù africane) e al cosiddetto fortepiano, che quando entrava in ballo pareva una chitarra scordata.

Vi lascio immaginare la mitica Ouverture cosa è diventata: una burla.

Si sperava nelle voci ma per una sorta di sinistra, macabra solidarietà, il cast vocale si è perfettamente adeguato allo smandolinamento di una simile orchestra . Nella parte di Tamino un tenore che sembrava il prodotto di un impossibile incrocio tra il sindaco di Torino, Fassino, e il tenore Ian Bostridge, dotato di una vocina esile e informe, priva di un qualsivoglia suono appoggiato. Ora, mi si dirà: Mozart non è Verdi. Grazie, lo so. Ma Mozart va cantato, lo stesso e possibilmente senza farsi coprire da un'orchestra di zanzare, per di più. Il signor Topi Lethippu, così si chiama il prode interprete, non è stato in grado di sostenere sul fiato nemmeno una frase, per sbaglio. Con il risultato di regalare un Tamino bianco, lavato in varecchina, con falsetti calanti distribuiti ogni qual volta la voce doveva superare un fa acuto. Una vera pena. Inoltre, una pronuncia tedesca da paura, diciamo pure indecente. Data la qualità della sua intonazione, suppongo e spero  che il “Diapason d'oro” vinto nel 2010, abbia una valenza ironica.

 

Miah Persson, graziosa svedesina, era Pamina. Il suo curriculum è su per giù quello che ebbe a suo tempo Margaret Price, con una unica differenza: la Price sapeva cantare e molto bene, la Persson ...no. Voce ingolata, costretta a gridare sugli acuti e a scomparire nei pianissimi, scomposta nel legato, poco intonata, disordinata.Se  questo  è il  top  che  propone  il mercato....

 

Leggermente meglio il baritono austriaco Daniel Schmutzhard, che per lo meno si è sforzato di configurare un Papageno degno di questo nome, dando spigliatezza e simpatìa al suo personaggio. Peccato che, ogni qual volta doveva salire, la voce andava indietro , inesorabilmente.

Un signore non molto alto parlava con voce bassa: si chiama Marcos Fink. Un basso “parlante” , quando Mozart aveva previsto un basso profondo CANTANTE. Si vede che nella testa di René Jacobs vi è un po' di confusione, forse quella “folie organisée” di cui parlò Stendhal a proposito di Rossini? Non sappiamo.

Veniamo, dulcis in fundo, alla migliore, l'unica cantante in grado di eseguire con proprietà, gusto e voce il suo impervio ruolo: il soprano turco Burcu Uyar. Finalmente, una boccata d'ossigeno: precisa nelle agilità, intonatissima, intensa, con una voce che arrivava ovunque. Piccolini i fa sopracuti, ma è poca cosa rispetto al resto della compagnìa.

 

                             jacobs__3__burcu_uyar B.Uyar


Vorrei tacere i nomi degli altri, compresi quei tre genietti che facevano a gara a chi stonava di più.

Il Coro, formato da signore e signori dotati di voci fisse e a tratti ululanti (vedi finale atto I) faceva pensare alle allegre combriccole che si radunano a Monaco  muniti di birra e salsicce.

Uscendo dalla sala, piuttosto disgustato (lo ammetto), ho detto a voce alta: “Ma per una nota intonata bisognava pagare un supplemento.”? Alcune  persone  hanno annuito, sorridendo. Ma  allora  perchè  li avete applauditi???

Duole dire che si trattava della prima esecuzione integrale del Flauto magico nella storia dei concerti di S. Cecilia . Ma non era meglio utilizzare la splendida compagine dell'Accademia, Coro e Orchestra, magari diretti da Pappano e con voci vere? No?!?

 
2013: il salto nel voto
News
Domenica 04 Novembre 2012 09:46

                       italia_crisi1 

 

Non credo vi sia un solo cittadino di questo paese che non abbia finalmente

scoperto che l'Italia è un covo di ladri e di grassatori. Troppo comodo e

troppo facile attaccarci a valori che appartengono, ormai, a un lontanissimo

passato. Più che valori direi luoghi comuni: il paese del Sole, la culla del

Belcanto, museo a cielo aperto, il mare, la buona cucina, il paese

dell'Amore....e altre amenità del genere.

L'Italia si è palesata, grazie ai suoi governanti e a molti suoi abitanti che li

hanno eletti , il paese che realmente è: una terra ricca e sfruttata, popolata

da gente fondamentalmente umile e allegramente ignorante, in fondo buona

e generosa, ma dominata da una classe politica (definita CASTA dai più

attenti studiosi della materia ) che ha scelto la strada più diretta e più

comoda per salassare le casse dello Stato: RUBARE.

 

               italia_crisi_poltici_ladri

Intendiamoci: l'italiano medio, quello fotografato impietosamente dai più

geniali cronisti che abbiamo mai avuto, Totò e Alberto Sordi, è

fondamentalmente mariuolo, caratteristica derivante dall'atavico problema di

doversi arrangiare, difendere da invasori esterni, da speculatori e da

colonizzatori, siano essi arabi,normanni, americani, cinesi, tedeschi e via

discorrendo.

Ce la siamo sempre cavata, grazie a una intelligenza vivida e brillante

presente nel nostro DNA, certamente superiore a quella di molte altre

popolazioni tendenzialmente più “ottuse” e meno duttili; ci siamo barricati

dietro alla satira e all'ironia, che ha origini antichissime, e che oggi è

defunta, semplicemente perchè non c'è miglior satira della semplice

cronaca, dell'attualità. Quale autore, quale comico avrebbe mai potuto

inventare storie come quelle del signor Fiorito, di Di Pietro, personaggi

leggendari come Berlusconi, Prodi, maschere come quelle di Fassino, roba

da far impallidire Zalamort e Valentin le Désossé, come Matteo Renzi, che

annulla Stenterello e Benigni, ma aggiungerei Rutelli,Lusi, prima ladro poi

penitente in convento, figure sinistre come quelle di Buttiglione,

Casini,Vendola,Cicchitto, Fini  e  la  sua ghenga di sfigati, e aggiungiamo

D'Alema, che percepiscono incredibili compensi (loro e la loro corte al

seguito) senza fondamentalmente compiere alcun lavoro, se non quello di

scaldare gli scranni di Montecitorio o di qualche incauta Università che li

ospita per improbabili “lezioni”. Lezioni di cosa? Arte del Raggiro? La Truffa

in 12 mosse? Dispense del Nulla?

                   italia_crisi2__monti_santo

Il teatrino della politica italiana , figlio della Commedia dell'Arte ma

soprattutto dell'Avanspettacolo, ha offerto nei secoli memorabili siparietti,

sempre ed esclusivamente a danno dei cosiddetti “onesti cittadini” , termine

che vuole nasconderne un altro, più crudo e diretto: a danno dei fessi. Già,

perchè in Italia chi non ruba è considerato un fesso, né più né meno.

Ora qualcosa ha scombinato le carte, qualcosa di quasi imprevedibile. Un

comico.

 

                   italia_crisi_grillo

 

Beppe Grillo ha iniziato a tuonare dal suo blog per poche decine di lettori,

oggi rappresenta in Sicilia il primo partito e rischia, se la legge elettorale lo

aiuterà, di diventare il più votato candidato premier alle elezioni che si

terranno nel 2013. Grillo Presidente del Consiglio? E perchè no. A Palazzo

Chigi abbiamo avuto varietà assai più pittoreschi e stravaganti. Grillo rischia

quasi di apparire sobrio,a confronto. Dicono che cavalca il malcontento,i

malumori, il qualunquismo, l'antipolitica. Ma certamente: è così. Ma c'è

davvero qualcuno che è contento di far parte del paese più tassato al

mondo, quindi di versare oltre la metà di ciò che guadagna per avere in

cambio la monnezza sulle strade, servizi ospedalieri da quinto mondo,

autobus e metropolitane alla Stanlio e Ollio, per non parlare di un argomento

che mi sta particolarmente a cuore, cioè il massacro che stanno subendo i

nostri beni culturali, in primis i teatri d'Opera ? Meglio non aprire qui un

nuovo capitolo sullo stato e sulle modalità che regolano le nostre fondazioni

teatrali e concertistiche, anche queste salassate da cricche indecenti e da

personaggi che superano di gran lunga la soglia del puro banditismo.

Esiste un solo italiano, se  non totalmente sprovveduto, che possa difendere

il valore truffaldino  dell'Euro, la moneta  lascia  e raddoppia (le spese)?

Esiste  un solo italiano  che  possa  sostenere  con assoluta  convinzione

(se non lobotomizzato  dal  bombardamento mediatico) la  valenza di

un governo  tecnico  guidato  da  pupazzi manovrati  dalle  banche  e  dai

peggiori speculatori esistenti al  mondo?

 

            italia_cris4_monti_banche

 

Si  può mai tollerare una tassazione vessatoria  quando la recessione

galoppa, la disoccupazione giovanile (e  non)  è a  livelli mostruosi?

Se un siciliano su due ha scelto di disertare le urne e se ciò accadrà tra sei

mesi in tutta Italia, non si lamenti nessuno. E' un'ovvia e scontata

conseguenza. E se Grillo otterrà la maggioranza dei voti sarà altrettanto

ovvio e scontato: un paese così combinato, governato finora da lugubri

pagliacci, non può che vedere il trionfo di un comico.

 
Cronaca di un trionfo : Madama Butterfly al Teatro Astra di Gozo
News
Venerdì 26 Ottobre 2012 19:12

  Storia semiseria di una

 

  Geisha particolarmente

 

         sfortunata

 

                        

                            Regìa  di  Enrico Stinchelli

        Assistente Capo e vittima sacrificale: Ulduz Ashraf Gandomì

 

 

Partecipano:

 

Cio Cio San: Daniela  Dessì

Pinkerton: Fabio Armiliato

Sharpless: Carlo Guelfi

Suzuki: Olga  Sliepnova

Goro: Cliff Zammit Stevens

Bonzo: Dario  Russo

Kate: Elaine Borg

Assistente-bambinaia: Antonella

 

 

                              DSC_9093

                          

 Sulle rive d'un fiumiciattolo giapponese illuminato

dalla fosforina  

vive  Madama Butterfly    una  ragazza di quindici

anni  che  adora  abbassarsi l'età , per

divertire  le sue  amiche e il pubblico del

Metropolitan  di New  York

 

              butterfly__bella_dess

 

non le crede  nessuno  , ovviamente, salvo  due

signori americani un pò  tonti e alcolizzati,

 

         Butterfly_generale__Armiliato_Guelfi

 

 

uno dei  quali è  un  luogotenente di Marina, esperto

 

in turismo sessuale  e allegramente pedofilo

 

         DSC_7027


 

Assieme  a  Madama Butterfly  vive la  fida  amica

Suzuki, talvolta  chiamata  Vespa  da  Cio Cio San,

Honda  da suo padre  e Kawasaki  da suo  zio

 

       DSC_7117

 

 maniaca  religiosa e facile al  sonno, famosa  per il 

suo  tonante  "Buonanotte!".

Butterfly  sogna di sposare  Pinkerton e questo sogno

si realizza  grazie al mago-truffatore  Goro, un

allievo giapponese  di  Lele Mora, che

organizza  una  clamorosa  messa-in -scena  degna

di  "Invito a  cena  con delitto" :

 

       Butterfly__Goro__Guelfi_Armiliato

 

Il  matrimonio burletta è  sigillato da  un bacio

 

   butterfly__bacio2  butterfly__bacio_bella

 

         

Pinkerton, ottenuto ciò che  voleva e senza  nemmeno

usare  le minime attenzioni del  caso

 

                preservativo

 

 

se ne  va  e raggiunge in America  Kate, una

bonazza ricchissima , cui aveva  giurato  eterno

amore prima  di  partire.

 

     butterfly_note_KATE__ottima

 

Butterfly attende  la  maggiore età  per  votare e

nel frattempo mette al mondo un tenero  pargoletto,

 

       butterflybambino

cui non interessa  nulla  né  del padre, né  della

madre,né di Suzuki,né della musica di Puccini, e che

durante le prove deve essere accudito da  due

assistenti, perchè altrimenti scapperebbe dal teatro

piangendo

             butterfly__prove_antonella_e_james

 

Butterfly  è  certa che Pinkerton  torni  e  infatti,

perchè  l'opera  non debba durare quanto il Parsifal,

ecco rombare il cannone già nel II  atto.

Chi sarà?



               schettino-fotoritocco              


     Ma è  lui!  E'  il Comandante Schettino!?

 

NOO!!!!

 

E'  il comandante Pinkerton  che per completare

l'opera  e lacerare il cuore a  tutti, si presenta  con

moglie a  seguito e Console, il cui compito- come dice

la  parola-  è  quello di  "consolare"  chiunque  gli

capiti a  tiro...

 

            butterfly__guelfi_primo_piano

 

 

Butterfly, dopo un'attesa  interminabile e  l'uscita

dalla sala  di almeno  15  spettatori incontinenti,

vede la moglie  di Pinkerton  e  capisce  tutto, senza

bisogno che Suzuki  debba  aggiungere  altro .

Del resto  cosa  avrebbe potuto  dire? " E Izaghi e

Izanami"  (che non sono  due giocatori  di  Calcio) o

piangere...quindi per evitare inutili ripetizioni  la 

caccia  e decide  di  farla  finita.

 

           butterfly_dess__sola__bella

 

La  cerimonia  Harakiri   è  abbastanza  lunga,

anche 7  ore in certi casi. Ma  esiste una versione

breve  per  donne, Butterfly sceglie la  seconda per

scelte editoriali e  perchè  altre 22 persone

incontinenti  sono scomparse durante  il preludio del

terzo atto.Prima  di uccidersi spedisce il bambino

indietro a  Suzuki. Il bimbo non capisce  più  nulla:

prima  mi manda da  lei, poi lei mi rimanda  da

Suzuki? Ma  saranno un pò  confuse?


Suzuki lo riprende  e se  ne va, stavolta  senza 

dire "Buonanotte!".

 

               butterfly_buonanotte

 

Butterfly  è  un pò  indecisa sul da  farsi, per cui

chiede al regista  di darle una mano  a scegliere

la migliore delle morti possibili: ha inizio una lunga

drammatica  consultazione e alcuni terrificanti

tentativi....

 

     DSC_6905  DSC_6969 DSC_7037


 

Il regista cerca invano di arruffianarsi il bambino,

che non vuol saperne  di  provare...

 

         butterfly__prove_con_james_e_io

Finalmente...dopo svariati  tentativi e  paurosi

cali di zuccheri, Butterfly  muore...il regista

ride perchè sa  che la prova  è  finita..

 

       butterfly_prove_con_daniela_dess__morte

 

Nonostante la  terribile conclusione,accadono alla 

Prima due strani fenomeni. Invece di inorridire di

fronte a  tanto dolore, tanto sangue  sparso e a 

tanto cinismo il  pubblico applaude entusiasticamente

e tutto il cast sfoggia larghi  sorrisi.

Inoltre il regista NON viene fischiato, come

sempre accade, ma  anzi,ottiene un trionfo.

 

   DSC_9062

 

       DSC_9064

 

   Passerà la notte insonne a  chiedersi dove abbia

sbagliato per ottenere un simile,assurdo  e

ingiustificato  successo. La  prossima  volta,

largo ai  cessi  e alle brache calate!

 

         bieito_ballo_in_maschera

                                                                Ballo in maschera (C.Bieito)

 

Butterfly abbraccia  Kate, Sharpless abbraccia

Suzuki, il regista abbraccia  tutti...operando una

attenta e meticolosa  selezione...

 

        butterfly__note__io_con_kate2  DSC_9223

 

 

                

 

Butterfly, finalmente libera  dall'obi pomposo e da

quegli abiti terribilmente opprimenti, si colloca

felice tra  due temibili rivali.

        DSC_9349

 

La  prima, bionda  e  provocante 

 

        DSC_9362

 

 

  la  seconda  più austera  e  tenebrosa

 

         DSC_9370

 

 Dopodiché una  gran cena  di  Gala, a base di

champagne e uova  di storione, alla  presenza  di

alcuni importanti autorità. Posateria  di alta classe,

toilettes impeccabili, candelabri d'argento ma  

nonostante ciò  un clima  sereno e disinvolto, come

fosse una riunione in famiglia.

     DSC_9420

 



  ...e  vissero tutti felici e  contenti!


 

  

 

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(photos  by  U.Ashraf Gandomì)

 


 


 


 


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