Puritani a Firenze, su tutti la Pratt
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Giovedì 29 Gennaio 2015 09:46

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Il Cartellone: OPERA DI FIRENZE - Maggio Musicale Fiorentino
I PURITANI


opera seria in 3 atti di Carlo Pepoli
musica di Vincenzo Bellini

Lord Gualtiero Valton, generale governatore, puritano Gianluca Margheri
Giorgio Valton, colonnello in ritiro, suo fratello, puritano Gianluca Buratto
Lord Arturo Talbo, cavaliero e partigiano degli Stuardi Antonino Siragusa
Riccardo Forth, colonnello, puritano Massimo Cavalletti
Bruno Robertson, ufficiale, puritano Saverio Fiore
Enrichetta di Francia, vedova di Carlo I Rossana Rinaldi Elvira, figlia di Gualtiero Jessica Pratt
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
maestro del Coro Lorenzo Fratini
direttore Matteo Beltrami
regia Fabio Ceresa
scene Tiziano Santi
costumi Giuseppe Palella (2 hrs., 30 min.)

 

 

 

 

Una breve nota sui Puritani di Bellini andati in scena a Firenze, con un cast che ha visto

eccellere il soprano Jessica Pratt, con il tenore Antonino Siragusa come Arturo, il baritono

Massimo Cavalletti come Riccardo e concertata dalla bacchetta del giovane Matteo

Beltrami.

 

 

Mi chiedevo a quale triste sponda sia giunta la cosiddetta Belcanto rénaissance che vide

illo tempore i fasti delle grandi interpretazioni (mi astengo da far nomi per non sembrare

quello che non sono e cioé un melomane nostalgico e pessimista)...ma alcune

considerazioni veloci vanno pur fatte per non apparire per lo meno fessi.

 

Intanto: un giovane maestro, Beltrami, che avevo apprezzato nell'Elisir d'amore qui si

presenta tagliuzzando l'opera come si faceva 60 anni fa e nel 2015 è inaccettabile. Inoltre

stacca un tempo di tarantella, non so se per sembrare brillante e dinamico o per imitare

chi, che non abbandona per tutto lo spettacolo. Bellini non è il Donizetti delle opere

comiche, non è Rossini e i Puritani non sono una farsa, sarà bene specificarlo. L'effetto

era, spiace dirlo, di una festa di paese in cui ogni personaggio appariva come una

macchietta dai tratti isterici, totalmente non plausibili rispetto al libretto.

 

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In questa sagra è emersa la sola Jessica Pratt che ha lottato con eroismo portando a

casa un ottimo risultato vocale, rifacendosi ai soprani di coloratura liberty , al gusto

tetrazziniano delle variazioni pirotecniche e strappando applausi convinti e giustamente

entusiasti.

 

Antonino Siragusa è un ottimo tenore in altro repertorio, un simpaticissimo Conte

d'Almaviva in Barbiere nonostante il timbro un po' sbiancato e a volte petulante. Gli acuti

e i sopracuti sono sicuri, anche se non ha il fa prescritto dall'autore, ma lo trovo

completamente fuori posto stilisticamente, confondendo Egli Bellini con Cimarosa. Arturo

non è Paolino ,  è il prototipo del tenore romantico, parte affidata a tutte le più belle e

grandi voci che abbia mai avuto l'opera italiana: francamente  la  prestazione, soprattutto

per   l'entrata  infelice  di   A te o cara ,  ha  impedito a   Siragusa  di  risultare

l'eroe  voluto da  Bellini. Vincenti mi sono  parsi  gli acuti  nel duetto  del  terzo

atto,  ma non può  bastare.

 

 

Il baritono Cavalletti non mi è parso a suo agio nelle agilità previste dalla parte, ha

sparato un buon sol alla fine della sua cabaletta ma è andato a picco nel duettone con

Giorgio Walton, lanciando un grido di Tarzan in luogo del la bemolle di prammatica.

 

Il basso Buratto ha gravi problemi di fonazione, legati a un uso non corretto del fiato, con

frequenti suoni poco appoggiati e pericolosi slittamenti di intonazione.

 

Sorvolerei tutto il resto.

 

Mi chiedo nuovamente: Belcanto rénaissance al termine del suo percorso? Iniziamo a

parlare di Belcanto décadence? O scelte confuse da parte delle direzioni artistiche? Io di

voci ne ascolto a centinaia nel corso di audizioni in tutto il mondo e posso garantire che

ve ne sono a iosa. Osare un po' di più? Ascoltare meglio? Uscire dai soliti schemi? Forse

sarebbe il caso.

Riguardo lo spettacolo non mi pronuncio non avendolo  visto né  potendolo giudicare

dalle  lugubri e  luttuose  immagini.

 

 

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La schiaviTIVVU' che rincoglionisce
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Mercoledì 28 Gennaio 2015 16:29

                                                   italia_a_picco

Non so se ve ne stiate rendendo conto, ma siamo immersi – soprattutto noi italiani- in un

magma abbastanza putrido fatto di menzogne, oscenità e propagande ignobili. Questa

melassa maleodorante si spande ovunque a velocità supersonica , penetra nelle

coscienze e rende l'italiano medio o mediocre che sìa un perfetto schiavo rincoglionito.

Desidero spiegarmi meglio e in modo più dettagliato per non offendere inutilmente

nessuno.

I veicoli principali sono due: i nostri governanti, soprattutto quelli che contano cioé i

governanti occulti, e i nostri mezzi di comunicazione di massa, Tv in primis, che sono la

diretta emanazione dei governanti.

Mai come adesso si era registrata tanta corruzione, tanti furti e tante truffe da parte di un

popolo già ladro e truffaldino , storicamente, da generazioni. Mai si era avuto un governo

tanto fasullo, formato da non-eletti, gestito da una casta e da un sistema che ha ben

pochi termini di paragone, se non quelli che ci riportano all'India dei Bramini.

                                                  bramini

 

Il balletto

pauroso, quasi un Sabba, che si sta consumando per l'elezione del Presidente della

Repubblica è solo l'ultimo degli esempi: dovremmo elencare, occupando troppe pagine,

le ruberìe, le grassazioni, le vergogne, gli scandali di cui si è macchiata la cosiddetta

“malapolitica” , e la incredibile, ridicola retorica che ha accompagnato le gesta di questi

spaventosi 'italiani'.

 

Inutile cercare di individuare i capi delle cupole occulte, quelli che mandano avanti uno

come Renzi o che decretano la fine del Berlusconi, del Prodi, del Bersani di turno. Non

hanno forse nemmeno una carta d'identità, non hanno un nome, chissà dove si celano, in

quale tana sotterranea o dietro quali mentite spoglie. Sta di fatto che i più impensabili

accadimenti...accadono puntualmente, in barba ai voti, al malcontento, al disagio sociale

sempre più evidente, ormai giunto a superare le soglie del tollerabile.

 

Con l'aiuto decisivo del mezzo più pericoloso che esista, la Tv.

 

                                           tv_spazzatura

 

Mai si era assistito a un livello più basso e sconcertante. La nostra Tv è paragonabile a

una gigantesca pattumiera, dalla quale ogni tanto fanno capolino personaggi e situazioni

che definire rivoltanti è solo un garbatissimo eufemismo.

 

                                  tv3

 

Varata da anni la cosiddetta “Tv del Dolore” che assieme alla “Tv del Sociale” ha fatto più

danni di una guerra , assistiamo inermi e inerti al dilagare di programmi atti soltanto a

rincoglionire un già abbastanza rincoglionito popolo: finti processi con finte coppie in crisi,

finte cucine con finte cuoche improvvisate, novelle Lucrezie Borgia alle prese con

perniciosi intingoli, finti pianti per finte liti con finte conduttrici falsamente apprensive

(penso al cinismo di una Barbara d'Urso o di una Venier, quando si sforzano di piangere

davanti al “caso umano” ), finti giornalisti con finte notizie, finti giovani, finti anziani, finte

maghe e finti dietologi. Più simili a un girone infernale , verso sera, compaiono i vampiri ,

gli adoratori della Sciagura: la Bruzzone, la sexy criminologa , detta “La Morte mi fa bella”

che si diletta nel delitto descrivendo minuziosamente gli strazianti particolari dei più

orrendi crimini. Bruno Vespa, officiatore demoniaco di questi riti nella sua terrificante

“Morta a Morta” , si bea tra i plastici ad ascoltare le supposizioni della bionda

vampiressa  e le diatribe degli avvocati, il tripudio del cinismo più becero e violento.

Morta a Morta andrebbe proibita ai minori e ai deboli di cuore.

 

                                         vespa_avvoltoio


Oltre all'orrida Morta  a  Morta  andrebbe  abolita  l'Informazione...intesa  come

bombardamento  mediatico  a  base di notizie negative  e  ripugnanti,  guerre  per 

le quali non possiamo far  nulla  se  non assistervi, stragi avvenute  e  quindi

irreparabili, morti ammazzati che non possono risorgere,  disgrazie  e disgrazieri

di professione  portatori  di falsi scoop  e  false  informazioni, falsi servizi  confezionati

ad hoc  con soldati e  poliziotti in posa  come  durante  un ciak  cinematografico.

Da  abolire  IN TOTO  il cosiddetto  "Sociale"....ALLA LARGA  DAL  SOCIALE!....

faccio mia  l'invocazione di Carmelo  Bene.  Alla  larga  dal  BUONISMO  e 

soprattutto dal  falso  buonismo, che  è  quanto  di  più  ipocrita  e  cinico  potevano

inventare  i  nostri astuti vessatori.

 

                                    tv4

 

 

C'è poi il profluvio ininterrotto di talk shows. Inaugurato da Maurizio Costanzo, che sfruttò

con abilità il ben noto vezzo italico di straparlare a tutti i costi, la teoria dell' “ognuno dica

la sua” che poi altro non è che “la cazzata a ruota libera”, il talk show è adesso sede di

comizi e di improbabili esibizioni: tra tutti si distinguono i cosiddetti “economisti”, la più

inutile e inconsistente razza presente sulla terra, gli esperti del Pil e del Mibtel , quelli che

devono spiegarti a quanto ammonta il FALSO debito pubblico e quali sono i FALSI indici

della FALSA Borsa. Già , perchè sono tutte chiacchiere, non esiste NULLA di ciò che essi

dicono: “crisi”, “indici “, “quotazioni”, “ depositi”, “prestiti”....tutte parole vuote, buone per

chi ormai è irrimediabilmente rincoglionito. Quando le crisi sono abilmente create a

tavolino PROPRIO per arricchire chi le crea e per impoverire chi le subisce. Inflazioni,

recessioni, deflazioni....parole, chiacchiere, miti, invenzioni.

 

E' così dai tempi dei babilonesi...bisogna andare un po' indietro nel tempo e soprattutto

studiare un po' di quelle antiche , eterne conoscenze che i nostri libri di Storia,

ovviamente, omettono, proprio perchè scritti da coloro che hanno tutto l'interesse a tenere

il popolo all'oscuro e debitamente rincoglionito.

 

Mi occupo di musica e di opere lirica da anni; ritengo sia l'unico prodotto italiano ,

assieme a determinati prodotti alimentari, a non doverci far vergognare nel mondo.

L'inutile lingua italiana, che pochissimi italiani parlano poiché dilagano ormai i dialetti

(avete mai ascoltato una diretta dal Parlamento?O quella formidabile Babele che ha

nome “Uomini & Donne” a Canale 5 , officiata da una satanica De Filippi?) , serve

soltanto per esporre termini musicali e viene conosciuta da impensabili popolazioni

attraverso i libretti d'Opera. Credo sarebbe utile e dignitoso salvaguardare il nostro

patrimonio culturale , così...per non farci soltanto ridere dietro. A quello provvedono gli

altri.

 

                                              italia_stampelle

 


 
Le "memorie" criselefantine di Paolo Isotta
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Domenica 23 Novembre 2014 20:11

                                                         Isotta_virt

 

Ho appena terminato la prima lettura del libro di Paolo Isotta, “La virtù dell'elefante”

(Marsilio Editore) , e ho  già voglia di rileggerlo, cosa che farò a partire da domani.

Non devo spiegare io chi sia l'Autore: uno dei più importanti musicografi italiani di

sempre, ma soprattutto uomo di cultura profonda e di altrettanto profonda sensibilità, che

è cosa diversa da essere semplicemente dotti.

 

Isotta proviene dall'alta borghesia napoletana e questo non trascurabile dettaglio si nota

non solo in ogni pagina, ma direi scorrendo ogni singola riga. Il napoletano “bene” si

distingue, assieme al “signore” palermitano , come una specie a parte: nel mondo

animale parleremmo di Panda o di Ibis crestato. Sono figure permeate da quel sanissimo

distacco dalle contigenze terrene ma allo stesso tempo attentissime a fotografare

inesorabilmente, cinicamente ciò che li circonda loro malgrado. Volano alto , ricercano il

Bello e lo coltivano, scavano nei meandri più inesplorati e fantastici che l'Arte possa

riservare e allo stesso tempo sono vittime e protagonisti di retroscena inattesi e per nulla

angelicati, diremmo pure prosaici. Ecco quindi che nel carosello napoletano offerto da

questa straordinaria, caleidoscopica lettura affiorano figure mitiche ed eccezionalmente

raccontate, come il sommo Pippo Patané, Vincenzo Vitale, Francesco Siciliani, Riccardo

Muti ovviamente (cui il volume pare idealmente dedicato, viste le continue citazioni)

alternati a Totò, Terenzio Gargiulo, Piero Buscaroli, Eduardo, Tiepolo, Tiziano, Caldara,

Virgilio, Oliviero De Fabritiis, Bonaldo Giaiotti, le suore trappiste di Vitorchiano. Sarebbe

impossibile enumerare tutti, tant'è che Isotta stesso, intelligentemente, evita di fornire al

lettore un indice dei nomi, che poi è il sistema migliore per obbligare il medesimo a

leggere tutto il libro con attenzione ulteriore.

 

                                   Patan_direttore

 

Non è solo un libro di memorie. A me pare soprattutto un libro per non perdere memoria

di alcuni fatti e scoprire molte cose che non si vorrebbero sapere né ricordare. Isotta ,

inesorabile, spara a zero contro quella parte della sinistra che per tanti anni si occupò (o

forse “occupò” direttamente) la stanza dei bottoni della Cultura in Italia, quando questa

parola aveva ancora un senso. I suoi obiettivi sono certamente Abbado, Nono, Pollini, i

sindacati , il Sessantotto....Isotta non è  tipo da concerti nelle fabbriche e bisogna

verificare che tali populistici proponimenti , validi forse in un periodo afflitto dai

tesseramenti obbligatori e dalle ideologìe imperanti, hanno oggi portato allo sfascio totale

e addirittura a un capovolgimento delle parti: non è forse Renzi, segretario sulla carta del

PD , il maggior nemico del sindacalismo vecchia maniera? E dov'è finita la Cultura in

Italia, in quali miserandi recessi, quando il Fondo Unico per lo Spettacolo è più che

dimezzato rispetto al passato?

 

                       napoli-golfo

 

Isotta , forte di una prosa chiara e forbita senza essere mai involuta, procede in questo

strepitoso libro come un caterpillar: Mario Bortolotto , definito “genio mancato” in quanto

“il suo stile ampolloso e volutamente oscuro (fa fino) lo rende un personaggio alla fine

comico.” ; Eugenio Scalfari diventa un “personaggio ridevole” capace delle gaffes più

disdicevoli non appena si voglia lanciare in notazioni musicologiche (i “Quartetti” di

Chopin ??!!!), e in tempi recentissimi, le 5 Sonate... Nessuna pietà per coloro che si

fregiano dell'abusato titolo di “Maestro” , pratica in effetti stucchevole in un mondo

popolato da una infinità di maestri d'ogni categoria possibile: “ Riccardo Muti, Alessio

Vlad, Orazio Mula, Francesco Nicolosi, Antonio Florio, Francesco Libetta, Massimo

Biscardi, Nazzareno Carusi, Ciro Visco e io abbiamo deciso di proibire a chiunque di

chiamarci Maestro visto che così si fanno appellare il baritono Bruson, il tenore Cura, un

direttore artistico imposto da Nastasi detto “La donna calva” , il direttore artistico della

Fenice che ha studiato il trombone e il femmenella ex loggionista che ora fa l'agente.”

Irresistibile  la  cronistoria  dello  scontro fisico avvenuto a  Capri  con il musicologo

Giovanni  Carli Ballola, all'epoca  definito  "segretario"  di Francesco  Siciliani: un

vero e  proprio duello  finito a  sputi  e  pedate, che  poi  (forse  Isotta  non ne  è  a

conoscenza)   ispirò  il  figlio di   Maria  Caniglia,  Paolo  Donati , per  la  Cantata

"Il  Ballola  percosso"   , che  vedeva il suo  clou  vocale  nella  frase  "De'  faraglioni

tu  sei la  schiava!".


 

                       santachiarana1

 

La parte più affascinante riguarda la descrizione delle Chiese più belle di Napoli e d'Italia

in generale, lo stupore di fronte al mistero di quelle fenomenali architetture, ma anche la

saga familiare , raccontata con attenzione suprema ai particolari (l'orologio da polso della

nonna centenaria, il padre coinvolto dalla tremenda guerra in Grecia e in Albania) , vero e

proprio spaccato italiano degno d'un film di De Sica. Sul filone dell'outing più sfrenato ed

esilarante, Isotta non si sottrae al carnevale di cessi e cinematografi promiscui,

femminielli e ricchioni di qua e di là, di su e di giù, che tanto vanno oggi di moda e sono il

sale e il pepe di questo librone. Taluni racconti sul mitico maestro Vitale, celeberrimo

mammasantissima del pianismo napoletano, il regista Sandro Sequi (“detto Libera e

bella”) , Nureyev ormai prossimo al trapasso, fanno pensare a capitoli aggiunti nell'Oro di

Napoli, diciamo in una versione rivista e corretta. Isotta ha la capacità di rendere tutti

napoletani che poi è la caratteristica precipua dei napoletani: tutto nel mondo è Napoli,

potremmo dire parafrasando il Falstaff e devo confessare che dopo aver letto questo

libro, che consiglio vivamente a tutte le persone vogliose di apprendere ...mi sento un po'

napoletano anch'io.

 

                                   san_gennaro

 


 
NABUCCO , Teatro Astra Gozo (Malta) 23\10\2014
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Mercoledì 29 Ottobre 2014 17:30

                NABUCCO al TEATRU ASTRA GOZO

 

                                                         nabucco_foto_2                                           

 

Nella splendida cornice di Gozo, bomboniera delle Isole Maltesi patria di Calipso, un

meritato sold out ha caratterizzato le due recite del Nabucco in seno al festival

Mediterranea, indetto come ogni anno dalla Società Filarmonika “La Stella” presso il

Teatro Astra. Un Nabucco suggestivo raccontato in suoni e luci, spettacolo nello

spettacolo.

 

La regia di Enrico Stinchelli e gli effetti-luce da lui stesso ideati e realizzati da George

Zammit, Ismael Portelli e Alex Magri propongono soluzioni che sciolgono l’eterno

dilemma tra tradizionalismo e modernità. Curate nei più piccoli particolari, le meravigliose

scenografie di Joseph Cauchi, supportato da Andrew Portelli e il suo team: al centro della

scena una struttura scalinata a forma di piramide accoglie dapprima gli ebrei, poi il trono

regale insieme al sontuoso idolo di Belo dagli occhi illuminati che Nabucco convertito, sul

finale, decapiterà con un colpo di spada.

 

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L’intero impianto (regia, luci, scene) si manifesta come una “carezza tecnologica” che non

molesta intreccio e ambientazione operistica e che risulta lontana sia da barbosi

tradizionalismi senza estro alcuno, che da occhi neri procurati da scelte moderne che

originali, in fondo, non sono più. Scansati una volta tanto il barbiere e lo shock da pugno

in un occhio (o peggio in due), l’atmosfera si presenta, all’impatto visivo, ovattata ed

estremamente delicata. Aperto il sipario, terra e cielo, nelle nuances dell’oro scuro e del

blu, accompagnano sullo sfondo le prime note dell’Ouverture. Su due pannelli in tulle e

pvc, uno sul fondo e l’altro sul ciglio del palcoscenico, si susseguono innumerevoli effetti

olografici: un gran correre di nuvole che scopre piano piano un personaggio dopo l’altro,

lunghissimi fasci di luce, fiamme, lo sbocciare tenue di un iris blu e molto altro.

Il velo “incantato” che si interpone tra scena e pubblico assolve a due funzioni:

– propone effetti in rarefatta trasparenza per addolcire l’immagine scenica oltre il velo. Un

esempio è, nella parte terza, l’atmosfera ricreata durante la danza dei fenicotteri rosa

eseguita da graziose ballerine coreografate da Nathalie Sciortino.


 

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- costituisce (al contrario) una barriera luminosa più corposa e oscurante, favorendo

invisibili cambi di scena e grandi spostamenti sul palco.

Difficile descrivere pienamente e a parole l’effetto sortito. In generale, la luce diventa

personaggio a se dal definito ruolo e la sensazione avvertita dallo spettatore, rapito e

avvolto a tutto tondo da quei fasci luminosi e dalla tridimensionalità che ne consegue, è

quella di sentirsi parte integrante degli eventi narrati.

 

Equilibrati e dinamicamente sempre coerenti gli spostamenti scenici dei protagonisti.

Particolare la presenza di un bambino in lunga tunica, inoltre, che giunge tre volte sulla

scena rappresentando simbolicamente la nascente nazione di Israele: solleverà dalla

prostrazione il popolo durante l’ouverture, inciterà alla rivolta gli oppressi e assisterà, sul

finale, alla morte di Abigaille.

 

In buca la Malta Philarmonic Orchestra diretta dall’attenta bacchetta del M° Joseph Vella,

famoso compositore maltese e direttore musicale del Teatro dell’Opera Astra di Gozo dal

1970 ad oggi che ha collaborato con grandi artisti internazionali, da Ghena Dimitrova a

Cecilia Gasdia, Daniela Dessì ecc. Sul palco anche il coro del Teatro Astra diretto da

Maria Frendo e Renzo Renzi. Rispondendo al nobile spirito divulgativo e formativo e al

coinvolgimento delle nuove generazioni, il coro era in gran parte formato da giovanissimi

maltesi che, con sensibilità, non hanno mancato di emozionare il loro pubblico, anche se

la loro vocalità non può dirsi propriamente di impostazione lirica.

Carlo Colombara ha interpretato Zaccaria con estrema profondità e intenzione . Ottima

sia la performance vocale che la forza comunicativa.

Un timido Nabucco quello di Piero Terranova che ha ritrovato volume e intenzione dal  

“Chi mi toglie il reggio scettro?” in avanti, raggiungendo il suo più grande momento nel

duetto dei giardini pensili con Abigaille.

Non entusiasmante la performance di Cliff Zammit Stevens come Ismaele.

Silvia Dalla Benetta è stata una Abigaille impetuosa, esplosiva e mai eccessiva. Perfetta

nella modulazione degli stati d’animo e padrona assoluta del palcoscenico, Silvia ha

regalato una interpretazione splendida della partitura tutta: sublimi i suoi pianissimo

gradualmente rinvigoriti e di estrema precisione.

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Molto brava Olga Sliepnova, nel ruolo di Fenena, che si è distinta per eccellente

ampiezza di voce e giusta caratterizzazione del personaggio.

A completare il cast Dorienne Portelli (Anna), Louis Andrew Cassar (Gran Sacerdote di

Belo), Mario Portelli (Abdallo). Grande coerenza al contesto per i costumi di Manuel

Grima e George Farrugia.


La manifestazione, facente parte del prestigioso Festival Mediterranea, ha assunto i

colori di una grande festa, un evento in cui sono emersi grande sensibilità e amore, da

parte dei maltesi, nei riguardi della Cultura Operistica e del Bello… un esempio per tutti.


Marta Cutugno

 

 

 

 


 


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