TE PIACE O' PRESEPE?
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Lunedì 20 Dicembre 2010 11:32

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Roma. Natale 2010.

 

Con grave  ritardo a  causa  della  difficile  congiuntura  politica il  Parlamento italiano  ha  deciso  anche  quest'anno  di allestire  presso un'ala  del  transatlantico il tradizionale Presepe.

 

Sarà  un Presepe  "vivente"    rispettando  una  consuetudine  antica, che risale  ai  tempi  della  prima  repubblica  e  come omaggio ai  capolavori  realizzati  in Umbria, in Abruzzo  e  in Campania.

 

Per la  scelta  dei  vari  ruoli  è  stata  istituita  una  speciale commissione di  "saggi"  presieduta dal  senatore  "avvita"  (nel senso  avvitato  alla  sua  poltrona) Giulio Andreotti.

I lavori si  sono svolti  per  tutta  la  nottata di  ieri  e  , secondo indiscrezioni, hanno  dato  luogo  a  estenuanti discussioni su  chi  fosse  più  adatto  per  rappresentare  i  singoli  personaggi  del  Presepe.

Il  ruolo  di San Giuseppe ha  dato luogo a  una vera e  propria  rissa . Inizialmente la  scelta  era  caduta  sulla  senatrice  Paola  Binetti

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la  quale sarebbe stata  truccata con barba e  baffi . Una  fiera  opposizione  dell'on. Andreotti  ha  fatto cadere la  candidatura ("San Giuseppe una  donna?  Abbiamo  offerte  più  interessanti..." , avrebbe sussurrato il  senatore  al  suo segretario  particolare).          

Scartato  subito  Umberto  Bossi, che  si  è  rifiutato  di  presentarsi in scena  barbuto, e  Massimo  D'Alema, che  avrebbe preteso  di  mostrarsi  con i  soli  baffetti, la  scelta  è  caduta  sull'on.  Paolo Guzzanti

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"Sono particolarmente onorato"  , ha  dichiarato  Guzzanti, "  San Giuseppe è  stato un uomo  coraggioso , un onesto lavoratore , contrario alla  mignottocrazìa come  ha  dimostrato con il suo  particolare matrimonio ."

Ancor  più  drammatica la  scelta per la  parte  di Maria, la  Madonna.

Scartate , non senza  malumori,  Rosy Bindi ed  Emma  Bonino, giudicate  poco avvenenti ("La  Madonna  non è  una  top  model!"  ha  gridato  Pannella irrompendo in aula  e  annunciando uno sciopero della  fame) e  ugualmente Alessandra  Mussolini,il  sottosegretario Daniela  Santanché e il  ministro Stefania  Prestigiacomo , giudicate  dalla  commissione  troppo  "eccessive" nelle forme e    per la  statura , la  selezione finale  ha  visto  un  testa-a  -testa   tra  il ministro

 

 Giorgia  Meloni                   e                       l'on. Dorina  Bianchi

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Lo  scontro, vivacissimo  tra  i  membri della commissione, ha  rischiato  di  trasformarsi  in una  frattura  politica insanabile, mettendo a rischio la  legislatura  e  facendo addirittura intervenire  quale  mediatore  il sottosegretario  Letta,  prontamente giunto  da  Palazzo  Chigi.

Dopo  7  ore  di accesa  discussione,  il  Presidente  ha deciso  d'autorità   di  scritturare  2  Madonne  invece  di  una.  Sarà  una  Madonna  "a  turno" : per  metà  giornata  sarà  la  Meloni a  sorridere  estasiata  accanto alla  greppia, per  l'altra  metà  la  Bianchi. Una  soluzione  bi-partisan   che ha  soddisfatto  tutti.

Drammatica  la  scelta    del BUE  e  dell' ASINELLO.

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"Speravo  in un maggior  sense  of  humour"  , ha   dichiarato Andreotti, "  e  mi  complimento  con  il sen. Sergio DE  GREGORIO  che  ha  voluto accettare  con il sorriso  il  ruolo  del  BUE assegnatogli  dalla  commissione."

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Esaminati i  verbali parlamentari  degli ultimi  5  anni  e le  più  importanti trasmissioni televisive di cronaca  politica, nonché  un buon numero  di  comizi, la  commissione  ha  deciso  di  affidare  all'onorevole   Antonio Di  Pietro  la  parte  dell' asinello . "Mi  hanno scelto  per  i  congiuntivi  e  la  grammatica  incerta , ma  io  sono  fiero  di  rappresentare  un valore  italiano assoluto, simbolo  di  modestia  e  di fatica. E'  una  scelta  azzeccata!"  , così  ha dichiarato l'on. Di  Pietro a  Bruno Vespa durante uno speciale  "Porta  a  Porta"  , che andrà  in onda il 25  dicembre  e  che  proporrà  una  "Storia del  Presepe", con tanto  di  plastico  in studio e  la  partecipazione  delle  statuine viventi  più  prestigiose.

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Nessun   problema, invece,  per la  scelta  dei  Re  Magi, che  sono  stati  nominati all'unanimità dopo appena  10  minuti  di  consultazioni:

 

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Entusiasti  Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini  e Francesco  Rutelli , hanno già  interpellato  per  i  costumi  di Gaspare, Melchiorre  e  Baldassarre  il famoso maestro  Pier Luigi Pizzi, che secondo alcune indiscrezioni avrebbe  offerto il suo lavoro gratuitamente.

Senza  problemi anche la  scelta  di  Gesù  bambino, che ha  visto  due  soli  candidati  in lizza: Silvio Berlusconi e Renato Brunetta.

 

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Dati  gli  impegni della  Presidenza  del  Consiglio, non potendo assicurare una presenza costante  nella mangiatoia, il  Premier  ha  deciso  di  cedere  il  ruolo  al  ministro , riservandosi   per  il  gran  finale l'apparizione   come  Arcangelo Gabriele .  Con un atto  di grande generosità, sarà  lo stesso  Premier  a  sobbarcarsi le  spese  di allestimento  (scene , costumi e  regìa  di Franco Zeffirelli) , il costo  delle  comparse  (ne  son previste  oltre  150)  e  gli effetti  speciali.

 

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NATALE 2010: STRENNE DISCOGRAFICHE!!!!
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Domenica 19 Dicembre 2010 12:27

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        E'  NATALE  ANCHE  QUEST'ANNO!

     AI  BAMBINI BUONI  E  CATTIVI  NON DEVE  

             MANCARE         IL GRADITO DONO!

 

                   ECCO  ALCUNI CONSIGLI !

 

LE  STRENNE

  

     DISCOGRAFICHE!!!!

 

 

Cominciamo  con CECILIA  BARTOLI  versione  Heidi!

 

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Il mito  della  mucca  Carolina  rivive  nel  rurale  DVD della  nostra  impagabile  Cecilia, sempre  pronta   a  meravigliare il suo  affezionato  pubblico!

Il lungo  e  costante legame  con l'Opera  di  Zurigo, sede  dei suoi  trionfi  assoluti,  dà  ora  luogo a  un omaggio  alla  terra  delle  Banche  e  dell'Emmenthal!

 

SE  INVECE VOLETE UN NATALE-CHOC , ECCO 

JESSYE  NORMAN, REDUCE  DA UNA SCOSSA 

ELETTRICA  !


                                      1986-jessye-norman

 

Sempre  meglio usare le tradizionali candeline, in questi  casi!

 

NIENTE PAURA! SIAMO NEL 2010 E  LE  PORTE  DEL 

PORNO-OPERA  SI  SONO  SCHIUSE  ANCHE  PER

ROBERTO  ALAGNA , IL  BONZO  DI RIACE!

 

                                     Alagna_verdi_4776279

 

L'OPERA , si  sa,  è  un pò  lenta  nello sdoganare corpi  maschili e femminili.  Già  nel  1986  il  petto  nudo  di  Alagna  destò  più  di qualche  "pruderie"  da  parte dei  ben(mal)pensanti. 

IN COMPENSO  ECCO  UN REMAKE  PORNO  DEL  VECCHIO  OTELLO  CON  JAMES  McCRACKEN , GWINETH  JONES  e  DIETRICH  FISCHER_DIESKAU:

 

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CHI  SI SCANDALIZZA  PIU'  PER UNA  FELLATIO 

INTERRACIAL?

TANTO  PIU'  CHE   E'  LO STESSO  LIBRETTO DI

BOITO  A  SUGGERIRE SITUAZIONI HARD CORE:


Otello, atto  III:  Desdemona  "Qual  è  il mio fallo?" 

                           Otello  "E  il chiedi?  Il più  nero..."

 

   Bando alle  ipocrisìe :  l'Opera  non  è  più  il dominio  dei  mostri  ma  può  aspirare  a  essere  ormai  il Regno  delle Bonazze.

 

                                 

                               amarilli     

 

La  bella  Amarilli fa  sognare  in disco  e  in teatro:

 

nizza2        nizza3       nizza4  

 

Per chi invece  vuole rifugiarsi  in un  ever-green , consiglio

la  sempre sicura  DECCA , con la  rassicurante  facciona

di Anita  Cerquetti, inopinatamente  eletta "la  più 

mostruosa  copertina  del  secolo"  da  una  immonda

trasmissione radiofonica che preferiamo non nominare.

L'esecuzione  musicale  assicura, in ogni caso, un

risultato  più che  eccellente.


 

 

 

                            cerquetti   

 

 SE  IL  REGALO  VOLETE  FARLO  PER LA BEFANA E

NON PER  NATALE  , ECCO  PER  TUTTI  IL  SAMSON

CON CARRERAS/MONNA LISA  e  AGNES  BALTSA! 

 

 

                               carreras_samson        

 

SEMPRE   PER  IL  6  GENNAIO, MA  SOLO  AI  PIU'

MERITEVOLI:


 

 

 

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IL  SOLE  ITALIANO  E'  AMATO DA  TUTTI .

UN NATALE SENZA  "BABBO  NATALE"  DOMINGO

 

                           domingo6                    

.....NON E'  NATALE.....

 

....e   quindi: ITALIA  TI  AMO!

 

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....contenente  come  bonus  una  storia   fumetti  intitolata

"El  Topon  Campeador"  , con  le avventure del grande

Placido  illustrate  da  Vauro.

 

SI  CONCLUDONO LE CELEBRAZIONI DI  "FANCIULLA

DEL  WEST"  CON IL  2010  . UNA  BUONA IDEA  E'

QUELLA  DI  PORRE  SOTTO  L'ALBERO  UNA  PIU'

NOSTRANA  "FANCIULLA  DI LANGHIRANO", LA

GRANDE  RENATA  TEBALDI, SORRIDENTE E

POSITIVA:

 

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 C'E'  IN OGNUNO  DI  NOI  L'ANGOLO  OSCURO, 

L'ALTRA FACCIA DELLA  LUNA  . NATALE  PUO' 

ESSERE  ANCHE  OCCASIONE  PER  SONDARE ,

SULL'ONDA  DEI  PIU'  RECENTI  FATTI  DI  CRONACA,

I  RECESSI  PIU'  SINISTRI  DELL'ANIMO UMANO.

VIENE IN SOCCORSO  PER  QUESTO UN'IDEALE

COLONNA  SONORA, OFFERTA  DALL'INQUIETANTE

EDITA  GRUBEROVA:


 

 

 

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...serie  horror  garantitav   anche  da  questo "trio":

 

 

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UN    BUON  NATALE  E UN FELICE  ANNO  NUOVO

 

VI  AUGURA   ENRICO  E.....RENE'  FLEMING!

 

 

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LE AMARE VERITA' DI CERONETTI E IL FUNERALE DELL'OPERA
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Mercoledì 15 Dicembre 2010 16:09
Se la Scala chiude, che male c'è?
 
 

di GUIDO CERONETTI

 

                                                                     ceronetti

Questa forma di teatro, il melodramma, l’Opera lirica, ha concluso il suo arco a metà del secolo scorso; è destinata a perdersi, è ormai un puro evento d’obbligo, ma di scarso significato. La musica invece è eterna, il teatro è eterno (di eternità per noi misurabili, che non valgono in aeternum). Ma anche nella musica per carnefici di lager c’è un soffio di eternità che vince il male; anche negli allestimenti di disperazione del Gulag c’è il soffio di eternità del teatro. Questo solo conta.

Il cartellone della Scala è, sia pure bellissimo, già un animale impagliato. Anche gli altri cartelloni... Che bisogno c’è di una stagione d’Opera al Regio di Torino? Di quelle voraci cavallette musicali dell’Arena di Verona? Non chiamiamo «cultura» un evento turistico estivo, costosamente mondano, con pizza finale di mezzanotte! La Fenice ha voluto morire, gioiello dell’epoca rivoluzionaria; ma era dal suo nome destinata a risorgere: potrà vivere di concerti. Si potrebbe lasciar vivere il Regio di Parma, dare una mano al festival rossiniano di Pesaro: Verdi e Rossini bastano, sono glorie, ricordi, e un Figaro qua e uno là fanno circensi di allegria.

Ma se con un bilancio divoratore della Scala la saggezza dello Stato (mai ci fosse) potesse restaurare degnamente Pompei, non esiterei un momento a dar tutto agli scavi e a proteggerli dall’incuria e dalla sporcizia. Un altro teatro d’Opera restaurato, anzi rifatto con genialità ammirevole è il Carlo Felice di Genova, ma con spesa molto minore può ospitare qualsiasi altro degno spettacolo.

L’Opera, come il cinema, vixit. Il suo illanguidimento progressivo è inevitabile.

Uno sprecasoldi di genio fu il più grande dei registi che lavorarono alla Scala. Non è nei miei ricordi, ero troppo giovane, ma credo alle testimonianze: una data memorabile fu quando Visconti, il 28 maggio 1955, creò con Maria Callas e Carlo Maria Giulini la sua versione della Traviata. Ce l’ho tuttora, per intero, nel vinile. La Callas fu la Voce dell’Opera della sua epoca, purtroppo obbligata allo stupro dell’imbecillità dei libretti, di cui non se ne salva uno solo. Per poter tollerare Traviata (che fin dal titolo contiene un’idiozia moralistica) bisogna non sapere nulla della trama, essere giapponesi o kazaki digiuni completamente di locuzioni italiane. Quello sciagurato Francesco Maria Piave! La stupidità concentrata nelle parole dell’Andante del vecchio Germont con l’esultante finale di Dio che esaudisce il suo voto di criminale ruffiano: è vero che la musica riscatta tutto, ma genialità e soldi per simili nefandezze fumettistiche sono ali imbrattate di petrolio.

Vixit, l’Opera, trionfalmente, nel secolo XIX; con Puccini e Boito, o Pizzetti, rantola; con Menotti è uno zombi. Bayreuth non avrebbe dovuto sopravvivere a Goebbels.

Nel XVIII l’Opera è puro svago, il suo passo è leggero. Ma l’Ottocento è sotto un segno progressivamente cupo, la moda è costrittiva e triste, il mistero musicale soccombe al tempo ed è inutile nascondercelo, il trionfo operistico è sempre più il dispiegarsi funesto del piacere per mezzo della sofferenza, richiama stuoli di sadomasochisti, le ideologie, l’antisemitismo, il marxismo, il wagnerismo, il freudismo, sono caserme in marcia. Nella Tetralogia non è tanto il Quattro a prevalere, ma la tetra-ggine che la ravvolge nel termine italiano. Quale cultura, se non necrofila, può rappresentare la ripresa, a costi vertiginosi, di una massiccia sequela di colpi in testa come La Valchiria? I capi nazisti, uno più sadomasochista dell’altro, celebravano con l’Opera wagneriana un culto di Kalì travestito da pellegrini cristiani e un Venerdì Santo delle regioni infere. Quell’immenso Incantesimo del Parsifal uccide letteralmente le nostre limitate capacità di liberare, di riscattare l’anima dalle sommersioni nella materia.

Il pubblico che va alla Scala la sera del 7 dicembre ad immobilizzarsi durante quattro o cinque ore, è impossibile immaginarlo spinto da motivi di elevazione spirituale (uso il vecchio termine del pensiero assassinato, col quale sguazzo meglio che se dico culturale). I motivi sono di vanità pura, esibizione di scollature e pettinature, significare presenza. E per questo i violini si agitano, le grandi bacchette sollevano ondate... Ma sulle facce la noia stampa, in un crescendo di afflizioni, le sue impronte d’irresistibile sbadiglio.

Tutto falso, tutto vento che ha fame.

Immancabili, sempre, le dimostrazioni politiche di chi viene apposta per lavorare all’esterno con le urla e i cartelli... Stavolta la materia infiammabile era desunta da disagi di congiuntura... o di università... ci sono poche varianti... ma la novità è stata l’assunzione da parte di un grande Direttore come Barenboim, prima dello spettacolo, della retorica piagnistea dei tagli alle sovvenzioni di Stato. Non mi pare sia stato di buon gusto recitare l’articolo Nove in presenza di Napolitano che la Carta la sa a memoria, più disposto dal suo palco ad applaudire la noia sgorgante dalla scena che a subire l’incongruità di un articolo che l’Italia aggira, frega, irride dal 1947.

Non è certo stato un gesto di cortesia, da parte del Maestro! E temo l’abbia fatto per fingere solidarietà con la piazza e di beccarsi così un’ovazione del tutto separata dai propri meriti di grande artista. Il pubblico pinguino e delle schiene nude sarebbe stato lui degno di applauso, se fosse rimasto in composto glaciale silenzio. Indigesta sempre è la verità.

È amaro pensarlo ma: se la Scala chiude, che male c’è?

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COMMENTO  DI  ENRICO STINCHELLI:

 Premesso  che  su  moltissimi  punti  sono  d'accordo  con Guido  Ceronetti : da  una mente  colta  e  raffinata  ogni  riflessione, sia  pure  provocatoria, dura  e  a  tratti incomprensibile  obbliga a  meditare e  a  leggere  con estrema  attenzione.

Sono  tanti  gli spunti  che  offre   questo sorprendente  articolo, al  di là  delle  semplicistiche  condanne  che  un titolo  totalmente  inadeguato  determinano  in un lettore  superficiale. Perché  al  termine  dei suoi  pensieri  Ceronetti  dice  "è amaro  pensarlo...." e  quell'amarezza  la  stiamo condividendo  tutti, amanti  dell'Opera o  detrattori  della  medesima.

Non  è  amaro constatare, anno dopo anno,  un costante declino  del  "sistema-Opera" , fino agli eclatanti  casi  proposti dal  Carlo Felice  di  Genova  o  dal  Lirico  di  Cagliari, subissati  da  debiti e  da  bilanci  disastrati, tali  da  portare  alla bancarotta?

Non è  amaro  verificare  che  l'Opera  in Italia  non ha  più  una  sua  visibilità, essendo bandìta  da  ogni  educazione  domestica  , da  ogni palinsesto televisivo, da  ogni  realtà  quotidiana?

Non è  amaro  lo spettacolo  offerto  da  un teatro semivuoto  con titoli  popolarissimi,  come Traviata, Tosca, Butterfly? 

Ceronetti  descrive  in modo  spietato  ma  elegante il  felliniano declino  dell'Opera,  vista  come una  signora  piena di rughe e malandata, impennacchiata  con  gli abiti  dei  tempi  migliori, ma  patetica nei suoi  rituali stantii  e  superati. Se la  prende  con   i  libretti  obsoleti  e  a  volte  improponibili,  se la  prende  con il pubblico annoiato e sbadigliante, con gli spettacoli all'aperto  dell'Arena  di Verona  e  persino  con i  dopo-teatro a  base  di  pizza, se  la  prende  con Wagner  e  con  il wagnerismo , evocando  Goebbels  e le  marce  naziste. Ceronetti non risparmia  poi Barenboim  e  il  suo  discorsetto  popolustico  ante-Prima, biasimando  la  lettura  dell'art.9  al  Presidente  Napolitano  che , in effetti,  quell'articolo  dovrebbe conoscerlo a memoria. Qui  , Ceronetti, mi trova  totalmente  d'accordo.

Insomma...perché  Ceronetti  scrive  tutto  ciò  e  cosa  suggerisce?

Non credo  che un uomo  colto  e  sensibile  possa  auspicare  la  chiusura  dei  teatri soltanto  perché  l'Opera, in sé,  sia  morta, finita. Ceronetti sa  benissimo  che, per  bella che sia,  la  musica  operistica va  ascoltata  in teatro  e  non  solo  su  un disco, per  cui  vive  in funzione  dei  luoghi  deputati alla  sua  esecuzione:  con scene, costumi, luci, coreografie, regìe, voci  e  suoni  dal  vivo. Ceronetti sa  anche  che  è  uno spettacolo  costoso, lussuoso, e  mi stupisce  che nella  sua disamina  non  abbia  minimamente menzionato  gli allestimenti  spaventosamente  orrendi  e   costosi  che  troppo  spesso, negli  ultimi  vent'anni,  ci  tocca  sopportare  e  sovvenzionare.

Una  cosa  è  evidente  e  la  registro da  attento cronista  (forse  il  primo ad  aver  segnalato anni  fa  l'inizio  di  un processo  declinante  e  sicuramente il primo ad  aver denunciato apertamente il  criminale  gioco  di malaffare  intorno alla  torta  operistica): si  parla  sempre  più  spesso al  negativo  di  questo nostro  formidabile  patrimonio.

Caro Ceronetti: io non so  se  Lei  sa  (suppongo di  sì) che  l'Italia  all'estero  viene venerata  per  la  sua  cucina,  per  le  bellezze  turistiche, per le città  d'Arte,  per la  moda...ma  soprattutto  per  l'Opera. Se  si  parla  un pò  italiano (lingua  per  il  resto  inutile) è  grazie  agli  "orrendi"  libretti  d'Opera  che  Lei  cita  in modo sprezzante.  E'   poco?  A  me non sembra.

Se  questo articolo  può  servire a  destare  qualche  coscienza  addormentata  o  anestetizzata...ben  venga. Le provocazioni servono solo  a  questo.



 


 
COMPRAVENDITE POLITICHE: ORCHESTRE ALL'ASTA!
News
Sabato 11 Dicembre 2010 08:59

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Governo/Fiducia meno 3 giorni: è scontro su "compravendita" voti

Roma, 11 dic. (Apcom) - L'imminente voto di fiducia al governo e la fibrillazione politica che ha alimentato è arrivata fino alle aule di tribunali. Si è consumata una guerra di esposti sulla compravendita dei parlamentari che ha portato la Procura della Repubblica di Roma ad aprire un'inchiesta. Mentre il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, continua a ripetere che avrà sicuramente i voti necessari per restare al governo anche perchè aprire ora una crisi non potrebbe che portare a elezioni anticipate, ipotesi giudicata "irresponsabile" in questo momento. Nessuno è indispensabile ha ribadito il premier ma "lasciare adesso sarebbe una diserzione". Dopo la denuncia di Pier Luigi Bersani sull'ipotesi di un reato di corruzione dietro le voci di un vero e proprio tariffario per ottenere un voto in più a sostegno dell'esecutivo, è stato Antonio Di Pietro a presentare l'esposto a piazzale Clodio, corroborato, dice da "documenti e prove". Ma il Pdl non ci sta e dopo aver definito "una gravissima intromissione" l'apertura di un fascicolo da parte della procura della Repubblica di Roma, ha rilanciato: "siamo parte lesa". "Visto che noi non abbiamo nulla da nascondere - ha detto Sandro Bondi -, il Pdl presenterà una denuncia alla procura di Roma perchè venga fatta luce anche su tutti quei casi in cui sono stati altri partiti ad acquisire i nostri parlamentari".

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Il mondo  musicale  è  in subbuglio  e  sulla scìa  delle  ultime notizie   ha  deciso  di  adeguarsi.

"Se  puoi  comprare un senatore  perché  non comprarti  un  professore  d'orchestra? "  suggerisce  Vittorio  Sgarbi,  "Sono  simpatici, conviviali, fantasiosi. Certo, non portano  molti  voti  ma   all'occorrenza  possono allietarti  la  vigilia  di Natale  o  altre  feste  con  brillanti  esecuzioni  dal  vivo."

"Non costano nemmeno  troppo"  , aggiunge Mauro  Meli  da  Parma,  "A  Genova hanno operato un  vantaggioso  sconto-crisi ma  non per  questo  suonano  la  Traviata con minor  intensità."

Lo  sdoganamento ufficiale  delle  compravendite  ha  entusiasmato  il  direttore  d'orchestra  globale Alberto  Veronesi,  che  rilancia una  sua  vecchia  idea:  " Compriamoci  le  orchestre! Prezzo  forfettario  per una compagine di almeno  70  elementi. Io sono  pronto ad  acquistarne  almeno  5, una  per  ogni  continente  e  senza  agenzia  di  mezzo, dal  produttore  al  consumatore."

"Non sono  d'accordo"  , protesta  vivacemente  l'agente  Procinsky , dal suo  ufficio  di  Montecarlo  " Dove  finirebbero  le nostre  provvigioni? Se proprio si  deve  procedere  all'acquisto  che  si  passi , per  lo meno,  per  una  società off-shore ...posso  garantire  anch'io  sconti  favolosi."

E  cosa  ne  pensano i musicisti?

Da  Trieste  alcuni importanti  elementi  del  Teatro Verdi  si  dichiarano  disposti a  mettersi  all'asta .  "Suonare  a  bordo  di una  nave , in piazza, in una casa privata  o  nella  fossa  orchestrale, è la  stessa cosa, in fondo conta  lavorare  e  nei  teatri  si  lavora  sempre  meno."  , così  afferma un  professore  del  Verdi.

Quanto  costa  un professore  d'orchestra?

Secondo  gli ultimissimi aggiornamenti  del  Borsino:  un   primo  violino 70.000E , un  violoncello  45.000E, un oboista 30.000E, una  tromba  in sib  50.000E  e  un timpanista  60.000E . Siamo molto al  di sotto  dei  200.000E  che  sarebbero  il tetto minimo  per  un  deputato.

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