COSI' MUORE UN GENIO: MARIO MONICELLI
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Martedì 30 Novembre 2010 00:28

                                                                    monicelli

 

Sono profondamente scosso dalla morte di Mario Monicelli, che all'età di 95 anni ha deciso di gettarsi giù dalla finestra dell'ospedale San Giovanni di Roma, dov'era ricoverato per tumore alla prostata. Un gesto magico negativo, l'espressione dell'ultima libertà della sua vita.

Non devo dire io chi è stato Monicelli, cosa ha rappresentato per l'Italia e per il cinema italiano di tutti i tempi. La sua morte è stata degna di uno degli eroi dei suoi film: uno schiaffo alla morte, esattamente come la sfida di Brancaleone incarnato da un eccezionale Gassmann. Suicida a 95 anni, solo Monicelli il Grande poteva uscire di scena così, perché  in teatro  come nella vita  si è grandi per come si entra e per come si esce.

                            monicelli2

Grazie Mario , per i tuoi capolavori, per la tua carica intelligente e ironica, per il tuo geniale cinismo, per la forza tellurica e dolcissima dei tuoi racconti. E grazie per l'amicizia sincera e disinteressata nei confronti della “Barcaccia” , di cui sei stato più volte ospite, ancora due anni fa per festeggiare assieme i 20 anni del programma. E'  stato un onore immenso.

    

 

         


 
CAGLIARI: TEATRO OCCUPATO!
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Sabato 27 Novembre 2010 23:45

                                                        cagliari_2

 

Precipita la  situazione  del Teatro Lirico  di  Cagliari:  da  stasera   i lavoratori hanno occupato il  teatro   dando il via  a  una giusta, durissima  protesta.

Il  Teatro  di  Cagliari, come  più  volte  ho avuto modo  di specificare a  chiare lettere  in  questo blog, è  in queste condizioni  dopo  almeno 16  anni di mortificanti gestioni:  dal  1994  sotto  l'egida  di Mauro  Meli, nominato  in modo truffaldino  durante  una  seduta- blitz   convocata di sera , assente il segretario comunale  (e  quindi illegale) . Come  primo  provvedimento  Meli , che allora  era  comunista  (oggi  è un protegé  di Confalonieri-Fininvest...quando si dice la  coerenza)  si aumentò lo stipedio. Fu  l'inizio  di una serie  di nefandezze  inenarrabili: dai contratti gonfiati  confezionati  con il sodale-agente  Procinsky, alle  incredibili regalìe  effettuate  ai giornalisti  ospiti  (le famose vacanze  pagate  ad  Arruga  o  a  Isotta, in cambio di articoli  favorevoli), una gestione  scanzonata  e disinvolta  che  portò  a  un deficit di ben oltre  20  milioni  di  Euro  dopo  9 anni  di regno, d'accordo  con l'altro  sodale  , il direttore  artistico  Massimo  Biscardi.

A seguito  di  questo  bel  periodo  nero, ecco  sorgere  l'astro  di Maurizio  Pietrantonio,sul  quale non  mi soffermo  poiché  la  biografia  mi  è  a  tutt'oggi oscura,  la  cui gestione  (dopo  6  anni)  ha  portato  ai  risultati  che ora  sono  sotto gli  occhi  di tutti.

 

Leggiamo  dall'UNIONE  SARDA:


TEATRO LIRICO.
Si fa sempre più difficile la situazione economica della fondazione
La banca non anticipa, niente stipendiIndagine interna sul furto. Floris: chi ha sbagliato pagherà
Sabato 27 novembre 2010

Emilio Floris, si dice «molto preoccupato». «Il Banco di Sardegna non ha anticipato i soldi. Sto cercando di capire perché».


S i fa sempre più drammatica la situazione del Teatro lirico. Ieri non sono stati pagati gli stipendi di novembre e non si sa quando saranno versati. «Non ci sono soldi», si sono sentiti rispondere i dipendenti che si sono presentati agli sportelli del Banco di Sardegna, tesoriere della fondazione, per riscuotere la paga in contanti. È accaduto anche nei mesi scorsi. Ma se in passato i cassieri spiegavano ai clienti che c’era un ritardo di qualche giorno, questa volta sono stati categorici: «Niente soldi, rivolgetevi ai vostri dirigenti».


FLORIS: «SONO PREOCCUPATO» La notizia si è immediatamente diffusa tra i 239 lavoratori a tempo indeterminato del teatro (ma quelli a libro paga sono di più), che protestano da mesi contro i massimi dirigenti del Comunale, proprio perché li ritengono responsabili del crollo, anche finanziario, della principale fabbrica della cultura dell’Isola. E se anche il presidente della fondazione, Emilio Floris, si dice «molto preoccupato», evidentemente i problemi sono seri. «Il Banco di Sardegna, contrariamente ai mesi scorsi, non ha anticipato i fondi. Sto cercando di capire che cosa è successo».
LA DELIBERA DELLA REGIONE Una delle ipotesi è che, come sempre, la fondazione teatrale abbia chiesto alla banca di anticipare i fondi, circa un milione di euro, probabilmente fornendo come garanzia il versamento del contributo di 9,2 milioni da parte della Regione. Ma non essendo stata approvata la Finanziaria, la banca avrebbe detto no, pretendendo garanzie più chiare e formali sugli impegni e sulle date di liquidazione. Certo è che la situazione di cassa è preoccupante anche a causa della mancanza dei 2,6 milioni di provenienza statale che la fondazione ha messo a bilancio e che il ministro dei Beni culturali Bondi ha detto non non aver mai garantito.
Gli stipendi dei dipendenti, peraltro, sono ormai una delle poche cose che il Lirico paga puntualmente. Molti artisti che si sono esibiti nell’ultimo anno attendono ancora la liquidazione dei compensi.
IL FURTO L’aggravarsi della situazione finanziaria si inserisce in un contesto di malessere appesantito dal misterioso furto scoperto venerdì scorso e denunciato solo avant’eri nel deposito di Monastir, dal quale sono scomparsi motori e meccanismi per il movimento delle scene destinati al teatro del Parco della musica oltre ad alcune scenografie. Ieri il sindaco, molto seccato, ha preteso un’indagine interna. «Voglio una relazione scritta e dettagliata su ogni minimo oggetto che c’era lì dentro, voglio le date di consegna e le bolle di accompagnamento, voglio il nome del responsabile di quel deposito e i nomi di chi ha fatto le singole consegne, voglio sapere se c’è un custode e come funziona la sorveglianza. Posso assicurare che chi ha sbagliato pagherà caro. Sul teatro, al quale non sono mai stato vicino come oggi, non si scherza più». Sul furto, intanto, proseguono le indagini dei carabinieri di Monastir.
FABIO MANCA



I lavoratori hanno appreso la notizia dalla stampa confermata poi ufficialmente dal sindaco Emilio Floris che si è impegnato a fare luce sulla questione stipendi. Non è solo questo però a preoccupare i lavoratori ma il futuro del Teatro. Allo stato attuale delle cosa ancora manca la certezza di una programmazione per l’anno venturo ed un serio piano di risanamento del Teatro. Lo stato di agitazione che dura ormai dai primi di ottobre continua e si rafforza con ulteriori forme di lotta.

Questa sera dalle 19.45 avrà inizio un’Assemblea Permanente dei Lavoratori

 

Ecco le foto  del  Teatro  occupato:

 

     teatro__cagiari_1       teatro_cagliari_2     teatro_cagliari__3       teatro_cagliari__4

 
RUMORS : Veronesi direttore artistico a Genova\ commenti
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Mercoledì 24 Novembre 2010 20:48

                                                            rumorssi  dice che:


Alberto Veronesi , direttore  d'orchestra  italiano, figlio  del  famosissimo  professor Umberto, venga  presto nominato Direttore  Artistico e  Musicale  del Teatro Carlo Felice di Genova . Si tratta  in realtà di una nomina a scopo benefico, essendo  il  Teatro in condizioni economiche abbastanza   disastrose. Il sensibile maestro arriverebbe  portando in dote  una cospicua  somma  (si  parla  di oltre  un milione di  Euro), generosamente  elargita  quale contributo al  risanamento  delle  casse del  Carlo Felice.

                                                              veronesi1

Stupore  e  meraviglia  ha  destato  la  notizia  trapelata   a  Genova: com'è  noto  l'incarico di  direttore stabile  era  stato  proposto al  maestro  Fabio  Luisi, il  quale  pur  dichiaratosi  disponibile a  collaborare  con il  teatro  della  sua  città, aveva   anche  posto delle precise  condizioni sia  per quanto  riguarda  l'assetto   del  Teatro, sia  per quanto  riguarda  la  sua  organizzazione  interna, specificando  inoltre  i  suoi numerosi  impegni all'estero  che  ostacolavano  non poco una  sua  presenza  stabile  a  Genova.

Veronesi  sembrerebbe  piovere  come  la  manna  dal  cielo. Fa  fede  la  gestione  illuminata  del  Festival  Puccini  a Torre  del  Lago, trasformatasi  sotto la  sua  guida  nella più importante  manifestazione  musicale  estiva  al  mondo, come  si  legge  in una  recente  inchiesta  stilata  dalla  rivista  specializzata  "Opernglass" .Il Festival  Puccini  è  al  primo  posto, seguito  da  Salisburgo, Bayreuth e   Aix-en-Provence. Con  un bilancio  in attivo  di ben  34 milioni di  Euro, il Festival  Puccini  si  è  potuto permettere  negli  ultimi anni  i  concerti  di Bocelli, Angela  Gheorghiu , il  galà con René  Fleming  diretto  dall'enfant  prodige  Anthony Arcaini  (voci maligne  narrano  d'un richissimo babbo alle  spalle)  e  il meraviglioso  allestimento  di  "Fanciulla del  West"  , per la  recente ricorrenza  pucciniana.

fanciulla__west                                       fanciulla_del__west2

Due  significative immagini  del meraviglioso allestimento di  Fanciulla  del  West  a  Torre del  Lago.

 

Veronesi  , nonostante  l'attività  manageriale  e  il grandioso  marketing, non ha  trascurato la  sua  attività  primaria, che  è  quella  di  maestro  concertatore e direttore  d'orchestra.  Dopo  la  straordinaria  Turandot  inaugurale  del suo  lungo  ciclo  a  Torre  del  Lago, ancora  ricordata  per la  perfezione  e  il rigore  stilistico  dell'ensemble, il maestro milanese  ha  via  via  esplorato  tutto il catalogo  pucciniano, da Tosca  a  Manon Lescaut, non tralasciando  straordinarie  scoperte  e  rilanci  nel  genere  dell'opera  verista. A tal  proposito  risulta  decisivo  l'Edgar pucciniano   con Domingo  e  i  Medici  di  Leoncavallo, recentemente    edito  dalla prestigiosa  etichetta  Deutsche  Grammophon.

Attivo  per  anni  con l'orchestra  sinfonica  siciliana, Veronesi  ha  regalato serate memorabili  agli spettatori palermitani, spaziando  da  Bach ai  contemporanei, in un volo  d'angelo  che  pochi  saprebbero affrontare   con egual  disinvoltura.  "Non ho mai  sentito  Beethoven  eseguito  così!"  ha dichiarato  un  vecchio abbonato  palermitano, in evidente  stato  di  choc   dopo  la  Nona  Sinfonia. Identica  reazione  all'Aquila,  quando Veronesi  diresse  la  Nona  davanti ai terremotati  increduli  e commossi.

Apprezzato  da  tutti  gli  orchestrali, che vedono  nel suo gesto  sicuro  e  chiaro  un punto  di  riferimento essenziale, amato dai  cantanti  come  pochi altri  maestri in un secolo, Veronesi è  riuscito a  conquistare  il pubblico americano della  Carnegie  Hall  rimpiazzando  nientemeno che  la  beniamina  Eve  Queler,  direttore  principale  a  New  York  ed  eroina  di  mille   e  mille  straordinarie  stagioni. " Quando  canto  diretto  da  lui"   ha  dichiarato  Domingo  "mi  sento  come  se  il  direttore  non ci  fosse,  tanto  discreta  e  leggera  è  la  sua  presenza  sul  podio, ti  lascia  libero  di  esprimere  tutta  la  tua  arte  senza  condizionamenti."

Accusato  ingiustamente  e  volgarmente  di   aver  fatto  carriera  grazie alle raccomandazioni   del  papà, esimio  oncologo  (  una  malvagia  battuta  lo  definì  "Tanto tumor per  nulla" ) , Alberto  Veronesi  si  è  sempre  distinto  per  la  grande  preparazione  tecnica  e la  straordinaria  memoria, che  molti  orchestrali hanno  definito  "superiore a   quella  di  Lorin Maazel". 

Alberto  Veronesi  è  la  soluzione ideale  omeopatica  per un  teatro in crisi  come  il  Carlo  Felice. Quando si  tocca  il fondo  non si  può  che  risalire.

In bocca  al  lupo!

 

 

COMMENTI:

 

dal   sito  "Operaclick"


Re: IMPORTANTISSIME novità per il Teatro Carlo Felice di Genova.

Messaggiodi asklepio il Mar Nov 23, 2010 9:22 pm

afranio ha scritto:Ho appena letto l'articolo sul concerto di ieri sera sul SecoloXIX a firma P. Albanese e F. Margiocco: com'è possibile che, pur essendo in due, siano riusciti a scrivere una montagna di cazzate così?
Fantastici quando scrivono: " ...che in attesa di Alberto Veronesi, ieri ha visto un altro grandissimo sul podio."
ALBERTO VERONESI????? PARAGONATO A MEHTA?
:sorpre :nono :bona :scemo :sbeng :botte :argh
Ma ce l'avete presente? Qualcuno di voi ci ha mai suonato\cantato? E poi: "Fascinoso come sempre, il già di­rettore del Festival Pucciniano di Torre del Lago, prima saluta il sin­daco MartaVincenzi con un impec­cabile baciamano..."
E ancora: "Certo, con un’agenda zeppa co­m’è la sua, accordarsi non è un gioco da nulla. Ma Alberto Veronesi, pri­ma di prender posto nella fila 12, ga­rantisce:«Un buchino in agenda,en­tro il 2011, per il Carlo Felice lo tro­viamo di sicuro. È un impegno».
Cari amici e colleghi del Carlo Felice, capisco che Veronesi in questo momento sia l'ultimo dei vostri problemi, ma state attenti, gurdatevi bene dal far mettere piede in teatro a certe persone.

Ecco, giusto quello. Avendo assistito ad una seduta di registrazione dei Medici, garantisco che era Domingo che gli diceva cosa fare, e come fare a fare quello che avrebbe dovuto saper fare di suo
. :cry:


Messaggiodi edgardo il Mar Nov 23, 2010 9:56 pm

Tempo fa ho assistito a una esecuzione della nona di Beethoven della Filarmonica di Bologna diretta da Veronesi, ne sono uscito traumatizzato.
Successivamente mi è arrivato a casa per posta e senza che lo chiedessi un CD della performance suddetta; da quel momento non sono mai più andato a sentire concerti della Filarmonica e quel CD giace sigillato sul tavolo della cucina come monito per evitare eventuali future tentazioni.


Messaggiodi fernando1985 il Mer Nov 24, 2010 10:13 am

No vi prego, qualcuno impedisca a Veronesi di mettere radici a Genova....... Pietà del Carlo Felice.

Messaggiodi Clausolavera il Mer Nov 24, 2010 12:24 pm



L'innominabile ormai sono troppi anni che gravita nel sistema e "papà" vuole assolutamente dargli un posto .A Genova c'è il rischio che ciò possa accadere soprattutto se tale l'operazione verrà congegnata dal sindacato del teatro di riferimento a cui appartiene lo stesso assessore alla Cultura.
Questo, dico a chi ne parlava tempo fa, è vero cabotaggio.

Noto finalmente che qualcuno sta toccando con mano...avete letto che belle robe scrivono quelle pillacchere del Secolo XIX? ....avevamo ragione o no, a dire che quel giornale è una barzelletta?


Messaggiodi fradiavolo_rOBERTO CONTE il Ven Nov 26, 2010 9:05 pm

fernando1985 ha scritto:In realtà l'articolo della Bompani è meno forte del titolo: lo si può leggere sulla rassegna stampa dell'ETI, che nonostante la sua chiusura continua a funzionare!
http://www.enteteatrale.it/index.php/20 ... rvizio.htm

Dall'articolo suddetto andando al concetto di fondo si evince che il posto di Direttore Artistico del Carlo Felice è stato "venduto" per 1 milione di Euro.
Se sia stato un affare, se non dal punto di vista musicale, almeno da quello economico, lo vedremo quando si saprà il compenso del figlio di Veronesi!
                                                               euro

Riceviamo  questa  mail:

Egregio  dott. Stinchelli,

La  seguo  da  anni attraverso la  Sua  trasmissione  su  Radio3, La  Barcaccia,  e  L'ho sempre apprezzata  per la schiettezza  e la trasparenza  dei   Suoi  giudizi, spesso  taglienti  o  fortemente  ironici  ma  puntuali, precisi  e  nella maggior parte dei  casi condivisibili.
Mi  è  sempre  piaciuto il Suo  modo  di  dire  "pane al pane, vino al  vino"  , senza guardare in faccia  nessuno  ma  adesso...mi permetta: Lei  sta  scherzando   o dice  sul  serio?
Lei  ha  mai  ascoltato  o visto  dirigere  il  "maestro"  Veronesi?  Sembrerebbe  di  no, a  leggere  il Suo  scritto, in cui  gli elogi  addirittura  sono sperticati. Io  purtroppo  sì, abitando   vicino  Viareggio ed  essendo un assiduo frequentatore  del Festival  Puccini  a  Torre. Ebbene,  confesso  di non aver  mai  visto e  sentito  dirigere  peggio  anzi: non dirigere!  Questo  signore  si agita  sul  podio  ma  la  sua è una pantomima, l'orchestra  va  da sola   e  ,dato che si tratta  di musicisti  preparati,  si  salvano alla meno  peggio, aiutandosi  tra  loro.Il  Veronesi  direttore artistico  è, se  possibile, ancor  peggio  del  Veronesi   direttore  d'orchestra: le sue stagioni  rappresentano il punto  più  basso  mai  raggiunto  da  questa  davvero  sfortunata  manifestazione, con allestimenti  orrendi  (la  famosa  "Butterfly"   con gli scarafaggi, la  recente  Fanciulla...un orrore....)  e costosi. Non parliamo  dei  cast:  ho  ascoltato  delle  serate  raccapriccianti, di un   livello infimo. Al  termine  di  ogni  serata   abbiamo  più  volte  visto  sorridere  e  salutare  gli  ospiti  il  buon  babbo, ansioso  di    coprire  i  disastri  del  figliolo.
Ora,  questo  signore  grazie  ai  danari  del  padre    vorrebbe  "acquistare" un incarico a  Genova. Ma  è  mai  concepibile una cosa  del  genere?  E  Lei, proprio  Lei,  difende  questa  scelta,  questa ....."cosa"!??
Mi auguro  che rinsavisca  , altrimenti  dovrei  annoverarLa  con mio immenso  rammarico nella  lunga  schiera  dei  "venduti"!
saluti

Fabio  Polidori  (Marina di Pietrasanta)

....


 
LO SFORZO DEL DESTINO, Firenze 24\11\2010
Recensioni
Martedì 23 Novembre 2010 23:23

                                                             mehta1

Si parla molto di crisi in questi giorni: la spazzatura a Napoli, il governo che vacilla, l'immagine di un paese allo sfascio. Se la si potesse rappresentare musicalmente , “La forza del destino” eseguita a Firenze stasera potrebbe essere una giusta colonna sonora per i servizi che vediamo a “Ballarò” o alla trasmissione di Saviano: tale risulta l'ascolto della diretta su Radio3 dal Teatro Comunale.

                  teatro_comunale_firezne

Passi la direzione di Zubin Mehta , che è uno specialista verdiano e conosce a menadito la complessa partitura (che ha diretto con eccezionali cantanti  da almeno una quarantina d'anni), ma il cast  stavolta  lascia molto a desiderare, con pericolose cadute sia di Violeta Urmana, Leonora, sia del tenore Salvatore Licitra, come Don Alvaro, ma non immuni da critiche anche alcuni tra  gli altri protagonisti .

Duole constatare che una cantante dotata di magnifico timbro e ottima tecnica sia costretta a gridare tutti, ma proprio tutti i numerosi acuti di cui è disseminata la parte: Violeta Urmana , per me, resta un mezzosoprano ed è palese che non regga la tessitura sopranile, soprattutto nel duetto con Padre Guardiano, dove ogni si naturale aveva tutte le laceranti caratteristiche del grido disperato. Il guaio è che quando la voce soffre in alto poi ne risente tutta l'espressione, il canto non è più fluido ma teso, preoccupato e così l'ascoltatore: cosa succederà? Ce la farà? Sono domande che un grande artista non deve far porre al pubblico né deve porre a sé stesso. Un brutto giorno la Urmana decise di non accontentarsi più delle sue splendide Santuzze, Eboli, Azucene e accettò il salto. E' stato un salto nel vuoto e senza paracadute, quasi un suicidio vocale e oggi assistiamo all'immolazione di questa Artista con la A maiuscola sull'altare del melodramma.

                                                            urmana_1

La voce balla sulle note di passaggio, i pianissimi o gli effetti di smorzando non esistono, tutto è cantato mezzoforte o forte: fa testo la grande aria del IV atto “Pace mio Dio”, con il famoso passaggio “invan la pace” risolto alla disperata, con un si bemolle  stretto ,  strizzato come uno straccio bagnato.

Per Salvatore Licitra vale lo stesso discorso, con l'aggravante di una tecnica mai del tutto messa a posto. Voce di strepitosa qualità e quantità , forse più lirica che drammatica, gettata in un agone troppo scarso di tenori, Licitra ha alle sue spalle degli ottimi esordi, contrassegnati da tante bellissime recite . La legge del Canto vuole che tutto funzioni finché regge la giovane fibra, poi iniziano le difficoltà se non c'è alla base una tecnica solida e di assoluta affidabilità. Oggi, dopo un lavoro incessante e nei massimi teatri del mondo, Licitra non è praticamente più in grado di modulare la voce con serenità: sopra il fa diesis il canto si fa avventuroso, alla “o la va o la spacca”. Ogni si bemolle è un urlo strozzato, i si naturali sono tutti a rischio stecca: al termine del duettone “Né gustare m'è dato” siamo addirittura all' urlo di guerra apache. L'aria “O tu che in seno agli angeli” , ricchissima di indicazioni dinamiche ed espressive che Licitra non può eseguire, si trasforma in uno sforzo disumano, in una lotta per la sopravvivenza. licitra_forza

E' un vero peccato perché prima del passaggio la voce è ancora molto bella e lascia intendere cosa sarebbe potuto essere Salvatore se solo avesse studiato per bene.

Roberto Frontali ha una sua solidità, si rifugia nel naso per gli acuti ma -come diceva Bruscantini- “meglio nel naso che nel culo”. Il fraseggio è sempre autorevole, chiara la dizione, il personaggio c'è.

               scandiuzzi

Roberto Scandiuzzi è ormai un veterano della parte e qua e là si sente: tuttavia anche lui crea un personaggio estremamente umano e nobile, risolvendo con intelligenza i passaggi più ostici, compreso il terzetto finale.

Intubata e modesta la Maximova come Preziosilla, che non è parte da comprimaria.

Roberto De Candia è un robusto Melitone e a parte un acuto aperto (“Non ispEri la terra”) nel suo grande monologo , crea comunque un personaggio per nulla machiettistico e molto cantato, il che è un bene.

Benissimo Bosi come Trabuco e Iori come Marchese di Calatrava.

Ottima la prestazione di Coro e Orchestra,guidati  da  un Mehta  molto  ispirato  e  partecipe. Pessima invece la “prestazione” del pubblico, che ha applaudito cose che non andavano applaudite. Diciamo che il buonismo ha prevalso sulla realtà dei fatti.

 


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