Note
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Domenica 24 Ottobre 2010 21:13 |
I giovani cantanti lirici, soprattutto il vasto bacino composto da coloro che non fanno parte di un'agenzia o che sono alle primissime armi, sono facile preda dei vari Dr. Dulcamara sparsi nel nostro bel paese che, come ho già avuto modo di specificare in altri articoli, non è il paese del Belcanto ma il paese del bel conto.
Occhio alle audizioni sospette: quando taluni agenti convocano trecento ragazzi in una stanza, uno dopo l'altro come a una catena di montaggio, chiedendo magari 100, 150Euro e oltre per una quota di iscrizione, facendo cantare mezza aria e poi congedandoli con il classico “Vi faremo sapere” (salvo poi non inviare più nemmeno una mail per dire com'è andata), allora si può essere certi che si è trattato di una vera e propria truffetta a mezzo internet, così...per arrotondare le proprie entrate a completo danno dei cantanti malcapitati.
Bisogna poi prestare estrema attenzione ai cosiddetti avviamenti alla carriera lirica o avviamenti al debutto, che sono solo belle frasi per celare il consueto, inutile corso-master- audizione, spesso consumato in due o tre giorni, senza nemmeno una preselezione e al costo di 350E e passa, esclusi vitto e alloggio.Se notizie abbastanza positive giungono infatti dagli avviamenti predisposti a Pesaro, Martinafranca, alla Scala e all'Aslico, basati su organizzazioni più serie, cose turche accadono invece altrove, persino con opere allestite in selezione, in forma concertante e con pianoforte al posto dell'orchestra: in pratica, un “debutto” che non serve a nulla.
Master e masterclasses possono essere trappole mortali.Diffidare sempre da quelle di breve durata: un master di canto decoroso non può durare meno di 7 giorni, almeno. Vi sono alcune ottime iniziative: la Chigiana di Siena, per esempio, che affida ad artisti conclamati e ottimi didatti (Bruson, Kabaivanska) i suoi corsi; non si possono non citare bravissimi insegnanti come Luciana Serra, Stefania Bonfadelli, Renata Scotto, Mirella Freni, Katia Ricciarelli, ognuna impegnata in varie Accademie, sparse in tutta Italia. Vi sono purtroppo situazioni diametralmente opposte e palesemente truffaldine.
Il record negativo viene detenuto da un “master per professionisti” che abbiamo scovato in un sito internet: DUE ore in DUE giorni (!) per la modica cifra di 350E. Immaginiamo quali fenomenali risultati si ottengano dopo questa “sveltina” canora.
Molti insondabili misteri aleggiano sui master di canto.Il CUBEC (Centro Universale del Bel Canto) di Modena, organizza annualmente i corsi della Freni: perché le audizioni avvengono nelle minuscole stanze di un ex ospedale, mettendo a repentaglio il prezioso udito della docente e trasformando ogni allievo in un potenziale Titta Ruffo o in una Nilsson rediviva? Perché cantare in quei luoghi tanto angusti e non in sale decisamente più consone ai soavi concenti operistici?
Peggio ancora la situazione del Concorso di Riva del Garda, dove l'alloggio prevede 8 persone in una stanza, con letti a castello e un solo bagno, in comune per entrambi i sessi.Ma è uno stage per studenti di canto o “Il Grande Fratello”?
Scorrendo le pagine pubblicitarie collocate sui motori di ricerca “Cantare l'Opera” e “Liricamente”, ci si imbatte nelle cosiddette promozioni artistiche, nuovo sistema “di fresco dato fuori” , per citare sempre il Dr.Dulcamara. Una di queste, OPERA PROMOTION, “un nuovo servizio dedicato ai cantanti lirici per i teatri d'opera internazionali” è un'idea partorita da una nota rivista in carta patinata, l'Opera.
Cosa si sono inventati? Semplice: basta fornire le foto, il curriculum, le registrazioni in CD e DVD e loro, che sono da 30 anni attivi nel settore (così dicono nella pagina promozionale), informano i teatri dell' esistenza artistica dei vari clienti.
Tutto ciò non è gratuito, ovviamente, ma ha un costo: 1.800Euro + IVA , per un contratto annuale che, viene specificato dai meravigliosi artefici di questa iniziativa (Sabino Lenoci, direttore del mensile, e un suo sodale), costituisce la base minima perché risulti efficace tutta l'operazione. Altrimenti basteranno soltanto 150E + Iva al mese, fino a quando la Scala o il Metropolitan decideranno di convocare qualche miracolato\a, per sostituire l'indisposta Netrebko o il cagionevole Villazon. Bisogna essere davvero ingenui per pensare che i teatri, già inondati dal materiale fornito dalle agenzie di tutto il mondo, procedano in tal modo. Un'agenzia seria, dopo un'audizione andata a buon fine, farà gratuitamente questo servizio e IN OGNI CASO, anche se non si fa parte di un'agenzia, saranno gli stessi giovani artisti a fornire il medesimo materiale senza spendere tasse annue così onerose: basta stampare delle foto, allegare il curriculum e un cd e\o dvd e inviare alle direzioni artistiche. Costerà sempre meno di 1800E all'anno.
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Domenica 24 Ottobre 2010 10:14 |
Un florilegio di citazioni librettistiche, tratte dalle più famose opere in repertorio, in cui si dimostra che i testi melodrammatici sono tutto fuorché casti e puri.
Dall’Otello di Verdi:
Desdemona: “Qual è il mio fallo?
Otello:” E il chiedi? Il più nero…”
Dalla Norma di Bellini: “Si emendi il mio fallo…”
Dalla Madama Butterfly di Puccini:” Sì, tutto in un istante io vedo il fallo mio.” “Io son venuta al richiamo d’amore…”. Pinkerton:” Vieni! Vieni!.”
Dall’Elisabetta regina d’Inghilterra di Rossini: “ Se l’amico più caro compatisce il mio fallo,non son tanto infelice”.
Dall’Ermione di Rossini: “Troja! Qual fosti un dì”.Più avanti: “Ed osa tanto, un avanzo di Troja!”.
Dalla Rita di Donizetti:”Oh credi, o mia diletta, ah te lo giuro!Starò come un piuolo, sommessamente duro.”
Dall’Incoronazione di Poppea di Monteverdi: “Non provi i tuoi rigori il fallo mio”.
Dal Falstaff di Verdi: “Da fallo nasce fallo…”
Dal Barbiere di Siviglia di Rossini:” Là senza fallo, là senza fallo, là senza fallo mi troverà…”
Dall’Europa riconosciuta di Salieri:” Ma non merita il fallo mio…”
Dall’Idomeneo: “ La vuoi vergine? Fallo mio, una innocente darti io non posso, e se pur tu la vuoi…ingiusto sei , pretenderla non puoi.”
Dall’Equivoco stravagante di Rossini, dialogo tra Gamberotto ed Ernestina:
G.:”L’uno è di filosofia bravo maestro.Che ho affittato a dieci paoli al mese. L’altro, oh poi l’altro…è un più grazioso arnese.”
E.: “Un arnese grazioso? Chi sarà mai?”.
G.:”Crepa di gioia: lo sposo.”
E.:”Oh Dio! In quai momenti…la mia toelette è disorganizzata! Non sono accinta.”
G.:” Accinta, oppur succinta. E’ tutt’uno. Preparati che a introdurli io vado, o figlia amata.”
E.:”Li ricevo seduta o sollevata?.”
G.:”Pur che tu li riceva tutti e due.Fa’ pur come tu vuoi: hai tal talento da poter stare a fronte a un reggimento.” (parte) .
E.:” Ah celibe Minerva!Immergi in questo istante interessante il virgineo pudor, nel mio sembiante.”
Sempre dall’Equivoco stravagante, Buralicchio ed Ernestina,
B.: “Vi succhieremo- come che va.”
Poi Rosalia: “Quel furbarel d’amore, se noi celiam nel petto, a nostro gran dispetto, vuol sempre venir su.”
Ernestina (dando un piede a Buralicchio):”Di mia clemenza eccoti un pegno, benché non degno sei di pietà.”
Gamberotto: “Bacialo, annasalo.”
Buralicchio:”Che odore io sento.”
Gamberotto: “Fra poco, attento, più in su si va.”
B.:”Che strano evento, che caso strano!A dunque dammela, per carità!”.
Gamberotto:”Ah figlia, dagliela, senti a papà!.”
Da l’Occasione fa il ladro di Rossini: “Non sarà il fallo così gran cosa. Lungo lungo lungo è l’affar.”
Da La marescialla d’Ancre di Nini:”Oh pompe funeste…”.
Da Rigoletto di Verdi, Sparafucile a Rigoletto:”E’ questo il mio
strumento, vi serve?”. R.:”No!Al momento!”. S.:”Peggio per voi!”. R.:”Chissà…”.
Dall’Orfeo di Monteverdi:” Sol per te bella Euridice, benedico il mio tormento.Dopo il duol vi è più contento, dopo il mal vi è più felice.”
Da La finta semplice di Mozart:”Fremo ohimé dalla paura, Ei m’infila addirittura.”
Da Il Mondo della Luna di Galuppi :”Schizzettatemi un po’ di quel licore,che v’ha mandato il vostro imperatore.”
Da Aida di Verdi: “Alla pompa che s’appresta, meco schiava, assisterai.”
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Sabato 23 Ottobre 2010 09:37 |
Venghino signori venghino!
Varata finalmente la più grande iniziativa turistica d'Europa, un viaggio fantastico attraverso i luoghi dell'Orrore:
Italian Luna Pork !
Dieci tra i più importanti tour operators italiani hanno inventato un nuovo modo di visitare il Bel Paese: basta con le banali spiagge, stop alle noiose gite in montagna, niente più faticose escursioni presso le cosiddette “città d'Arte”, invase dal traffico e dallo smog. Italian Luna Pork è la soluzione perfetta per chi ama unire la curiosità e il brivido, l'adrenalina al raccapriccio.
Partenza dall'aeroporto di Caselle, Torino, dove una navetta recante la scritta “Monsters” , inconfondibile, caricherà gruppi turistici selezionati nel numero di 30 per volta, un pulmino al giorno.
Prima tappa, COGNE. Tra le ridenti e anche un po' stridenti montagne della Val d'Aosta, dopo circa 45 minuti di viaggio, fa bella mostra di sé la villetta della sventurata famiglia Franzoni, totalmente ristrutturata .
Il mago degli effetti speciali di “ET”, Carlo Rambaldi, ha ricreato accanto al luogo del delitto, un padiglione mozzafiato , “La stanza di Samuele” , popolato di attori e comparse. Il padiglione propone 4 diverse ipotesi di delitto, tutte ricreate ad hoc in vari angoli della grande stanza: la musica inquietante della Pazzia di Lucia di Lammermoor di Donizetti, il suono della glassharmonica, contribuisce a rendere ancor più fantasmagorica l'atmosfera.
All'uscita è possibile ricevere le varie foto scattate all'interno durante le scene più orribili: vedrete le vostre facce stravolte, le espressioni più terrorizzate e potrete così portare a casa un piacevole ricordo.
Da Cogne la navetta vi porta direttamente a ERBA, per assistere a uno degli eventi più straordinari mai concepiti dall'Uomo: l'opera lirica
“Olindo e Rosa”
atto unico musicato da Marco Tutino sul testo di Bruno Vespa.
Lo spettacolo vede la regìa di Dario Argento, la partecipazione dell'Orchestra e del Coro della Rai di Torino diretti da Alberto Veronesi, con la partecipazione del celebre tenore Ben Heppner nella parte di Olindo e del soprano Deborah Voigt come Rosa. “Sono emozionato ma felice di concertare questo nuovo lavoro” ha dichiarato il maestro Veronesi ,”la partitura non è semplice , molti sono i passaggi di forte impatto drammatico, ma la mia esperienza con il Verismo italiano è di grande aiuto.Inserirò sicuramente questo titolo nel cartellone del prossimo Festival Puccini a Torre del Lago, in fondo le sue opere sono piene di mostri e di delitti.”
Bruno Vespa ha scritto il libretto in 15 giorni e si dichiara soddisfatto:” Ero avvantaggiato, nessuno come me conosce il dramma di Olindo e Rosa. Ho voluto rappresentarli come due classici eroi del Melodramma...Aida e Radames, Lucia ed Edgardo, innamorati e dannati al tempo stesso.”
IL maestro Tutino :” Ho lavorato a questo pannello epico nel bel mezzo degli scontri al Comunale di Bologna, quando alcuni facinorosi dell'orchestra volevano menarmi. Mi sono ispirato a quei terribili momenti per la scena più drammatica dell'opera: la strage.”
Dopo Erba, la tappa successiva è la non lontana GARLASCO, dove la sosta obbligata è di fronte alla villetta di Chiara Poggi. Vi attendono sorridenti le gemelline, proprio loro!!!, ansiose di farsi fotografare e riprendere per accompagnarvi all'interno della casa dell'orrore. Sorridenti, disponibili, affabili, le gemelline parlano correntemente italiano, inglese e francese: vi mostreranno stanza per stanza i luoghi in cui si è consumato il delitto e al termine del tour vi proporranno un piccolo show, allestito sul palco del PalaStasi , il nuovo spazio multimediale costruito accanto a villa Poggi.
Dopo una brevissima sosta a Scandicci, scendendo giù sulla A1, si prosegue verso la capitale. Durante il tragitto, per ingannare il tempo, verrà offerto ai signori turisti la visione in anteprima del film "The Amanda Knox Story", l'ultimo capolavoro del re del reality , Robert Dornhelm, interpretato dalla bellissima Hayden Panettiere, basato sull'orribile e complicato omicidio di Meredith Kercher.
Il pomeriggio si annuncia entusiasmante e le emozioni più forti devono ancora arrivare.
Roma...la città eterna attende i fortunati eletti di questo incredibile Tour. Ecco il LUNA PORK appositamente attrezzato .
Una serie di attrazioni uniche al mondo: il Pozzo di Vermicino, una impressionante discesa nella tomba del povero Alfredino; Via Poma , la casa in cui morì Simonetta Cesaroni, ricreata ad hoc con le luci di Storaro e il fantasma di Vanacore, il portiere terribile, che vi assillerà per tutto il percorso; nel PalaMort un match da brivido: Alessio Burtone, “il pugno che uccide”, dopo l'exploit con la sventurata infermiera rumena, sfida chiunque in 3 round di pugilato: al vincitore o, meglio, al sopravvissuto ben 200.000Euro e un viaggio premio a Lourdes.
Nel Luna PORK non mancano le attrazioni internazionali: il Castello di Marcinelle, le stanze segrete di Neverland con il fantasma di Michael Jackson.
Un veloce spostamento ad Avetrana per una nottata indimenticabile nel Salento.
Sarà Al Bano in persona, testimonial e "cicerone" d'eccezione, ad accompagnarvi attraverso le campagne pugliesi e a Casa Misseri, per la tradizionale foto davanti al garage in cui è stata uccisa Sarah. Data la folla che quotidianamente staziona davanti al cancello, creando code interminabili, si è stabilito di dare l'assoluta precedenza al tour “Italian Monsters” : esibendo l'apposito tesserino potrete evitare la lunga fila e persino ottenere un lasciapassare per la degustazione di vino e olio .
La neonata azienda “Olio dell'Orco” sarà lieta di offrirvi la bruschetta al chiaro di luna e l'impagabile “mostrocotto” , una specialità locale. La nottata si conclude in discoteca, sulla spiaggia. Nel nuovissimo locale, “La cuginetta”, si balla fino all'alba.
Partenza dall'aeroporto di Bari alle 11.
Prenotazioni aperte da oggi, i posti sono limitati: affrettatevi!
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Giovedì 21 Ottobre 2010 07:57 |
Per molti il tenore è il cantante più pagato al mondo. L'irlandese John MacCormack, nominato conte nel 1924 da Papa Pio XI, arrivò a possedere dodici Rolls Royce, una scuderia di purosangue, due violini di valore inestimabile, proprietà in Irlanda, California, a Londra, New York e nella Nuova Inghilterra, e un conto in banca di molti milioni di dollari; Pavarotti, al confronto, fu S.Francesco.
Scorrendo le "buste paga" dei cantanti precedenti l'era moderna (i divi del periodo barocco), scopriamo che i tre tenori, Bocelli & C. possono sicuramente considerarsi sottopagati rispetto al castrato Farinelli, al Senesino, alla Durastanti , a Giuditta Pasta o a Giovan Battista Rubini. Certo, bisognava essere bravi; in questo, il sistema antico , ancora non regolato da sindacati di categoria e agenzie, basava tutto su una meritocrazia precisa e spietata: se canti meglio, guadagni di più. Inoltre, principi e mecenati erano soliti arrotondare i compensi con laute "mance" , spesso tabacchiere ricolme di monete d'oro, titoli nobiliari, terreni, palazzi, emolumenti vari . Nell'Ottocento i cachets diminuirono sensibilmente e si instaurò un meccanismo ancor più semplice : l'impresario divideva gli incassi della serata con i cantanti, previo accordo stipulato in precedenza. Conosciamo le cifre guadagnate da celebri ugole d'oro del tempo; il famoso Matteo de' Candia in arte Mario veniva pagato circa 13.350 franchi nella seconda metà dell'Ottocento, cioé circa 20.000Euro attuali, il cachet a recita di un Martinucci o di un Giacomini, ma anche l'ultimo cachet preso da Pavarotti in un teatro italiano prima del ritiro dalle scene .Tuttavia il calo generalizzato dei prezzi nei decenni 1870-1890 e il bassissimo livello di tassazione fecero sì che una diva di prestigio mondiale come Adelina Patti riuscisse a guadagnare cifre mai uguagliate prima o dopo: 23.000 franchi per alcuni recite negli Stati Uniti e nel Messico negli anni ottanta dell'Ottocento. E non a caso fu la Patti ad abbagliare il pubblico del Covent Garden nel 1895 comparendo in scena nel secondo atto di Traviata (la festa di Flora) con un vestito adornato di tremilasettecento brillanti di un valore complessivo (allora) di un milione di dollari.
L.Pavarotti
Rispetto agli otto o dieci mila dollari a recita guadagnati dalla Patti sembrano relativamente modeste le entrate di Enrico Caruso, che guadagnava 2500 dollari a recita al Met (quando però uno stipendio medio era di circa venti dollari dollari a settimana). E se negli anni venti i guadagni di Gigli e Schipa nelle Americhe furono favolose, il crollo di Wall Street e la successiva Depressione portò a una riduzione notevole dei cachet. In Italia il regime fascista concedeva un massimo di ventimila lire a recita per «cantanti eccezionali»: una cifra leggermente inferiore al tetto imposto dal Met nella stessa epoca: mille dollari. Una cifra che vigeva ancora quando la Callas, la Tebaldi e Mario Del Monaco cantavano a New York nella seconda metà degli anni cinquanta. Lo scandalo oggi -- rispetto a mezzo secolo fa -- non risiede tanto nei cachet ufficiali, che comunque sono aumentati, quanto nei soldi corrisposti sottobanco attraverso operazioni al nero, con società fantasma, con le residenze opportunamente trasferite presso i paradisi fiscali (Montecarlo, Lichtenstein, Andorra, isole Caiman, ec.). Questa, però, è una consuetudine degli ultimi vent'anni.
A.Kraus
Nel mirino dei discorsi sul «caro-tenore» sono passati un po' tutti, da Gigli (che suscitò scandalo quando lasciò il Met piuttosto che accettare una riduzione di cachet durante la Depressione) a Jussi Björling (che secondo Bing diceva che non poteva permettersi di cantare al Met perché guadagnava molto di più nei recital) ad Alfredo Kraus, che impose cachet elevatissimi in cambio di una continuità di rendimento inarrivabile. Il più bersagliato però è stato senz'altro Pavarotti, gratificato da una raffica di articoli all'arsenico che ben pochi artisti hanno dovuto subire nel corso della loro carriera. Uno dei più violenti fu quello apparso «The New Yorker» nel novembre del 1995 dal titolo «Snake and the Fat Man» («Il serpente e il ciccione»), riferito all'agente di Pavarotti, Herbert Breslin, e al tenore medesimo; in questo articolo si elenca una sfilza di nefandezze attribuite al super-agente, reo di aver creato una «macchina per soldi» ma anche di aver distrutto artisticamente una delle più belle voci del secolo, riducendola a star da circo Barnum. In realtà molti dei «compromessi» artistici compiuti da Pavarotti ricalcavano quelli di cantanti ormai mitizzati del primo Novecento come Lauritz Melchior (che cantò persino a Las Vegas e figurava nelle pubblicità delle sigarette Lucky Strike) e Tito Schipa (che a fine carriera ricorreva al microfono anche nei suoi recital «classici») che pur rimasero -- come lui -- artisticamente impareggiabili in quello che sapevano fare meglio.
Un altro tenore nel mirino della critica è senz'altro Andrea Bocelli, il quale costituisce un vero e proprio caso a sé.
A.Bocelli
Salito alla ribalta come cantante pop, vincitore di un discusso Festival di Sanremo, con alle spalle la potente casa discografica Sugar e un agente spregiudicato (Michele Torpedine), Bocelli riuscì a imporsi come interprete di punta del cosiddetto cross-over, cioé del mix tra il canto leggero e quello lirico, impostato: un genere che tutti reputano nuovo ma che ha illustri precedenti in Caruso , Gigli , Del Monaco, Anna Moffo e l'ultimo Pavarotti. Dopo i primi successi , Bocelli ha voluto intraprendere la più impervia strada del tenore lirico, debuttando in teatro prima nel Macbeth (Lucca), poi in Bohème (Cagliari), Amico Fritz (Verona), Werther (Dallas, Bologna), Butterfly e Tosca (Torre del Lago,Lucca), imprese salutate con simpatia ma anche con durissime critiche da parte degli oltranzisti. Si rimprovera a Bocelli la voce piccola, poco udibile senza l'ausilio del microfono, non sostenuta da una tecnica adeguata. Nel novembre del 1999 il sovrintendente dell'Opera di Nizza, Giancarlo Del Monaco, figlio del celebre tenore Mario, annullò due importanti contratti stipulati con Bocelli (Amico Fritz di Mascagni e Luisa Miller di Verdi) definendolo "inadatto" a sostenere opere di repertorio come tenore lirico. La critica americana stroncò sanguinosamente il suo Werther ma Bocelli riesce a diventare un mito mondiale, cantando per il Papa, per i presidenti Bush e Obama, per ogni tipo di convention, rete televisiva, vendendo milioni di dischi e continuando ad alternare canzoni pop a romanze, ora in coppia con Céline Dion, ora accompagnato da Zubin Mehta e Lorin Maazel, pronti a giurare sulla sua valenza straordinaria come tenore. Chi è dunque Bocelli? Vero mito o bluff? Non è certo la voce per Mario Cavaradossi, Radames, Calaf né per Manrico in teatro, ma questi ruoli in disco vengono affrontati con gusto e con lodevole impegno. Bocelli ha il merito di interessare al Melodramma una fascia di pubblico che non si porrebbe nemmeno lontamente l'idea di entrare in un Teatro e di portare in Tv, oltre che sé stesso, anche il genere che ama e che vorrebbe maggiormente diffuso. Non è poco in un periodo che vede l'Opera gravemente ghettizzata, soprattutto nel nostro paese.
Outsiders
Tenore Salvaserata o Tenore Last Minute, è quel tipo di tenore che viene chiamato d’urgenza in caso di improvvisa defezione di un più celebre collega. Non è detto, poi, che il celebre collega canti meglio di lui. Di solito vengono convocati all’ultimo secondo, spesso senza nemmeno una prova: la loro affidabilità è assoluta. Il tenore “salvaserata” è la più completa (e anche tragica) conferma all’inutilità di molti conclamati Divi e di molte, costosissime regìe. I più famosi tenori “salvaserata” furono Ottavio Garaventa, Maurizio Frusoni, Vincenzo Bello, Lando Bartolini. Fu clamoroso il caso dell'Aida scaligera (2007) in cui venne contestato Roberto Alagna , sostituito al volo dal tenore Antonello Palombi, che entrò in scena in abiti borghesi.Recentissimamente è valso l'uso di utilizzare come 'salvaserata' i tenori coreani, spesso studenti di conservatorio o freschi vincitori di concorso. Costano poco, sono sempre pronti e cantano qualsiasi cosa.
Parma,ottobre 2010
Acutista, è il tenore con gli acuti in tasca, facili e strafottenti. Si ricordano Antonio Pirino (famoso per il fa sopracuto a piena voce nei Puritani) , Mario Filippeschi, Gianni Raimondi, Franco Bonisolli, Salvatore Fisichella, Vittorio Terranova, e in tempi più recenti Aldo Bertolo, William Matteuzzi ,Giorgio Casciarri, Stefano Secco, Gregory Kunde, Celso Albelo, John Osborn, Antonino Siragusa, Lawrence Brownlee. Sono talmente sicuri nel registro acuto e sopracuto che possono essere impiegati, indifferentemente, per ruoli leggeri o drammatici (dalla Sonnambula al Guglielmo Tell) basta che sopravvivano indenni alle note sopra il rigo.
Maratoneta , è il tenore macina-recite, spesso protagonista delle cosiddette “spedizioni punitive” (spettacoli in compagnie di giro, tournées estive), in cui senza alcun risparmio canta anche 15 e più recite consecutive di Aida, Carmen, persino Trovatore, Otello . Un autentico recordman in questo senso fu Placido Domingo,ribattezzato "il tenore jet".
Il “Nome”, quando si ha bisogno di un tenore rinomato, non troppo costoso ma di chiara fama, si richiede “il Nome” ; che non sono necessariamente Domingo o Alagna (quelli, costano troppo) ma comunque un tenore che abbia una notevole carriera , una solida professionalità e non eccessive pretese di onorario: ecco quindi i vari Cecchele, Cupido, Merighi, Bartolini, Martinucci, in tempi più recenti Malagnini,Giuliacci.
Il Baritenore, è un tenore “corto” più che un baritono “lungo”.A volte è semplicemente un tenore ingolato. Il si bemolle viene quando viene, il la naturale è la sua nota ultima. Lo si impiega per opere limitate nell’estensione: Walchiria, Parsifal, Sansone.
Lo “specialista”, anche se il termine fa pensare a un killer si tratta in realtà di un tenore adatto a un repertorio ben preciso: può essere uno specialista rossiniano, verdiano, pucciniano, ma anche mozartiano, wagneriano. La sua è una vocazione che finisce per diventare un’etichetta, un marchio a volte indelebile. Tipico esempio Juan Diego Florez per Rossini,Ben Heppner per Wagner.
J.D.Florez
Espada, è il corrispondente spagnolo del tenore “acutista” .Celebri espada furono Gayarre, Fleta, Cortis, Labaro, Kraus, Sempere, Gonzalez.
Tenore crossover . Ormai è una categoria a parte. Creato da Bocelli, il tenore crossover è colui che unisce la vocalità operistica alla vocalità leggera, mescolando i generi e interpretando canzoni appositamente concepite per questo nuovo modo di cantare.La voce non è mai del tutto appoggiata, tende naturalmente al falsetto,uso e abuso dei suoni ingolati, spesso si fa androgina. E' la famosa commistione dei generi che, se è vero che avvicina mondi diametralmente opposti, è anche vero che determina pericolose confusioni: non è raro che il tenore crossover canti un Manrico "pop" e un "Volare" troppo lirico. Ne sono tipici esponenti Vittorio Grigolo, Alessandro Safina, Rolando Villazon.
R.Villazon
Tenore Jet , mentre il tenore “maratoneta” accumula recite nella serie minore, il tenore “jet” è il superDivo che viaggia con l’aereo privato e che grazie a questo costoso ma efficace mezzo, riesce a spostarsi da una città all’altra, da un fuso orario all’altro senza perdere mai un colpo. I Tre Tenori (Pavarotti,Domingo, Carreras) furono i campioni mondiali di questa categoria.
Tenore Rambo, sull’onda dei successi cinematografici di Sylvester Stallone sono apparsi di recente questi esemplari di tenori palestrati, dal pettorale imponente e dal bicipite prominente: José Cura e Dario Volonté, entrambi argentini, che nei loro primi anni di carriera hanno incarnato idealmente il prototipo dell'eroe statuario, i Russel Crove della Lirica (salvo poi subire un rapido tracollo, non appena alle ore in palestra si son sostituiti i continui viaggi e la vita pigra e indolente del cantante). Non sempre al muscolo corrisponde , poi, una voce altrettanto spettacolare, ma è un dettaglio di poco conto.
J.Cura
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