II Barone di Mareste , citando Sainte-Beuve (Nouveaux Lundis,III), decretava :
"Il cattivo gusto porta al delitto."
Invero molti telespettatori, anche digiuni di opera lirica, avrebbero volentieri
ucciso qualcuno, magari gli autori oltre che i conduttori e gli artisti responsabili
dello spettacolo nomato "Una notte per Caruso" andato in onda ieri sera
sulla rete ammiraglia.
Lo si desume leggendo con attenzione il resoconto, attimo per attimo, riportato
qui di seguito, fedelmente trascritto dal gruppo "Enrico Stinchelli Official Fan
Group" di Facebook.
Si tratta di oltre 700 interventi a commento della serata, così come si presentava
davanti agli occhi e purtroppo anche davanti alle orecchie dei telespettatori
italiani. Una "prima serata" ,come suol dirsi, che prendeva a pretesto un nome importante, leggendario, quello del tenore Caruso, il quale entrò negli annali
della Storia , appunto, come "cantante d'opera".
L'opera lirica italiana è, assieme alla gastronomia, alla moda e ai beni culturali,
una delle ragioni per cui un italiano non debba vergognarsi all'estero.
E' sicuramente la ragione per cui vale la pena di imparare l'italiano, in un
mondo in cui l'italiano conta quanto il due di coppe a briscola di bastoni.
Sono italiani i libretti delle opere più amate, sono italiani i termini dinamici
apposti in partitura dagli autori, fu un italiano l'inventore delle note musicali,
l'Opera nacque in Italia.
Ora, l'Opera suppone un minimo di conoscenza della medesima e una minima cultura di base, quella che malamente fornisce la scuola pubblica o l'educazione
in casa, ammesso che si appartenga a famiglie decenti, naturalmente. Certo,
non se si proviene dalle caverne o da realtà sub-umane, che in questa sede
non possiamo considerare ma solo compiangere. Gli autori del programma di RaiUno, i responsabili della trasmissione e della sua orrida fattura e cioé del pauroso mélange etnico-pop-sfigato collocato sul palco di una irriconoscibile
Sorrento, sono certamente dei cavernicoli culturali, per i quali l'ignoranza
(intesa come assoluta NON conoscenza delle persone, della storia e dei fatti)
è una condizione fissa, rassegnata e conclamata. Spinoza, pensando esattamente
a questa genìa perniciosa, dannosissima, produttrice in laga scala di altra
ignoranza, aveva individuato bene quanto l'ignoranza sia immorale .
Perchè ricordando un grande tenore d'Opera NON si può, è IMMORALE proporre
al pubblico un tale pasticcio avariato, in cui gli unici istanti vocali degni di questo nome siano affidati a spezzoni di Mario Lanza (per inciso, un divo cinematografico dotato di bella voce, che non fece mai una carriera di cantante d'opera), spacciato per "erede di Caruso" ; NON si può su due ore e passa di spettacolo far sfilare
in passerella personaggi quali Amanda Lear, Enzo Iacchetti,Memo Remigi, Fiorella Mannoia & C. nel nome infangato di Enrico Caruso (che c'entra? Chiamate la serata "Una notte per Sorrento" e fate prima!);NON si può vedere il signor
Papaleo (uno dei 'comici' meno comici mai visti) litigare con uno smoking evidentemente mai indossato prima e prodursi in spaventosi duetti, supportato
dalla signora Saluzzi, adusa a salotti poltici e qui quanto mai pesce fuor
d'acqua; NON si può riempire il minestrone di spezzoni tratti dalle teche Rai,
tanto per far passare il tempo) ; NON si può premiare con la statuetta
carusiana placcata d'oro quel coboldo strano di Riccardo Cocciante, che non
ho capito se è un santone alla Sai Baba, un profeta, un poeta maledetto o un urlatore (come lascerebbero facilmente supporre le sue sgangherate interpretazioni vocali).
Semplicemente: non si può. Con Caruso e con l'Opera non ci azzecca. E' altamente diseducativo.
Cosa si sarebbe dovuto o potuto fare? Invitare dei cantanti d'opera , forse? Perchè no? Cos'è?? Avete paura dell' Opera, probabilmente. Avete soprattutto paura della vostra abissale ignoranza, avete paura della bellezza poichè essendo la bruttura umana personificata non volete che vi si veda la faccia. L'Opera non va in Tv,
signori miei, perchè è troppo bella e perchè richiede una sintonìa e una sensibilità IMPOSSIBILI per questi aridi schiavi dell'audience.
Angela Gheorghiu è una delle star internazionali più note e amate.
La vicenda del suo lungo matrimonio con il tenore Roberto Alagna ha
spesso coinvolto le pagine "rosa" più che la cronaca musicale,
sebbene il legame con la EMI abbia prodotto parecchi cofanetti
operistici e concerti importanti.
Ora, l'interruzione di questo rapporto, già nota da tempo, presenta una
macchia abbastanza grave, come si evince dalla notizia pubblicata oggi.
La Gheorghiu accusa l'ex marito di essere stata malmenata.
Don José, insomma, di nome e di fatto.
Roberto Alagna , dal canto suo, si era già distinto per il carattere
focoso e incline al manesco. Durante una prova d'assieme dei
"Pagliacci" a Ravenna, giunse a mettere le mani addosso al maestro
Riccardo Muti, reo di aver maltrattato la moglie oltremodo.
Chi assistette alla rissa parlò di un Muti seriamente spaventato
dai modi assai poco urbani del tenore francese.
Ora la faccenda, se vera, è decisamente più grave.
Bon ton vuole che una donna, o primadonna che sia, non debba essere
toccata nemmeno con un fiore. Qui si è andati oltre.
Tuesday, Jul 02 2013 3PM 22°C 6PM 22°C 5-Day Forecast Revealed: The Posh and Becks of opera divorced because 'he beat her in front of her own family until she could no longer sing'
Angela Gheorghiu and Roberto Alagna divorced back in January The soprano described the violence as the most 'black page' of her life The revelation will shock fans of opera's long-time golden couple Miss Gheorghiu says friends warned her to 'be careful' of Mr Alagna The pair initially split back in 2009 but later got back together
By Steve Nolan
PUBLISHED: 10:09 GMT, 2 July 2013 | UPDATED: 12:31 GMT, 2 July 2013
They were once the golden couple of the opera world, dubbed culture's answer to Posh and Becks.
But it seems that world renowned singer Angela Gheorghiu's marriage to tenor Roberto Alagna may have been far from the dream pairing that fans imagined.
The 47-year-old soprano has claimed in an interview that 50-year-old Alagna would violently assault her in front of both her family and his.
Scroll down for video: Speaking out: Opera star Angela Gheorghiu has claimed in an interview that ex husband Roberto Alagna was violent during their 17 year marriage
Speaking out: Opera star Angela Gheorghiu has claimed in an interview that ex husband Roberto Alagna was violent during their 17 year marriage
The revelation, made in The Independent days before Miss Gheorghiu is set to star in Puccini's La Rondine at Covent Garden's Royal Opera House, will stun opera fans.
She told the newspaper: 'There are things in life you accept from your man, but I did not want to continue to live with the idea that your man is violent.'
More...
Ditching Dan Brown, pretending to like opera and sharing intellectual articles on Facebook: The lengths people go to in an attempt to appear clever Prolific burglar, 20, who battered former actress and model, 77, to death when she caught him raiding her home is jailed for life
Describing Alagna's alleged violent behaviour as 'the most black page' of her life, she added: 'Even if you are the most angry person, to stand and give a clap on your wife, it's impossible - and to do this in front of your father and your brother and they say not a word?
'A person like that will never, ever change.' In the frank interview, Miss Gheorghiu, who went to Romania to divorce Mr Alagna earlier this year, says that when the pair first got together she was warned to be careful around the French star, but only saw in him what she wanted to see.
She described her life as a cycle of crying and singing and admitted that she got to the stage where the tumultuous relationship was wearing her down to the point where she didn't want to sing anymore.
Miss Gheorghiu and Mr Alagna met when they performed together in La bohème in the early 1990s.
The pair married in 1996 after Miss Gheorghiu divorced her first husband.
The couple collaborated often both on stage and in studio recordings, but Gheorghiu, once named the 74th sexiest woman in the world by FHM magazine, told Le Figaro that the pair had separated in October 2009. Renowned: Pictured performing at the 2006 Cannes Film Festival, Miss Gheorghiu was once voted the 74th sexiest woman in the world by FHM magazine
Renowned: Pictured performing at the 2006 Cannes Film Festival, Miss Gheorghiu was once voted the 74th sexiest woman in the world by FHM magazine
Two months later she reportedly declined to appear opposite her estranged husband in a production of Carmen.
But the divorce was called off and in a March 2011 interview, Miss Gheorghiu said that she was back with Mr Alagna.
In 2011 they jointly opened a Greek ampitheatre in Qatar and sang together in two performances of La bohème at the Royal Opera House and sang in a joint concert in Buenos Aires.
But Miss Gheorghiu announced that opera's golden couple had agreed to divorce back in January.
MailOnline contacted Mr Alagna's management who declined to comment.
Quando si parla di Attila, si finisce per considerare la bellezza indiscutibile di alcune pagine musicali, già dense e cariche di quel pathos che ha reso memorabili le grandi “frasi verdiane”, fin dal magnifico Preludio , continuando con la Tempesta e l'entrata del tenore, l'aria trasognata del soprano (“O del fuggente nuvolo”) , il Sogno di Attila con la veemente cabaletta, i magnifici concertati e soprattutto quel finale così essenziale e perfetto, in cui si realizza la predestinata fine del protagonista.
Sono pagine stupende, senz'altro, ma nella sua interezza e soprattutto nella sua verità drammaturgica, Attila non ha goduto della stessa considerazione di altre opere verdiane. Spesso e volentieri l'esito è stato quello d'una passerella vocale, campo di battaglia per bassi e soprani tonanti, tenori scalpitanti e baritoni “sibemolleggianti” , se mi è consentito questo neologismo vociologico. A volte vere e proprie gare canore a discapito della regìa.
Mi raccontò il baritono Carroli che a ogni recita il basso Christoff, non appena Ezio si allontanava da lui al termine del grande duetto “Vanitosi, che abietti e dormienti”), scagliava una lancia con infallibile precisione a quasi 20 cm dal tallone del generale romano. “Non ti preoccupare” , diceva Christoff al collega alquanto atterrito, “ Io lanciere scelto delle guardie di Re Boris” . Effetto notevole, ma ai tempi del grande basso bulgaro le regìe si facevano così, chacun pour soi et Dieu pour tous.
Il grande basso bulgaro Boris Christoff
Attila presenta temi di grande attualità, nonostante ci riporti ai tempi dell'Impero Romano: la violenza, le trame politiche, i giochi di potere, la sopraffazione, il tradimento. Quando Ezio canta “Sovra l'ultimo romano, tutta Italia piangerà” sembra quasi di udire i lamenti per l'odierna crisi, oggi- in fondo- in Italia piangono un po' tutti ,a ragione o a torto.
Io ho sottolineato fin dall'inizio il tema trainante della bruta violenza barbarica. “ Urli, rapine, gemiti, sangue,stupri, rovine, e stragi e fuoco d'Attila è gioco” canta il Coro degli Unni all'inizio dell'opera, sulle ancora fumanti rovine di Aquileia. Non è uno scherzo : vedremo scene di violenza piuttosto esplicita, nell'atmosfera buia e fangosa rievocata dalla fine del Preludio, l'arrivo pauroso delle truppe di Attila, il flagello di Dio assiso su un trono metallico, le vergini guerriere prostrate ai suoi piedi e offerte in premio , capitanate da Odabella.
I caratteri sono molto forti e scolpiti con la consueta perizia dal grande uomo di teatro: il soprano è la sorella di Abigaille, l'altra grande virago, e forma con Lady Macbeth l'ideale trio dei soprani drammatici di agilità dalla tessitura perigliosa e dagli accenti aspri. Ho cercato di mantenere comunque l'aspetto femminile in maniera piuttosto marcata: spesso questi soprani appaiono come dei “veri uomini” cui manca giusto un bel paio di baffoni . La virago apparirà dunque come Ygritte nel “Trono di spade” o come l'amazzone Ippolita, sufficientemente sexy per non essere confusa con un Unno. Attila, dal canto suo, non è soltanto un personaggio temibile e violento: è piuttosto un re orgoglioso, fiero, consapevole della sua forza e del suo indiscutibile carisma. La gelosia del tenore, marito di Odabella, deve essere ben motivata: Attila, fin dai tempi gloriosi del film con Anthony Quinn e Sophia Loren, ha sufficiente fascino per instillare un lecito dubbio negli spettatori; e se Odabella ne fosse realmente sedotta? Certo, alla fine sarà lei a trafiggerlo, vendicando così la morte del padre ma ...chissà cosa avvenne nella tenda del fascinoso barbaro.
Il carattere più debole resta quello del tenore, in bilico tra il suo lato irredentista e l'amore per una Odabella, presunta fedifraga, “preda del mostro”. Ma Verdi, benigno, gli affida frasi e arie memorabili, rendendolo persino protagonista della fondazione di Venezia, che avviene puntualmente al termine della grande scena d'entrata, “ Ma dall'alghe di questi marosi, qual risorta fenice novella, rivivrai più suberba più bella, della terra e dell'onde stupor”. E' quindi,a suo modo, un piccolo eroe e sarebbe grave errore privarlo di questa dignità.
Cupo, meditabondo, afflitto dai suoi contrasti, un grande solitario è Ezio, il generale che trama: ho pensato alla grande solitudine di un uomo afflitto dalla smania di potere e che alla fine tradisce l'unica persona che, paradossalmente da nemico, lo apprezzava di più. Come accade in politica, purtroppo.
Verdi riesce, come suo solito,a dipingere molto bene le atmosfere dei luoghi: nella sua musica si avverte la bruma, la nebbia, l'acqua che circonda l'intera vicenda e ne diventa quasi motivo conduttore. Con l'aiuto di un mago della scenotecnica come Pier Paolo Bisleri, che ben conosce gli elementi propri della sua terra: il legno, la roccia, il fango, e con le preziose proiezioni dinamiche di Gerald Ordway e Alex Magri, abbiamo cercato di rievocare il clima di Aquileia e dei suoi dintorni, le paludi di Rio Alto, i boschi, le radure, puntando sulla realizzazione di un film opera che sfuggisse agli schemi rigidi del primo Verdi, ma fosse un dramma estremamente continuo e scorrevole, con un solo intervallo al termine del I atto.
L'opera è stata concepita inizialmente per essere rappresentata all'aperto, di fronte alla meravigliosa Basilica di Aquileia, progetto che verrà realizzato il prossimo anno e di cui le recite al Verdi costituiscono un ghiotto preambolo e una eccitante sfida.
Sono particolarmente felice della magnifica disponibilità e professionalità dei complessi triestini, della qualità del suo laboratorio e di coloro che vi lavorano; la sicurezza di un maestro come Donato Renzetti, già protagonista di memorande recite di Attila, l'eccellenza di un cast che si impegna battuta dopo battuta. E' un grande sforzo per l'anno verdiano , in un anno non facile per l'Opera in Italia e per la Cultura in genere. Mentre i teatri licenziano parte del personale e tagliano titoli per mancanza di fondi (non elargiti da uno Stato tendenzialmente sordo), Trieste ne aggiunge e reagisce alla crisi per omeopatìa. Scelta coraggiosa e salutare per tutti coloro che amano il teatro d'Opera, uno dei nostri vanti storici.