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Allevi versus Beethoven: il nano e il gigante.
Mercoledì 24 Luglio 2013 14:50

                                 beethoven_ritmo        

 

La  possiamo  considerare  una  cazzata  estiva, assimilabile  alle  notizie  sul  "royal  baby" .Quelle  notizie  , assolutamente  inutili ,  che un  tempo si leggevano sotto agli ombrelloni. Ma  la  dichiarazione  di  Giovanni  Allevi  su  Beethoven, "Beethoven  non ha  ritmo, ne ha  più  Jovanotti" ,  è  più  grave  e  meno  vacua  delle  altre.

Allevi  , per la  cronaca,  è  uno di quei pupazzi creati dal  teleschermo, necessari  per assicurare al  popolo bue   "panem  et  circenses"  , secondo l'antica  e  sempre  funzionale  regola  instaurata  dai Cesari per  meglio  tenere  sotto  controllo  le  ottenebrate  menti dei cittadini. Personalmente  lo  giudico un  pessimo pianista  e  un ancor  peggior  compositore: il suo  segno caratteristico  è la  banalità, elevata  all'ennesima  potenza. Tanto  basta  per  renderlo  un  "mito"  delle  italiche  genti  e  per  taluni, i  più  ottusi,  persino  un  "genio".

                         allevi_solfeggi

                                                       

Da  un  cotal personaggio  puoi attenderti  solo  cavolate a ruota  libera: mi stupisco  che  non abbia  ancora  sistemato a  modo  suo  un Bach, un Mozart , un Rossini. Forse  non tarderà a  farlo.

Eppure, le sue  idiozìe  vengono  pubblicate  e  sono  oggetto  di  riflessioni. Il  sistema  è  consolidato nelle  sue strategìe:  si  spara  la  cazzata, la  più  grossa  possibile; si scatenano le  reazioni, MEGLIO se  negative, MEGLIO se  infarcite  di  insulti e impropèri  rivolti  al  mittente  della  cazzata  (vedete  che  ci  casco  anch'io...contate  quante  volte  avrò  dato  del  cretino ad  Allevi  in questo articolo...) , ci si  divide  in  difensori\vestali  della  Musica Classica  e  in sostenitori  del  giovane  (insomma, non più  tanto)  "genio   compreso" . Insomma: Allevi versus  Beethoven, significa- in fondo- passare  il paragone...Allevi  E  Beethoven  sono  entrambi  musicisti,  l'uno vale  l'altro.

         

                beethoven__vignetta


Sappiamo che  ciò non corrisponde al  vero. Beethoven  è  stato un immenso  musicista, Allevi  è  una  fetecchia  e definirlo  musicista  corrisponde a  offendere  fior  di  autentici  musicisti, esecutori  e  compositori. Duke Ellington diceva  che esistono  due  soli  tipi di musica, quella bella e   quella  brutta. Già. Verissimo. Infatti  quella  di  Allevi  è  brutta  musica.Quella  di  Beethoven   è  bella  musica.

Ma  la  frittata  è  fatta, la  pallottola  è  partita  e  le  reazioni  pure.

Allevi  ha  un seguito, un vasto  seguito,  soprattutto  presso ignari  giovani. Giovani  ineducati, diseducati, figli  di  genitori a   loro  volta  ineducati  e diseducati. Sono  bastati  30\40 anni  per  ridurre  questo  paese, dal  punto  di  vista  culturale  e  non solo, a  un deserto dei  Tartari.  Ne  vediamo  e  ne  subiamo    gli  effetti  ogni  giorno.

Quelli  come  noi, educati alla  Grande  Musica  (nel  senso  adorniano del  termine)  vivono , più che  in una  nicchia,   direttamente  sopra la  zattera   che  venne  meravigliosamente  dipinta  da  Géricault, Le  radeau  de la  Méduse. Abbiamo con noi i nostri  libri, i nostri  dischi, le  nostre  esperienze  di  ascolto  e\o  di  lavoro, abbiamo  il bagaglio della  nostra  cultura  e della nostra  educazione.

         Radeau_de_la_Mduse      radeau2             

Siamo  in mezzo ai  flutti , abbastanza soli.  Ma  con noi, sopra la  zattera, ci sono Beethoven,  Rossini, Mozart , Verdi  e  tutti  gli  altri. Con noi  ci sono i grandi  esecutori, ci sono Kleiber, Karajan, Benedetti Michelangeli, la  Callas, Wunderlich, Horowitz e David  Oistrach. Ci sono  schiere  di  immensi  musicisti, c'è la  Musica Seria  (così  la  chiamava  Adorno, con orgoglio). C'è la  grandezza  che  non teme  l'insulto. La  pipì  del  cagnolino sul monumento.

Sarà  anche una  posizione  di ordine  snobistico la mia, certo, non lo nascondo. Anzi  è  proprio  così:  le radeau  de la  Musique  è  composto  anche  da  personaggi  fieri  e  orgogliosi  di aver  avuto il privilegio di  vivere  Con   e  Per la  Musica, quella  vera  , quella  seria. Da  questa  zattera, in mezzo ai  tumultuosi  flutti della  sub-cultura,  le  note stonate  di Allevi, suonate o cantate, giungono   solo  come  innocui schizzi.

E ora  la  parola  a  Beethoven e  a  Kleiber  alla  faccia  di  Allevi!

 

                                    

 
TAORMINA:povero Verdi
Mercoledì 17 Luglio 2013 14:42

 

 

                                             verdi_pensieroso


Un  messaggio  su  Facebook  da  un membro dell'Orchestra che ha  partecipato

all'opera  recensita:

 

" Egregio Sig. Enrico Stinchelli, sono un musicista dell'orchestra del Conservatorio V.Bellini di Palermo che ha partecipato al Ridicoletto (azzeccatissimo termine) a Taormina e con rammarico non posso che prendere atto dell'onestà e obbiettività della sua recensione.
Purtroppo questi sono i risultati quando ci lancia in simili imprese con approssimazione ed incompetenza.
A questo proposito avrei gradito una vera e feroce stroncatura del personaggio Castiglione e del suo ego sproporzionato. Lei ha parlato di molteplici talenti mentre io ho solo percepito un affarista senza scrupoli.
Mi spiace molto per la nostra orchestra che è formata da allievi capaci e volenterosi (a titolo COMPLETAMENTE gratuito), da professori che non sono raccogliticci ma docenti in conservatorio (alcuni dei quali di grandi capacità e lunga esperienza) e da pochi esterni precari come me scelti tramite audizione.
Ma siamo solo musicisti, per la media degli italiani persone quasi inutili che non fanno nemmeno un lavoro vero.
E così siamo stati trattati dall'organizzazione di Castiglione che nei fatti non aveva organizzato proprio nulla (nemmeno l'albergo al nostro arrivo) mettendoci troppo spesso in grave difficoltà.
Anche se musicisti siamo sempre persone e avremmo meritato una maggior considerazione e rispetto.
La ringrazio ancora per l'attenzione delle parole da lei espresse nella vana speranza che faccendieri di questa risma non si occupino più di ciò che più caro ci é rimasto in Italia.
E in Sicilia."

(M.D.F.)


Ed   ecco invece  il magnifico  (si fa  per  dire)  contratto  stipulato  con l'Orchestra  e  il 

Coro  assemblati   per  le  opere  Cavalleria e  Pagliacci a  Taormina con

poche  prove e   pagati con cifre  invero miserrime :



 
CONTRATTO DI SCRITTURA ARTISTICA (sic??!)Sealed

L’anno 2013, il giorno ___________________ del mese di Luglio, tra
L’Associazione Musicale “Il Melodramma”, con sede legale in Catania, Via
Teatro Massimo n. 15, C.F. / P. IVA 05082960872, in persona del legale
Presidente rappresentante pro tempore Sig. Gabriele Vittorio Riggi, di seguito
denominata brevemente “Associazione”, da una parte, e
_____________________, nato/a a _______________________ il
___________, residente in ________________ Via/Viale/Piazza
___________________ n. _______, C.F. ____________________ (di seguito
definito Professore d’Orchestra in qualità di __________________________),
dall’altra
SI PREMETTE
1 – L’Associazione ha concluso con la Fondazione “FEM – TAORMINA
FESTIVAL” (di seguito definita brevemente “Fondazione”) un contratto per
l’esecuzione delle opere liriche Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni (da
rappresentare unitamente ai Carmina Burana in forma di concerto), e
dell’opera lirica I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo da rappresentare
unitamente a sinfonie di Giuseppe Verdi.
2 – Le parti del predetto contratto hanno concordato il calendario delle prove
e delle rappresentazioni che l’Associazione si è impegnata ad eseguire.
3 – Il calendario di cui sopra è stato attentamente esaminato dal Professore
d’Orchestra il quale lo ha accettato nei suoi contenuti ed ha acconsentito al
suo inserimento all’interno della presente scrittura sì da costituirne parte
integrante al fine di specificare gli obblighi nascenti dalla presente scrittura.
4 – L’Associazione ha interesse a conferire al Professore d’Orchestra
________________________ l’incarico di eseguire le prestazione di cui
all’articolo 1 ed il Professore d’Orchestra ha dichiarato di accettare l’incarico.
5 – Le parti, con la presente scrittura, non vogliono in alcun modo dare vita ad
un contratto di lavoro subordinato o para subordinato, essendo la loro volontà
destinata esclusivamente ad effettuare ed ottenere prestazioni di natura
professionale ed autonoma, del tutto prive di ogni collegamento alla struttura
ed all’organizzazione dell’Associazione, limitate agli allestimenti oggetto del
contratto a suo tempo intercorso tra quest’ultima e la Fondazione, e collegate,
nella determinazione degli obblighi e del compenso, alle singole prestazioni
erogate.
Tutto ciò premesso, tra le parti come sopra indicate
SI CONVIENE E STIPULA QUANTO APPRESSO
1 – Le premesse costituiscono parte integrante della presente scrittura;
2 – Il Professore d’Orchestra si obbliga ad effettuare tutte le prestazioni
indicate nel calendario delle prove e delle rappresentazioni allegato al
presente contratto;
3 – Le prestazioni relative alle prove ed alle esecuzioni sono state indicate in
termini orari, anche se il calendario è suscettibile di variazioni e gli orari di
fine lavoro sono indicativi e suscettibili di modifiche secondo le esigenze di
produzione.�
4 – Del pari, il compenso pattuito è anch’esso svincolato dal tempo necessario
alla effettuazione della prestazione, costituendo espressamente obbligo del
Professore d’Orchestra garantire la propria piena e costante partecipazione
alle attività concordate con la Fondazione;
5 - Eventuali prestazioni aggiuntive verranno compensate nella medesima
misura prevista per quelle indicate nel calendario;
6 – Il Professore d’Orchestra si impegna fin d’ora a non assumere impegni
incompatibili con quelli oggetto delle prestazioni oggetto del presente
contratto;
7 – In relazione alle prestazioni previdenziali, il Professore d’Orchestra, sotto
la propria esclusiva responsabilità dichiara:
Di essere esentato dagli obblighi informativi e contributivi previsti
dalla normativa previdenziale del settore dello spettacolo (art. 1
comma 188 L. 27.12.2006 n. 296), ivi comprese le disposizioni in
materia di limiti retributivi massimi che consentono tale esenzione e
consegna, a tal fine, all’Associazione la documentazione idonea a
comprovare la sussistenza dei prescritti requisiti (autocertificazione
per i lavoratori dipendenti e certificato di iscrizione per gli studenti);
Di non poter godere della esenzione sopra indicata, sussistendo,
pertanto, tutti gli obblighi di natura informativa, previdenziale e
contributiva previsti dalle vigente normativa;
8 – Il cachet previsto per ogni singola prestazione viene consensualmente
determinato in € 60,00 (sessanta) per tutti gli orchestrali mentre per le prime
parti in € 80,00 (ottanta), indipendentemente dalla natura della prestazione
stessa (prova o esecuzione dello spettacolo);

9 – Il Professore d’Orchestra si obbliga ad eseguire le proprie prestazioni
secondo le migliori regole professionali, garantendo la propria presenza (30
minuti prima gli orari di inizio) ai giorni concordati per ogni singola
prestazione;
10 – Il cachet come sopra determinato è da considerarsi omnicomprensivo,
sicché il Professore d’Orchestra non avrà diritto ad alcun ulteriore compenso
e/o rimborso sotto qualsiasi forma: a tal fine (ed a mero titolo esemplificativo)
le parti precisano che rimangono a carico del Professore d’Orchestra i rischi e
le spese di trasporto necessarie per recarsi presso i luoghi convenuti per le
prove e per le rappresentazioni, nonché saranno a carico del Professore
d’Orchestra eventuali spese di vitto e alloggio;
11 – Qualora il Professore d’Orchestra venisse protestato dal Direttore
d’Orchestra (o da altro soggetto a tal fine legittimato) non maturerà alcun
diritto risarcitorio e/o indennitario, ad esclusione di quello al corrispettivo per
le prestazioni rese;
12 – Parimenti, il Professore d’Orchestra non maturerà alcun diritto in caso di
soppressione, parziale o totale, delle prove e/o delle rappresentazioni, ad
esclusione di quello maturato per le prestazioni eseguite;
13 – In caso di impossibilità a rendere la prestazione, derivante da caso
fortuito o, comunque, non imputabile al Professore d’Orchestra, questi
maturerà solo il diritto alle prestazioni rese: per tali ipotesi, inoltre, il �
Professore d’Orchestra resta obbligato a produrre idonea certificazione
medica (anche tramite il proprio medico curante);
14 – In caso di inadempimento parziale o totale imputabile al Professore
d’Orchestra, questi, oltre a non maturare alcun diritto al compenso, sarà
obbligato a risarcire l’Associazione di tutti i danni che dovesse subire a causa
di tale inadempimento;
15 – Il pagamento dei cachet di tutte le prestazioni avverrà entro il 15
Novembre 2013 (a 90 giorni dall’ultima prestazione).
In ogni caso, qualora il ritardo dovesse maturare a causa di ritardi nei
pagamenti da parte della Fondazione, il Professore d’Orchestra avrà diritto
alla percezione di interessi sulle somme dovute solo nella misura in cui tali
interessi verranno corrisposti dalla Fondazione ed in misura proporzionale a
tali ultimi. A tal fine il Professore d’Orchestra autorizza fin d’ora
l’Associazione a stipulare eventuali transazioni i cui effetti potessero ricadere
sul proprio diritto agli interessi. Resta in ogni caso escluso il diritto a qualsiasi
risarcimento dei danni derivanti dal ritardo.
16 – Per qualsiasi controversia nascente dal presente contratto, le parti
attribuiscono competenza esclusiva al Giudice di Catania competente per
valore.
Letto, confermato e sottoscritto
Il Professore d’Orchestra L’Associazione “Il Melodramma”
Per espressa accettazione delle clausole nn.
11 (protesto da parte del Direttore d’Orchestra)
12 (soppressione totale o parziale delle prove e/o degli spettacoli)
13 (impossibilità a rendere le prestazioni)
14 (responsabilità per inadempimento)
15 (diritto in caso di ritardi nei pagamenti)
16 (Foro competente)
Il Professore d’Orchestra L’Associazione “Il Melodramma”

 

                           schiavi

 

  

 
ATTILA di G.Verdi , ON LINE Opera COMPLETA
Lunedì 15 Luglio 2013 08:01
                                

NUOVO ALLESTIMENTO DELL’OPERA ATTILA

CON LA DIREZIONE DI DONATO RENZETTI E LA REGIA DI ENRICO

STINCHELLI

 

21, 23, 25 giugno 2013

 

Nella ricorrenza del bicentenario verdiano e in occasione della Festa della Musica 2013 la Fondazione Teatro Lirico "Giuseppe Verdi" di Trieste ha programmato la messa in scena di un nuovo allestimento dell’opera ATTILA di Giuseppe Verdi, interamente prodotto nei propri laboratori.

Lo spettacolo sarà rappresentato venerdì 21 giugno 2013 alle ore 20.30 e replicato domenica 23 giugno alle ore 18.00 e martedì 25 giugno alle ore 20.30.

E’ affidato alla direzione e concertazione del M° Donato Renzetti e alla regia di Enrico Stinchelli,

conduttore di popolari programmi radiofonici Rai come La Barcaccia e divulgartore musicale. Le scene sono di Pier Paolo Bisleri.

La scelta di mettere in scena Attila è consona al percorso che la Fondazione ha seguito per le celebrazioni verdiane scegliendo del compositore le opere che hanno una attinenza con il territorio del Friuli Venezia Giulia. Da qui, la proposta de Il Corsaro con cui si è inaugurata la stagione Lirica 2013 che ebbe infatti la sua genesi e il debutto assoluto proprio a Trieste, e di Attila dopo il debutto veneziano del 17 marzo 1846, ebbe la sua seconda rappresentazione proprio nel Teatro Lirico di Trieste, allora Comunale. Espressione dell’ ardore risorgimentale degli anni giovanili di Verdi, l’opera presenta un interesse rilevante anche per il territorio regionale essendo in parte ambientata ad Aquileia che con la sua basilica è ancora oggi nell’immaginario collettivo il simbolo della cristianità e crocevia di diverse culture e correnti spirituali dall’oriente all’Europa settentrionale.

Personaggi e Interpreti: Orlin Anastassov (Attila), Anna Markarova (Odabella), Venteslav Anastasov (Ezio), Like Xing (Foresto), Antonello Ceron (Uldino), Gabriele Sagona (Leone

Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico

Giuseppe Verdi di Trieste

 

      Opera  completa   on  line

 

       

 

 
OMAGGIO a CARUSO, OGGI volendo...si può
Domenica 07 Luglio 2013 18:34

 

                 

Dopo  l'orrendo  "oltraggio"  visto  su RaiUno, vogliamo  riconsacrare  il

nome  del  grande  tenore  Enrico  Caruso  con un nostro  personale

"omaggio" , impulso irresistibile  che  ci  viene  dal  cuore  e  dalla

smisurata  passione  che  nutriamo  per uno dei  grandi  miti  della

storia  operistica.

Per  sfuggire a  ogni  accusa  di "passatismo"  o  per  non  fare  la

solita  figura  del  "laudator  temporis  acti" , preferisco   stavolta

lasciare  da  parte i nostri adorati   Gigli, Schipa, Del Monaco, Corelli,

Di Stefano, Pavarotti  e  affidarmi ai  tenori  DI  OGGI, tutti  perfettamente

in grado   di  stabilire  un ideale  ponte  tra  la  grandezza  di  Caruso

e  il secolo  che ci separa  da  lui.

Dato  che il  programma infausto ebbe  luogo in Sorrento,  inizieremo

il nostro  percorso  musicale  proprio  da  lì....

 

                 

 

Marcello  Alvarez  è  oggi  uno  dei  massimi  interpreti al  mondo di un

repertorio tipicamente  lirico spinto, che  spazia da  Verdi a   Puccini.

Di  voce  più chiara  nel  timbro  e  più leggera, il  tenore  sardo

Francesco Demuru, in arte  Demuro, si  è  distinto  nei  ruoli  di 

Alfredo, Duca  di Mantova, Ernesto in Don Pasquale, Fenton  in   

Falstaff   ed  è  attualmente applaudito nei  più  grandi  teatri  del mondo,

Scala  inclusa.

 

                     

 

Francesco Meli è attualmente  una  delle  punte di diamante  della  scuola 

tenorile  italiana  e  si  è  ormai segnalato in tutto il mondo  come  uno

dei migliori interpreti del ruolo  di  Nemorino  in Elisir  d'amore, Alfredo

in Traviata, Duca  di  Mantova, Riccardo  in Ballo in maschera. Tra  le  sue

doti  principali  la  bellezza  del  timbro, il fraseggio  nitido  e  attento

alla  dinamica  e  ai  colori, la  dizione  perfetta.

 

                     

 

Vittorio Grigolo  è  un altro  tenore   facente  parte  il  cosiddetto

"made  in Italy" , entrato a  buon diritto nel  grande  giro  internazionale

che  lo vede  impegnato tra  Scala, Metropolitan  di  New  York  e

Covent Garden. Le  sue  migliori caratteristiche  sono la  musicalità,

la  comunicativa, l'estroversione  guidate  però  da  una  invidiabile

sicurezza  tecnica.

                   

 

A  riprendere  il  mito  di  Caruso addirittura  sugli schermi, dopo  il  'caso' 

Lanza  ,  è  stato il tenore  romano Gianluca  Terranova che 

contrariamente al  celebre predecessore  ha  sempre svolto  una  carriera 

nei teatri.

Qui  è  impegnato  nella  famosa  girandola  dei  "do"  ,  "Amici miei",

tratta  dall'edizione  in italiano della  "Fille du  régiment"  di  Gaetano

Donizetti

 

                         

Il  tenore  siciliano  Marcello Giordani è oggi uno dei  più richiesti

al Metropolitan  di  New  York, alla  Scala  e  nei  massimi  templi

della  Lirica  per  le  opere  più complesse,  quelle  che  fanno  tremare

gli  altri  , quelle  dove  sono  richiesti  acuti e  sopracuti,  resistenza

e  impegno  senza  sconti

 

                  

 

La  bellezza  vocale e  la  proprietà  stilistica   fanno di  Giuseppe

Filianoti  di qualità sopraffine,  quello  che si  chiama  un fuoriclasse.

Eccolo  al  suo  debutto americano  in una  delle  arie  da camera

che  Caruso rese  celeberrime  grazie  al  disco

 

                       

 

.....e  se  proprio  si  doveva  assegnare  un  "Premio Caruso"  , al  posto

del signor  Cocciante  (che  ho sentito chiamare  in maniera  improvvida

  "maestro") , posso  senz'altro  offrirvi  non  uno, ma  almeno  5  nomi:

il  primo in ordine  alfabetico  è  quello di Gianfranco Cecchele, che

sarebbe  stato  certamente  lieto  di ritirarlo.  Ampiamente  meritato  per

la  splendida  carriera  e  per aver  tenuto alto  il nome del  BUON CANTO

oltre che  belcanto   in tutto  il mondo

 

                     

 

Secondo in ordine  alfabetico  per  un Premio Caruso  più  che  meritato

il tenore  Salvatore  Fisichella,  straordinario belcantista  dalla  voce 

agile  ed estesa, una  sicurezza  per  ogni  direzione  artistica  e  per il 

pubblico  che  sapeva  di  potersi  godere  in tutta  tranquillità  uno

spettacolo, fossero i Puritani  o  il  Guglielmo  Tell, il Rigoletto  o  la

Bohème

 

                  

 

La  forza  dirompente  di  un timbro  privilegiato  e  l'inusitata

potenza  di uno strumento  che  è  raro  trovare  tra  i  tenori, lirici

o drammatici  che  siano,  consente a  Giuseppe  Giacomini  di 

poter  meritare  benissimo  la  statuetta  dorata  ingiustamente

sequestrata  dal  signor  Cocciante, non foss'altro  che  per  questa

esecuzione ,  che  ora  vi  propongo. Si tratta  della  Fanciulla  del

West, aria  del  III  atto, una  delle  opere  di  cui  Caruso  fu  primo

interprete

 

             

 

              

 

Un altro  Premio Caruso  potrebbe  andare a Nicola  Martinucci, che

comunque lo ha  ritirato  pochi  giorni  fa  a  Lastra  a Signa, dove

Caruso  fece  costruire  la  più amata  delle  sue  magioni. Martinucci

è  uno  degli  ultimi  grandi  tenori  lirico  spinti  in circolazione e 

ancora  in   piena  forma   , come  tutti coloro  che  sanno  cosa  vuol

dire  SAPER CANTARE, eccolo  nel  suo  Improvviso  dall'Andrea 

Chénier  di  Giordano

 

            

 

...last  but  not  least   Giorgio  Merighi, un altro  tenore di  grande  scuola,

interprete  di  innumerevoli  Aide, Tosche, Carmen,Fedore,

cantate  in ogni  dove e sempre  con  straordinaria  tenuta  e  squillo

vincente

 

              

 

....può  bastare?

 

              

 

           

 



 


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