Venerdì 23 Settembre 2011 07:05 |
Lo dicevamo da anni ora pare che si arrivi a una
tardiva, quanto necessaria, resa dei conti.
Da "Repubblica"\Parma venerdì 23\9\2011:
"Operazione verità sul Regio
e taglio ai compensi di Meli"
M.Meli
Il Pd sottolinea le mancate promesse di Vignali e del Governo. Poi rilancia:
tavolo istituzionale permanente per aiutare una realtà che non può
scomparire.
Necessaria anche la riduzione dei costi
La frittata ormai è fatta: complici le "mancate promesse del sindaco Vignali e il disinterese del Governo che la considera una manifestazione di campanile e non di portata nazionale", il Festival Verdi non ha un budeget definito in vista dell'edizione al via tra due settimane.
APPELLO DI MELI VIGNALI: HO PARLATO CON LETTA...
Per questo il gruppo consiliare del Pd chiede una "operazione verità sui conti del Teatro Regio e del Festival Verdi". Lo strumento per procedere, propongono i democratici, è un tavolo permanente istituzionale che chiami a raccolta tutte le forze cittadine interessate e disponibili a contribuire affinché la lirica a Parma non scompaia. "Tutto però deve passare attraverso la chiarezza dei conti e la trasparenza sugli atti dell'ente e della sua più importane kermesse", chiedono i consiglieri comunali Giorgio Pagliari, Matteo Caselli, Guseppe Crialesi, Massimo Iotti, Paolo Scarpino e Carla Mantelli in conferenza stampa.
Verdi e la lirica, precisano, rappresentano una risorsa a cui Parma non può rinunciare, quindi "non accetteremo per la Fondazione la logica che ha portato al disastro delle altre società ptecipate. Anche se la crisi finanziaria che vive il Regio sono il segnale, l'ennesimo, delle enormi difficoltà in cui versa l'Amministrazione comunale". Una operazione verità, dunque. Una rivisitazione complessiva e una riorganizzazione della Fondazione che dovrà passare, afferma la minoranza, dalla "stabilzzazione dei precari promessa da Vignali, in qualità di presidente della Fondazione Teatro Regio, ma ancora inattuata e dal contenimento dei costi, compresi naturalmente gli emolumenti elargiti al sovrintendente".
(16 settembre 2011)
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Venerdì 16 Settembre 2011 20:29 |
Genova.
Leggiamo da "Il Giornale"
Genova, le scenografie teatrali costano troppo Donizetti e Puccini ora li mette in scena Ikea
Mettere in scena gli spettacoli teatrali è un costo non da poco. Il teatro dell'Opera di Genova corre ai ripari, affidando la realizzazione delle scenografie a Ikea. Il risultato? Economico e comunque di grande effetto
Genova - Sono tempi magri, anche per il teatro. I soldi per gli allestimenti sono quello che sono e arrangiarsi è la parola d'ordine per mettere sul palco opere di grande impatto, ma con un costo possibilmente contenuto nei limiti dell'umanamente tollerabile.
Ikea a teatro Come fare per non dover dichiarare bancarotta e allo stesso tempo mettere in scena spettacoli rispettosi della tradizione? Le scelte possibili sono numerose e si suppone tutte egualmente valide. Tra le varie scelte possibili compare anche la via tentata dal teatro dell'Opera di Genova. "Limiteremo il costo delle scenografie", spiega il sovrintendente del teatro, come è presto detto: servendosi dei kit Ikea del vicino store di Campi, realizzati, assicura la responsabile marketing del marchio svedese "in economia, ma ugualmente con grande qualità".
Co-marketing e prezzi bloccati "E' un interessante forma di co-marketing", spiega il sovrintendente Pacor, "che finora non è ancora stata tentata da nessuno. Noi otteniamo una scenografia valida a un prezzo contenuto e Ikea ne ottiene in cambio una bella pubblicità legandosi a uno spettacolo culturalmente interessante. Speriamo che l'iniziativa sia ripresa anche da altre aziende". Speranzoso il sindaco del comune ligure, che fa notare come, anche in un momento non particolarmente prospero, il teatro cittadino sia riuscito a salvarsi e stia procedendo verso il risanamento dei suoi conti. "Grazie a questa iniziativa abbiamo potuto mantenere al minimo l'aumento dei prezzi degli spettacoli. Gli abbonamenti costano quanto gli anni precedenti e i biglietti sono aumentati solo del 5%. Una scelta che ora ha bisogno di essere ripagata dall'affetto degli spettatori".
Il soprano Violeta Urmana, appresa la notizia, ha dichiarato il suo entusiasmo: " E' la miglior soluzione possibile. Del resto conosco tantissimi colleghi che sul palcoscenico sembrano burattini di legno:si troveranno bene con armadi, sedie e tavolini Ikea."
V.Urmana e D.Barenboim
Anche la famosa Cecilia Bartoli ha voluto rilasciare una veloce dichiarazione: " Non ho mai cantato al Carlo Felice, suppongo per motivi finanziari, ma sarebbe questa la buona occasione: si risparmia sulle scene , si investe sui grandi nomi. Io stessa, per adeguarmi alla nuova linea proposta dal teatro genovese, potrò sperimentare il costume Ikea denominato "La lampada Bartola" ...luminoso e a basso consumo energetico."
La lampada Bartola by Ikea
Alcuni allestimenti sono già pronti e non vi sarà bisogno che di alcuni, minimi ritocchi.
Il regista Denis Krief ha subito proposto il suo "Nabucco"
"Nel mio Nabucco è tutto Ikea, scusate la battuta: è stata una mia Ikea! A suo tempo oggetto di polemiche, oggi invece vista come la soluzione ai problemi di deficit."
Il maestro Veronesi, dopo aver fatto una donazione di 2 milioni di Euro per il teatro in segno di amistà, si è detto disposto a regalare al teatro la magnifica produzione di "Fanciulla del West" realizzata due anni fa a Torre del Lago, che tanto era piaciuta al pubblico per i suoi colori sgargianti e le prodigiose architetture. Tuttavia, il direttore generale di Ikea Italia ha mostrato qualche perplessità "Più che una Fanciulla Ikea mi pare una Fanciulla Gardaland..." .
Infine un segno di solidarietà e di collaborazione è giunto dal maestro Pizzi, che ha inviato il fido Gasparon con il modellino del recente "Ballo in maschera" maceratese.
Ballo in maschera\Pizzi Macerata 2011 (scrivania "Anckastroem")
Insomma, l'Opera Ikea è già una realtà.La stessa ditta si è ingegnata a produrre alcuni titoli, smontabili e rimontabili, con istruzioni allegate:
ecco la Butterfly\Ikea
il TROVATORE\Ikea
ed ecco il BARBIERE di SIVIGLIA\Ikea:
(camera di Rosina)
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Sabato 10 Settembre 2011 21:13 |
L.Chkonia
Tra i paesi emergenti la Georgia è certamente quello che più sorprende il visitatore. Devastata da una guerra spaventosa, voluta dall'arrogante Putin ma fortunatamente persa dallo stesso, in soli quattro anni è riuscita non solo a risollevarsi ma addirittura a procedere con impressionante velocità alla ricostruzione delle sue case, delle strade e di grandi alberghi pronti a ospitare schiere di turisti.
Batumi
Batumi, in riva al Mar Nero, si presenta come una piccola Las Vegas con una fila di lussuosi palazzi illuminati, allineati su oltre 12 km di spiaggia. Il Presidente della Georgia , Saakashvili, è un giovane dinamico e affabile, con studi americani, simbolo vivente di un paese che ha voglia di guadagnare terreno giorno per giorno. Grazie a lui e all'impegno di tutto il governo, Batumi è tornata a essere un punto di riferimento strategico , oggetto di attenzione da parte di tante aziende straniere che investono volentieri e rilanciano l'economia di tutto il paese. Proprio in questa città, ancora senza luce e acqua fino a 4 anni fa, lo scorso novembre si è esibito Placido Domingo e in precedenza Bocelli e Sting.
Ed è a Batumi che si è festeggiato l'anniversario di una grande cantante, Lamara Chkonia, antesignana di quella illustre genìa di cantanti georgiane che via via si sono imposte all'attenzione internazionale, una volta caduta la cortina di ferro che le teneva segregate in patria: le voci georgiane, oggi, sono considerate tra le più solide e qualificate nel mondo.
Lamara Chkonia è stata ed è tuttora un idolo per il popolo dell'ex unione sovietica e georgiano in particolare: le sue antiche registrazioni propongono una voce cristallina e delicata, di magnifico colore, di perfetta intonazione che si uniscono a una straordinaria bellezza. Ancora oggi, ottantenne, Lamara Chkonia lascia sbalorditi tutti per l'intensità luminosa del suo sguardo e l'allure da vera primadonna.
La grande festa in suo onore si è tenuta nella nuovissima, splendida sala da concerti inaugurata a Batumi , su progetto di un architetto tedesco. Madrine della serata le due bellissime figlie di Lamara, il soprano Eteri Lamoris, che è stata l'infaticabile organizzatrice del Galà e il mezzosoprano Nato Nicoli che hanno fatto gli onori di casa interpretando il Brindisi della Traviata e l'Habanera dalla Carmen di Bizet, con la grande mamma assisa su una poltrona sul palco, circondata e omaggiata dai fiori di tutti i partecipanti al Galà .
E.Lamoris
Una schiera nutrita di partecipanti, tra cui si sono segnalate alcune voci e personalità di altissimo profilo artistico, nonostante la giovane età : il soprano Sophie Gordeladze, interprete brillante e musicalissima del valzer di Musetta e di Juliette “Je veux vivre”, eseguiti con grazia e precisione; il mezzosoprano ucraino Olga Sliepneva, vibrante Azucena in “Stride la vampa” e Carmen di forte impatto scenico; il soprano Luisa Ali Zade Maier, impeccabile stilista in Strauss "Zueignung" e nella divertente Périchole di Offenbach; il soprano spagnolo Maria Ruiz, interprete di un “Vissi d'arte” brunito e fortemente sentito, il tenore turco Deniz Leone, dal registro acuto svettante fino al do della “Gelida manina”, il tenore Shlava Mukeria, magnifico stilista in un canto popolare georgiano e perfetto nei versi di Ossian di Werther, il baritono spagnolo Guillermo Orozco Contreras, voce granitica e di ampio volume ma duttile al punto di poter cesellare un suadente “My way” con la chitarra. Menzione a parte per l'affascinante Garbine Insausti, attrice e cantante spagnola, già allieva di Lamara Chkonia, che ha incantato il pubblico con "La vie en rose" e "Non, rien de rien" , cavalli di battaglia di Edith Piaf.
Coro e Orchestra diretti dal maestro Mukeria, fratello del tenore Shlava (impegnato in questi giorni a Venezia nella “Traviata” firmata Carsen) si sono scatenati in un ampio repertorio , spaziando dai canti popolari georgiani ma dando ritmo e vigore alla serata, senza mai un attimo di cedimento. Il pubblico, trascinato dall'impeto dei vari protagonisti e dalla conduzione rapida ed efficiente della giunonica Maia (tra l'altro interprete di un bellissimo “Summertime” swingato), si è prodotto nei continui caratteristici applausi ritmati, partecipando alla festa fino al trionfale “Funiculì funiculà” conclusivo.
G.Quaranta
In rappresentanza per l'Italia il sottoscritto, nella duplice veste di conduttore e cantante, e Gianni Quaranta, già premio Oscar per “Camera con vista”, regista e sceneggiatore di fama planetaria (si ricordano Traviata di Zeffirelli con la Stratas e Domingo, Rigoletto di Ponnelle con Pavarotti, Farinelli, l'Aida al Metropolitan diretta da Levine, tanto per citare alcuni titoli operistici), festeggiatissimo e premiato quale “milionesimo visitatore di Batumi” con una vacanza premio di 10 giorni. |
Venerdì 09 Settembre 2011 11:55 |
Il basso Michele Pertusi non fa sconti. A nessuno
Fuori gli incompetenti dal Regio
M.Pertusi
Da "Il Nuovo di Parma" , settimanale diretto da V.Zinelli
E' come l'Esultate per Otello l'entra in scena di Michele Pertusi sul palcoscenico del Festival Verdi. Una prova da grande interprete che solo in pochi si possono permettere. E l'amato basso parmigiano non si risparmia. Ma non è la sua voce calda e profonda che possono sentire i parmigiani quanto i suoi strali contro una gestione della lirica ducale con cui non vuole avere nulla a che fare. Con ostinazione e con orgoglio, nonostante le profferte di pace arrivate dai piani alti del Regio. «La mia amata città deve sapere che ho rifiutato le gentili offerte che mi sono arrivate perché non voglio avere niente a che fare con questa gente. Non voglio che il mio nome venga legato a quel che resta del Festival Verdi». La sua rottura è netta, il divorzio consumato. Le prime critiche erano arrivate all'indomani della scorsa edizione: critiche sui contenuti, sulla mancanza di progetto e sull'inconsistenza delle proposte. Ora il suo tiro si sposta sulla gestione di un patrimonio colletivo come Verdi e delle risorse pubbliche. «Ce lo stiamo facendo scippare sotto il naso. E la città guarda silenziosa per non disturbare i manovratori. Ma il silenzio è complicità e io non voglio essere complice».
Per lui si sarebbero aperte le porte del Falstaff che verrà eseguito al Teatro Farnese, l'opera verdiana che gli valse un Grammy Award per l'incisione con la London Symphony Orchestra, a sua disposizione un ruolo nei Masnadieri. Si sarebbe trovata una particina anche nell'Alzira, dove non ci sono ruoli per basso, se solo lui avesse allungato la mano in segno di pace. «Manca solo mi offrissero Suor Angelica dove sono tutte interpreti femminili...», ride Pertusi.
«No, dopo quello che è successo con Rolli, Rabaglia, Cortesi, ottimi professionisti costretti all'esilio per capricci inspiegabili, non metterò certo la mia reputazione al servizio del Regio». E lo dice con il rammarico di chi, in altri momenti, si è sempre speso in prima persona. «Non è accettabile una gestione delle risorse così fumosa. Possibile che le multe non pagate del sovrintendente bloccassero 500 mila euro? E adesso chi ha pagato? Lui o noi cittadini?». Parla di etica e di trasparenza il basso parmigiano. «Non sono uomo di numeri, ma nel bilancio del Regio è chiaro che qualcosa non quadra. Se non hanno nulla da temere abbiano il coraggio di essere trasparenti. Ci vuole etica per gestire i soldi pubblici. E rispetto, rispetto di chi ti finanzia e rispetto dei contribuenti». Solo alcune amenità spulciando i bilanci dove tra i costi del Trovatore spunta una voce “banda” quando il libretto dell'opera non la prevede. Stando ai conti Yuri Temirkanov fa il direttore artistico gratis, non si capisce quanto vengano pagati gli orchestrali tra prove e recite... E alla fine di questo caos, caso più unico che raro nei teatri italiani, è responsabile il segretario generale che ha potere di firma e non il sovrintendente che non ce l'ha. Il maestro Meli è uomo di idee non di vil denaro, arrivato con la benedizione di Fedele Confalonieri, che gli ha consegnato in dote qualche campagna pubblicitari gratuita sulle reti Mediaset, e la protezione dell'allora ministro Lunardi che gestiva i fondi Arcus per la cultura ora prospera grazie alla complicità dei potentati locali. «Abbiamo scambiato Verdi per un crogiolo di ricatti. Ma non si mercanteggia su queste cose. Chi copre questo sistema se ne deve andare. Fuori gli incompetenti dal Regio», tuona Pertusi. E non parla del Sovrintendente ma di chi amministra nelle stanze dei bottoni senza mai prendere una posizione. Eppure il malumore serpeggia se Barilla è uscito sbattendo la porta e non mette più un euro né per la stagione né per il Festival mentre la Provincia di Parma ha mollato la presa dopo due anni e non paga il contributo di socio fondatore. Litigi consumati nei corridoi, cause dietro le quinte. I migliori se ne vanno, il Festival rimane una sagra di paese senza alcun appeal sulla scena internazionale, le poche risorse gestite nell'ombra. Ma proprio perché i soldi non scorrono più a fiumi deve arrivare il tempo delle scelte. Ma chi sceglie per noi? «Nelle interviste di rito al gotha parmigiano alla fine di un'opera molti premettono “ah, io non me ne intendo...” ma allora se non se ne intendono lascino il campo ha chi ha competenze di musica, di progetti, di risorse o di marketing». «Perché – conclude Pertusi - chi copre questo sistema sarà responsabile di fronte alla città e alla storia di aver disperso uno dei nostri patrimonio più preziosi».
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