I.Komlosi
Budapest
Bartok, Il Castello di Barbablu
Avevamo segnalato mesi fa gli ultimi risultati nel campo della ricerca
tecnologica applicata all'Opera: Opera e ologramma, Opera in 3D.
Ora, grazie a una iniziativa fortemente voluta dal mezzosoprano Ildiko
Komlosi, l'Opera tridimensionale arriva a Budapest ed è già...futuro!
“Quando i soldi mancano, bisogna rimboccarsi le maniche” così esordisce il
mezzosoprano ungherese Ildiko Komlosi , a margine della prova tecnica aperta alla
stampa, del dittico in 3D, Bolero di Ravel e Il Castello di Barbablu di Bartok, in scena
a Budapest dal prossimo 7 settembre. Poi lo spettacolo approderà a Pechino.
“Inutile illudersi, i soldi per la cultura sono sempre meno “ afferma la
Komlosi "ma il pubblico è in crescita quindi bisogna produrre di più a
costi ridotti, come il mio 3D, una scenografia totalmente virtuale, che
apre una strada per il futuro”.
Nel suo team variegato, ci sono professionisti di mezzo mondo,
stereografi, ingegneri, computer grafici, creatori di effetti speciali,
coordinati dall’australiano Andrew Quinn, lo scenografo di Matrix assieme ad
Alessandro Chiodo, giovanissimo pupillo di Storaro.
La tecnologia così detta “3D real time” utilizza complessi sistemi che
permettono anche modifiche delle immagini e delle animazioni in tempo
reale, aspetto che aveva fin ora limitato l’utilizzo del 3D negli
spettacoli dal vivo.
“Non è solo questione di soldi”, aggiunge la Komlosi ” ma di emozioni. Il
3D crea una nuova maniera di intendere l’allestimento scenico che per la
prima volta, esce dal palcoscenico per integrarsi con la sala”
“ Spero di dare un piccolo contributo ad un mondo, quello dell’opera, che
in quasi 30 anni di carriera mi dato moltissimo,” conclude la Komlosi
nella sua nuova veste di creativa , ” il team ha base in Italia, mia seconda
Patria, dove spero di portare presto qualche progetto simile”.
Sarà interessante fornire alcuni ulteriori dettagli su questa nuova tecnologìa.
E' basata sulla combinazione di due software 3D che attraverso l'utilizzo
di schede grafiche di ultima generazione, mandano due segnali stereo (left
and right) a un encoder 3D cinema che li codifica inviandoli ad un
proiettore cinema, oppure a due proiettori allineati con lenti polarizzate
per proiezione passiva (occhiali cinema non attivi). La proiezione può
essere frontale o retro in relazione alle possibilità dei vari siti.
E'possibile un rendering degli effetti base e delle animazioni in hard
disk con proiezione "real time" seguendo o l'azione scenica o la musica;
questo permette modifiche alla scenografia virtuale durante le prove o
durante lo stesso spettacolo. Tale tecnologia è stata studiata per diversi
modelli di utilizzo: dalla musica classica, all'opera, al balletto, ai
concerti pop rock, alle presentazioni di complessi urbanistici, alle
convention alle mostre d'arte interattive.
Un risultato ottimale si ottiene partendo da una base di computer grafica
(disegni scenografici, foto etc), questo in ragione di ideare un scena che
per il pubblico sia costantemente presente sui due parallasse, positivo e
negativo, cioè sullo sfondo o "fuori" dallo schermo come nelle produzioni
cinematografiche. Sarà quindi necessario indossare gli appositi occhiali
per il sostanziale miglioramento dell'offerta scenografica.
L'effetto, a detta della stampa di Budapest che ha assistito alla prova
aperta, è impressionante .
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