Sesso in pubblico per un miglior raccolto di banane?
ABC NEWS AUSTRALIA.
Le autorità in Papua Nuova Guinea sono a caccia del leader di un fantomatico culto pseudo-religioso che impone il sesso in pubblico allo scopo di favorire il raccolto di banane, il principale prodotto di quelle terre.
Lo "stregone", secondo il racconto dei testimoni, promette un miglior raccolto di banane in cambio di sesso in pubblico. Non solo, a chi ha opposto resistenza, sono state fatte minacce più o meno velate.
Ancora uccel di bosco il soggetto in questione, ed in senso letterale, visto che si sarebbe rifugiato nella foresta non appena la polizia si è messa sulle sue tracce.
Katia Ricciarelli , che si trova in Nuova Guinea, per un tour concertistico e il lancio del nuovo cd "Io le canto così" ha rilasciato una breve dichiarazione: "Ne ho incontrati di stregoni simili nel corso della mia lunga carriera, ma dagli sconosciuti non si accettano né caramelle né tantomeno banane!."
A volte i sensi di colpa sono davvero una brutta bestia: è il caso di un pensionato di Phoenix (Arizona), che, a distanza di 50 anni, ha deciso di restituire 2 libri presi a prestito nel lontano dicembre 1959 dalla biblioteca del suo Liceo e mai restituiti.
La bibiotecaria della scuola si è vista recapitare - insieme al pacchetto coi due libri - un biglietto di scuse e un assegno di 1.000 dollari.
Fonte: Prescott News
Il sovrintendente del Teatro Regio di Parma, Mauro Meli , in viaggio d'affari in Arizona ha dichiarato: "Ho ancora con me un cappuccio e un vecchio compasso prestati da un mio amico, l'agente Procinsky. Devo assolutamente restituirglieli, prima che mi aumenti il cachet di Maazel chissà a quali cifre!".
La forza del pensiero è ancora qualcosa di sconosciuto e tutto da indagare, ma con gli esperimenti bisogna andarci piano.
Questo, almeno, è quanto si apprende dall'esperimento finito male, in Cina, di un presunto mago che asseriva di potere fermare un treno con la forza del pensiero.
Il mago, di nome Wei e di soli ventidue anni, era convinto di essere un maestro nell'arte occulta cinese «Qi gong». Si è sdraiato sulle rotaie e ha atteso fiducioso che giungesse un treno: non si sa se confidasse realmente dei suoi "superpoteri" o della prontezza di riflessi dei conducenti del treno, fatto sta che la forza del suo pensiero non è bastata e Wei è stato ucciso sul colpo.
"Sono molto addolorato per la notizia" , ha dichiarato il tenore Giuseppe Sabbatini, "In Cina sono ancora oggi assai popolare e in parte mi sento responsabile dell'accaduto, poiché dopo un "A te o cara" (dai Puritani di Bellini) particolarmente esoterico, riuscii a far spegnere tutte le luci in sala, che si riaccesero miracolosamente solo dopo aver smesso di cantare. Il mago Wei era presente e mi confidò in camerino questo suo progetto: voleva che cantassi io per far fermare il treno in corsa, ma non accettai. Ero impegnato altrove. "
Matteo Macchioni si è rivelato con il popolarissimo talent-show "Amici" di Maria De Filippi. Unico, tra i cantanti giovanissimi in gara, a inserire anche la prediletta opera lirica nelle sue esibizioni, obbligando la volenterosa orchestra di Beppe Vessicchio a pericolosi voli pindarici. Matteo ha cantato un pò di tutto, ovviamente non tralasciando le arie clou tipo "Nessun dorma" , lontanissime dalle sue caratteristiche vocali.
La voce di Matteo è infatti una tipica voce di tenore lirico leggero, adattissima alle opere del Settecento napoletano (Paolino nel "Matrimonio segreto" di Cimarosa, per esempio) e a taluni ruoli del repertorio romantico , con Nemorino dell'"Elisir d'amore" di Donizetti border line.
Per riempire il teatro di Salerno, di cui è direttore artistico, Daniel Oren ha avuto la buona idea di proporre a Matteo Macchioni il debutto che sognava ed ecco ora il risultato, puntualmente riportato su youtube.
La prova è a mio giudizio molto positiva. Matteo ha una bella voce, il colore è schietto e ispira immediata simpatia, la dizione nitidissima; buona l'intonazione e ottime le intenzioni (sicuramente suggerite dal prestigioso concertatore), con un gioco chiaroscurale che dimostra la fantasia e il buon gusto dell'interprete.
I difetti non mancano e sono evidenti: abuso di suoni poco appoggiati sul fiato (quindi piuttosto fiochi), le vocali "e" ma soprattutto la "i" schiacciate (in gergo: non sufficientemente rotonde, a gola aperta ma con l'uso eccessivo del naso, che è sempre il refugium peccatorum preferito dai tenori), ma sono tutti problemini che Matteo saprà risolvere con l'esperienza e lo studio.
La sua "Furtiva lagrima" , banco di prova per tutti i più grandi interpreti (da Caruso a Pavarotti), passa la prova del fuoco, ed è di gran lunga superiore ad analoghe prestazioni di tenori molto famosi (un nome tra tutti: Rolando Villazon).
L'Arena di Verona è il più grande teatro operistico del mondo e come tale, nel 2010, presenta una stagione composta da 5 titoli tra i più amati e rappresentativi del nostro patrimonio artistico, con 48 recite complessive , distribuite tra metà giugno e fine agosto.
Il bilancio 2009 si è chiuso con 500.000E in attivo, quasi un miracolo, considerando il pauroso buco creato dalle precedenti gestioni, al limite della bancarotta.
Franco Zeffirelli lancia il suo appello "Detassare l'Arena...chi tiene viva la fiaccola della cultura deve avere incentivi dalla Stato". Ancora una volta il grande regista è nel giusto.
Dopo mesi di polemiche e manifestazioni contro il decreto-Bondi, con i teatri in agitazione e le orchestre in piazza, finalmente una proposta concreta e puntuale.
Non è infatti il decreto Bondi la fonte di ogni male, ma la spaventosa mala gestione dei teatri e delle Fondazioni attuata negli ultimi venti, trenta o più anni, fatta di sperperi inauditi,svariate produzioni costose e orrende, tangenti e soldi al nero elargiti un pò ovunque, contratti e fatture gonfiate. Per molti operatori del settore i teatri d'Opera italiani sono diventati un pericoloso "stipendificio" e in un periodo di crisi nera ciò non può essere, comunque. Sarà utile iniziare a compiere un profondo atto di coscienza e di revisione, su come sono stati gestiti e da chi i teatri e le fondazioni italiane.
La cultura tuttavia va incentivata e non penalizzata. La detassazione delle Fondazioni virtuose è un provvedimento che andrebbe attuato subito, senza nemmeno pensarci su due volte.
Franco Zeffirelli mantiene il suo spirito battagliero e ci ricorda che l'Arena di Verona è patrimonio dell'umanità, così come l'Opera, ed è un bene anche e soprattutto ITALIANO. In anni immediatamente precedenti, nonostante la presenza di Zeffirelli sia stata costante e assidua, abbiamo assistito a un lento decadimento di questo eccezionale arengo operistico. L'Opera nasce ed è grandiosa nella sua stessa essenza, perché grandiose sono le emozioni che produce, grandiose e magniloquenti le arie e le vicende drammatiche espresse, grandiose le scene, i costumi. Zeffirelli è stato per anni, direi decenni, attaccato per i suoi presunti "eccessi"....e cos'è l'Opera se non eccesso???
Con il risultato di aver dovuto assistere, anche a Verona, alle terrificanti sperimentazioni , talvolta puramente demenziali, di registi affatto amanti dell'Opera ma piuttosto amanti di sé stessi e dei loro fantasmi interiori. Così abbiamo visto un gigantesco pupazzo (alto tre metri) saltellare attorno a José Cura in Turandot (simboleggiava un circense boia!), una Traviata con Mariella Devìa truccata da Gian Burrasca, un Nabucco conNucci totalmente struccato a cavallo d'un pony , quando decenza avrebbe richiesto quanto meno un solido maremmano!
Nello stesso Nabucco la Guleghina (Abigaille) apparve a metà stradatra Maga Magò e Crudelia Demon , mentre in un altro Nabucco, costosissimo e di quasi impossibile realizzazione scenica (tant'è che il progetto iniziale dovette essere dimezzato quasi, nelle sue dimensioni per essere posto in palcoscenico) , Coro, Solisti e Comparse dovettero più volte danzare la macarena. Il Nabucco, a quanto pare, è un'opera comica.
Risultato? Pubblico sempre più scarso e disamorato, introiti crollati drasticamente, DEFICIT.
L'Arena giunse a sfiorare la bancarotta.
Questa è la stagione del rilancio . Io mi auguro che spalti e platea siano gremiti ogni sera. Chi non ha mai assistito a uno spettacolo in Arena ha rinunciato a parte delle grandi sensazioni che la vita riserva. Un grande augurio da parte mia al grande Franco Zeffirelli, indomito alfiere e ultimo rappresentante d'un 'epoca in cui l'Opera si amava per la sua forza, la sua bellezza, la sua magìa.
Zeffirelli: «Niente tasse per l'Arena»
Presentato l'88° festival areniano, che inizia venerdì prossimo con la Turandot e sarà interamente dedicato a Franco Zeffirelli, che firma la regia e le scene delle cinque opere (oltre a Turandot, Aida, Madama Butterfly, Carmen e Trovatore."
L’88° Festival lirico dell’Arena sarà interamente a firma Franco Zeffirelli. «Regista icona della lirica» come lo ha definito il sovrintendente della Fondazione Arena Francesco Girondini, Zeffirelli firma regia e scene delle cinque opere, che si alterneranno per 48 recite dal 18 giugno al 29 agosto. La stagione è stata presentata oggi dal sindaco Flavio Tosi, dal direttore artistico Umberto Fanni, dal presidente della Provincia Giovanni Miozzi, dall’assessore alla cultura del Comune Erminia Perbellini. La prima sarà venerdì 18 giugno con Turandot di Puccini, in un nuovo allestimento di Zeffirelli ed con i costumi del Premio Oscar Emi Wada. Fra gli interpreti principali Maria Guleghina (Turandot), Tamar Iveri (Liù), Marco Berti (Calaf) e Carlo Cigni (Timur). I complessi artistici areniani sono diretti da Giuliano Carella, che ha sottolineato come «per un veronese come me aprire il Festival areniano è il punto più alto della carriera». Il secondo titolo della stagione sarà Aida di Verdi, in scena il 19 giugno, con Daniel Oren sul podio, regia e scene di Zeffirelli, costumi di Anna Anni. Interpreti principali: Amarilli Nizza (Aida), Piero Giuliacci (Radamès), Dolora Zajick (Amneris), Ambrogio Maestri (Amonasro). La terza opera, Madama Butterfly di Puccini, debutterà il 26 giugno, sotto la direzione di Antonio Pirolli, con regia e scene di Zeffirelli e costumi di Wada. Interpreti principali: Hui He (Cio-Cio-San), Carlo Ventre (F.B.Pinkerton), Gabriele Viviani (Sharpless) Seguirà Carmen di Georges Bizet, sul podio Julian Kovatchev, con Anita Rachvelishvili (Carmen), Marcelo lvarez (Don Josè), Mark S. Doss (Escamillo), in scena il 10 luglio. L’ultima opera, il 7 agosto, sarà Il Trovatore di Giuseppe Verdi, diretto da Marco Armiliato con Marcelo Alvarez (Manrico), Sondra Radvanvosky (Leonora), Dmitri Hvorostovsky (Il Conte di Luna).
«Se c’è una traccia di cultura da salvaguardare lo si deve all’opera, che qui è nata, e l’opera a Verona aiuta i sogni». Lo ha detto Franco Zeffirelli in occasione della presentazione dell’88° Festival areniano, a Verona. «L’Arena di Verona non dovrebbe pagare tasse! - ha aggiunto il regista -. In fondo il pubblico che partecipa alle opere spende dei soldi che dovrebbero essere reinvestiti nell’Arena. I politici dovrebbero stare lontani dai fatti d’arte». «Voglio ringraziare e dare atto - ha detto ancora - dell’ottimo lavoro di promozione fatto dal sindaco Tosi e dal sovrintendente Girondini che mantengono alta la visibilità dell’Arena e sempre viva la torcia della lirica». «Anche grazie a una serie di attività collaterali, come il Galà con Antonella Clerici, questa stagione - ha detto Tosi - parte sotto i migliori auspici, le prevendite vanno decisamente meglio dell’anno scorso». «Il gala del 6 giugno in diretta su Raiuno, organizzato con ArenaExtra, è stato un grande spot per il festival - ha aggiunto Girondini -. Mi auguro che, in questo momento di difficoltà economico, ne possa beneficiare tutto il mondo della lirica. Quest'anno ci saranno 48 serate e nel prossimo saranno 49 ed è un buon segnale».
Una nota critica di Daniela Dessì (soprano)
Meno male che c'è Zeffirelli a ricordarci che l'Arena è patrimonio dell'umanità.... d'altra parte per quale motivo non dovrebbe farlo visto che è l'unico teatro al mondo che mette in scena 5 dei suoi spettacoli in una sola stagione... questo non è un eccesso???!!!
Mi sembra di aver ben espresso il mio pensiero riguardo l'ECCESSO. L'Opera è ECCESSO, ed eccedente, nella sua più pura accezione. Nasce nell'eccesso presso le corti tardorinascimentali , trionfa negli eccessi barocchi, prosegue ad eccedere con Visconti, Zeffirelli, De Ana & C. C'è però una differenza tra ECCESSO e SPERPERO, sostanziale. Taluni allestimenti, che di BELLO non hanno nulla, sono puri SPERPERI. Daniela ne sa qualcosa, avendo partecipato suo malgrado a svariati allestimenti di questo tipo: è una professionista, libera di accettare o meno (Aida di Zurigo...Daniela? ..). Io amo gli eccessi, detesto gli sperperi. Un'altra sostanziale differenza è tra ECCESSO e CESSO, elemento quest'ultimo abbastanza in uso in talune regìe attuali. Liberi, anche in questo caso, di scegliere.
Qui sotto: scena da "Un ballo in maschera" di Verdi, regìa Calixto Bieito.
Replica Daniela Dessì:
Caro Enrico,premesso che i miei post non vogliono essere di polemica unicamente contro Franco Zeffirelli per il quale nutro una grande stima artistica nonostante le sue prese di posizione nei miei confronti,ritengo che tu abbia ragione riguardo spettacoli purtroppo brutti dal punto di vista visivo e nei quali,assai pochi per... Mostra tuttoò, mio malgrado mi sono trovata a partecipare. l'Aida che tu rammenti, per quanto spettacolo di pessimo gusto, ha avuto decine e decine di repliche al teatro di Zurigo,che peraltro non è in deficit, ammortizzando così le assai modiche spese di produzione (era fatta con due teli ,dei tubi innocenti e costumi assai poco costosi...)..certo il brutto resta brutto e l'inutile inutile,ma allora l'inutilità sta anche nel mettere in scena 300 ballerini , 5000 comparse,10 cavalli pecore e asini...
Rispondo:
Daniela, è tutta una questione di "mode" e ,come diceva Lord Brummel, segue la moda chi non sa vestirsi da solo.Sai bene che l'Arena di Verona, in anni passati, ha messo in scena spettacoli seguendo i malvezzi di area germanico-svizzera. Caso paradossale, proprio i tedeschi, che per il 50% occupano gli spazi areniani, hanno decretato con fischi e con la loro assenza (assai più grave dei fischi perché crea incassi miserandi) il fiasco di simili esperimenti. Tutto qui. Ora si torna al vecchio sistema, almeno lì: vediamo come andrà a fine stagione,quando avremo la somma degli introiti e delle spese a confronto.
Prima della trasmissione con la Clerici c'è chi sparava a zero, lanciando anatemi. Ora, le lodi sono state superiori agli insulti: con 1 italiano su 5 che ha seguitoi il programma da capo a fondo. Aspettiamo anche in questo caso la fine dei giochi e poi valutiamo i risultati.
Clerici all'Arena che guai se la tivù si mette all'opera
Antonella Clerici
Il telekitsch non è opera
di ALBERTO MATTIOLI
Se la tivù si mette all’opera sono guai: per esempio, Antonella Clerici che racconta Carmen come se fosse l’ultimo numero di Chi.
Poi ci becchiamo l’immancabile balletto spagnolo modello «welcome to Siviglia», Carmen che canta metà Habanera ai toreri, segno che «gli autori» non conoscono nemmeno la trama dell’opera, la «pira» del Trovatore fra le alabarde, Lucio Dalla che biascica Caruso con il mezzosoprano pop Katherine Jenkins, Gianni Morandi che intona Tu che m’hai preso il cuor, i «tre tenorini» che straziano la Mattinata di Leoncavallo, il comunicato in sindacalese dei lavoratori minacciati dai tagli.
Insomma, Nightmare all’opera. Secondo Raiuno, servizio pubblico, canone da pagare per legge, «la più grande industria culturale del Paese», che infatti si vede com’è messo, è così che si porta «la gente» all’opera. Curioso. Non ce n’è bisogno, ma se io volessi portare la gente al calcio, trasmetterei una partita giocata da grandi campioni, non un calcetto affidato a dei dilettanti e anche piuttosto allo sbaraglio. E il discorso su Arena di Verona 2010 - Lo spettacolo sta per iniziare, il programma d’arte varia e anche un po’ avariata trasmesso ieri sera in prima serata su Raiuno potrebbe anche finire qui.
Invece l’infelice zibaldone merita forse una riflessione. Intanto per dire che sbagliano i melomani puri e duri, quelli per cui la televisione è un nemico a prescindere, come del resto ogni manifestazione della modernità, sempre vista come un pericolo e mai come un’opportunità. Invece Internet, il dvd, i voli low cost, il satellite hanno rivoluzionato anche l’opera. E la tivù potrebbe essere un alleato prezioso, come del resto dimostra Fazio quando ospita Barenboim, Abbado & Co.
Ma poi sbaglia anche chi il melodramma lo fa come in Italia e com’è stato pubblicizzato ieri, se è solo memoria, polvere, reperto, madeleine nel salotto di nonna Speranza fra Loreto impagliato e il busto di Zeffirelli. Nel resto del mondo civilizzato, l’opera è, molto semplicemente, una delle tante espressioni del presente. Anche e soprattutto quando ripropone i capolavori del passato. Dove Butterfly è un capolavoro perché racconta una storia violenta, sconvolgente e moderna di turismo sessuale, non perché fa venire «un groppo in gola» alla Clerici. «È stato così bello, ho pianto tanto», dicevano le nonne.
Fra la minoranza di chi va all’opera per rivedere e risentire quello che ha sempre visto e sentito e la stragrande maggioranza di chi non ci va perché è uno spettacolo difficile, costoso e magari bisogna pure mettersi la cravatta, in questa terra di nessuno capita che proliferino le serate come questa, la Tosca di Dalla, «la lirica» portata nei talent show, Gino Paoli (perfino lui) che ieri sera cantava Puccini al Tg1, e vi potete immaginare come, Bocelli e i suoi replicanti, insomma i figli di un do minore e i nipotini di Pavarotti e dei suoi Friends. Il kitsch non nasce a caso: alla base, c’è la sensazione, magari inconsapevole, che quelle parole, quelle note, quei capolavori, insomma quelle che Bruno Barilli chiamava «le icone dei padri», che poi sono i nostri padri, abbiano ancora un potere di seduzione. Chi li ama dovrebbe riscoprirli, chi non li ama scoprirli. Ieri non è successa né una cosa né l’altra.
Commento di Enrico Stinchelli:
Ho letto con attenzione l'articolo di Mattioli e non sono d'accordo con vari assunti. Intanto l'Opera non è il Calcio, quindi è inutile sperare di fare audience con una partita in cui si esibiscano "campioni", come dice Mattioli: Totti è famoso, la Netrebko no. E poi chi sarebbero sti' campioni? Un conto è la Callas, un conto è appunto la Netrebko. Poi si critica lo spettacolo kitsch messo in piedi dalla Tv: kitsch lo è, senz'altro. Ma è uno spettacolo come OGGI piace in Tv. Possiamo aggiungere "purtroppo" , ma non concludiamo nulla. Non mi piace poi il solito attacco a Zeffirelli...basta,che noia...cambiamo musica. Grazie a Zeffirelli l'Arena di Verona può contare , in piena crisi dell'Opera, su una buona prevendita e su spettacoli di sicuro affidamento. All'amico Mattioli non piace il Trovatore "con le alabarde" come al 95% dei normali frequentatori di teatro, i cosiddetti melomani che viaggiano tra l'annoiato e il radical-chic. Ma il Trovatore E' con le alabarde e sono almeno trent'anni che l'Europa viene ammorbata da Trovatori senza alabarde ma con frigoriferi, suore indemoniate, tazze del cesso in bella vista, nazisti e tutto quel corredo di orrori che faranno pur piacere a qualche melomane, ma allontanano il nuovo pubblico, quello che crede ancora alle favole.
Il Trovatore di Zeffirelli all'Arena è, per esempio, uno spettacolo visivamente straordinario.
Una replica di Nicola Martinucci (tenore):
"Mi spiace Enrico, ma non sono d'accordo ,e mi meraviglio che un esperto come te,dica che lo spettacolo di ieri sera è stato buono. innanzitutto con quella amplificazione pazzesca, poteva cantare chiunque; i miei colleghi artisti lirici, eccetto la Nizza, sono stati mediocri. Berti in particolare,con un microfono amplificato ..ha cantato un "Nessun dorma" da scolaretto, con Si naturale al limite della stecca. Stendiamo un velo pietoso sul resto dei cantanti lirici e di musica leggera, bambini compresi. Giustamente i ragazzi non hanno voglia di studiare, tanto se canta questa gente qui in Arena, ognuno si sente giustamente pronto a tentare una carriera senza adeguata preparazione. Per non parlare della patetica Ave Maria di quella lì. Se poi per spettacolo si intende fare un minestrone di tutto quello che capita, allora hai ragione nel dire che lo spettacolo c'era. Ma non in ARENA!!!! Poi attendo comunque Berti nell' Otello, e che Otello!!! Siamo nella follia completa,oramai non distinguiamo più nulla, siamo diventati piatti, appludiamo sempre e comunque, ci va sempre tutto bene".
Risponde Enrico Stinchelli:
Caro Nicola,
una prima serata su RaiUno dedicata all'Opera è una rarità , diciamo pure quasi una casualità. Da anni a questa parte abbiamo assistito alla progressiva sparizione dell'Opera dal teleschermo. Io non credo che sia un atteggiamento giusto arroccarci nella nostra turris eburnea e scagliare anatemi, solo perché vi è stata l'ovvia, scontatissima concessione alle "gag" nazional-popolari. Nell'Era del Grande Fratello, dell'Isola dei Famosi e di "Amici" è davvero il minimo che vi sia un balletto bruttarello, che vi siano i microfoni, che vi siano bambini strani che cantano, che vi siano Dalla Morandi e Renga, che vi sia la vincitrice del talent show come "monstrum" da esibire e sbattere in prima pagina.
E' il fio da pagare per avere, dall'altra parte, l'immagine di un'Arena luminosissima, gremita, festosa e - incredibile!- tanti e tanti minuti dedicati alla Carmen, all'Aida, al Trovatore, alla Madama Butterfly alla Turandot. A me, di questi tempi, pare una sorta di miracolo.
Berti. Otello non so, aspettiamo che lo canti almeno (anche se, sono d'accordo con te, non mi pare adatto). Però è un tenore sicuro, solido, non ha certo bisogno di microfoni perché di voce ne ha fin troppa. Ha avuto un piccolo incidente sul Si naturale di 'Nessun dorma' (anche in questo caso non mi pare Calaf il suo personaggio d'elezione), ma ha cantato parecchio e non è facile con i tempi televisivi. Non mi è parso così scandaloso, affatto.
La Nizza è stata, anche per me, l'assoluta trionfatrice della serata e con il suo finale di Butterfly ti pagavi ampiamente il biglietto.
Se solo uno dei telespettatori amerà l'Opera grazie a questo spettacolo sarà un successo; i melomani, come noi, non fanno testo. Siamo brontoloni per natura.