RUMORS:A MACERATA CLAUDIO ORAZI DIRETTORE ARTISTICO?
Note
Domenica 26 Giugno 2011 14:49

 

 

 

                                  rumors Si  dice  che.....

 

 

 ... Claudio Orazi sarebbe in pole position per sostituire Pier Luigi Pizzi alla

direzione artistica del Festival di Macerata. La  notizia  circolava  da tempo,

ora  le voci  si  sono infittite.Già nei mesi scorsi  vi erano stati malcelati

malumori nei confronti dell'ottuagenario regista e del  suo assistente-famulus,

Gasparon. Nelle sue dichiarazioni pubbliche Pizzi ha sottolineato i gravi

ostacoli costituiti dai tagli governativi:”Non possiamo restare inerti di fronte a

certe decisioni dissennate e perverse, che mettono a rischio il nostro

lavoro. Verrebbe voglia di abbandonare tutto di fronte a chi disconosce in

modo così volgare il nostro sacrificio. Disponiamo della metà dei fondi

erogati al Rossini Opera Festival di Pesaro e siamo in trincea da un mese"

(23 luglio del 2010, Resto del Carlino), e ha sempre sorvolato con

nonchalance le varie voci contrarie alla sua gestione, giunta al sesto anno

consecutivo.

Nella conferenza di presentazione della 47esima stagione, lo Sferisterio ha

incassato il sostegno unanime di Regione e Provincia che si sono dette

pronte ad  aiutare  la manifestazione più importante del territorio. Una notizia

che avrebbe dovuto rasserenare l'ambiente maceratese ma che finisce per

essere la classica cenere sotto  cui  cova  il fuoco.

 

Claudio Orazi, dal canto suo, essendo un sovrintendente vacante dopo la sua

turbolenta uscita di scena dall'Arena di Verona e la mancata nomina a

Genova (un vero e proprio sgambetto, quando i giochi erano praticamente

fatti) è un candidato temibile anche per un consolidato “totem” come Pier

Luigi Pizzi, soprattutto in un paese come il nostro in cui nulla e nessuno sono

certi fino all'ultimo .

Orazi, maceratese,docente di  Economia  e Gestione  dello Spettacolo a 

Osimo,   vanta  una  lunga  e  consolidata  esperienza    già  a  Macerata  (fu 

il  più  giovane  sovrintendente  mai nominato  in Italia), tra  il 1990  e  il 2002,

prima  di dedicarsi all'Arena  di  Verona per  circa  un triennio. Sotto la  sua 

gestione sono apparsi  in Arena  i  grandi allestimenti  di  Franco  Zeffirelli e  

i  Galà  speciali  di  Placido  Domingo, tra  cui  la  "Corona  di pietra".

 

Le insistenti voci di cui sopra parlano  di un provvedimento imminente,

attuabile a fine estate per non turbare la stagione in atto e le suscettibilità dei

vari protagonisti.

Staremo a vedere cosa accadrà...

 

         Pizzi          testa_o_croce      orazi

 

 


Commenti:

 

La  notizia  ha  acceso  un  dibattito  sulla  questione  Macerata, sulla 

gestione  di  questo  Festival, sui  debiti  pregressi  e 

sull'amministrazione, sul  candidato  in lizza  per  la  successione...

Ogni  commento  può  essere  inviato  a  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

o  sul  social  network  Facebook, alla  pagina  Enrico Stinchelli...

Ecco  alcune tra le  prime reazioni (tra  parentesi  le  iniziali  degli

autori):


 Insomma, una novità! Cent'anni ancora a Pizzi. Con tutte le critiche che gli si possono

avanzare è comunque e indubbiamente un artista che capisce e ama gli artisti...S.A.B.

  •  
    •    Rispetto le opinioni diverse, tuttavia secondo me Claudio Orazi è un grande uomo di
    • teatro e a suo tempo rese celebre il nome di Macerata nel mondo;, Pierluigi Pizzi ha

      creato alcuni spettacoli molto belli ma come direttore artistico dello Sferisterio è un flop

      totale (e vorrei precisare che frequento lo Sferisterio da quasi vent'anni)...proporre per

      sei anni nell'Arena Sferisterio solo DUE registi, praticamente uno la copia dell'altro, mi

      pare riduttivo (Lasciando fuori l'episodio di Ferretti che praticamente non ha fatto la

      regia ma solo le scene)... M.M.C.

       

      E.S.  i  due registi sarebbero  Pizzi e  Gasparon?

      ...sì, esatto   ...M.M.C.

       

      ...ad esempio vediamo le proposte per la stagione di questa estate: in Arena solo due

      titoli, poi abbiamo Così fan Tutte al Lauro Rossi (400 posti), un concerto

      monteverdiano, sempre al Lauro Rossi e una conferenza (mi pare). Molto stimolante

      per certi versi, ma non è il momento per fare teatro per gli "happy few"  M.M.C.


  • ‎... Eppoi non è ora di smarcare i teatri dalla politica? Orazi è un uomo d'apparato, Pizzi

    no. Orazi ha fatto debiti, Pizzi semmai gli ha fatti fare a qualche teatro per cui ha lavorato

    come regista/scenografo/costumista...  S.A.B.

     

     

    Appunto, su Orazi i debiti a Verona!  D.T.

     

     


 ...dico solo una cosa,tutti gli onori a P.L.Pizzi.grande ammirazione per il suo operato,ma

non sarebbe ora che si godesse in pace il fruttato finanziario di mezzo secolo,forse di

più,del suo encomiabile lavoro,lasciando lo spazio alle nuove leve!E' pur vero che in Italia

le direzioni artistiche e le sovraintendenze dei nostri teatri sono delle diaboliche

scacchiere dove le "pedine"sono sempre le stesse,pur se responsabili,di BARATRI

finanziari ! Viva l'Italia Viva Verdi!  (S.R. )



(Orazi)...speriamo di no, ha gia' fatto abbastanza danni in passato!!! (A.T.)

 
  •  
    •  Il  dibattito  prosegue, leggiamo  oggi  su Cronachemaceratesi.it:

     

Allo Sferisterio iniziano le prove


Rumors sul ritorno di Claudio Orazi


Potrebbe essere il nuovo direttore artistico per il dopo-Pizzi, ma lui precisa: "Mi fa molto piacere che a Macerata si parli di me ma nessuno mi ha chiamato"

lunedì 27 giugno 2011 - Ore 21:31 -

Claudio Orazi

di Lucia Paciaroni

Claudio Orazi direttore artistico del Sof? Sono voci che circolano con insistenza a Macerata in questi giorni come ha scritto anche il conduttore e critico musicale Enrico Stinchelli (leggi).

L’abbiamo raggiunto al telefono questo pomeriggio, mentre è in giro per l’Italia con il progetto “Armonie dello spirito” – Meditazioni musicali per le basiliche italiane. Con tono gentile e disponibile, dice “di non sapere nulla di questa nomina”, e aggiunge: “Mi fa piacere se c’è qualcuno che parla di me. Si sa quanto io ami Macerata”.

Le voci sulla sostituzione di Pier Luigi Pizzi con Orazi alla direzione dello Sferisterio Opera Festival sono sempre più frequenti ultimamente. Alla conferenza di presentazione della stagione (leggi l’articolo), tenutasi a Roma, i toni di Pizzi sembravano quasi quelli di un addio quando ha sintetizzato il suo operato degli ultimi sei anni  dicendo: “Conciliare etica ed estetica, grazie all’aiuto dello straordinario monumento che è lo Sferisterio, è stato il mio obiettivo in questi anni di direzione del Festival” e ha parlato poi di “trincea” riferendosi alla preparazione, da oggi, degli spettacoli culturali.

“E’ la prima volta che sento che girano queste voci, nessuno mi ha contattato” dice Orazi, diventato il più giovane sovrintendente e direttore artistico nominato in Italia nel 1990 presso l’associazione Sferisterio Macerata Opera, è poi stato direttore artistico del Teatro delle Muse di Ancona  e sovrintendente dell’Arena di Verona. Le piacerebbe tornare a Macerata? “Qualcuno me lo dovrebbe proporre” risponde e ribadisce che: “Mi fa molto piacere che Macerata parli di me, sono molto affezionato alla mia città”.

Il Maestro Pizzi oggi in Arena per il primo giorno di prove

“Sono sempre in attività. Attualmente sono impegnato in progetti che legano i beni culturali con la musica – racconta -  Oltre al progetto “Armonie dello spirito”, promosso con il patrocinio della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, sono consulente artistico per la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi”.

Intanto la stagione lirica è ormai alle porte e, dopo i lavori di allestimento dello Sferisterio, lo Sferisterio Opera Festival oggi ha iniziato ufficialmente le prove artistiche con l’arrivo a Macerata del Maestro Pier Luigi Pizzi e di tutto il cast artistico di Un ballo in maschera.

Manca meno di un mese all’inizio del 47° Sferisterio Opera Festival che si terrà dal 22 luglio all’11 agosto per 16 appuntamenti tra opera, danza, recital, musica e incontri in 15 serate.

Le prove si terranno tra il Teatro Lauro Rossi, il Teatro Don Bosco, il salone dell’Ostello Ricci e l’Arena Sferisterio.

Inoltre fino alle ore 14 di venerdì 1 luglio è  possibile presentare la domanda per le selezioni di 40 persone per il conferimento degli incarichi di accoglienza del pubblico, della assistenza in platea e nei palchi, della distribuzione e della vendita di materiale promozionale. Modalità di partecipazione, modulistica e requisiti nel bando pubblicato sul sito www.sferisterio.it

     

     

     

     


     

     

     




 
INTERVISTA A ENRICO STINCHELLI dal volume "Abbiamo amato Puccini" di E.Spedicato
Note
Giovedì 23 Giugno 2011 14:15

 In anteprima:  intervista   a  Enrico Stinchelli,   tratta  dal 

volume  di  prossima  pubblicazione 

    

   "Abbiamo amato Puccini: 108  incontri  di un

       matematico    nel mondo  della Lirica."

 

        autore:  Emilio Spedicato

 

 

 

Viene da famiglia musicale?

 

R: Non esattamente. Una famiglia di giornalisti piuttosto, ma una mia zia , sorella di mio padre, studiò canto e debuttò Gilda in Rigoletto all'Eliseo di Roma. Rigoletto era il suo fidanzato di allora, si chiamava Pipitone di cognome e studiava da avvocato :quando entrò in scena , mio padre, appollaiato in loggione con alcuni amici, gridò “A Pipito', levate la gobba!”. Non gli stava simpatico.

                                 gobbo__disegno

 

Quando scopre il suo interesse per la musica, e per quali tipi di musica?

 

Non da bambino. Mi piaceva disegnare.Fu grazie a una trasmissione televisiva condotta da Luciano Rispoli , dedicata a Giacomo Lauri Volpi: fecero ascoltare la Pira e quel do luminoso e interminabile fu la chiave d'accesso al meraviglioso e folle mondo dell'Opera. Mi misi subito a imitarlo, urlando a squarciagola,nascosto in camera. Poi iniziai ad ascoltare la radio , Radio3, in attesa che trasmettessero il Trovatore completo: durante quell'attesa ascoltai una marea di musica e di altre opere, fu così che nacque la passione.

 

Ha orecchio assoluto?

 

Ho un ottimo orecchio, grazie a Dio.Non assoluto, forse relativo, ma finora non mi ha mai tradito. Sento  subito  se  la  Pira   o la  Gelida  manina  sono abbassate  di  mezzo tono.

 

Lei è  regista, autore  e  conduttore radiofonico  ma  ha  anche  un'esperienza  artistica  come  cantante, persino  direttore  d'orchestra. Cosa ha realizzato in questi ambiti?

 

Non ho mai voluto limitare la mia passione e soprattutto ho sempre applicato una vecchia, sana regola: “Conoscere per giudicare”. Cosa che dovrebbero fare tutti. Ho avuto l'opportunità e la voglia di studiare pianoforte e canto, seguendo un percorso singolare (dati i miei plurimi impegni) prima come baritono dall'età di 18 anni, poi come tenore (ma non valevo gran che perchè cantavo “spoggiato” , vuol dire senza una respirazione e una posizione corretta), poi di nuovo come baritono, stavolta con esiti decisamente migliori. Ho avuto la fortuna di studiare con due grandissimi baritoni, Giuseppe Valdengo e soprattutto Giuseppe Taddei, dai quali ho imparato moltissimo. Ma nel canto non si finisce mai: il vecchio Gigli disse giustamente  a Pavarotti “Io ho finito di studiare...5 minuti fa!”. Tra le mie incredibili fortune, ho avuto modo di debuttare persino come direttore d'orchestra, dirigendo un Galà operistico presso le più grandi sale tedesche, dalla Philharmonie di Berlino a Monaco, Amburgo, Bonn. E' una tournée che va avanti da 8 anni. Le soddisfazioni sono state e sono infinite: la gioia di cantare assieme al mio idolo, Taddei, il più grande baritono mai esistito; gli applausi e la stima di Ghena Dimitrova , i sinceri complimenti di Franco Bonisolli, con cui stabilimmo una bellissima amicizia ; e la frase sussurrata a mezza bocca da un famoso critico, seduto al ristorante dopo una recita a Montepulciano in cui avevo cantato  “Falstaff” di Verdi: questi,  rivolto ad alcuni suoi colleghi,  disse :”Sarò costretto a scriverne bene...”. E'  forse il più bel complimento ricevuto finora, perchè autentico e finalmente non ipocrita.

                                       berlioz

 

Quando è nato il suo interesse per la comunicazione in campo musicale, realizzato in particolare nella Barcaccia?

 

Fu grazie al famoso musicologo Giovanni Carli Ballola che lavorava alla Rai e mi chiese di collaborare con una trasmissione sulla musica da camera di Antonin Dvoràk, di cui non sapevo...nulla! Però studiai, mi preparai a dovere e piacqui e da allora non ho più lasciato Radio3 o , meglio, Radio3 non ha lasciato più me. La Barcaccia nacque nell'ottobre del 1988, fu un'idea di Paolo Donati, figlio di Maria Caniglia e brillante funzionario Rai. Voleva una cosa nuova...e di fatto la Barcaccia lo è stata, fin dalla prima puntata. Oggi siamo arrivati a oltre 4700 puntate. E' un programma che si rinnova di anno in anno, seguendo il mutare dei tempi e delle situazioni.

 

Come valuta l’ esperienza della Barcaccia, esiste altro di simile in Italia o all’ estero?

 

No, non esiste al mondo nulla di simile perchè non esistono cloni in giro di Enrico Stinchelli e Michele Suozzo! Scherzi a parte: è un format difficile da ricalcare. Bisognerebbe possedere, se  permette,  i nostri archivi, i nostri dischi, le nostre competenze, la nostra verve e soprattutto il nostro smisurato amore per il melodramma. Inoltre è un programma che utilizza molto la fantasia, la fiction, sullo stile della famosa “Biblioteca di Studio Uno” con il Quartetto Cetra, che per me resta l'unico vero insuperato modello, insieme al non-sense surreale della radio di Arbore. Quelli sono i maestri. E' un'esperienza fantastica: è un programma-cult, tra i più longevi della Rai, ed è al contempo- in epoca di crisi- una ottima flebo per l'Opera.

 

                                                barcaccia_radio3

 

 

Fra i direttori del passato, quali ritiene più importanti e perchè?

 

Furtwaengler, Walter,Serafin, Gui, Karajan, Kleiber, oggi Abbado, Pappano, Mehta,  Thielemann. Sono i più grandi, a mio avviso, perchè hanno compreso e valorizzato l'assoluto che c'è in ogni esecuzione musicale, centrando sempre il punto focale di un'Opera o di una composizione sinfonica, senza inutili sovrastrutture, con profonda semplicità. Mi piace anche molto Celibidache,  maestro zen. Ogni sua  esecuzione  è  come  un viaggio siderale.

 

Fra le primedonne del passato, quali l’ hanno affascinato di più?

 

In primis la Callas: sarò banale ma è stata la più grande. La prima cantante moderna, eterna, nel più completo senso del termine. La sua forza dirompente prende e trascina sia nel repertorio belcantistico sia nel verismo, di cui è interprete sublime. Mi piacciono molto anche la Sutherland, la Nilsson, la Horne, la Cossotto, la Obratzsova,la Scotto, la Bumbry...

 

E fra i ... primiuomini, quali?

 

Caruso, Gigli soprattutto, Pertile, Lauri Volpi (i suoi fantastici acuti), Kraus, Pavarotti, Del Monaco , Corelli, Di Stefano (il poeta del Canto),Cappuccilli, il meraviglioso Wunderlich, Taddei il Leone, Fischer Dieskau, Ghiaurov, Siepi.

 

Passando ad oggi, quali soprani?

 

Sono tanti e come Lei sa l'ambiente dell'Opera è suscettibile e rancoroso come pochi: nomini una e scontenti l'altra. Dirò che come cantante-attrice io ho una predilezione particolare per la Antonacci, trovo bravissima la Netrebko in alcuni ruoli (come Norina nel Don Pasquale), mi piacciono la sicurezza della Ganassi, il talento della Dragoni e della Rancatore, il colore della Ricciarelli, la tecnica della Devìa e della Dessì, la potenza  della Urmana.

                         netrebko1  A.Netrebko

 

E mezzosoprani e contralti?

 

Ce ne sono di meno. Mi piace la Zajich , un vero castigo di Dio, la bellissima Garança, la Barcellona, Marianne Cornetti.Due raffinate  rossiniane  e  mozartiane:Marina  Comparato  e Manuela  Custer. Sono un grande ammiratore di Ildiko Komlosi e di Ekaterina Gubanova, che ha cantato una splendida Fricka nella Valchiria del 2010 alla Scala, con Barenboim.

 

 

 E tenori?

 

 

Florez e Albelo sono due straordinari tenori leggeri, tra i lirico spinti (attivi in questo repertorio) metterei in testa Alvarez, Shicoff, Alagna quando è in serata, Berti, Armiliato.

 

E baritoni?

 

Tra le giovani leve ve ne sono alcuni davvero eccellenti: Viviani, Capitanucci, Salsi, Caoduro, ci son sempre Hvorostovsky, Hampson, Nucci, Bruson, anche se nei concorsi è una corda che latita..

 

E bassi?

 

  Tra le voci dell'Est c'è ancora un 'ottima scuola: Orlin Anastassov, Ildar Abdrazakov, il giovane Beloselsky, ma io non dimenticherei i nostri italiani Roberto Scandiuzzi, Carlo Colombara, nel repertorio rossiniano Michele Pertusi e Lorenzo Regazzo.

 

 

Quali libri riferiti all’ opera consiglierebbe maggiormente, a parte il suo Stelle della Lirica?

 

La ringrazio per la citazione. Io consiglierei i bellissimi libri di John Rosselli, in particolare “L'impresario d'Opera” che aiutano a capire come era l'Opera due,tre secoli fa rispetto a oggi.E aggiungerei i due volumi di Roland De Candè dedicati alla “Storia della Musica”, che aiutano a capire il fenomeno Musica dalla nascita al Novecento. Se proprio si è vociomani, allora c'è la ristampa de “Le Grandi Voci” a cura di Fedele d'Amico, con la prima collaborazione di Rodolfo Celletti: all'epoca non ancora condizionato da giochi e impicci vari.

 

E quali autobiografie di cantanti?

 

Nessuna. Guardi, sono agiografie una uguale all'altra.Se cambia il nome dell'interprete vedrà che il contenuto si adatta a meraviglia per chiunque: io qui, io lì, il mio trionfo di qua, di là, ec.. Sono illeggibili. Alla fine del libro sembra che l'unico cantante al mondo sia quello ritratto in copertina...per carità.

 

E biografie di cantanti?

 

Quasi peggio. Perchè in questo caso l' “io qui, io lì” viene sostituito da “lui (lei) qui, lui lì”. Un agiografo delirante scrive in stato di estasi mistica. No, no grazie. Mi hanno proposto decine di biografie di questo tipo mi sono sempre rifiutato.

 

Quali opere ritiene di grande valore e non ancora abbastanza apprezzate?

 

Nessuna. I capolavori sono tutti alla luce del sole, non credo nelle riscoperte sensazionali. Qualche gioiellino in giro c'è ancora, ma la storia ha reso giustizia ai veri capolavori. Dov'è un altro Boris? Dov'è un'altra Traviata? Dov'è un'altra Valchiria?

 

Ritiene importante riscoprire tutte le opere vocali di Handel e di Telemann?

No. Nel settore del Barocco esiste una sorta di delirio,somigliante alla possessione diabolica. Non tutte le opere di Haendel sono capolavori, vi sono momenti di una noia mortale e pagine di bellezza incomparabile. Telemann, poveretto....scrisse quanto Bach e Mozart messi insieme , ma non c'è una sola pagina , non una melodìa che una persona normale saprebbe fischiettare a memoria. E' un sublime manierista, ma il genio dimora altrove.

 

Il suo giudizio su Puccini?

 

Un immenso uomo di teatro, un raffinato melodista, un musicista completo attento a tutto ciò che gli ruotava attorno, culturalmente parlando. Tra l'altro è un autore difficilissimo da eseguire, mi stupisco che lo si metta in cartellone con tanta disinvoltura. Quando leggo “La Bohème è un 'opera per giovani cantanti” inorridisco: è la più colossale cavolata! Per cantare la Bohème com'è scritta ci vogliono fior di artisti navigatissimi, di tecnica eccezionale e con voci benedette da Dio, altro che giovani freschi di concorso. Non parliamo poi della difficoltà esecutiva per direttore , Coro e orchestra! E' forse un caso che maestri conclamati come Abbado, Muti, Barenboim, Maazel, lo stesso Mehta non abbiano Bohème in repertorio? Puccini è tra gli autori più eseguiti (male), essendo il più ineseguibile. Un paradosso.

 

                                      puccini

 

 

Quali compositori di oggi valuta maggiormente?

 

Quelli che non si prendono sul serio e che compongono con leggerezza. Gli autori delle colonne sonore, per esempio: scopiazzano palesemente da Wagner, Puccini , Stravinsky, Rossini...ma con abilità mefistofelica rimaneggiano, impastano e voilà...il gioco è fatto! Come abili prestigiatori. Io la penso come Shostakovich, forse l'ultimo grande compositore:quando compose la sua Sonata per viola e pianoforte nel 1975 , poco prima di morire, la fece iniziare citando clamorosamente il Chiaro di luna di Beethoven, gli chiesero “Perchè?” e lui disse:” Perchè OLTRE non si può andare!”. Proprio lui che aveva sondato ogni territorio possibile e immaginabile. Ecco un genio. Un altro era Stravinsky. Dopo il trionfo del Rake's progress a Venezia, lo acclamarono a lungo e lui, stanco e curvo, andando verso il sipario per una nuova ovazione si rivolse al segretario e disse:” Et si ça c'est la vie....merde alors!”.Un altro genio, aveva capito tutto.

 

Il mondo della lirica è davvero in crisi? Motivi...


     Non le basta questo volume, gliene do almeno 108 di motivi! In sintesi: caste, cricche, malaffari, mafiette e mafie....C'è un po' di tutto, come nel resto del mondo. Alla base l'ignoranza. Non puoi mettere un ignorante (colui che ignora) a capo d'un teatro o d'una direzione artistica. Spinoza diceva giustamente che l'ignoranza è immorale. Il fatto è che l'ignorante di turno, bisognoso di conquistarsi poltrona e lauto stipendio, viene nominato da un altro ignorante che è il sindaco, a sua volta nominato da uomini politici ignoranti. Poi ci sono le eccezioni, oasi benedette dal Cielo: prendiamo per esempio Salerno. E' una città piccola, tagliata fuori finora dai grandi giri internazionali, ma un sindaco illuminato ha voluto un teatro d'eccellenza; ha nominato Oren, che è un grande direttore d'Opera, e gli ha dato carta bianca. Salerno oggi è meglio del San Carlo di Napoli e ,a ben vedere , cast e cartelloni, si mangia l'Opera di Roma e umilia molti spettacoli della Scala, che ha più del decuplo delle sovvenzioni. Per me alla base di ogni nefandezza non c'è solo la disonestà, che alla fine può persino essere compensata dalla sapienza e dalla passione (i vecchi impresari erano dei furfanti ma CONOSCEVANO le opere e le voci adatte) : alla base di ogni guaio c'è la non conoscenza, l'ignoranza appunto. Come a Parma, per esempio, dove l'ignoranza regna sovrana (e non parlo del pubblico, poveretto, che ha solo la colpa di adeguarsi a tutto).

 

 

 

Ci saranno futuri Caruso, Titta Ruffo o Callas giapponesi o cinesi o coreani?

 

Già ci sono! Ho sentito a Bologna un tenore coreano che imita Corelli quasi alla perfezione. Dico “quasi” . Di nuove Callas il mondo pullula, peccato che nessuna sia come l'originale. Lei appenderebbe al muro un finto Picasso o la Gioconda riprodotta con i pennarelli?

 
AL REGIO DI TORINO TORNA LUCIA DI LAMMERMOOR
Recensioni
Martedì 21 Giugno 2011 21:25

                                                                          lucia__torino_stemma

Lucia di Lammermoor sbarca al Regio di Torino e viene proposta in diretta da Radio3, con un cast che vede allineati alcuni giovani interpreti “di punta” : Elena Mosuc, giunta alla sua centesima Lucia, il tenore Francesco Meli, Fabio Maria Capitanucci come Enrico, il basso Kowaljow come Raimondo, il maestro Campanella sul podio e il celebre allestimento di Graham Vick.

                           lucia_torino_2011_assieme

Il livello si mantiene mediamente alto, grazie soprattutto all'apporto del reparto maschile, eccezion fatta per il basso Kowaljow , non in grado di sostenere con sicurezza e soprattutto con correttezza d'emissione il ruolo di Sir Raimondo Bidebent. Ottimo  l'Enrico  di  Capitanucci, elemento  di  sicuro affidamento.

Baldanzoso , generoso Edgardo quello proposto da Francesco Meli. La voce ricorda molto Alberto Cupido: bella di colore, dizione perfetta, ottimo fraseggio, la tendenza a spingere sugli acuti e quindi a oscillare dal la naturale in su, con una difficoltà a sostenere il si naturale della cadenza di “Fra poco a me ricovero” (lodevole che l'abbia eseguita in tono, molti abbassano) e soprattutto le terribili frasi “O bell'alma innamorata” del finale , che risuonano non a gola aperta e libera come dovrebbe essere. Come già si era notato nella recente “Anna Bolena” di Vienna (destando le ire del diretto interessato, ahimé...) per ora siamo a piccoli problemi, facilmente risolvibili e comunque ampiamente compensati dai molti pregi. “Tu che a Dio” viene attaccato in falsettone, subito rimpiazzato da suoni più omogenei e soprattutto sorretti dal fiato: il tempo del concertatore è lentissimo e non è obiettivamente facile uscirne in gloria. Da ascrivere quindi a tutto vantaggio di Meli la grande resistenza e la musicalità.

                                                      lucia__regio_2__duetto

La concertazione del maestro Campanella, esperto donizettiano e belcantista di rango, è sentita, partecipe, drammatica ma a tratti bloccata, come se l'orchestra dovesse di colpo fermarsi : non capisco bene questa scelta. Se è vero che la grande scena del basso e del Coro poteva anche risultare più solenne e tragica del dovuto, è anche vero che la Pazzìa di Lucia, soprattutto nella cabaletta “Spargi d'amaro pianto” è risultata davvero troppo lenta e monolitica, forse su richiesta della protagonista (azzardo un'ipotesi?). Nei momenti più brillanti (scena della Festa) il suono dell'orchestra del Regio tendeva a impoverirsi e a risultare un po' frivolo, ma credo sia un problema di microfoni. Per il resto si ammira in Bruno Campanella la grande capacità di seguire e mai soverchiare il canto dei protagonisti.

                    lucia_regio__lucia_baritono

Di Elena Mosuc dirò che non mi ha convinto, anche se era alla 100ma Lucia della sua carriera. L a voce è piccola, chiara, poco appoggiata. Intonazione non perfetta, tutt'altro, pericolose oscillazioni nei primi acuti e mibemolli sopracuti striminziti e stiracchiati, alla “vorrei ma non posso”. Si spera in future prove migliori di questa.

 
AIDA A VERONA , CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA....
Recensioni
Lunedì 20 Giugno 2011 10:32

                                               aida_2011___1

 

Aida debutta all'Arena esattamente come un secolo fa, quando la stessa opera inaugurò il vasto spazio veronese per precisa volontà del tenore Zenatello: l'allestimento è solo in apparenza semplice e lineare, non lasciamoci ingannare dall'evoluzione dei tempi. Colonnati , idoli e praticabili sono posti in modo intelligentemente geometrico, creando al contempo uno scenario funzionale, razionale ma non per questo meno spettacolare di tante Aide fritte e rifritte in questi ultimi cento anni. L'ultima scena, per esempio, non teme i confronti più arditi: un enorme baldacchino drappeggiato aleggia sulla tomba, con le torce portate dagli armigeri che illuminano tutta la parte superiore del fondale, con effetto stupendo. Complice una fastidiosa pioggia a intermittenza, lo spettacolo è terminato oltre le 2 di notte, con conseguente illuminazione naturale offerta da una luna che è raro vedere così splendente. La regìa di De Bosio, magnifico veterano dell'Arena, era semplicemente perfetta: tutto funzionava a meraviglia come un meccanismo a orologerìa, ed è questo che uno spettacolo richiede, soprattutto quando si è a Verona e davanti a oltre 16.000 spettatori.

                                               aida__berti M.Berti (Radames)      

Il cast vedeva protagonisti assoluti Marco Berti come Radames e la gloriosa Giovanna Casolla che tornava al personaggio di Amneris dopo qualche anno. Il tenore ha sfoderato una voce sempre voluminosa e squillante, dal “Celeste Aida” al finale, senza alcun cedimento e anzi, aumentando via via solidità e robustezza: una assoluta garanzia. La Casolla, abile a dosare le forze man mano che si arrivava al IV atto , si è mantenuta abbastanza cauta sul registro medio-grave, piazzando splendidi acuti sui la naturali e sui si bemolli, fino a chiudere una Scena del Giudizio alla grande , tra le ovazioni del pubblico.

Molto bene anche l'Amonasro di Alberto Gazale, che ricorda molto soprattutto per i corruschi accenti e per talune somiglianze timbriche il celebre Aldo Protti: la voce è omogenea e facile, morbida all'occorrenza, gli acuti risuonano con la dovuta ampiezza ma senza strafare e soprattutto con eleganza, non dimenticando che il padre di Aida è comunque un baritono verdiano e non il Re dei Negri di Pippi Calzelunghe.

Di sicuro affidamento Prestìa come Ramfis e Striuli come Faraone, anche all'inizio afflitto da raucedini tipicamente open-air.

                                 aida__carosi M.Carosi (Aida)

La nota dolente è stata l'Aida di Micaela Carosi, colta in piena serata “no”. Bello il personaggio, bello il colore ma in grave difficoltà nei passaggi più ostici, ogni qual volta la voce doveva salire oltre il sol-lab. Intonazione mai precisa, oscillazioni , improvvisi vuoti nel registro grave e un “Cieli azzurri” risolto con un grido e chiuso mezzo tono sotto....Speriamo che questa bravissima artista si riprenda presto : un congruo periodo di studio e di riposo saranno la via giusta per salvare una vocalità preziosa .

                                    oren01g D.Oren

Daniel Oren ha diretto da par suo, aiutando dove e come ha potuto i singoli interpreti e trascinando l'orchestra verso una esecuzione brillante e baldanzosa. Le particolari condizioni atmosferiche e le continue interruzioni non hanno giovato alla concentrazione di tutti, e il maestro ha avuto il suo bel da fare per risolvere alcune discrepanze tra buca e palcoscenico.

Trionfo per tutti e un plauso speciale all'équipe dell'Arena che ha splendidamente risolto il problema dell'asciugatura del palco in tempo record.

 

                                                   aida_2011

 


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