ANO ZERO....il caso Ruby da Sant'Oro
News
Domenica 23 Gennaio 2011 18:43


               Anno Zero...il  caso Ruby. 

 

 

 

                          ruby

 

 

                                                        .....versus.....

 

 

                                                      santoro1

 

 

 

 

 

 

Finalmente!  Ma  sì ,  basta  con i  lavoratori incazzati, con  Mirafiori 

listata  a lutto, con  quei noiosissimi  pendolari  accalcati  in un treno 

sempre  in ritardo,  con  quei proletari che  non arrivano alla fine del 

mese!

                                             santoro

Sant'Oro, svestiti i panni  del  giornalista   , indossa  i  più  consoni  abiti 

del  capocomico,  tra  Merola  e  Peppino  De Filippo  e   dal dramma 

delle  pattumiere  a  Napoli  passa  alla  commedia  delle  puttane  ad

Arcore.

                               "RUBY RUBACUORI" 

 

                           ruby2

 

Un  reality  straordinario  che  vede  la  partecipazione  di ospiti  ad 

hoc  e  i  "numeri"  classici dell'avanspettacolo:  lo  scontro  delle 

vaiasse  (Daniela  Santanché, petulante  come  una  pica, contrapposta 

alla  mezzosopranile  Concita  De Gregorio, ansiosa di elencare le 

mignotte  invitate  in casa  del  Mostro, del  Gran  Porcone);  il 

giornalista  scandalizzato (Travaglio) col  tono  grave  di  un giudice 

contrapposto  a  un ilare  Belpietro, che  da esperto  in finti-attentati 

si  mostra  ora esperto  in finti-bordelli.

Sant'Oro  si  muove  tra  una  gag  e  l'altra  come  un  domatore  tra i 

leoni. 

Scorrono  le  immagini  più  esilaranti:  una   signorina  di  colore 

che dice  solo  "  Vaffanculo! Vaffanculo!"   come fosse  il  refrain  di

una  canzone  tribale....Chi   è   mai    questa  oxfordiana  figura?  Ma  

una escort,  signori! Una  escort collocata in un appartamentino , si dice,

interamente spesata  dal Cavaliere .  "Vuoi  vedere  com'è  una negra

incazzata? Eccola!  Vaffanculo, Vaffanculo!"...continua  imperterrita  

questa  delicata  figurina.

         

                                  giudice_pinocchio                     

Travaglio  fa  il giudice di Pinocchio, ve lo ricordate  De  Sica  nel  film 

di Comencini? La  voce  va  in falsetto  quando  si ingarbuglia  tra  i  suoi 

documenti, tra le sue citazioni....ma  cosa  sarebbe Travaglio senza

Berlusconi?  Sarebbe  come  Rocco Siffredi  senza  il suo....

 

Nello studio  si  ride  e  a  casa  pure. Chi si  indigna?  Solo  una persona 

totalmente  priva  di senso  dell'umorismo.Come  Fini , per  esempio. Ma 

passiamo  oltre....giunge   la  Macrì, un'altra  super-escort  munita  dei 

braccialetti  firmati Silvio,un  foulard, una  foto autografata....come 

attrice non è  un gran  che, come  escort  nemmeno  (che il Cavaliere,

oltre  che arrapato   sia  pure cieco?)...facciamo  finta  di crederle  ma 

si  deve faticare parecchio. Si scoprirà  il  giorno dopo  che  quella 

orribile chincaglieria erano doni  del  marito!!!


Appaiono  i  disegnini  che simulano e commentano  le famose

intercettazioni:  una  comicissima  caricatura  di  Fede  chiacchiera  con

Lele Mora, si parla  ovviamente di  escort...e  di che  dovebbero 

parlare?  Magari  della  fame  nel mondo?  Applausi, risate.

                               

Cosa   viene consegnato  a Nicole  Minetti a  fine  serata? Due  CD  di

Apicella!!!

E  vai  col  cantore:  un pò  di  musica fa sempre  bene.

Parlano le  "Gemelline  De  Vivo" : sono  colloqui  grandiosi....interviene  

Ruotolo, il trinariciuto, forse  il penultimo comunista (l'ultimo  è 

Vauro)....con nstrepitosa  nonchalance passa  dai disoccupati alle 

mignotte. Un  vero  Pindaro.

 

Ri-parla  la  Macrì,a  grande  richiesta..."  Ecco il numero  del 

Cavaliere...." ....MIRACOLO!!!!  Il cellulare  del Mostro esposto al 

pubblico ludibrio:   335141....un numero, una  garanzia. Ruotolo  chiede 

notizie  sulla  Lap Dance  ("Che facevate  la  LappE  Dance?")  .

Fantastico, bis!

 

Arriva il Presidente  nudo!!! "NUDO?"  fa  Ruotolo.....eh  certo,  nudo.

Come  trombi?  Vestito!???  Forse  Ruotolo  tromba  vestito. Non vedo

altra  spiegazione.

 

"Santoro, ma  se indagassero  sulle sue frequentazioni?"   sopraneggia  

la  Santanché  e   Sant'Oro..."...Oggi  potete  dirmi  di  tutto..."

 

Per  il Gran Finale arriva  Vauro, con le  narici fumanti  e  il  ghigno 

delle  grandi occasioni....tra  le sue  vignette  una:  "il Papa

suggerisce : " Se  gli piacciono tanto le  minorenni  perché  non si  fa 

prete?".  La  Santanché  indignata  lascia  lo studio,  la  De  Gregorio 

guarda  ma  sorride  tirata, per forza:  proprio  lei aveva  evocato  il

Papa  per  gli anatemi scagliati  contro il  demoniaco  Presidente  del 

Consiglio.

 

Sipario.

                       Abbiamo trasmesso:  ANO  ZERO.

 

Berlusconi  ringrazia.

                                 berlusconi_esulta

 
PAGLIACCI & CAVALLERIA...per rifarsi le orecchie...
News
Giovedì 20 Gennaio 2011 19:00

                   .....vedi  quest'uomo?

 

                    orecchie1   ! ! !

 

 

.....sta  ascoltando i   Pagliacci

 

       alla  Scala, con  Cura!


 

 

E   lui?... 

 

                                                                             berlusconi_svenuto  ....

  e'  svenuto....dopo  l'Intermezzo di


Cavalleria   diretto  da  Harding!

 

                       harding2

 

 

 

Dopo la  brutta  performance  scaligera  di  Pagliacci & 

Cavalleria  rusticana  e  dopo aver  registrato  persino 

inopinati  plausi  (non decretati  dal  pubblico)   per  la 

compagine  sbilenca  capitanata  dal  "raccomandato"  mr. 

Harding e  dal  regista  Martone ho  una voglia irrefrenabile 

di ascoltare e  vedere  qualcosa  di  diverso.

 

Iniziamo  con il  finale  di  "Pagliacci"  diretti  da  Herbert  von Karajan, con Jon  Vickers  e  Raina  Kabaivanska. La regìa  è  dello stesso  Karajan, all'epoca  criticatissima.  Dopo  ciò  che si  è  visto  alla  Scala  l'altra  sera, mi  pare  un  Paradiso:

 

 

 

Alla  Scala  ha  "cantato"  José  Cura, con i  rimasugli  di una  voce  buttata  letteralmente al  macero  da  una tecnica  inesistente  e da  un  fraseggio  sconclusionato, alla  "si  salvi  chi  può".

Mi  piace  ricordare  qui  una  storica  esecuzione a  Budapest  con Luciano Pavarotti  e  Janos  Acs  sul  podio, in cui  vi  è  un  perfetto  connubio  tra  temperamento   e  aplomb   tecnico, così come  questa  bellissima  aria  andrebbe   eseguita....

 

    

 

Non sono  mai  stato  un  fanatico ammiratore  del  Maestro  Riccardo  Muti, chi mi conosce  lo  sa.

Ma  di  fronte  all'insipida, scombinata  e  persino  supponente  interpretazione  offerta  l'altroieri  dal  super-raccomandato  Daniel  Harding,  chiusasi  senza  nemmeno  un  applauso,   la  versione  Muti  diventa   celestiale  e  commuove...

 

 

 

...e  per festeggiare  il  compleanno  di  Placido  Domingo, il  tenore  più  sorprendente  e  prolifico  della  storia  dell'Opera,  eccolo  nell'  "Addio alla  madre"  ....

 

   

 

Infine  un  filmato storico, le  prove  del  duetto  tra  Santuzza  e  Turiddu alla  Scala, con Giulietta  Simionato  e Franco  Corelli.  Siamo   ai  vertici  della  storia  dell'interpretazione  operistica, con risultati  oggi    inimmaginabili...

 

 

 
PAGLIACCI\CAVALLERIA alla Scala: fischi e sorrisi.
Recensioni
Mercoledì 19 Gennaio 2011 00:08

PAGLIACCI  &  CAVALLERIA  ALLA SCALA

 

  ...........cronaca  d'un fiasco.

 

 

 

 

 

                                               scala_teatro La  Scala 

 

 

               loggione Il loggione  ha  detto  NO

 

              harding  Daniel Harding

 

              scala5 Oksana  Dyka (Nedda)

 

            scala2  M.Martone

 


I fischi piacciono : il regista Martone sorrideva soddisfatto sotto le bordate dissenzienti che piovevano giù dal Loggione, i cantanti ridacchiavano e facevano “ciao, ciao” con la manina , Harding era felice come una Pasqua , il telecronista di Rai5 sorridendo spiegava che alla Scala sono stati fischiati tutti ma proprio tutti e Pierluigi Panza del Corriere della Sera parlava addirittura di “Martone PREMIATO dal pubblico”, un drastico rovesciamento della realtà. Ma sì: facciamoci una bella risata sopra a questi fischi. Del resto, assistendo alle due opere proposte dalla Scala, “il più importante teatro d'Opera italiano” c'era assai poco da ridere: luci cimiteriali, scene modestissime, costumi orrendi quasi vicini allo straccio, una regìa che definire “fessa” vuol dire già lodarla, un direttore d'orchestra che anagraficamente sarebbe giovane ma dirige come avesse 97 anni, un cast vocale  lacunoso (a essere gentili). Ma procediamo con ordine.

 


Lo scandalo della serata se lo dividono a pari demerito il regista Mario Martone e il direttore d'orchestra Harding.

La regìa prende la prima enorme cantonata sul personaggio di Nedda, interpretata da una buona vocalista, Oksana Dyka, dotata da tipica russa di una tecnica solida e sicura, ma completamente gelida e priva di ogni benché minima sensualità. Martone la trasforma in una virago, perennemente incavolata (persino con gli augelli della sua Ballatella) , un misto tra una camionista e una lottatrice di sumo. Addio Nedda, quindi, addio dolcezza e voglia di vivere, addio sex-appeal. Nedda dovrebbe essere una sorta di bersagliera stile Lollobrigida (“Pane, amore e fantasia”) : è una ragazza, brillante, innamorata, determinata .

A una simile Nedda si contrappone un gorilla, un energumeno ma con voce ormai “parlante” e non più “cantante” :José Cura. La prestazione del tenore argentino, causa il continuo ingolfamento dei suoni in cavità non stabilite per il Canto, è stata imbarazzante, tra l'ululato e il rantolo: il personaggio, causa la regìa, inesistente. A un certo punto, dopo il “com'è ver che qui vi parlo!” , Cura minaccia con il coltello a serramanico addirittura uno spettatore nel palco di proscenio, dopodiché gli stringe la mano come a dirgli “Scusami, stavo scherzando!”. I Pagliacci diventano così un'opera comica, ma sì....ecco perché i protagonisti ridono alla fine, tra i fischi.

                       scala4 J.Cura


 

 

 

 

 

Le scene di Pagliacci sono platealmente ricalcate dalla regìa di Zeffirelli a Roma, una ventina d'anni fa: la sopraelevata, le mignotte...ops....le escort, TUTTO. Che fai, Martone? Copi?

Ambrogio Maestri ha giocato le sue carte con il vocione e non ha fatto grandi danni, salvo il fatto di risultare estremamente monotono nel Prologo e molto pesante e rozzo nella scena della Commedia, “Quel labbro piiiiio!” è risultato un orrendo cachinno.

Meglio di tutti Celso Albelo come Beppe, un raggio di sole nelle tenebre ma anche lui massacrato dalla insipiente regìa: l'aria veniva cantata in scena, vestito da Rascel quando imitava Napoleone, mezzo infilato in una botola. Orribile.

Silvio cantava ma stonava anche, parecchio, troppo.

Della direzione di Harding si è detto: moscia, insipida, a tratti insensata, imprecisa in moltissimi punti (che brutto gesto, maestro Harding: quel molinare di braccia che sporca gli attacchi e non garantisce mai una tenuta ritmica drammatica, brillante). Mi pare un solenne bluff. Ricordo una sua brutta Traviata, un modestissimo Don Giovanni...cominciano a essere un po' troppe le delusioni.

 Passata la bufera di Pagliacci, ecco arrivare Cavalleria....e son dolori anche qui.

La grande idea è quella di svuotare tutto , piazzare una scena di bordello all'inizio dell'opera....ma dove? A Vizzini? Ma di bordelli è costellata la regìa d'Opera da 30 anni a questa parte, in ogni dove: BASTA. Basta bordelli! Ne abbiamo visti fino alla nausea.

Il Coro è schierato, seduto, immobile....pare una foto di gruppo per l'horror movie “The Others” ...brrr...che paura. E che trovata geniale!

Vocalmente sia Licitra che la D'Intino se la cavano più che decorosamente, peccato solo che nel Brindisi e nell'aria il tenore abbia serie difficoltà a tenere l'intonazione e a superare le frasi cardine “ Per me pregate Iddio.....un bacio, un bacio mamma”...

Il baritono Sgura usa troppa gola e tende a calare nell'aria d'entrata: la regìa lo penalizza non poco, creando una sorta di “pennellone” senza arte né parte, piazzato sul palco come un lampione.

Orrenda la scena della Messa “a vista” durante il duettone tra Santuzza e Turiddu, col Coro girato di spalle....di una bruttezza unica.

La migliore in campo: Elena Zilio, una mamma Lucia di grande levatura. Bene anche Giuseppina Piunti, bella e brava come Lola.

L'Intermezzo è passato senza un minimo di abbandono , una stalattite appesa in una vuota caverna: non un solo applauso. E' la prima volta che ascolto e vedo un Intermezzo non applaudito. Bella roba, complimenti Maestro Harding!

Ma tanto loro ridono e fanno “ciao, ciao” con la manina.

Io ho la netta sensazione che sia l'Opera a fare “ciao, ciao” a loro.

 
CHI INSEGNA IL CANTO? LE GRADUATORIE...
Note
Sabato 15 Gennaio 2011 14:50

 

 LE  ALLEGRE  GRADUATORIE!

 

             conservatorio

 



   Chi insegna  il Canto in Italia?

 

 Come vengono  determinati i punteggi?

 

 Non mancano  le  sorprese  tra  i  nomi

 in lista!

 

             canto

  

 

 

 

Prima  parte  di una inchiesta  che ci

porterà  in  un'Italia  poco  conosciuta.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dai, siamo sinceri: a scorrere le graduatorie di merito per insegnare Canto nei Conservatori italiani si stupisce alquanto.

Come forse non molti sanno, i parametri utilizzati per tracciare l'identikit e quindi la classifica meritocratica dei singoli insegnanti (o aspiranti tali) sono essenzialmente tre: titoli di studio, titoli didattici e titoli artistici, cioé cosa i maestri hanno studiato, dove e quanto hanno già insegnato e quali meriti artistici abbiano.

Un maestro di canto dovrebbe essere, in linea teorica: colto, esperto nella didattica e di chiara fama artistica.... in teoria. Perché in pratica esiste un po' di tutto nel “teatrino” dei maestri: c'è l'incolto ma con vasti meriti artistici e un dovizioso curriculum; c'è il coltissimo, plurilaureato, senza alcuna esperienza didattica; c'è il didatta senza alcun curriculum artistico, sconosciuto all'anagrafe. Insomma: un vero e proprio carnevale.

La domanda sorge immediata: come dovrebbe essere un bravo insegnante di Canto?

La mia posizione sull'argomento è abbastanza chiara: per me un buon maestro di Canto deve soprattutto possedere due buone orecchie, una discreta cultura generale, una ottima conoscenza della tecnica canora, una buona esperienza “sul campo” , non solo come didatta ma anche come artista, cioé che abbia calcato le famose tavole dei palcoscenici, che conosca il teatro e la vita teatrale,che possa fare un esempio canoro corretto , che sia onesto e abbia una grande passione per l'Opera e per le Voci. Già....una parola: direte voi.

Ma proviamo a dare un'occhiata alla realtà dei fatti e cominciamo dai Conservatori di Bari, Potenza, Salerno e La Spezia.. Si rimane piuttosto perplessi.

 

BARI

 

      BARI_graduatorie    

 A scorrere l'elenco barese noto la presenza di tantissimi amici, anche ottimi artisti come Carmela Apollonio , un soprano di magnifica vocalità eclissatasi misteriosamente dal 'grande giro', il baritono Michele Porcelli, che ebbe un buon  momento di auge sotto la amorevole tutela del potente agente Strada, fin quando egli rimase in vita; il baritono Stragapede, allievo di Cappuccilli, e ancora Pietro Naviglio, Angela Bonfitto... Poi mi domando: ma com'è possibile che Claudio Ottino e Maurizio Scarfeo, che pure cantano e svolgono una verificabile, costante attività artistica, stìano al 28mo e 29mo posto, superati alla grande dagli assai meno conosciuti :Carla Centi Pizzuttilli,Eleonora Paolicchio, Gerardo Spinelli? La mia è una semplice domanda.

Noto con piacere che Francesco Zingariello è in vetta alla classifica: molti di voi lo avranno applaudito al fianco di Katia Ricciarelli nei suoi più recenti concerti; saranno stati soprattutto questi ad assicurargli il più alto punteggio.

 

          

 

POTENZA

 

potenza_graduatoria_canto_0002 La musica non cambia. Molti sono i nomi illustri: Paolo Coni, il baritono di Muti per tante trionfali esecuzioni alla Scala, baritono di fama internazionale...collocato non al primo , come si potrebbe supporre, bensì al 7mo posto. Davanti a lui  alcuni  nomi  molto  noti, nessuno  può dire  nulla a una  artista  come Gabriella Morigi o a  Paola  Romanò; lo stesso Gregory  Bonfatti, primo in classifica,  è  un artista  molto attivo e  certamente un ottimo insegnante  ma   è  inutile  negare  che  il criterio  che determina  queste classifiche sia  quantomeno singolare  e  che  alcuni nominativi  appartengano a  tutti  gli effetti alla nobile  categorìa  degli  "illustri sconosciuti"..

A scorrere tutto l'elenco, compreso quello dei non idonei, sorge spontanea un'amara constatazione: tantissimi, anche giovani cantanti, cercano di poter entrare come docenti in Conservatorio, data la cronica scarsezza di proposte lavorative.

 

SALERNO

              pratic


Il nome più illustre (e sorprendente) è quello di Bruno Praticò, il cui punteggio non lo piazza oltre al 9no posto! E prima di lui: Paola Romanò, Susanna Anselmi, Luciano Di Pasquale,Annunziata Forte, Manuela Bisceglie, Filippo Morace,Antonella Rondinone, Francesco Chiummo.

Da notare una Valeria Esposito, conclamato soprano di coloratura con grande carriera alle spalle, al 37mo posto (!) , cui segue a ruota Francesco Rinaldi Miliani.

 

LA SPEZIA

 

        canto_0001        

 

Qui abbiamo insegnanti multiformi e multiuso: dal Pop al Jazz al Canto lirico, diciamo “uni e trini”. Salvo i bravi Sergio Bologna e Francesco Piccoli che vengono superati da questi eclettici maestri.


 Il  seguito alla  prossima  puntata\   segue.

 

 

 


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