Sarà probabilmente soddisfatto il regista Castorf per la salva di violenti "BUUUH" che ha salutato i tre atti del "Siegfried" rappresentato stasera a Bayreuth.
Stavolta non è bastata nemmeno la lucida ,razionale lettura di Petrenko, cui si perdonano tante cose per la giovane età e l'indubbio talento. Stavolta il passo è stato più lungo della gamba anche per lui: buono il I atto, dove la concitazione frenetica della scena della forgia hanno aiutato il lato virtuosistico, che poi -paradossalmente- è sempre molto più semplice da realizzare, rispetto allo scavo drammatico che richiedono altre scene: quella della caverna di Fafner ad esempio, il dialogo del Viandante con Erda, il duetto incredibilmente espanso con Brunilde, nel III atto.
A Petrenko manca davvero lo spessore tragico , quasi insopportabile che dava Furtwaengler agli archi bassi in quelle scene, quando il drago letteralmente usciva dalla buca orchestrale. Ma si rimpiange piuttosto Thielemann, che sapeva far vibrare di quella drammaticità e con quel colore le pareti del tempio di Bayreuth.
Indicibile, poi, la prestazione dei cantanti.
Lance Ryan, nell'improba parte di Siegfried , forse cantata troppe volte, ha superato il primo atto con la forza della fibra e con l'abile utilizzo della "gnagnera", salvandosi cioè con i trucchi dei cantanti anziani: "Neeeeeethung....Neeeethung" invece di Nothung, laddove la "e" schiacciata ti salva da una faticosa "o". Ma sono appunto trucchi. Non bastano per il II ma soprattutto per il terribile duetto finale, in cui Ryan è crollato, trasformandosi prima in Mime, con un timbro chioccio e querulo, poi direttamente disfacendosi nella parte finale, condita persino da una brutta stecca.
Brunilde era la stessa Foster della Walchiria. Sperammo invano non si risvegliasse, o che il sonno le fosse di conforto vocale. Niente da fare. Più stonata e urlante che mai, e sempre senza le note gravi. Una vocalità davvero mal messa, potete immaginare l'esito dodecafonico del duetto.
I bassi, Wotan e Fafner, fiochi e modesti: meglio Koch...ma siamo in serie B. Erda aveva un la bemolle acuto, tanto bastò per farla precipitare nel regno oscuro delle perle nere. L'Uccellino, Mirella Hagen, mi ha fatto propendere per la riapertura della caccia,ma solo per la durata della sua indecorosa prestazione.
In scena i capoccioni, tipo Monte Rushmore, di Marx, Lenin, Mao e Stalin....alla fine due coccodrilloni. Come dice Mimì: "Il perchè? Non so."
Il Ring del bicentenario scuote la collina verde di Bayreuth, ma come il dolce stormir delle foglie. Nulla di eccezionale, dopo le meraviglie di Thielemann. Sul podio sale Kirill Petrenko, che in molti salutano come un nuovo Dio. E' un direttore solido, lucido, razionale. Il suo Wagner è un pò quello di Boulez: terso, preciso ma decisamente freddo nei momenti in cui giunge lo tsunami drammatico, l'onda incontenibile dei sentimenti 'forti'. Lì non occorre più il raziocinìo ma la follìa torrenziale di un Furtwaengler, la potenza di Karajan, di Solti, e chi più ne ha più ne metta. Loro sì, erano Dei. Petrenko è un ottimo apprendista.
Petrenko liricizza tutto e il gioco funziona solo in parte. Buono l'inizio, buono il finale del I atto, buona la celebre Cavalcata, buoni i fraseggi...ma gli archi mancano di suono nella ottava bassa, violoncelli e contrabbassi paiono sotto organico, dov'è il magma wagneriano? Nel finale più che al fuoco di Loge abbiamo pensato a un barbecue in Franconia, quando fa bel tempo.
Voci deboli. Wotan non all'altezza, sebbene si sia sforzato di cantare con proprietà le note previste. Sieglinde buona fino a che non deve salire a un semplice (si fa per dire) la bemolle, per lei ostacolo insormontabile. Brunilde, per la prima volta nella storia di Bayreuth, una soubrette: tanto fioca e vuota in basso da omettere quasi le note scritte, e parliamo non di note contraltine ma di semplici fa o mi.
Bohta come Siegmund è stato il migliore, anche se più Nemorino(one) che Heldentenor, razza ormai estinta.
Tacerò del basso orchesco e delle Majorettes che hanno cercato di imitare le Walchirie: una prova ai limiti del tollerabile, in un contesto tanto prestigioso.
Riguardo la regìa di Castorf, dirò solo che i tedeschi non hanno ancora finito di pagare il pegno della Seconda Guerra Mondiale, per cui- da buoni luterani, ritenendo il proprio peccato indelebile- continuano ad autoflagellarsi con spettacoli degni solo del classico torso di broccolo scagliato dai più esacerbati. Ora siamo in America, presso pozzi petroliferi e pompe di benzina.E' detto tutto.
La possiamo considerare una cazzata estiva, assimilabile alle notizie sul "royal baby" .Quelle notizie , assolutamente inutili , che un tempo si leggevano sotto agli ombrelloni. Ma la dichiarazione di Giovanni Allevi su Beethoven, "Beethoven non ha ritmo, ne ha più Jovanotti" , è più grave e meno vacua delle altre.
Allevi , per la cronaca, è uno di quei pupazzi creati dal teleschermo, necessari per assicurare al popolo bue "panem et circenses" , secondo l'antica e sempre funzionale regola instaurata dai Cesari per meglio tenere sotto controllo le ottenebrate menti dei cittadini. Personalmente lo giudico un pessimo pianista e un ancor peggior compositore: il suo segno caratteristico è la banalità, elevata all'ennesima potenza. Tanto basta per renderlo un "mito" delle italiche genti e per taluni, i più ottusi, persino un "genio".
Da un cotal personaggio puoi attenderti solo cavolate a ruota libera: mi stupisco che non abbia ancora sistemato a modo suo un Bach, un Mozart , un Rossini. Forse non tarderà a farlo.
Eppure, le sue idiozìe vengono pubblicate e sono oggetto di riflessioni. Il sistema è consolidato nelle sue strategìe: si spara la cazzata, la più grossa possibile; si scatenano le reazioni, MEGLIO se negative, MEGLIO se infarcite di insulti e impropèri rivolti al mittente della cazzata (vedete che ci casco anch'io...contate quante volte avrò dato del cretino ad Allevi in questo articolo...) , ci si divide in difensori\vestali della Musica Classica e in sostenitori del giovane (insomma, non più tanto) "genio compreso" . Insomma: Allevi versus Beethoven, significa- in fondo- passare il paragone...Allevi E Beethoven sono entrambi musicisti, l'uno vale l'altro.
Sappiamo che ciò non corrisponde al vero. Beethoven è stato un immenso musicista, Allevi è una fetecchia e definirlo musicista corrisponde a offendere fior di autentici musicisti, esecutori e compositori. Duke Ellington diceva che esistono due soli tipi di musica, quella bella e quella brutta. Già. Verissimo. Infatti quella di Allevi è brutta musica.Quella di Beethoven è bella musica.
Ma la frittata è fatta, la pallottola è partita e le reazioni pure.
Allevi ha un seguito, un vasto seguito, soprattutto presso ignari giovani. Giovani ineducati, diseducati, figli di genitori a loro volta ineducati e diseducati. Sono bastati 30\40 anni per ridurre questo paese, dal punto di vista culturale e non solo, a un deserto dei Tartari. Ne vediamo e ne subiamo gli effetti ogni giorno.
Quelli come noi, educati alla Grande Musica (nel senso adorniano del termine) vivono , più che in una nicchia, direttamente sopra la zattera che venne meravigliosamente dipinta da Géricault, Le radeau de la Méduse. Abbiamo con noi i nostri libri, i nostri dischi, le nostre esperienze di ascolto e\o di lavoro, abbiamo il bagaglio della nostra cultura e della nostra educazione.
Siamo in mezzo ai flutti , abbastanza soli. Ma con noi, sopra la zattera, ci sono Beethoven, Rossini, Mozart , Verdi e tutti gli altri. Con noi ci sono i grandi esecutori, ci sono Kleiber, Karajan, Benedetti Michelangeli, la Callas, Wunderlich, Horowitz e David Oistrach. Ci sono schiere di immensi musicisti, c'è la Musica Seria (così la chiamava Adorno, con orgoglio). C'è la grandezza che non teme l'insulto. La pipì del cagnolino sul monumento.
Sarà anche una posizione di ordine snobistico la mia, certo, non lo nascondo. Anzi è proprio così: le radeau de la Musique è composto anche da personaggi fieri e orgogliosi di aver avuto il privilegio di vivere Con e Per la Musica, quella vera , quella seria. Da questa zattera, in mezzo ai tumultuosi flutti della sub-cultura, le note stonate di Allevi, suonate o cantate, giungono solo come innocui schizzi.
E ora la parola a Beethoven e a Kleiber alla faccia di Allevi!
Un messaggio su Facebook da un membro dell'Orchestra che ha partecipato
all'opera recensita:
" Egregio Sig. Enrico Stinchelli, sono un musicista dell'orchestra del Conservatorio V.Bellini di Palermo che ha partecipato al Ridicoletto (azzeccatissimo termine) a Taormina e con rammarico non posso che prendere atto dell'onestà e obbiettività della sua recensione. Purtroppo questi sono i risultati quando ci lancia in simili imprese con approssimazione ed incompetenza. A questo proposito avrei gradito una vera e feroce stroncatura del personaggio Castiglione e del suo ego sproporzionato. Lei ha parlato di molteplici talenti mentre io ho solo percepito un affarista senza scrupoli. Mi spiace molto per la nostra orchestra che è formata da allievi capaci e volenterosi (a titolo COMPLETAMENTE gratuito), da professori che non sono raccogliticci ma docenti in conservatorio (alcuni dei quali di grandi capacità e lunga esperienza) e da pochi esterni precari come me scelti tramite audizione. Ma siamo solo musicisti, per la media degli italiani persone quasi inutili che non fanno nemmeno un lavoro vero. E così siamo stati trattati dall'organizzazione di Castiglione che nei fatti non aveva organizzato proprio nulla (nemmeno l'albergo al nostro arrivo) mettendoci troppo spesso in grave difficoltà. Anche se musicisti siamo sempre persone e avremmo meritato una maggior considerazione e rispetto. La ringrazio ancora per l'attenzione delle parole da lei espresse nella vana speranza che faccendieri di questa risma non si occupino più di ciò che più caro ci é rimasto in Italia. E in Sicilia."
(M.D.F.)
Ed ecco invece il magnifico (si fa per dire) contratto stipulato con l'Orchestra e il
Coro assemblati per le opere Cavalleria e Pagliacci a Taormina con
poche prove e pagati con cifre invero miserrime :
CONTRATTO DI SCRITTURA ARTISTICA (sic??!)
L’anno 2013, il giorno ___________________ del mese di Luglio, tra L’Associazione Musicale “Il Melodramma”, con sede legale in Catania, Via Teatro Massimo n. 15, C.F. / P. IVA 05082960872, in persona del legale Presidente rappresentante pro tempore Sig. Gabriele Vittorio Riggi, di seguito denominata brevemente “Associazione”, da una parte, e _____________________, nato/a a _______________________ il ___________, residente in ________________ Via/Viale/Piazza ___________________ n. _______, C.F. ____________________ (di seguito definito Professore d’Orchestra in qualità di __________________________), dall’altra SI PREMETTE 1 – L’Associazione ha concluso con la Fondazione “FEM – TAORMINA FESTIVAL” (di seguito definita brevemente “Fondazione”) un contratto per l’esecuzione delle opere liriche Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni (da rappresentare unitamente ai Carmina Burana in forma di concerto), e dell’opera lirica I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo da rappresentare unitamente a sinfonie di Giuseppe Verdi. 2 – Le parti del predetto contratto hanno concordato il calendario delle prove e delle rappresentazioni che l’Associazione si è impegnata ad eseguire. 3 – Il calendario di cui sopra è stato attentamente esaminato dal Professore d’Orchestra il quale lo ha accettato nei suoi contenuti ed ha acconsentito al suo inserimento all’interno della presente scrittura sì da costituirne parte integrante al fine di specificare gli obblighi nascenti dalla presente scrittura. 4 – L’Associazione ha interesse a conferire al Professore d’Orchestra ________________________ l’incarico di eseguire le prestazione di cui all’articolo 1 ed il Professore d’Orchestra ha dichiarato di accettare l’incarico. 5 – Le parti, con la presente scrittura, non vogliono in alcun modo dare vita ad un contratto di lavoro subordinato o para subordinato, essendo la loro volontà destinata esclusivamente ad effettuare ed ottenere prestazioni di natura professionale ed autonoma, del tutto prive di ogni collegamento alla struttura ed all’organizzazione dell’Associazione, limitate agli allestimenti oggetto del contratto a suo tempo intercorso tra quest’ultima e la Fondazione, e collegate, nella determinazione degli obblighi e del compenso, alle singole prestazioni erogate. Tutto ciò premesso, tra le parti come sopra indicate SI CONVIENE E STIPULA QUANTO APPRESSO 1 – Le premesse costituiscono parte integrante della presente scrittura; 2 – Il Professore d’Orchestra si obbliga ad effettuare tutte le prestazioni indicate nel calendario delle prove e delle rappresentazioni allegato al presente contratto; 3 – Le prestazioni relative alle prove ed alle esecuzioni sono state indicate in termini orari, anche se il calendario è suscettibile di variazioni e gli orari di fine lavoro sono indicativi e suscettibili di modifiche secondo le esigenze di produzione.� 4 – Del pari, il compenso pattuito è anch’esso svincolato dal tempo necessario alla effettuazione della prestazione, costituendo espressamente obbligo del Professore d’Orchestra garantire la propria piena e costante partecipazione alle attività concordate con la Fondazione; 5 - Eventuali prestazioni aggiuntive verranno compensate nella medesima misura prevista per quelle indicate nel calendario; 6 – Il Professore d’Orchestra si impegna fin d’ora a non assumere impegni incompatibili con quelli oggetto delle prestazioni oggetto del presente contratto; 7 – In relazione alle prestazioni previdenziali, il Professore d’Orchestra, sotto la propria esclusiva responsabilità dichiara: Di essere esentato dagli obblighi informativi e contributivi previsti dalla normativa previdenziale del settore dello spettacolo (art. 1 comma 188 L. 27.12.2006 n. 296), ivi comprese le disposizioni in materia di limiti retributivi massimi che consentono tale esenzione e consegna, a tal fine, all’Associazione la documentazione idonea a comprovare la sussistenza dei prescritti requisiti (autocertificazione per i lavoratori dipendenti e certificato di iscrizione per gli studenti); Di non poter godere della esenzione sopra indicata, sussistendo, pertanto, tutti gli obblighi di natura informativa, previdenziale e contributiva previsti dalle vigente normativa; 8 – Il cachet previsto per ogni singola prestazione viene consensualmente determinato in € 60,00 (sessanta) per tutti gli orchestrali mentre per le prime parti in € 80,00 (ottanta), indipendentemente dalla natura della prestazione stessa (prova o esecuzione dello spettacolo); 9 – Il Professore d’Orchestra si obbliga ad eseguire le proprie prestazioni secondo le migliori regole professionali, garantendo la propria presenza (30 minuti prima gli orari di inizio) ai giorni concordati per ogni singola prestazione; 10 – Il cachet come sopra determinato è da considerarsi omnicomprensivo, sicché il Professore d’Orchestra non avrà diritto ad alcun ulteriore compenso e/o rimborso sotto qualsiasi forma: a tal fine (ed a mero titolo esemplificativo) le parti precisano che rimangono a carico del Professore d’Orchestra i rischi e le spese di trasporto necessarie per recarsi presso i luoghi convenuti per le prove e per le rappresentazioni, nonché saranno a carico del Professore d’Orchestra eventuali spese di vitto e alloggio; 11 – Qualora il Professore d’Orchestra venisse protestato dal Direttore d’Orchestra (o da altro soggetto a tal fine legittimato) non maturerà alcun diritto risarcitorio e/o indennitario, ad esclusione di quello al corrispettivo per le prestazioni rese; 12 – Parimenti, il Professore d’Orchestra non maturerà alcun diritto in caso di soppressione, parziale o totale, delle prove e/o delle rappresentazioni, ad esclusione di quello maturato per le prestazioni eseguite; 13 – In caso di impossibilità a rendere la prestazione, derivante da caso fortuito o, comunque, non imputabile al Professore d’Orchestra, questi maturerà solo il diritto alle prestazioni rese: per tali ipotesi, inoltre, il � Professore d’Orchestra resta obbligato a produrre idonea certificazione medica (anche tramite il proprio medico curante); 14 – In caso di inadempimento parziale o totale imputabile al Professore d’Orchestra, questi, oltre a non maturare alcun diritto al compenso, sarà obbligato a risarcire l’Associazione di tutti i danni che dovesse subire a causa di tale inadempimento; 15 – Il pagamento dei cachet di tutte le prestazioni avverrà entro il 15 Novembre 2013 (a 90 giorni dall’ultima prestazione). In ogni caso, qualora il ritardo dovesse maturare a causa di ritardi nei pagamenti da parte della Fondazione, il Professore d’Orchestra avrà diritto alla percezione di interessi sulle somme dovute solo nella misura in cui tali interessi verranno corrisposti dalla Fondazione ed in misura proporzionale a tali ultimi. A tal fine il Professore d’Orchestra autorizza fin d’ora l’Associazione a stipulare eventuali transazioni i cui effetti potessero ricadere sul proprio diritto agli interessi. Resta in ogni caso escluso il diritto a qualsiasi risarcimento dei danni derivanti dal ritardo. 16 – Per qualsiasi controversia nascente dal presente contratto, le parti attribuiscono competenza esclusiva al Giudice di Catania competente per valore. Letto, confermato e sottoscritto Il Professore d’Orchestra L’Associazione “Il Melodramma” Per espressa accettazione delle clausole nn. 11 (protesto da parte del Direttore d’Orchestra) 12 (soppressione totale o parziale delle prove e/o degli spettacoli) 13 (impossibilità a rendere le prestazioni) 14 (responsabilità per inadempimento) 15 (diritto in caso di ritardi nei pagamenti) 16 (Foro competente) Il Professore d’Orchestra L’Associazione “Il Melodramma”